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Autore: simoasr94    27/09/2015    1 recensioni
TRATTO DAL PRIMO CAPITOLO:
Quel giorno Merlin decise che non poteva andare a lavorare, sentiva qualcosa di strano dentro di se,come una cosa che gli bruciava nel petto e allora si alzò di soprassalto, che stesse per accadere? Senza troppi convenevoli i suoi occhi diventarono d’oro e si ritrovò sulle sponde di Avalon. [...]
Ormai la giornata era quasi finita, Merlin avrebbe dovuto tornare a casa, ma non aveva la forza di alzarsi e l’unica cosa che poteva sentire erano gli occhi bruciargli per le troppe lacrime. Ci aveva creduto con tutto se stesso. Improvvisamente sentì dei passi dietro di se e una voce chiamarlo “Ehi.. ehi tutto bene?”, nel sentire quella voce sgranò gli occhi e sentì il cuore fermarsi, quella voce gli era rimbombata nella testa negli ultimi mille anni. [...]
Con tutta la forza che aveva in corpo si tirò sulle gambe, si asciugò le lacrime e con gli occhi ancora arrossati si voltò: era Arthur. Quando il moro si voltò Arthur sentì una fitta al petto e si bloccò, in quegli occhi c’era qualcosa che apparteneva anche a lui, che era suo da sempre, ma come poteva essere?!
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Merlino, Morgana, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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YOUR TOUCH IS MY MEMORY

SESTO CAPITOLO

 
“Ti sei calmato un po’?” chiese Arthur preoccupato. Merlin fece cenno di si con la testa, si sentiva stremato mentre si sedeva sul divano con una tazza di camomilla in mano “Non so cosa mi sia preso, mi dispiace Arthur, ho fatto un casino. Ho fatto una pessima figura con i tuoi amici e tu hai dovuto mollarli li per correre dietro a me… davvero non so cosa dire… mi dispiace” “Merlin smettila di scusarti” disse Arthur con fare deciso “Non c’è niente di cui chiedere scusa, gli altri si sono solo chiesti se stessi bene; e se dovessero pensare o no che sei strano a me non importa. Non sei matto, se hai queste reazioni vuol dire che qualcosa è successo, sono cose tue e ne io ne gli altri siamo nessuno per giudicare. L’unica cosa che vorrei io… è che non soffrissi più!” dicendo quelle parole abbassò lo sguardo verso terra quasi vergognandosi.
 
Merlin sentiva il cuore scoppiargli di amore, Arthur era li e ora lui si sentiva completo. Avrebbe solo voluto dirgli che lo amava da cosi tanto tempo che il suo amore ha letteralmente superato i secoli, ma non poteva farlo. “Alla fine tu non hai dato il tuo parere…. Ci credi alle vite precedenti?” il moro si bloccò non sapendo cosa dire “Non lo so… può darsi. Dei casi ci sono stati e se ne sono sentiti”, non poteva rispondere quello che realmente sapeva, tutti quei discorsi erano solo cose dettate dalla birra e dalla “fantasia” di quel cantastorie di Gawain.
 
Io vedo delle immagini Merlin. Delle immagini di noi due in un'altra epoca. L’epoca delle storie che mi raccontava mia madre: Re Arthur, Mago Merlin, i Cavalieri della Tavola Rotonda. Come può essere vero tutto questo? Come possiamo essere noi? Che cavolo significa?”
 
 anche Arthur stava male, sentiva di stare ad impazzire ma non riusciva a parlarne ad alta voce. “Mi sta scoppiando la testa!” sospirò infine il biondo “Dillo a me!” ridacchiò Merlin “Voglio solo mettermi a dormire” aggiunse. Arthur interpretò quell’ultima frase come un invito ad andarsene quindi a malincuore disse “Ah… beh… si… io.. me ne vado, ci sentiamo Merlin…” cosi dicendo Arthur si alzò dal divano e si diresse verso la porta. “Arthur…” disse Merlin alzandosi con fare stanco ma dispiaciuto, il biondo aveva frainteso le sue parole “… non sto dicendo che voglio che te ne vai… ho solo detto di essere stanco”. Arthur poteva pensare quello che voleva, ma Merlin lo conosceva da eccessivamente troppo tempo, ci era rimasto male per la situazione. Arthur si fermò e si girò verso di lui senza dire una parola, il suo volto parlava per se “Prima fuori dal pub ti ho detto che non voglio mandarti via… non l’ho mica dimenticato” disse Merlin sorridendo “E’ solo che non voglio che tra noi si creino situazioni strane… ci conosciamo da poco” “Si, pare vero!” pensò il moro “… è palese che tra noi ci sia dell’attrazione, ma non voglio rischiare di perdere quello che potremmo costruire facendo le cose con più… calma…” finì Merlin.
 
