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Autore: Amiira    27/09/2015    2 recensioni
Damon viene salvato dopo essere stato tenuto prigioniero da Kai per 4 giorni. Viene portato a casa e affidato alle cure di Elena, Katherine e Stefan. Quando il sangue umano fallisce nel tentativo di rimetterlo in forze, Damon si rende conto del bel regalo d'addio che kai gli ha lasciato... qualcosa non va in lui, e le cose non potranno che peggiorare.
-La storia non è ambientata in nessun momento specifico... compaiono Katherine e Kai, ed Elena e Damon non stanno *ancora* insieme.
Genere: Angst, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Katherine Pierce, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena, Damon/Katherine
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Ecco il primo capitolino della mia storia.
non pubblico da una vita, ci voleva una nuova monomania per farmi riprendere in mano carta e penna. La nuova monomania in questione è Damon Salvatore *_* mi mancava l'ispirazione e con lui l'ho ritrovata. le mie storie saranno molto damoncentriche... potrebbero contenere scene un po' forti e violente.


altra cosa, siccome seguo TVD esclusivamente in inglese, non riesco a immaginarli a parlare in italiano... e questa cosa mi crea spesso blocchi nella scrittura. allora ho optato per quella che pensavo fosse la soluzione più semplice: ho lasciato alcune battute in inglese, con accanto rigorosamente la traduzione in italiano, così accontento tutti.

questo è quanto.

Buona lettura.



******************


"Mi sa che stiamo per salutarci."

"…you wanna kill me (intendi uccidermi)?" la voce di Damon era debole, quasi un sussurro.

"Naaah! Non sono così drastico. Tuttavia avevo intenzione di lasciarti un regalo d'addio. Questa ti piacerà" detto questo, Kai puntò l'indice verso il petto di Damon e cominciò a sussurrare una formula.
Damon non ebbe nemmeno il tempo di aprire gli occhi che un dolore acuto gli esplose tra le viscere, a partire dallo stomaco e si diffuse in tutto il corpo. Con sua grande sorpresa aveva ancora la voce per urlare. Tentò di accartocciarsi su se stesso nel tentativo di affievolire il dolore ma le corde non gli permettevano grandi movimenti. Il dolore sembrò durare un'eternità, era come se ogni cellula del suo corpo avesse preso fuoco.

Dopo un po' non riusciva più nemmeno ad urlare, non aveva più aria nei polmoni e non riusciva a respirare. Gli sembrava di essere sul punto di esplodere, ogni volta che pensava di aver raggiunto il limite della sopportazione il dolore aumentava.

"…St… stop! (ba...basta!)" Kai non lo stava a sentire, continuava imperterrito a recitare la maledetta formula.

Damon credette veramente di morire, pochissime volte nella sua vita aveva sperimentato una sofferenza così atroce, lacrime di dolore cominciarono a rigargli il viso.
Finalmente Kai smise di recitare la litania e il dolore, piano piano si affievolì fino a scomparire, lasciando Damon sconvolto e ansimante.

"what the hell did you do to me? (Che diavolo mi hai fatto?)" sussurrò non appena riuscì a riprendere un po' di fiato.
"told you: a little present to say good bay. You're gonna enjoy it (te l'ho detto: un piccolo regalo d'addio. sono certo che ti piacerà)!"

Kai sorrideva a trentadue denti, sembrava un dannato ragazzino compiaciuto.
Damon non rispose, restò ad ansimare con la fronte appoggiata alle braccia, troppo debole per emettere alcun suono.

Era rimasto legato al centro di quella buia e gelida cella da 4 giorni. In ginocchio con le braccia tirate in alto sopra la testa da una corda zuppa di verbena. La corda partiva dal centro del soffitto e arrivava fino al pavimento. Le mani erano legate ad un'altezza tale che l'unica posizione possibile era stare in ginocchio… o al massimo seduto per terrà, anche se in questo modo la corda tirava troppo, scavando sui polsi ormai consumati.

4 giorni senza nutrirsi erano già parecchi, e la fame cominciava ad essere un problema, sebbene il minore tra i suoi problemi al momento.
Quello più grosso era costituito da quello psicopatico di Kai, che l'aveva tenuto prigioniero per usarlo come cavia nel tentativo di capire i limiti della sua magia.
Aveva portato Damon allo stremo più volte, tanto da compromettere le sue capacità di guarigione.

Kai gli si avvicinò, e gli tirò su la testa prendendolo per i capelli, così che Damon fu costretto a guardarlo negli occhi. "Mi mancherà giocare con te… mi sei stato parecchio utile. Un ultima cosa…" Gli puntò l'indice alla guancia, Damon avvertì un dolore lancinante nel momento in cui Kai, utilizzando la magia, senza neanche bisogno di recitare una formula, gli incise la parola "KAI" a sangue nella pelle. Poi si fermò compiaciuto ad ammirare il lavoro.

"ti dona" disse.
"you… Psycho bi…! (sei uno psicopatico bast..)" Kai non gli fece finire la frase, gli tirò violentemente i capelli ancora più in alto.
"ssssh!" disse, accarezzandogli la guancia con finta compassione.

