Videogiochi > Kingdom Hearts
Segui la storia  |       
Autore: DARKOS    26/09/2015    1 recensioni
[Era una bella giornata alla Twilight Town University, mentre la
campanella che annunciava l’inizio delle lezioni squillava
rumorosamente. Roxas saliva in fretta i gradini dell’ingresso
principale, a disagio. Era nervoso perché era il suo primo
giorno come matricola, e non aveva idea di cosa lo aspettava.]
Pubblico ora una storia che mi entusiasma davvero molto, un AU dove i membri dell'Organizzaizone si ritrovano all'Università!
Io sono sempre stato un fan delle famose commedie americane su questo genere, quindi mi ci sto divertendo parecchio. Ecco il primo capitolo!
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Organizzazione XIII
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
NOBODIES UNIVERSITY – PARTE DECIMA

Le settimane passarono, e divennero mesi.
Roxas frequentava comunque le lezioni, non potendosi permettere di rimanere indietro, assieme a una sempre taciturna Xion. Era lievemente distante, ma lui la capiva: non poteva completamente simulare indifferenza di fronte a quelle voci. Gli bastava che lo trattasse normalmente.
D’altro canto nemmeno lui aveva il tempo o l’energia di dedicarsi alle relazioni: dopo le lezioni, era sempre in giro a rintracciare Axel, o in camera a pensare. Il tutto senza farsi scoprire, ma le ragazze di Larxene sapevano il fatto loro, riuscendo non solo a coprirli ma anche a ottenere informazioni utili.
Era proprio di quello che parlava con Zexion tramite il trasmettitore, nella sua stanza.

“Ancora non mi capacito di come Xemnas non ci abbia scoperti.”
“Io direi che era prevedibile, invece” fece Zexion. “Lui di te non pensa nulla, ti ritiene un debole: gli servivi solo per prenderti la colpa e basta. Se invece accettavi il suo invito, avrebbe comunque gettato fango sui Nobodies e avrebbe ricavato un altro scagnozzo. Con Axel fuori dai giochi, non ha modo di anticiparci, per il semplice motivo che una nostra offensiva non gli passa minimamente per la testa.”
‘Beh, lo vedremo.’ Roxas represse la rabbia, per il momento. “E del resto che mi dici?”
“Ricapitoliamo. Il consiglio sapeva delle nostre mosse, e ha aspettato che fossimo separati e incriminati per prenderci. Ma a quanto pare avevano già dati su di noi, non gli serviva una confessione, spiegando perché abbiano convocato solo voi due. Quindi, dopo che Axel ha rifiutato l’offerta, che ne è stato di lui? Il vero dilemma.”
La matricola fissò il soffitto. Arrivavano sempre a quella singola domanda, eppure sentiva che qualcosa gli sfuggiva. Lui, l’avevano lasciato andare. Perché era ormai bollato come traditore, e perché il senso di colpa da solo l’avrebbe schiacciato, se Luxord non gli avesse detto…
DIRE. Un’idea schizzò nella mente di Roxas. “Zexion, Xemnas doveva sapere che Axel avrebbe rifiutato, gli fa guerra da due anni. Cosa mai gli avrà detto per tentare di convincerlo?”
Il silenzio durò poco, anche il cervellone aveva capito.
“Ma certo… gli ha detto tutto. Proprio come a te. Sicuro, avrà fatto più leva sul suo fallimento come leader e ribelle, ma il succo sarà stato il medesimo. Il problema è che dopo il suo diniego, non potevano lasciare che Axel andasse in giro a dire la verità, non con te a piede libero. Evidentemente non si aspettavano un doppio rifiuto. Quindi, Axel non poteva rimettere piede nel campus, a qualunque costo.”
Roxas iniziò a camminare nervosamente.
“Devono aver tenuto Axel all’oscuro del mio ricatto, in modo che credesse di essere lui l’unico martire. Così, in cambio della sua lontananza, gli fanno credere che qui vada tutto bene. Il problema è che ancora non sappiamo dov’è!”
“Io so dov’è.”
“Cosa? Dove?”
“Roxas, sei qui da troppo poco per saperlo, ma… il motivo per cui Axel non parla del suo passato è che riguarda Saix. Sono cresciuti assieme, in una casa comune per orfani. Pare fossero inseparabili, finché Saix non conobbe Xemnas al liceo, allontanandosi da Axel.”
Roxas rimase immobile. Realizzò che la rivalità e l’odio di Axel per Xemnas risalivano a molto prima di chiunque altro.
“Zex, sai l’indirizzo?”