Aveva parlato tutto d’un fiato e l’unica cosa che poteva fare in quel momento era maledire la sbornia che non accennava a sparire a quanto pare. Arthur sorrise, Merlin avrebbe pagato per sapere cosa stesse pensando “Ti… da fastidio se rimango a dormire qui? Tu e Gawain non siete gli unici che avete esagerato” disse Arthur con voce speranzosa “Arthur…” iniziò Merlin, ma il biondo lo interruppe subito “Non ho intenzione di fare nulla Merlin. Io… non so cosa mi stia succedendo, so solo che voglio rimanere con te. Non voglio andare a casa.” Arthur sembrava cosi cucciolo che Merlin già sapeva che avrebbe ceduto. Ma poi… perché doveva farlo andare via?! “Vado a prenderti qualcosa per dormire” disse Merlin. Arthur fece un sorriso a trentadue denti che fece letteralmente sciogliere Merlin che si diresse in camera da letto a preparare l’occorrente per la notte.
 
Merlin si stese nel letto e la sua mente non accennava a fermarsi “Arthur è in casa mia, che sta dormendo sul mio divano dopo una serata passata a bere, a piangere e a stare con la paranoia che lui possa un giorno ricordare… ma magari. Come minimo quando gli ho detto che poteva sistemarsi sul divano gli saranno presi i peggiori scompensi. Ma che dovrei fare? Io voglio che lui dorma con me. Vorrei fare l’amore con lui ma non mi va di farlo perché ufficialmente ci conosciamo da un giorno, che figura ci faccio. E poi… io non l’ho mai fatto mentre lui avrà chissà quanta esperienza. Che palle, pensare che qualcuno ha toccato Arthur in quel modo mi fa ribollire il sangue. Però non è detto che due che dormano nello stesso letto debbano necessariamente fare sesso. Io voglio stare tra le sue braccia, voglio addormentarmi sul suo petto… sono un cretino! Ora vado a chiamarlo e…”
 
“Merlin.”
 
Si sentì chiamare il moro ridestandosi dai suoi pensieri, Arthur era li sulla soglia della porta con la maglietta bianca e i pantaloni di tuta che Merlin gli aveva dato “Arthur che succede?” “Quel divano è terribile…” ridacchiò il biondo “Lo so, mi stavo giusto sentendo in colpa, se domani ti svegliassi con una terribile cervicale non me lo perdonerei mai…” il moro fece una pausa e i due si guardarono. I loro sguardi avevano sempre lo stesso potere, parlavano più di tutte le parole del mondo messe insieme “Che fai impalato sulla porta… dai vieni qui” Arthur letteralmente corse per infilarsi nell’altra parte del letto, quando la sua testa toccò il cuscino fece un sospiro di sollievo, quel divano era terribile davvero. Merlin si era girato a pancia in sotto con la faccia rivolta dalla parte opposta a quella di Arthur, improvvisamente si sentì abbracciare e sentì la testa del re appoggiata sulla sua spalla, era una sensazione magica “Ci credi se ti dico che questa cosa l’ho aspettata per più di mille anni” disse Merlin, ormai la birra nel suo corpo aveva preso il sopravvento. “Sto iniziando a crederlo” rispose Arthur. “Buonanotte Mago Merlin” sospirò Arthur “Buonanotte a voi… Sire” rispose Merlin mentre una lacrima silenziosa gli sfiorava il viso. Rimasero cosi, in silenzio abbracciati finché entrambi non si addormentarono esausti.
 
