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Autore: ParisRiver    24/09/2015    1 recensioni
“Hey, come va?” disse lui un po’ imbarazzato, non capivo il perché.
“Non bene direi, vi sto salutando perché non vi rivedrò più prima di non si sa quanto tempo” dissi con le lacrime che scendevano sempre di più, “non voglio che te ne vai!” urlai scoppiando a piangergli addosso abbracciandolo.
“Tesoro, non è un addio, ci rivedremo presto, te lo prometto. Nemmeno io voglio lasciarti” disse stringendomi a se sempre di più con una mano sulla testa, stava piangendo anche lui.
Appena ci staccammo dall’abbraccio ci asciugammo le lacrime entrambi, ci guardammo negli occhi e infine mi diede un bacio sulla guancia, “questo non è un addio, è solo un arrivederci” disse salendo in macchina.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lascio cadere il bastoncino a terra e mi buttai sul divano, Ashley lo prese e vide il risultato, spalancò gli occhi.
“E ora?” disse.
“Chiamo Chloe” dissi andando in camera.
“Intendevo con Jared, non puoi tenerglielo nascosto” continuò.
“Lo so, ma è troppo presto, non era nei piani, è troppo presto, non so la sua reazione” le risposi chiamando Chloe.
“Pronto?” rispose quasi subito.
“Chloe, ti prego vieni subito qui” dissi con voce spezzata.
“Che è successo?” chiese preoccupata.
“Vieni e ti spiego, sbrigati.”
“Ok, arrivo.”
“Ash, che cosa devo fare” dissi con le lacrime agli occhi.
“Devi dirglielo, deve saperlo, è un suo diritto” disse venendo ad abbracciarmi.
“Ma ho paura della sua reazione, se si arrabbiasse?”
“Dovete parlarne civilmente, non può restare un segreto.”
“Lo so, che casino.”
Andammo in cucina per bere un bicchiere d’acqua e nel mentre arrivò Chloe tutta agitata.
“M insomma si può sapere che è successo? Mi hai fatto prendere uno spavento al telefono” disse venendo dritta verso di me.
“Chloe” disse Ashley facendola girare e dandole in mano il bastoncello.
“Oh cazzo.”
“Esatto” dissi, “cioè, io sono contenta, in fondo sono sedici anni che desidero farmi una famiglia con lui, ma è troppo presto e poi non è il momento adatto.”
“Beh, io non direi che sia troppo presto, vi conoscete meglio di chiunque altro e siete innamorati da ben sedici anni, è come se steste insieme da tutto questo tempo.”
“Ha ragione Chloe, ne sarà felice” continuò Ashley.
“Siete sicure?” dissi io titubante.
“Certo!” rispose Chloe, “e poi se devo dirtela tutta, Jared è distrutto, è dispiaciuto e non vede l’ora che torni a casa, sta tutti i giorni da noi perché spera che possiate venire a trovarci visto che ci sono io, è disperato e preoccupato.”
“Davvero?” chiesi dispiaciuta, non sapevo di avergli creato tutto ciò.
“Sì, fidati. Senti, perché non venite a stare da noi, così vi rincontrate ‘casualmente’ e potete chiarirvi, non sopporto più di vedervi così tristi.”
“Va bene, ma solo se ora lui non c’è, non me la sento di vederlo subito” dissi io.
“Tranquilla, oggi non è venuto” mi rassicurò Chloe.
“Però a dormire restiamo qui, non voglio disturbare, e poi tu e quell’orso avrete un sacco da fare” dissi ridendo alludendo a quella volta che entrammo in camera e li cogliemmo in flagrante.
“Hey! E’ stata colpa vostra, è vietato entrare nella camera altrui” rispose lei ridendo.
“Va bene, ora smettetela altrimenti restiamo fino a sera a parlare di quell’orribile visione” continuò Ashley scherzando.
“Per tua informazione è orribile solo per voi” le si rigirò Chloe, ridemmo tutte per poi prendere le rispettive borse e uscire di casa.
 
