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Autore: Crilu_98    28/09/2015    0 recensioni
Cosa sarebbe successo se ai due personaggi più tragici e controversi dei Miserabili fosse stata data una seconda possibilità?
Se Javert non si fosse buttato nella Senna? Se Eponine fosse sopravvissuta alle barricate?
Una storia un po' inverosimile in cui si intrecciano amore, rimorso e desiderio di riscatto. Perché anche i miserabili hanno il diritto di essere felici.
Genere: Azione, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eponine, Javert, Jean Valjean, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Javert uscì dall'edificio quasi correndo e salutando a mezza voce il dottore. Un volta all'aria aperta, però, barcollò e si dovette appoggiare alla fiancata della casa.
"Mio Dio, sono diventato vecchio." pensò tra sé e sé.
Si sentiva molto debole, ma non aveva tempo per riposarsi: la questione a cui aveva deciso di dedicarsi richiedeva la sua immediata attenzione.
La breve conversazione avuta con quella ragazza gli aveva fatto dimenticare i suoi propositi:
"Ho sbagliato a giudicare Valjean" si era detto "Ma di sicuro non ho commesso alcun errore di valutazione con i Thernardier".
Sapeva bene che il fatto di averle salvato la vita non avrebbe comprato la fiducia di Eponine: era nato e cresciuto in una prigione, del resto, e conosceva il modo di ragionare della feccia della società. Doveva offrirle qualcos'altro, qualcosa che l'avrebbe costretta a ripagarlo.
Javert non aveva fatto molto caso al ragazzo che Valjean aveva salvato dalle barricate la notte prima: durante il loro viaggio silenzioso in carrozza era troppo confuso e immerso nella sua riflessione  per notare dove l'ex-galeotto avesse depositato il ferito. Decise quindi di recarsi da Valjean.
 
Ad aprirgli la porta fu una ragazza molto bella, dai lunghi capelli biondi, che lo guardò stupita.
-Buonasera, Monsieur, chi cercate?-
L'Ispettore era rimasto perplesso davanti a quell'apparizione: possibile che Valjean avesse una figlia? I lineamenti di quella ragazza gli tornavano familiari, ma non riusciva in nessun modo ad assomigliarla all'energumeno che da sempre gli sfuggiva.
-Cerco...- iniziò Javert titubante, rendendosi conto di non sapere il nome assunto da Valjean. A trarlo d'impaccio giunse una voce ben nota:
-Cosette, cara, chi c'è alla porta?-
-Un ispettore di polizia, padre.-
Valjean si presentò alla porta con espressione grave.
-Sapevo che prima o poi sareste tornato...- mormorò.
Javert gli impedì di continuare.
-Il ragazzo, Valjean. Come si chiama?-
-Il... Il ragazzo? Intendete.. Marius?-
A quel punto Cosette arrossì vistosamente e si intromise nella conversazione:
-Cosa volete da Marius, ispettore? E' ancora convalescente...-
Sul viso dell'Ispettore si accese un sorriso inaspettato: che insperabile colpo di fortuna!
Valjean diventò, se possibile, ancora più cupo e dopo aver dato una carezza a Cosette prese bastone e cappello, dicendo a Javert:
-Venite, ispettore, facciamo due passi.-
Passeggiarono un poco in silenzio, poi l'ex-galeotto si decise a parlare:
-Non mi avete arrestato.-
-No. E non ho intenzione di farlo.-
-Perché?-
Javert lo fissò negli occhi.
-A dirla tutta, non lo so. La scorsa notte è stata terribile per me e non vi nego che ho provato la fortissima tentazione di uccidermi, pur di sfuggire a questo nuovo mondo...-
-Il mondo è sempre lo stesso, Ispettore; forse siete voi a vederlo con occhi diversi.-
-Forse. Ad ogni modo, il vostro giovane amico non è l'unico sopravvissuto alle barricate: io stesso ho tratto in salvo una ragazza, che era lì per salvaguardare il suo innamorato... Un giovane di nome Marius!-
A quelle parole Valjean sobbalzò notevolmente:
-Quello che mi dite è incredibile, signore. Marius è vivo e ha ripreso conoscenza e la prima cosa che ha chiesto è stata dove fosse mia figlia Cosette. Si amano, si vogliono sposare... Non credo che...-
-E' davvero vostra figlia? L'ho sentita chiamarvi padre, è vero, ma non credevo...-
-Non sono il suo vero padre, se è questo che intendete. Non so se ricordate, Ispettore, una povera derelitta, una prostituta di Montreuil-sur-mer che rischiava la prigione per essersi difesa da un aristocratico che l'aveva assalita. Era sporca, affamata e molto malata: io la salvai, dopo aver saputo che era stata ingiustamente licenziata dalla mia fabbrica, e lei in punto di morte mi fece promettere che avrei vegliato sulla sua bambina, Cosette. E così ho fatto, fino ad oggi.-
Alla mente dell'Ispettore si affacciò un viso pallido e malconcio, un corpo esile piegato dalla malattia e dal freddo, due occhi pieni di lacrime eppure così belli e profondi. E capì perché la giovane Cosette gli risultasse familiare.
-Assomiglia molto a sua madre. E' una bellissima ragazza.- commentò in tono piatto.
Valjean annuì e non parlò più fino a quando, giunto sulla porta di casa, si voltò verso l'Ispettore.
-Tornate a trovarmi, se volete. Presto Cosette non ci sarà più e io sento che si avvicina l'ora della mia dipartita. Sarebbe piacevole passare i miei ultimi mesi con qualcuno che ricordi ancora il nome di Jean Valjean e che non si rivolga a me con quello di Ultime Faucheleuvant.-
Javert non disse nulla e si allontanò.
 