Era buio, forse era notte, era nella foresta ed era steso a terra come se fosse ferito, la prima cosa che vide quando riuscì a focalizzare delle immagini è stato un ragazzo di fronte a sè “Merlin..” disse flebilmente “Come ti senti?” chiese il moro, Arthur realizzò che era ferito ad un fianco e faceva davvero male, ma a lui importava altro e non la sua ferita “Dov’eri?” chiese “Ora sono qui… mi dispiace, credevo di aver sconfitto la profezia, credevo di essere arrivato in tempo” il ragazzo moro iniziava a piangere, poteva vedere quegli occhi colmi di lacrime che provavano a rimanere dentro senza successo “Di cosa stai parlando?” chiese Arthur confuso “Ho sconfitto i sassoni, il drago… eppure sapevo che era Mordred quello che dovevo fermare” continuava a farfugliare il giovane. Chi era Mordred? “I sassoni sono stati sconfitti… dallo stregone” affermò Arthur “Ero io…” disse il moro, ormai le lacrime scendevano senza sosta, Arthur poteva percepire quanto quel ragazzo stesse soffrendo “Non dire assurdità Merlin” “Io sono uno stregone… ho la magia.. e la uso per te Arthur… solo per te” Arthur si sentì come se quel ragazzo gli stesse confessando una cosa che si era tenuto dentro per una vita intera, una cosa che era parte di lui e che non aveva voluto condividere neanche con lui che pensava di essere il suo migliore amico, se non qualcosa di più “Merlin, non sei uno stregone, lo saprei!” “Guarda” disse deciso il moro. A quel punto pronunciò delle parole in una lingua che sembrava antica in direzione del fuoco che aveva acceso per tenere Arthur al caldo, dalle fiamme si alzarono piccoli zampilli che crearono un drago che batté le ali prima due poi tre volte. A quel punto Arthur era spaesato, spaventato e incredibilmente arrabbiato. Si sentiva tradito dall’unica persona di cui in vita sua si fosse mai fidato. Neanche della sua regina si fidava in quel modo, l’unica persona che lui abbia mai amato… gli aveva tenuto nascosto un segreto che era parte della sua vita, era come se Merlin non si fosse mai fidato di lui al punto di dividere con lui il fardello. “Vattene” fu l’unica cosa che riuscì a dire. Vide negli occhi del mago qualcosa spezzarsi, con quella sola parola e quello sguardo spaventato, era riuscito a distruggere lo stregone più potente che avesse mai camminato su questa Terra.*
 
Arthur si svegliò di soprassalto, aveva il fiatone ed era sudato, che cosa era successo?! Era un sogno o che altro?! Cercando di calmarsi focalizzò dove si trovava: si girò e vide che Merlin era steso accanto a lui che dormiva, ora non gli dava più le spalle, era sempre a pancia sotto ma con il viso rivolto verso di lui e Arthur provò un senso di calma quando lo guardò e pensò a quanto fosse bello. Solo dopo si accorse che nel sonno le loro mani si erano unite, forse quel sogno era stato causato da quel contatto.
 
Arthur pensava di impazzire, cosa succedeva ogni volta che si toccavano?  Non può essere che le cose erano come pensava lui… una vita precedente, il medioevo… è una follia eppure in quei momenti sembrava l’unica spiegazione… avrebbe dovuto parlarne con Merlin? E lui come avrebbe reagito? Ma soprattutto chissà se a lui succedeva lo stesso. Sicuramente no sennò se ne sarebbe accorto, non sapeva cosa fare. Arthur si alzò dirigendosi verso il bagno per darsi una rinfrescata. Gli faceva male la testa. Quando tornò a letto si sdraiò facendo molta attenzione che le mani non si toccassero, quel sogno era stato cosi vero e cosi triste, non voleva più provare quella sensazione, almeno per quella notte.
 
Quando Merlin si svegliò si accorse che Arthur non era al suo fianco, improvvisamente fu assalito da un senso di ansia che si assopì non appena sentì dei passi dirigersi verso la camera “Buongiorno” lo accolse con un sorriso talmente bello che Merlin pensò che erano millenni che un giorno non iniziava davvero cosi bene “Buongiorno a te, hai dormito bene?” Arthur si sedette accanto a lui sul letto “Dopo che sono venuto al letto si, anche se…” si bloccò, non sapeva se parlargli o no del sogno, ma poi si decise “Ho fatto un sogno strano, è stato assurdo… ma la sensazione che mi ha lasciato è stata cosi vera che sono ancora turbato se ci ripenso, non mi hai sentito stanotte quando mi sono alzato?” “Veramente no!” confessò Merlin preoccupato “Ti sei sentito male? Perché non mi hai svegliato cavolo… potevo aiutarti” iniziò a blaterare il moro “Merlin calmati! Mi sono alzato solo per andare un po’ a rinfrescarmi, mi sono svegliato di soprassalto ed ero sudato” spiegò Arthur “Ma che sogno hai fatto?” chiese Merlin.
 