Arrivate davanti al portico della casa di Shannon le fermai.
“Non dite nulla a Shannon, per favore” le supplicai.
“Ovvio che no tesoro, non diremo nulla” disse Ashley.
“Dai ora entriamo così ti preparo un Thè e ti rilassi” continuò Chloe.
“Va bene, entriamo” dissi mettendo fine alle chiacchiere.
Chloe mise le chiavi nella toppa e aprì la porta, “amore, ci sono due ospiti staser…” mi si bloccò il cuore, c’era lui seduto sul divano vicino a Shannon.
“Jared” dissi con le lacrime agli occhi.
“Jen” disse alzandosi e venendo verso di me, “perdonami, non volevo farti andare via e non volevo dubitare di te, ti prego perdonami, io voglio stare con te, solo con te, non riesco a starti lontano, non voglio che accada più nulla del genere, ti amo amore mio.”
“Ti amo anch’io” dissi scoppiando a piangergli addosso, poi mi piegai leggermente, ebbi un’altra fitta all’addome.
“Stai bene?” chiese preoccupato.
“Sì, sto benissimo” non volevo dirglielo subito, sarebbe stato uno shock, avrei aspettato la sera a casa, quando saremmo stati soli.
“Sicura? Sei un po’ pallida” continuò.
“Sì, sta tranquillo, ho dormito poco stanotte.”
“Va bene, se lo dici tu.”
Andammo tutti a cena fuori in un ristorante a mangiare pizza perché non avevamo voglia di cucinare e ci demmo dentro, specialmente io.
“Amore, hai mangiato tre pizze?” disse Jared sconvolto, non avevo mai mangiato così tanto.
“Avevo fame” dissi ridendo.
“Da quanto non mangi?” disse Shannon.
“Da oggi pomeriggio.”
“E che hai mangiato?” continuò a chiedere.
“Quattro pancakes con la nutella, un frullato di fragola e banana e qualche biscotto” risposi, rimasero a bocca aperta, “che c’è, avevo fame” dissi facendo scoppiare tutti a ridere.
Passammo una bella serata e ci divertimmo come ai vecchi tempi, verso le due del mattino tornammo a casa e io e Jared ci mettemmo a letto mentre Ashley restò al telefono con Chase, il parrucchiere sexy che aveva incontrato alla festa, c’era feeling tra loro, era bello vederla sorridere per un ragazzo.
“Mi sei mancato” gli dissi baciandolo per poi poggiare la testa sul suo petto.
“Anche tu, non sai quanto” rispose lui, “non riuscivo a vedere un futuro senza te.”
“Nemmeno io” riflettei un secondo e decisi di sputare il rospo, “ti ricordi quella mattina quando Ashley si mise a letto con noi e tirò fuori il discorso genitori e dicemmo che saremmo stati dei bravi genitori?” gli domandai.
“Sì” disse confuso.
“Beh, dovremmo cominciare a fare pratica” continuai.
“In che senso?” era sempre più confuso.
“Se io ti dicessi che tra poco più di otto mesi saremo invasi da pannolini, pappette e pianti?” dissi sperando che avesse capito, guardò me, poi la mia pancia, la tocco, poi guardò di nuovo me.
“Sei incinta” disse con una lacrima che gli attraversò la guancia.
“Sì” dissi io scoppiando a piangere.
“E’ meraviglioso amore, finalmente avremo una famiglia, un bimbo tutto nostro da poter accudire e crescere.”
“Sono felice che tu sia contento, avevo paura della tua reazione” dissi abbracciandolo.
“Perché?” chiese.
“Perché è presto, insomma, stiamo insieme da poco.”
“Sì è vero, ma ci amiamo da sedici anni e ci conosciamo meglio di qualunque altra coppia, è come se fossimo stati insieme tutti questi anni, abbiamo sofferto l’uno per l’altra, questa è la nostra ricompensa” disse facendomi piangere ancora di più, a quel punto mi misi seduta con la testa e metà corpo poggiato su di lui mentre mi cingeva col suo braccio, misi entrambe le mani sulla mia pancia.
“Hey, piccolino, come stai? Lui è il tuo papà” dissi guardandolo con ancora le lacrime che mi scorrevano in viso, “spero che ti piaccia, perché a me piace tanto” continuai singhiozzando, “e se quando sarai tra noi, riuscissi ad amarlo anche solo la metà di quanto lo amo io, beh, sarai il bambino più felice della terra. Perché sono sicura che sarà il papà migliore del mondo” finii nascondendo la testa nelle sue braccia.
“Ti amo, Leto.”
“Anche io” disse baciandomi.
Continuammo a coccolarci per un po’ fin che non ci addormentammo l’uno tra le braccia dell’altra.
 
La mattina dopo ci svegliammo nella stessa posizione in cui ci eravamo addormentati, cominciò a carezzarmi la nuca, dopo un po’ mi alzai e gli diedi un bacio, non riuscivo a credere che fossimo arrivati a questo punto.
“Oh Dio” dissi io.
“Cosa c’è? Stai male? Devi vomitare? Devi svenire? Devi mangiare? Cos’hai?” chiese lui paranoico scattando dal letto e andando in panico, era divertente vederlo così.
“Hey stai calmo, da quando sei così paranoico? Sto bene, non ho niente, stavo solo pensando che non lo abbiamo detto a Shannon” dissi ridendo come una dissennata.
“Ah ah, divertente, se fossi al mio posto capiresti, so io cosa mi aspetterà con una donna incinta dentro casa” disse prendendomi in giro.
“Attento a come parli Leto, questo è il primo suggerimento” dissi.
“Comunque oggi andiamo a pranzo da loro e possiamo dirglielo lì, sono curioso di vedere la sua faccia” disse con sguardo maligno, mi faceva paura.
“Secondo me resta di stucco” dissi immaginandolo.

 
  
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