Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: miriel67    12/02/2009    2 recensioni
L'aeroporto di Venezia non è molto grande... Ha il nome di un grande viaggiatore, Marco Polo.Cosa ci faccio qui? Sto aspettando la mia Pen Pal dal Giappone: si chiama Kagome Higurashi e ha la mia età,16 anni. Io? Io mi chiamo Ginevra, faccio la prima liceo e ho sedici anni anche io... Abito a Venezia, vicino alla Prefettura, Palazzo Corner...Avete presente?!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Nuovo personaggio
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Ginevra z Ginevra si guardò intorno, tantissima gente era accorsa per l’insediamento del nuovo daymio. Si diceva che fosse giovane e bello e senza una sposa.
Il palazzo era stato addobbato, festoni e bandiere di seta viola garrivano insolenti al vento leggero e tiepido della primavera. Un viola cupo e profondo. Il colore del casato del nuovo feudatario. Inuyasha era nervoso e teso come una corda di violino, percepiva pericolo nell’aria, ma non era in grado di definirlo. I due ragazzi  camminavano fianco a fianco, due passi dietro alla vecchia Kaede, che portava sul cavallo i doni della popolazione di Musashi.
-    Qualcosa non mi piace qui, torniamo indietro- esclamò tutto ad un tratto Inuyasha.
-    Ma sei scemo? Ci siamo fatti due giorni di viaggio per arrivare fino a qui, tornaci tu a Musashi, io ho voglia di dormire e di fare un bagno caldo!-.
Ginevra lo fulminò con lo sguardo e Inuyasha non poté fare a meno di pensare che avesse davvero occhi pericolosamente belli, quando era arrabbiata.
Dopo una lunga fila entrarono a palazzo, fu allora che ebbe un brivido, come se qualcuno la stesse scrutando e osservando di nascosto.

Naraku stava finendo di vestirsi, Il kimono in seta viola, l’obi ricamato in vita, i lunghi capelli raccolti in una coda stretta da un nastro prezioso.
Percepì subito la sua presenza, l’energia della Tennyo quasi gli mozzava il fiato e sentiva pulsare la sfera vicinissima. Si affacciò alla finestra e la vide, alta e vestita di scuro, con quegli improbabili capelli. La desiderò, come aveva già desiderato la miko, desiderio e morte, mescolati insieme e inscindibili.
-    -Signore tutto è pronto-
Il servo entrò nella stanza in penombra tenendo il capo chino.
-    Sono pronto.-
Naraku sorrise mentre indossava la pesante armatura.

-Così quello è il nuovo Daymio, oh Kami come è bello-.
Due ragazze del villaggio osservavano il giovane Signore che graziosamente riceveva i doni dei villaggi del suo nuovo feudo. Inuyasha si era rifiutato di rifare la coda e si era appollaiato su di un albero vicino per osservare meglio la scena. Ginevra continuava a sentirsi sempre più tesa e nervosa. La Sfera che teneva accuratamente nascosta sotto le vesti, aveva cominciato a pulsare. Era quasi una sensazione dolorosa. Fra un po’ sarebbe toccato a lei e a Kaede omaggiare il signore del castello e poi finalmente avrebbe potuto riposare.
Il banditore annunciò il nome del villaggio di Musashi. Kaede si fece avanti, mentre i servi toglievano le ceste dal cavallo.
L’anziana donna si inchinò, seguita da Ginevra. La sfera pesava maledettamente.
Il cielo si fece scurissimo, nero. Come se all’improvviso qualcuno avesse gettato dell’inchiostro. Ginevra alzò rapida il viso verso il daymio e lo guardò dritto negli occhi. Sembravano rubini incandescenti, mentre rompendo il protocollo si alzava e scendeva le scale verso lei e Kaede.
-    Venerabile Kaede, la miko più anziana del mio feudo e la più saggia mi dicono-.
-    Mio Signore-
L’anziana donna era turbata, ma non lo diede a vedere.
-    E questa giovane, agghindata come un guerriero e con insoliti occhi e capelli, vedo-.
-    Signore, lei è Ginevra del Pozzo, viene da molto lontano-.
Naraku desiderò follemente allungare gli artigli e immergerli in quel corpo, ma sapeva che non era ancora il momento. Godette un instante dello smarrimento della fanciulla, che continuava a tenere lo sguardo su di lui. Gli occhi di Ginevra erano violacei e cupi.
-    Insolita e graziosa - Si trattenne dal toccarla, se l’avesse fatto il potere della sfera si sarebbe manifestato respingendolo, rivelando infine la sua vera natura.
Ginevra taceva, ma non riusciva a distaccare lo sguardo da quelli del giovane daymio. Ne subiva il fascino e al contempo ne era spaventata.
-    Sarete mie ospiti nevvero mie care signore-.

Inuyasha seguiva la scena dall’alto del suo ramo, insofferente a tutti quegli inchini e salamelecchi. Poi avvertì chiara e netta l’onda di energia che usciva dal corpo del daymio. Era un’aura potente e negativa e sentì che Ginevra era in pericolo. In quattro balzi fu da lei.
- Non la toccare- ringhiò sottovoce.
Ginevra si voltò stupita, Inuyasha le era piombato alle spalle e le aveva preso la mano. Percepì la sua tensione, ma si sentì sollevata nell’averlo vicino.
Naraku fece un mezzo sorriso, mentre con un gesto fermava le guardie che stavano accorrendo.
- Un mezzo demone, interessante-
- È il mio figlioccio adottivo - si affrettò a dire Kaede, mentre fulminava Inuyasha.
Ci pensò il banditore a risolvere il problema della crescente tensione, chiamando il nome del villaggio successivo. Naraku le congedò con un gesto del capo e Kaede seguita dai due ragazzi, rispettosamente si inchinò camminando all’indietro.
Inuyasha sbottò subito
-    Torniamocene immediatamente a casa!-
-    Senti, io sono stanca morta e poi non ho chiesto ancora e nessuno se mi possono aiutare a tornare a casa –
Ginevra guardò l’hanoyou di traverso, mentre un servitore faceva strada verso quelli che dovevano essere i loro alloggi per la notte.
Kaede taceva. Aveva percepito qualcosa, qualcosa di ben dissimulato. Ma l’aura che proveniva dal giovane Signore era spaventosamente enorme e negativa. Aveva paura. Una paura che ricordava di aver già provato nel passato quando…
-    Ecco i vostri alloggi, il signore mi ha pregato di riferirvi che sarà lieto questa sera di intrattenere le due signore a cena.-.
-    E io?-
Inuyasha si rabbuiò.
-    Non ti ha invitato bellino-
Ginevra sorrise nel vedere la faccia del mezzo demone ma era dispiaciuta che l’invito non fosse stato esteso anche a lui.
Non sapeva perché ma avercelo vicino le dava sicurezza.


Sesshomaru aveva osservato, aveva visto e aveva capito.
- Ha la spada con sé e Inuyasha - pensò, ma decise comunque di non allontanarsi troppo dal castello del Signore.



   
 
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