Il biondo si fermò, avrebbe dovuto parlargliene, dopotutto c’era anche lui nel sogno, avrebbe potuto pensare che fosse matto. Però era solo un sogno, non gli stava parlando di quello che vedeva quando si toccavano, un sogno è un sogno e basta “Ero in una foresta ed ero ferito…” iniziò a raccontare Arthur “indossavo un’armatura come se fossi un cavaliere, la cosa strana è che c’eri tu, e ti prendevi cura di me. Mi tranquillizzavi anche se io ero arrabbiato con te perché mi avevi nascosto un segreto che io sapevo che era importante, perché era come se io e te ci conoscessimo da sempre e non avessimo mai avuto segreti e poi mi hai confessato questa cosa che era una parte di te, e io mi sono sentito tradito… è stata una sensazione stranissima” Arthur si fermò per riprendere fiato. Merlin era a testa bassa, sembrava stesse male “Che segreto?” chiese con un filo di voce “Oh una cosa assurda…” ridacchiò Arthur “Tipo?” lo esortò il giovane “Mi hai confessato di essere un mago, di avere poteri magici ed averli usati solo per me, per proteggere me perché era il tuo destino. Quello di essere al mio fianco per proteggermi e farmi diventare la persona che ero destinata ad essere… non pensavo di avere esagerato tanto con la birra” cercò di scherzare Arthur, ma quando vide la reazione di Merlin si bloccò “Merlin! Merlin stai male? Che cos’hai, guardami!” era bianco come uno straccio e non rispondeva, l’unica cosa che fece fu alzarsi di colpo dal letto e dirigersi verso il bagno a vomitare tutto quello che aveva in corpo, organi compresi se serviva a stare meglio.
 
Arthur sta ricordando. Arthur può ricordare. Ma in che modo? Attraverso i sogni, non può essere. Non potrà più chiudere occhio se ogni volta che lo fa sogna noi, finirà per impazzire e io non posso permetterlo! Perché non può vivere una vita tranquilla, almeno una?! Io non sono il suo destino, sono la sua maledizione. Non posso fargli del male, io lo amo, lui è tutta la mia esistenza.”
 
 In quel momento Arthur lo raggiunse al bagno preoccupato “Merlin. Che cavolo ti è preso?” “Niente… credo sia la birra di ieri sera, ti prego. Esci dal bagno” “Non voglio lasciarti da solo…” “Arthur esci!” il moro quasi urlò, perché lo stava cacciando? Arthur non riusciva a spiegarselo. Si alzò da vicino a lui e in silenzio uscì dal bagno. Merlin si odiava. Si odiava per aver appena trattato male Arthur, si odiava per il male che gli stava provocando, era il primo sogno su di loro che faceva o ricordava anche in altri modi? Magari baciandolo o toccandolo… toccandolo!
 
Tutte le volte che mi ha chiesto di dargli la mano… ma quale scemo sarebbe tanto masochista??? Solo… UNA MEGA TESTA DI FAGIOLO COME IL RE… ecco chi!”
 
Merlin non ci stava capendo più nulla, ora come avrebbe dovuto comportarsi? Quando si riprese uscì dal bagno. Arthur si era rimesso i suoi vestiti ed era seduto sul divano con lo sguardo fisso davanti a se, era cosi dannatamente Re Arthur in quei momenti, era cosi regale, autoritario, ma nello stesso tempo cosi fragile. Quando lo vide lo guardò ma non si mosse “Stai bene?” chiese semplicemente “No…” rispose Merlin “Arthur scusami.. non volevo trattarti male è solo che… la situazione è troppo complicata e io non voglio che tu stia male come sto male io” a quelle parole Arthur quasi si arrabbiò, che diavolo di discorso era?! “Che cavolo stai dicendo Merlin? Perché dovrei stare male? E perché tu ti stai ostinando a voler stare da solo? Lo vuoi capire che il tuo stare male è provocato proprio dal fatto che stai solo?!” “Io sto solo perché le persone che amavo le ho perse e non voglio che risucceda” Merlin aveva perso il senno, aveva detto quelle parole urlando come un pazzo “E io?? Io sono qui e tu mi stai mandando via!” “E’ proprio te che ho perso e un’altra volta non potrei sopportarlo!” gridò nella sua testa Merlin “Io non voglio mandarti via te l’ho già detto” urlò Merlin per poi provare a riprendere fiato “Tu non mi conosci Arthur… Se rimani con me starai male anche tu” aggiunse a voce più bassa “Ma che dici? Non è vero!” Arthur non sapeva cosa dire, non sapeva come controbattere, erano stati cosi tranquilli ed ora tutt’a un tratto Merlin lo stava allontanando “Merlin ti prego… è vero non ci conosciamo, io non ti conosco, non so quello che hai passato e perché lo hai passato. Ma ora sono qui, voglio stare con te, voglio che diventiamo amici perché mi piaci. Voglio conoscerti e cercare di capire e di aiutarti. Io non lo so perché, ma sento che è giusto cosi” Merlin stava cercando di riprendere fiato, era andato fuori di testa e ora ne stava pagando le conseguenze, la sua magia gli stava bruciando le vene.
 