Il quartiere povero, noto anche col suo nome ufficiale di Secondo Distretto, ospitava quasi tutte le case comuni della città. Quando gli orfani che non trovavano famiglia crescevano, potevano vivere assieme in queste case mentre lavoravano per sostenersi. Non il più equo dei sistemi, ma almeno dava una parvenza di opportunità.
Roxas si trovava lì ora, nella zona più esterna, in un quartiere a lui ignoto e pieno di gente non proprio raccomandabile. E stava pure calando il sole.
“Forse avrei dovuto venire di domenica.”
“Forse avresti dovuto portarti una scorta.” La voce di Zexion non lo abbandonava mai.
“Credevo Luxord ti servisse per le tue indagini sul campo.”
“E chi pensava a Luxord? Io intendevo Larxene.”
“E poi protezione DA LEI chi me la forniva?”
“Acuta osservazione.”
Il collegamento fu interrotto dal biondino quando giunse davanti a un casolare, un ex magazzino ora ristrutturato almeno in parte. Il posto era quello. Facendosi coraggio, Roxas mise una mano sulla maniglia.
“Questo non è posto per te, ragazzino.”
Una mano apparve da dietro e lo tirò via, trattenendolo e costringendolo a voltarsi. Cinque ragazzi erano sbucati da dietro, probabilmente pedinandolo da un po’. Erano tutti più grandi di lui, fuori dall’età dell’istruzione. Che a prima vista potevano anche non aver mai ricevuto.
“Credo ci sia stato un equivoco, mi avete scambiato per qualcun altro.”
“Oh, ma senti come parla bene questo! Nessun errore, signore, solo il tuo essere al posto sbagliato nel momento sbagliato. Saix ci aveva chiesto di intervenire se vedevamo un tappo sospetto aggirarsi nei paraggi, e noi ci prendiamo cura degli amici.”
Il biondino provò a divincolarsi, ma l’aggressore era fortissimo, muscoli generati dal ripetuto lavoro manuale. Forse anche lui avrebbe dovuto passare meno tempo sui libri e più in palestra, specie visto che era la seconda volta che si ritrovava in questa situazione. Si fissò un promemoria mentale per dopo.
Un altro si avvicinò, scrocchiando le nocche con fare minaccioso… quando fu colpito da un potente gavettone, di quelli pieni di acqua gelida e detriti, in pieno volto. Barcollò coprendosi il volto dolorante.
“Ma cosa…”
Roxas non perse tempo, e assestò una gomitata al suo aguzzino distratto. Intanto, altri proiettili pieni d’acqua piovevano sui malcapitati, lanciati a piene mani da una figura molto familiare.
“Su, su, coraggio! Ce n’è per tutti! Non siate timidi!”
“Demyx! Sei tu!” Roxas era così felice che avrebbe potuto piangere. Ma le sorprese non erano finite.
Due ceffi erano a terra, colpiti e disorientati, ma gli altri tre erano pronti a intervenire.
Uno venne però fermato da un terzo intruso.
“Ehilà, dabbenuomo! Vorrebbe vedere una magia?”
“Ma che? Spostati, idiota!”
Luxord tese una mano chiusa avanti. “Suvvia, non faccia così! Si addolcisca, prenda una mentina!”
E aprì la mano, rivelando la caramella. “No, eh? Forse vorrebbe del denaro? Una moneta, magari? O due?”
E mentre parlava, apriva e chiudeva la mano cambiandone ogni volta il contenuto. Lo sgherro fissava il tutto, ormai ipnotizzato.
“Lei è di gusti difficili, mio caro signore! Ma ora guardi, lancerò le monete in aria e diventeranno colombe!”
“Non ci credo! Non puoi farlo!”
“Ah, sì? Allora guardi, e vedrà…” Luxord lanciò le monete in aria, portando il suo spettatore ad alzare lo sguardo, e lo colpì con un nodoso bastone che teneva nell’altra mano.
“…Le stelle!”
Demyx teneva sapientemente a bada l’altro tizio, mentre l’ultimo si avventò contro Roxas, finché un pugno ben assestato non lo mandò per terra.

Axel si ergeva ora nel ring improvvisato. Si rivolse all’avversario di Demyx, l’unico ancora in piedi.
“Raijin, questi sono miei amici! Prendi gli altri e vattene!”
Quello non se lo fece ripetere due volte, sorreggendo la vittima dei gavettoni, mentre gli altri lo seguivano barcollanti. I tre combattenti si riconciliarono.
“Demyx, mi sei mancato!” disse Roxas.
Questi si mosse, a disagio. “Beh, Zexion e Luxord mi hanno trovato e mi hanno detto tutto. Senti, perdonami, sono stato un vero…”
“Non fa niente, davvero.” La matricola era troppo felice per curarsene. “L’importante è che siamo tutti assieme. Bel lavoro, Luxord!”
Il ragazzo gonfiò il petto, orgoglioso. “Beh, noi Nobodies non abbandoniamo gli amici!”
Si intromise Axel. “Cosa siete venuti a fare qui?”
Roxas ritornò serio. “Axel, siamo qui per te. Devi tornare con noi.”
Un’ombra di dolore passò sul volto del rosso. “No, Roxas. Non posso. Vi ringrazio, ma fareste meglio a tornare a casa, e a dimenticarvi di me. Abbiamo perso.”
“No! Non abbiamo perso! Questa storia non è finita!” Roxas lo bloccò per un braccio. “Mi hanno detto tutto! Hanno provato a reclutare anche me, e mi sono preso la colpa di tutto! Ci hanno mentito, Axel!”
Il ragazzo lo osservava in stato di shock.
“Che… cosa?”
“Xemnas ha organizzato tutto. Ti ha eliminato, smantellato i Nobodies e rovinato la mia vita. O almeno così crede. Noi ci stiamo riprendendo, e non gli permetteremo di farla franca! Ma abbiamo bisogno di un leader. Ci servi, Axel.”
Axel guardò Roxas, poi gli altri due, e tornò a fissare l’amico, con uno sguardo sempre più lucido.
“No, Roxas, ti sbagli. È chiaro che non vi serve un leader, non più. Ma immagino potrei farmi rivedere per un’ultima burla.”
Un sorriso feroce gli comparì sul volto.
“E sarà la migliore burla di sempre.” 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Kingdom Hearts / Vai alla pagina dell'autore: DARKOS