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Autore: Jasmine_dreamer    24/09/2015    1 recensioni
Mi ricordo il profumo di Oliver, le sue mani incrociate alle mie, i suoi occhi verdi.
L'amore, l'alcol, le sigarette e l'erba, si respirava tutto.
La spiaggia era buia, tutti erano tornati a casa, e Oliver mi aveva appena vista piangere.
Un amore clandestino, un amore durato una sola estate e da lì a breve sapevamo che i nostri sguardi non si sarebbero più incrociati.
Oliver si muoveva dentro di me, rendendomi sua per sempre.
"Nicole.." gemette: "Ti amo."
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quel giorno venne celebrato il funerale di papà.
Mio padre era un uomo molto amato in paese, difatti le persone che parteciparono erano davvero tantissime.
Christian dormiva nel passeggino, mentre il parroco celebrava la santa messa.
In chiesa piangevano tutti, grandi e piccini, uomini e donne.. “Uno delle persone migliori che abbia mai conosciuto, la scorsa notte è volato da Dio.” Disse il prete.
“La figlia di Michael mi ha chiesto gentilmente il permesso di dire qualcosa su suo padre.” Continuò Don Mario.
Mi alzai e mi avviai sull’altare e, dopo aver regolato il microfono, parlai: “Mio padre ha commesso molti errori durante la sua vita, ma ha sempre cercato di rimediare. È riuscito a recuperare un rapporto con me che sembrava ormai perso, ed è stato un ottimo nonno per suo nipote, ed anche un magnifico padre finché è rimasto con me. Papà ha sempre dato il meglio in qualsiasi cosa senza perdere mai il suo sorriso, persino poco prima che morisse, quando mi ha vista ha avuto la forza di sorridermi e dirmi che sarebbe andato tutto bene, nonostante entrambi sapevamo che non fosse così. Amavo quell’uomo e ora so di non essere l’unica, rimarrà sempre vivo nei ricordi di tutti i presenti.”
Poi mi avvicinai alla tomba, ci poggiai su la mia sciarpa e in un sussurro, con gli occhi gonfi di lacrime, dissi: “Addio papà, fai buon viaggio.”
Le persone in chiesa mi applaudirono ed io tornai al mio posto.
Quando fu il momento di seppellirlo, cominciai a piangere sussurrandogli un fragile addio.
Oliver accorse da me e mi strinse, affondai il viso nel suo petto e le unghie nella sua schiena.
“Ci sono io con te, piccola.” Mormorò stringendomi.
Continuai a piangere, cancellando ogni traccia di trucco che mi fosse rimasta.
Una volta finita la cerimonia, Olly si offrì per riportarmi a casa, mentre Christian che dormiva ancora tornò a casa con Karen.
 
Oliver:
 
Guardava fuori dal finestrino con occhi spenti e vuoti, il cuore le era stato spezzato per l’ennesima volta ed io soffrivo quanto lei, se non di più, nel vedere che la persona che amavo più di quanto amassi me stesso, fosse di nuovo stata distrutta in mille pezzi.
“Nicole” sussurrai, dopo aver accostato.
Lei si voltò verso di me: “Non so neanche cosa dirti.. che stupido che sono.”
“No, Oliver.” Rispose.
“È stato un grandissimo uomo.” Dissi.
“Lo so..” mormorò in un fremito.
La studiai per qualche istante.
I suoi occhi grandi e azzurri erano spenti per via di un dolore immenso, i capelli lievemente arricciati, le mani erano screpolate, le labbra di tanto in tanto si incurvavano, evidentemente per via di qualche ricordo che le stava facendo del male, gli occhi lucidi di chi resiste, anche se dentro sta morendo.
Morse la fine della manica della sua larga felpa nera, e sussurrò parole incomprensibili.
“Sai..” esordì: “ricordo ancora quando ero piccola e combinavo qualche guaio, e lui mi diceva di stare tranquilla perché ero il suo angioletto e nulla era comparabile all’amore che provava per me. E ricordò anche quale vuoto immenso lasciò dentro di me quando se ne andò, ma anche quando si presentò anni dopo sotto la porta di casa mia con la mia pizza preferita, in lacrime e come scoppiai a piangere anche io che nonostante avrei voluto urlargli che lo odiavo, non feci altro che abbracciarlo. E quando nacque Christian, ricordo i suoi occhi lucidi, e l’amore nel suo sguardo. Guardava nostro figlio con gli stessi occhi con cui guardava me.” Le lacrime scorrevano sulle sue guance e lei non fece nulla per impedirlo questa volta.
“Nicole..” sussurrai.
“Sai, ora è insieme a mia madre, e chissà quante cose avranno da dirsi. Ma tutte quelle cose che avevo io da dire loro?” non riuscì a terminare la frase che scoppiò in un pianto terribile.
Scesi dalla macchina, andai dalla parte del passeggero, le sganciai la cintura e in ginocchio la strinsi a me.
Lei si lasciò cadere in terra ed io la strinsi ancora più forte.
“Oliver, non c’è bisogno che tu faccia questo.”
“Io non ti lascio sola.”
Rimanemmo abbracciati per  non so quanto.
 
Nicole:
 
Una volta arrivata a casa trovai Christian in cucina con Laika e Karen mi salutò con una tazza di tè in mano.
Salii in camera mia e mi lasciai cadere sul letto.
Mi voltai sul fianco sinistro e notai sul comodino la foto con me, Christian e mio padre.
Era il battesimo di Christian, che bello era stato quel giorno.
Ripensai alla giornata che avevo appena trascorso. Oliver mi aiutò molto, ma il vuoto che mi aveva lasciato papà era incolmabile, non so quanto tempo mi sarebbe servito per riprendermi.
Mi sedetti sul letto, e aprii il cassetto del comodino, prendendo dei vecchi album di famiglia.
C’eravamo io, la mamma e papà. In alcuni c’erano addirittura i nonni.
Chiusi gli occhi e desiderai con tutta me stessa di poter tornare a quei tempi, di riaprirli e scoprire che era stato tutto un sogno.
Ma quando riaprì gli occhi, ero la stessa ragazza devastata, triste e fragile di prima.. e quella merda era la mia vita.
Scorsi le foto fino ad arrivare ad una in cui avrò avuto 6 anni o poco più, dove abbracciavo con un braccio mia madre e con l’altro mio padre, loro di spalle ed io con un sorriso in volto.
Un vero sorriso, non uno di quelli che mi ero abituata a fingere.
Karen bussò alla mia porta, e quando le dissi che poteva entrare, dopo aver messo via l’album, Christian lasciò la sua mano e corse in braccio a me.
Lo strinsi.
Dopo di che mi guardò e mi chiese: “Nonno mangia pizza in cielo?”
Sorrisi: “Perché?”
“Perché gli piaceva tanto la pizza..”
“Credo proprio che gli altri angeli gliela diano.” Risi.
 
 
 
 
 
SPAZIO AUTRICE: SCUSATE IL RITARDO MA SONO INDAFFARATISSIMA IN QUESTO PERIODO, QUANTO HO PIANTO QUANDO HO SCRITTO QUESTO CAPITOLO, AIUTO. SPERO CHE VI PIACCIA, VI VOGLIO BENE. PER QUANTO RIGUARDA QUANTO DETTO DAL PICCOLO CHRISTIAN NEL FINALE, HO PRESO SPUNTO DALLA MIA NIPOTINA CHE QUANDO AVEVA DUE ANNI E IL MIO CANE MORÌ MI CHIESE “NELLA SUA LINGUA”, SE IN CIELO GLI DESSERO LE MELE CHE LUI TANTO AMAVA.
   
 
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