Arthur voleva solo stargli vicino, gli voleva dare solo quello che anche lui voleva alla fine, la sua presenza. Ma Merlin aveva paura per la sua salute, aveva paura che lo avrebbe perso di nuovo, che avrebbe sofferto ancora e questo il moro non poteva sopportarlo. Arthur non doveva soffrire più. I due si guardarono, c’era stanchezza negli occhi di uno e preoccupazione negli occhi dell’altro; “Dopotutto Arthur non si rende conto delle mie reazioni… non merita di essere trattato in questo modo, vuole solo stare con me… e anche io non chiedo altro… Dio Arthur quanto mi è mancato il nostro legame” “… Oh cazzo sto impazzendo… Mi dispiace di aver sbroccato cosi, scusami” “Non preoccuparti” rispose semplicemente il biondo, ora si sentiva molto più sollevato. “T-ti avevo preparato una pseudo colazione, ma ora si sarà freddata” disse Arthur con fare fanciullesco, voleva solo smorzare la tensione, Merlin sorrise dolcemente a quell’affermazione; lo amava cosi tanto… l’unica cosa che avrebbe voluto fare era prenderlo e baciarlo, ma si limitò a dire “Sarà sicuramente ottima anche fredda, grazie Arthur… ehm… vieni con me in cucina o mi tocca mangiare da solo?” chiese Merlin sorridendo. Il biondo rispose al sorriso “In realtà mentre eri in bagno mi ha chiamato Lancelot, prima di tutto per chiedermi se stavi bene, ieri si è preoccupato parecchio…” disse con tono scocciato “e poi per chiedermi se lo raggiungevo al bar per aiutarlo in un esame di storia che deve preparare, ti dispiace se vado?” chiese Arthur, gli dispiace lasciarlo solo. “Ma scherzi, non pensarlo nemmeno” disse Merlin con foga, “Anzi ringrazia Lancelot per l’interessamento”. Merlin fece per accompagnare Arthur alla porta e quando quest’ultimo si avvicinò la chimica tornò alle stelle. Si trovarono uno di fronte all’altro; Merlin non riusciva a non fissare le labbra di Arthur, erano cosi appetitose. Il biondo si avvicinava sempre di più finché le loro labbra molto delicatamente si toccarono, sembrava quasi un bacio imbarazzato. Quando si separarono Arthur sorrise e fece una carezza a Merlin che racchiudeva molte più cose di quello che si poteva pensare “Ci sentiamo più tardi Merlin, non scappare via” disse con voce bassa e calma “Non ne ho più nessuna intenzione” rispose Merlin poggiando il viso verso la mano di Arthur. Dopo che il biondo uscì Merlin si chiuse la porta alle spalle e si diresse in cucina a mangiare la “pseudo colazione” preparata apposta per lui.
 
“Che cosa era successo a Merlin” Lancelot non diede ad Arthur neanche il tempo di sedersi al tavolino del bar. “Niente, si è sentito male per la birra” rispose il biondo, chissà perché gli dava non poco fastidio l’interesse che Lancelot mostrava verso Merlin. “Tutto bene Arthur? Ti vedo strano” “No no tutto bene! Sono solo un po’ stanco” rispose il biondo “Oh, beh se vuoi andare a casa a riposare non farti problemi, mi aiuterai nel pomeriggio” “Si certo cosi prenderai un altro 19 nell’esame di storia. Non se ne parla! E’ una materia troppo bella per denigrarla con un misero 19” Lancelot rise nel vedere come l’amico difendeva la sua materia di studio “Grazie fratello” disse, ed insieme iniziarono a studiare.
 
Merlin stava passeggiando per la città, doveva comprare qualcosa per riempire un po’ il frigorifero. “Merlin!” si sentì chiamare a gran voce il ragazzo, si girò e con grande stupore vide Morgana dall’altra parte della strada che attraversò correndo e lo raggiunse “Ciao” disse il moro gentilmente “Ciao Ragazzo del Lago” Morgana era cosi bella e dolce, a Merlin si strinse il cuore nel vederla perché era esattamente come la Morgana che conobbe lui, buona, gentile e generosa. “Come stai, ci hai fatto preoccupare ieri sera! Ma Arthur è rimasto con te? Stanotte non l’ho sentito rientrare” Merlin era in grado di sciogliersi davanti a quel sorriso, nonostante come erano andate a finire le cose, lui ha sempre voluto un gran bene a Morgana, quella vera, quella che ora aveva davanti e che riconosceva solo guardandola negli occhi… “Si sto bene! L’alcool non è esattamente il mio forte, comunque si è rimasto da me perché anche lui si sentiva un po’ troppo alticcio per guidare” disse il moro ridendo “Mi dispiace che sei stato male… dove vai di bello?” chiese la ragazza “A fare un po’ di spesa, il mio frigo è praticamente vuoto” “Ok… nel pomeriggio ti va di raggiungerci al bar, sicuramente ci ritroveremo tutti li, soprattutto per incoraggiare Lancelot per l’esame di storia” “So che si sta facendo aiutare da tuo fratello” disse Merlin “Oh si, dovresti vedere Arthur spiegare le lezioni agli altri, gli piace davvero tanto come materia, è bello vederlo fare qualcosa che gli piace nonostante nostro padre” sospirò Morgana “Beh… mi sembrate entrambi molto svegli per tenere testa a vostro padre anche se non lo conosco. E soprattutto siete molto uniti… si sa, l’unione fa la forza” Morgana rise dandogli ragione “Senti quindi sei nostri? Oh ma certo che domanda faccio! Vieni alle 16.00 Merlin, non fare scherzi” lo imbeccò Morgana “Perché avete tutti paura che scappo?” ridacchiò il moro “Perché tu sei Il Misterioso Ragazzo del Lago. Sei… Misterioso… e non so perché ma ho l’impressione che Arthur ti verrebbe a cercare anche in capo al mondo, da quando ti conosce ha una luce diversa negli occhi, e qualunque sia il motivo… se lui è felice ha tutto il mio appoggio” Merlin diventò tutto rosso per l’affermazione della ragazza. Dopo essersi salutati e dati appuntamento per il pomeriggio, si separarono.
 