"Non essere volgare, lo so che in fondo ti sto simpatico… anzi ti dirò di più… sono sicuro che sarai tu a venirmi a cercare la prossima volta"

Damon avrebbe voluto maledirlo in tutte le lingue del mondo, avrebbe voluto dire che lo sarebbe andato a cercare sicuramente, ma solo per spezzargli il collo. Ma era troppo debole. La bocca troppo asciutta… desiderava solo scivolare nell'incoscienza.
Finalmente, Kai gli lasciò andare i capelli, lui si accasciò quel poco che le corde permettevano, e con la coda dell'occhio lo vide uscire dalla cella.

Sollevato dal fatto che se ne fosse andato, appoggiò di nuovo la fronte tra le braccia e tentò di rilassare i muscoli per quanto possibile. Dopo un po', sentì la porta aprirsi e qualcuno avvicinarsi a lui.

Possibile che Kai fosse già tornato? Quanto tempo era passato da quando era uscito? Non abbastanza di sicuro… di solito Kai lasciava riposare Damon molto più a lungo. Damon sapeva che non avrebbe retto un altro round, non così presto. Voleva solo essere lasciato in pace.
Qualcuno gli sollevò il mento.

"…mon…Damon!" lo stavano chiamando. Si sforzò di aprire gli occhi, e quando riuscì a mettere a fuoco l'immagine si rese conto che non si trattava di Kai, bensì di Ric. Finalmente l'avevano trovato.

"ehy Buddy! Are you with me? (ehi Amico! sei con me?)"
"Ric…" riuscì a dire, accennando pure un debole sorriso "what took you so long? (perchè ci hai messo tanto?)"

Alaric sorrise ed estrasse un coltello per tagliare le corde.

"Hey… I found him! (Ehi... L'ho trovato!)" gridò intanto, e dopo qualche istante Elena entrò nella cella.

Per un secondo rimase paralizzata sull'uscio della porta, cercando di digerire la scena che le si presentava di fronte. Damon debolissimo, quasi incosciente, legato in maniera brutale al centro della cella. Con una fitta allo stomaco si precipitò accanto a lui.

"Damon, hey… we're here! (Damon... ehi! siamo qui)"
"Elena…"
"yes…"

Elena non si accorse nemmeno che le stavano uscendo lacrime di gioia e sollievo.
Gli accarezzava il volto, scostandogli i capelli dalla fronte sudata. Era gelido. Damon non era mai stato caldo al tocco, ma lei non lo aveva mai sentito così freddo. Doveva aver perso tantissimo sangue, e nella cella la temperatura era molto bassa… 4 giorni là dentro di sicuro dovevano far quest'effetto. Mentre Alaric gli liberava le braccia, Elena continuava ad accarezzarlo sussurrandogli parole di conforto. Notò presto che nella guancia destra, era inciso a sangue il nome "KAI", e gli sfregi tardavano a guarire. Sentì una rabbia incontrollabile nascerle in petto. Avrebbero trovato quel bastardo e gliel'avrebbero fatta pagare. Elena ebbe poco tempo per concentrarsi sui suoi propositi di vendetta, perché Alaric era riuscito a liberare le braccia di Damon. Il vampiro era troppo debole per riuscire a sostenersi da solo, allora Elena lo supportò prontamente, prendendolo prima che cadesse a terra. Lui sembrava per lo più incosciente, respirava pesante e certe volte socchiudeva gli occhi, senza riuscire a mettere a fuoco granché.

"I got you!" Elena lo strinse a sé mentre Alaric gli liberava le caviglie. Il volto di Damon era appoggiato sul collo di Elena, lei poteva sentirlo respirare a fatica. Si accorse anche che stava tremando.

"Ric! We need to take him home! (Ric... dobbiamo portarlo subito a casa!)"
"I know Elena… he needs to feed! (Lo so Elena... ha bisogno di nutrirsi!)"
"Your're going to be okey… you hear me? (Non preoccuparti, andrà tutto bene, starai meglio, capito?)"

Elena lo strinse a sé, e le sembrò anche di sentirlo annuire. Quando finalmente Alaric sciolse tutte le corde che lo tenevano imprigionato, si rivolse a Elena, le mise una mano sulla spalla e disse: "ci penso io, lascia fare a me" lei annuì, un po' riluttante a separarsi da lui.
Non credeva si sarebbe trovata in un tale stato di shock per Damon. Nemmeno quando, tempo prima, avevano salvato Stefan che era stato tenuto tutto un giorno prigioniero e torturato dai vampiri scappati dalla tomba, Elena si era sentita così male. Ora ogni fibra del suo essere voleva restare attaccata a Damon, ma scosse la testa e lasciò che il suo lato razionale prevalesse: l'unica cosa che contava era uscire di lì e portare Damon in un posto sicuro dove avrebbe potuto nutrirsi e riprendersi.

Alaric si mise Damon sulle spalle senza troppe difficoltà. I tre uscirono di corsa dall'edificio e si diressero alla macchina, dove Stefan e Katherine erano rimasti ad aspettarli.

******

ecco qua il primo capitolo ^^ conto di pubblicare il secondo al più presto. intanto spero che questo vi piaccia. fatemi sapere, e se avete qualche consiglio non esitate a scrivere. 

Amiira

 
  
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