Quando entrò in casa, Jean vide Cosette affacciata alla finestra.
-Chi è quell'uomo?-
-Una mia vecchia conoscenza. Un amico di molto tempo fa...-
-Cosa voleva sapere su Marius, padre? Potrebbe avere altri problemi con la legge?-
-No, non credo, mia cara. L'Ispettore voleva semplicemente sapere chi fosse il tuo futuro sposo.-
-Come fa a sapere così tante cose di me? Gliele avete dette voi? Perché? Cosa ha a che fare con me un Ispettore di polizia?-
-E' una lunga storia, Cosette. Anche lui conosceva tua madre, sai?-
Entrambi rimasero in silenzio a fissare la figura che si allontanava. Poi Valjean sospirò pesantemente e sorridendo commentò:
-Sai, Cosette, credo che d'ora in poi ti capiterà spesso di aprire la porta della nostra casa all'Ispettore Javert!-
 
Javert si fermò un attimo a riprendere fiato, prima di bussare alla casa del dottore.
"Avrei dovuto prendere una carrozza!" si rimproverò "Devo abituarmi all'idea di non essere più un ragazzino!"
Fino a pochi giorni prima si era sempre sentito in salute e si era conservato in perfetta forma fisica, ma dopo le barricate la sua età gli era piombata addosso tutta d'un colpo.
"Dopotutto, Valjean non è più vecchio di me che di una ventina d'anni e già sente che sta per morire!" pensò amareggiato mentre il giovane assistente gli apriva la porta.
Gli si fece incontro il medico, parecchio agitato.
-Allora, cosa succede?- chiese Javert infastidito.
-La ragazza, signore!- esclamò il medico -E' scappata!-
 
 
 Angolo autrice:
.....
Beh dopotutto davvero Javert credeva davvero che Eponine se ne sarebbe rimasta buona buona nel letto ad aspettarlo? Povero illuso che non sa con chi ha a che fare xD
Credo che questo capitolo mi sia riuscito abbastanza bene (non proprio come volevo io, ma tanto nessun racconto è mai come lo avevo immaginato, quindi...) voi cosa ne pensate?
Allora, le precisazioni di oggi sono:
1) Ho notevolmente abbassato l'età di Javert e Valjean, ma con un po' di calcoli ci dovrei stare (allora, ho considerato che Valjean muore a 64 anni invece che a 74, perciò Javert è sui 45; Valjean è entrato a Tolone a 27 anni, quindi quando esce l'Ispettore è un ventiseienne che potrebbe già aver intrapreso la carriera da secondino - che faticaaaa!!!) ... Tutto ciò perché altrimenti diventava imbarazzante scrivere su questa coppia xD Ho in mente anche di alzare un po' l'età di lei, ma di poco, due o tre anni.
2) Lo so, è un po' improbabile che dopo tutti quegli anni Javert si ricordi di Fantine, ma mi piaceva l'idea della somiglianza con Cosette. 
   
 
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