“Ragazzi stasera sarete soli, ho una cena di lavoro e non posso mancare” disse Uther con fare distaccato e serio. “E la novità quale sarebbe?” disse sarcasticamente sua figlia “Morgana!!” la riprese il fratello “Ok papà, non preoccuparti, caso mai facciamo venire i nostri amici per non stare soli” rispose Arthur con fare molto formale “Va bene figliolo, ma non fate fare danni a quell’irlandese ubriacone” “Solo perché è irlandese non vuol dire che sia un ubriacone, quando è venuto qui non ha mai fatto nulla di male. Non mi piace sentir insultare i miei amici” tuonò Morgana. Uther la guardò con uno sguardo quasi oltraggiato, Morgana osava sfidarlo come nessuno avesse mai neanche pensato “Comunque…” iniziò l’uomo con finta calma “mi fido di voi e non ho problemi con nessuno dei vostri amici, quindi fateli pure venire” cosi dicendo si recò in camera. “Davvero pensava che avessimo bisogno del suo permesso?” disse Morgana rivolta al fratello “Morgana… non puoi rivoltarti cosi ogni volta che nostro padre apre bocca, rischi di passare dalla parte del torto se inizi a farlo per ogni singola cosa” spiegò Arthur con un tono che sembrava quasi paterno “Lo so Arthur, è solo che mi da sui nervi… ha chiamato Gawain ubriacone!!!” pensandoci ancora si arrabbiava “Ma lo è davvero!” sorrise il biondo “Si ma lui non lo sa, non lo ha mai visto e non ha mai fatto nulla di male neanche quando viene qui, lo dice solo perché è pieno di pregiudizi verso ogni persona che non sia… se stesso!! E’ capace di avere pregiudizi anche su di te che sei il suo stesso figlio!” “Non me ne parlare…” Arthur sembrava quasi dispiaciuto per quel pensiero, Morgana si sentì in colpa, non voleva che il fratello si sentisse male per la cattiveria di suo padre “Non vedo l’ora che gli presenterai Merlin” disse con il suo tipico sorriso diabolico; Arthur arrossì come un bambino “Perché dovrebbe essere diverso da quando gli abbiamo presentato gli altri?” domandò il biondo facendo finta di niente, sapeva dove voleva arrivare sua sorella “Oh beh… perché qualcosa mi dice che Merlin non sarà un amico come gli altri… non so, chiamalo intuito femminile se vuoi, sai che con me non devi nasconderti” disse Morgana guardandolo negli occhi “Morgana… io non voglio nascondermi con te, non mi sfiora neanche l’idea” e cosi dicendo gli diede una spinta giocosa “E’ solo che… ci siamo appena conosciuti e io… voglio fare le cose con calma, o almeno… con tutta la calma di cui lui ha bisogno. Voglio fare le cose per bene e non rovinarle per avere tutto subito, non so se mi spiego” disse il biondo tutto d’un fiato.
 
Morgana non riusciva a togliergli gli occhi di dosso, aveva uno sguardo tra il sorpreso e il divertito “Certo che ti spieghi… spieghi il fatto che sei cotto del Ragazzo del Lago!!!” Arthur arrossì ancora di più “Dai Morganaaaaaa!!! Puoi evitare di sbattermi in faccia la realtà con cosi tanta disinvoltura” Arthur si accasciò sul divano coprendosi il viso con il braccio “E’ troppo bello quando sei così in imbarazzo… bimba innamorata!!!” Morgana iniziò a ridere e senza che ne se accorse gli arrivò un cuscino dritto in faccia, sgranando gli occhi esclamò “E GUERRA SIA!!!” cosi dicendo si avventò sul fratello iniziando a fargli il solletico. In un batter d’occhio però il biondo la sovrastò fisicamente e iniziò lui a fargli il solletico “OK OK OK OK BASTA!! AHAHAH A-ARTHUR TI AHAHAHAHHA TI PREGO AHAHAHAH AIUTOOOOOO AHAHHAH ARTHUR BASTA. TREGUA TREGUA!!!!” Morgana non riusciva a smettere di ridere e Arthur tornò a sedersi sul divano senza bloccarle più le gambe “E il PendragonBoy vince la guerra” “Battaglia!!! Hai solo vinto una battaglia mio caro, non illuderti. A proposito prima che mi scordo, oggi ho incontrato Merlin, gli ho chiesto di venire al bar alle 16, sei contento?” “Cosa hai fatto?? Morgana perché non me lo hai detto prima, devo andare a prepararmi cavolo!” “Ma è solo l’una…” disse la mora sconcertata “Lo so, ma devo farmi una doccia, decidere cosa mettere, cercare di dare un senso ai miei capelli e sono tutte cose che richiedono troppo tempo” cosi dicendo Arthur si recò verso il bagno “Tra te e lui non so chi sia più ragazzina!!!” urlò Morgana dal salone, il biondo corse verso di lei facendo spuntare la testa dallo stipite della porta “Ci hai parlato? Ti ha detto qualcosa? Che ti ha detto?” “Certo che abbiamo parlato che pensi che comunicavamo con i segnali di fumo!! Comunque niente di che è solo che ogni volta che ti nominavo diventava tutto rosso e gli veniva un sorrisetto da babbeo, tipo il tuo in questo momento!” Arthur si schiarì la voce cercando di sembrare serio “OK, non che mi interessasse, era per sapere” “Certo che potevi avvisarmi che rimanevi a dormire da lui… sempre se avete dormito” disse Morgana con un sorriso sarcastico. Arthur sgranò gli occhi “Certo che abbiamo dormito! Sono rimasto li solo perché non mi andava di guidare…” cercò di giustificarsi il biondo “Certo certo! Come no!” lo guardò Morgana “Mmmmm! Lasciami stare!!!” sbuffò il giovane dirigendosi verso il bagno.
 
Arrivato al bar Merlin si fermò davanti alla porta e prima di aprire prese un grosso respiro. Quando entrò trovò già qualcuno lì “Ciao Ragazzo del Lago!!! Come stai? Oh la prossima volta per te succo di frutta!” disse Gawain con il suo solito tono di voce alto che fece girare tutti “Ciao ragazzi. Ora sto bene, quella birra era troppo forte per me, tu come stai?” “Io sono irlandese e fiero di esserlo, sto una favola, dai vieni in mezzo a noi” cosi dicendo prese un’altra sedia e lui si avvicinò maggiormente a Percival facendolo sobbalzare per il contatto delle loro spalle “Gawain vuoi venirmi in braccio?!” disse il gigante sarcasticamente “Ma magari” rispose con disinvoltura il giovane. A quelle parole Percival si ritrovò rosso come un peperone, Gawain riusciva sempre a scombussolarlo con le sue uscite cosi naturali. “Lancelot sei pronto per l’esame?” chiese Merlin al giovane “Ma che ne so!!! Arthur mi ha aiutato molto. Ma la storia non mi entra in testa, è più forte di me” a quel punto Merlin si guardò intorno notando che non c’erano né Arthur né Morgana “Gli altri dove sono?” chiese in modo vago per non chiedere direttamente di chi voleva lui. “Lion ed Elyan non vengono e i Pendragon dovrebbero stare ad arrivare” disse Percival.
 
Proprio in quel momento la porta si aprì e Morgana e Arthur entrarono sorridendo in direzione degli amici. Quando il biondo vide Merlin il suo cuore si fermò, rimase imbambolato a guardarlo finché il moro non gli fece un gran sorriso “Ciao Arthur”. “Visto Merlin, ecco che è arrivato il tuo principe!” le parole di Gawain ridestarono Arthur che si schiarì la voce e si avvicinò al tavolo. “Come state ragazzi?” chiese Morgana al gruppo “Tutto bene, ieri Percival mi ha riportato a casa e da quello che mi ricordo mi sono addormentato in bagno con la testa sulla tazza” Morgana rise e guardò Percival con fare interrogativo “Non me ne parlare, per non lasciarlo solo sono andato in camera sua a prendere il cuscino e mi sono addormentato appoggiato alla vasca, se quello si può chiamare dormire” sorrise il giovane in direzione di Gawain “Grazie che ti prendi cura di me quando faccio il deficiente Percy” in quel momento Gawain era molto serio, come non era quasi mai “Sai che farei tutto per te” rispose il gigante quasi a bassa voce per non farsi sentire dagli altri che intanto avevano iniziato a conversare tra loro. I due continuarono a fissarsi finché Gawain mise la sua mano sulla gamba del gigante e quest’ultimo la prese nella sua e la strinse forte. Che diavolo stava succedeva tra loro?!
 
I discorsi degli altri li ridestarono dai loro pensieri ma non sapevano perché le loro mani restarono unite al sicuro dagli occhi degli altri “Merlin oggi poi sei andato a fare la spesa?” “Oh si, se vuoi definirla tale! Ho comprato solo l’occorrente per il pranzo perché non avevo proprio voglia di incollarmi le buste, fondamentalmente sono uno scansafatiche” disse il moro sorridendo. Arthur non riusciva a togliergli gli occhi di dosso, lo trovava cosi bello, e non c’era niente di meglio che guardarlo parlare in modo cosi naturale con sua sorella, la donna più importante della sua vita. “Ma tu mangi sempre solo?” chiese Morgana quasi sconsolata, Merlin fece un segno di assenso “Che cosa orrenda, ora che hai trovato noi sappi che i tuoi giorni solitari sono finiti. Per esempio stasera sarai a cena da noi, nostro padre non c’è e si respirerà un po’ d’aria pulita” disse la ragazza “Oh n-no… dai non voglio disturbare, non preoccupatevi” esclamò il mago imbarazzato “Ma che dici Merlin. Non disturbi affatto e poi siamo noi che ti stiamo invitando” intervenne Arthur “Anzi, più che un invito è un obbligo” aggiunse. “Ehi e questo che vuol dire, il Ragazzo del Lago può venire a nutrirsi nel vostro castello e noi no?!” disse Gawain fingendosi offeso “Non farti prendere da spasmi strani Sir Gawain, siete invitati tutti” disse Morgana sorridendo.
 
“Perché Sir Gawain?” chiese il giovane confuso. Tutti risero sotto i baffi e il ragazzo cercava i loro sguardi sperando che qualcuno gli desse una spiegazione “Davvero non ricordi niente di ieri sera?” chiese Lancelot sorridendo “Ehm… no!” rispose Gawain. A quel punto Percival fece esattamente come fece l’amico la sera prima indicando gli altri uno ad uno “Re Arthur, Mago Merlin, Lady Morgana, Sir Lancelot, Sir Percival, Sir Gawain e i momentaneamente assenti Sir Lion, Sir Elyan e la Regina Ginevra. Hai passato la serata a dire che ci chiamavamo come i personaggi delle leggende arthuriane e che in una vita precedente eravamo loro” concluse Percival sorridendo. Gawain lo guardò sconcertato e guardò tutti gli altri notando che avevano dei sorrisi divertiti, tranne Merlin… il suo sguardo sembrava più preoccupato che divertito. “Ero proprio lesso!!!” affermò mettendosi le mani in faccia per l’imbarazzo. Tutti risero e Merlin fece un sospiro di sollievo.
 
Il pomeriggio trascorse cosi, Lancelot chiedeva ad Arthur le cose che non gli erano ancora ben chiare per l’esame e il biondo gliele spiegava con un trasporto che lasciava tutti ammaliati “E’ stupendo vederlo spiegare cosi, Morgana aveva ragione. Quanto è bello. Non ti lascerò mai più andare via da me Arthur Pendragon. Mai!”. I ragazzi si diedero appuntamento per la sera a casa dei due fratelli “Ci vediamo per le 20 a casa ragazzi. Merlin a te vengo a prenderti io!” disse Arthur con un tono che non ammetteva repliche “No Arthur non se ne parla, dammi l’indirizzo e se è troppo lontano per venire a piedi prendo un taxi” rispose Merlin. Arthur lo guardò e con una naturalezza quasi disarmante disse semplicemente “Non era una domanda” e sorridendo salutò tutti e se ne andò.
 
* Puntata S05xE13
 
Angolo Autrice
 
Eccomi qui, sono riuscita ad aggiornare nel weekend… almeno due aggiornamenti li avete avuti vicini dai!!! Tra il lavoro e la connessione internet che va a cavoli suoi ogni volta è un terno al lotto. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, se vi va lasciate una recensione, fanno sempre piacere :) un mega abbraccio al mio angioletto custode Miky_Holmes :* Ciao a tutti, al prossimo capitolo
   
 
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