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Autore: Free air    13/02/2009    1 recensioni
"Tutte le ragazze dovrebbero sapere (e molte lo sanno) che una tazza di cioccolata, musica romantica, un locale accogliente e un’amica possono risolvere qualsiasi problema. Solo che poi questi ingredienti raramente combaciano." La mirabolante vita di una ragazza adulta che cerca di districarsi tra disavventure e sfortune... senza molto successo!
Genere: Romantico, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3.PETTEGOLEZZI & VOCI

 

Ok, dopo la figura orrida di ieri posso fare qualsiasi cosa. Naturalmente non potevo lasciare che Liz si umiliasse così tanto e tornasse indietro a prendere la borsetta, così sono andata io. Ma, in quanto a umiliazione, non è stato da meno. Innanzitutto, i clienti non hanno fatto che guardarmi e sussurrare tra loro “Neanche se fosse l’ultima pasticceria del mondo?” mentre un sorriso beffardo ha pervaso il volto della stupida commessa che ha detto “Per caso desidera la confezione di confetti alla mandorla?” Io allora le ho indirizzato lo sguardo più truce possiblie e ho bisbigliato “Abbiamodimenticatoquilaborsa” lei ha fatto finta di non aver capito ( Ma io SO che aveva capito, altrimenti non avrebbe riso a quel modo sotto i baffi (e ne aveva di baffi, ve l’assicuro)) e io ho detto, scandendo ogni sillaba –La mia amica ha dimenticato la sua borsa. Potrebbe darmela, per favore?- Tutti i presenti sono esplosi in gridolini e ccitati e in sguardi da “non vorrei essere al tuo posto”, ma io mi sono presa la mia rivincita. Quando la biondona baffuta coi denti da cavallo è tornata con la borsetta, con una faccia da schiaffi, mi ha guardata dicendo –E’ questa?- Io ho annuito e, sfoderando il sorriso più valso e perfido possibile, ho detto –Sa che questo è il mese dell’udito? Può farsi controllare se è ancora in grado di sentire bene in molti centri specializzati, senza spendere un centesimo!- Naturalmente parlando sillaba per sillaba, e trattenedno il riso quando il volto della commessa è diventato rosso pomodoro.

Alla fine ci abbiamo rinunciato. Certo, mi dispiace parecchio, ma pare che non scoprirò mai l’identità del misterioso salvatore che l’altra sera mi ha permesso di scappare. Se solo avessi qualcosa di più, su cui potermi basare! Ma niente: quell’individuo è e rimarrà per sempre il principe azzurro da amore impossibile della mia vita. O meglio: il secondo principe azzurro da amore impossibile della mia vita. Il primo è già scomparso tempo fa.

Oggi piove così forte che non mi stupirò se da un momento all’altro dovessi essere travolta dalla corrente d’acqua e affogare perché non ho voluto dare ascolto a Liz, e non ho messo l’impermeabile (che comunque in caso di affogamento non mi sarebbe molto utile). Stamattina torno a lavoro: è uno strazio, preferirei fare qualsiasi altra cosa piuttosto che svegliarmi alle sette ogni giorno, ma alla fin fine mi piace, è un modo come un altro per passare il tempo, e mi pagano, tra l’altro. Oggi però io e Liz abbiamo deciso che ci concederemo prima un’esclusiva colazione da vere signorine snob nel locale dell’altro giorno, perché lei deve perdere ancora qualche chilo per arrivare alla sua forma ideale, e a me non farebbe affatto male dimagrire. Solo che, appena arrivate, lo troviamo chiuso. E non finisce qui. Davanti alla porta, con un’aria imbronciata e scocciata, i capelli perfettamenti pettinati nonostante l’umidità e un ombrello che probabilmente costa più di tutti i miei vestiti messi insieme, c’è Anya. La sua abbronzatura da caraibi non va molto d’accordo con lo sfondo tetro della londra odierna, ma appena ci vede e, sorridendo, si avvicina, non posso fare a meno di pensare che (sia pure grazie a innumerevoli trattamenti e a qualche intervento qua e là di chirurgia plastica) è davvero una bella ragazza. –Careeee! A quanto sembr abbiamo avuto la stessa idea! Dimenticavo che oggi è il giorno di chiusura! Che peccato!- Il suo profumo forte mi fa tornare alla realtà –Ehm.. Uh, già. Che peccato. Per una volta in cui potevamo fare colazione insieme! E’ davvero una delusione!- non so cos’abbia in mente Liz, ma il suo tono  non promette nulla di buono. Semvra una bambina lla quale abbiano appena detto che il natale è rimandato di qualche giorno. –Oh! Come mi dispiace! Scommetto che ora tu sarai costretta a prendere un caffè in macchinetta, e tu… No, non posso permetterlo! Perché non venite a casa mia? Jean paul è dietro l’angolo, e non ci metterà molto. E poi potremmo farci preparare quello che preferiamo. Ultimamente le cameriere si stanno specializzando sotto mio ordine nella preparazione di una speciale marmellata senza alcuna aggiunta di zucchero che favorisce il ph della pelle e non provoca nessuna conseguenza. Inoltre, non è neanche eccessivamente amara!- Io e Liz ci scambiamo uno sguardo che vale più di mille parole. In che guaio ci siamo cacciate?

La casa di anya, come aveva detto, non è molto distante dal centro. O meglio: potremmo anche aver percorso chilometri, ma per quanto mi riguarda mi sembra di essere in un sogno. Non ero mai stata in una limousine, e credo che purtroppo non avrò molte occasioni di risalirci. E non potrò neanche più usare una macchina normale senza ripensare a quanto siano comodi questi cuscini, e i pasticcini (sebbene ipocalorici) in vassoio vicino ad ogni sedile, e lo splendido schermo al plasma dal quale si possono vedere praticamente infiniti canali… per non parlare dell’autista, lontano, zitto e perfetto. Ma se la limousine è stato uno schock, la casa non è da meno. Si tratta di un’enorme villa color pesca, che si stende per ettari ed ettari di terreno circondata da quello che, se non sapessi con certezza essere un giardino, definirei probabilmente un parco nazionale. Non c’è una piscina: ce ne sono sette, divise a seconda di forma, temperatura, e altezza dell’acqua. E poi: campi da tennis, splendidi gazebo, fiori di ogni tonalità… Mi dispiace solo di essere venuta qui oggi, con una così brutta giornata. La casa deve essere ancora più bella con il sole. Uno strano omino dal fare servizievole ci apre la portiera, e ci conduce in un ampio salone munito di tavolo lunghissimo da film, sul quale campeggiano fette biscottate integrali, tè fumanti dagli strani aromi, qualche rado pasticcino dall’aria poco invitante, e svariate tisane. Del resto, ha tutto un’aria così elegante che non possiamo non esserne attratte, e finiamo a mangiare allegramente sedute su delle deliziose poltroncine in pelle nera, mentre ascoltiamo un altro dei soliti monologhi di Anya. –Si, l’ho conosciuto l’altra sera. Vi dirò: sono abituata a molto meglio, e devo confessare che, dopo essere uscita con Robbie, ogni altro ragazzo…- Anya cerca di inserire in ogni discorso il suo aneddoto preferito, nonché inverificabile, dell’appuntamento che avrebbe avuto con Robbie Williams in occasione del suo ultima concerto. Naturalmente è inverificabile perché nessuno di quelli a cui lo racconta ha mai rivolto la parola a Robbie Williams, ma sono convinta che Liz, in passato, abbia tentato di inviare un e-mail al suo sito ufficiale chiedendo proprio conferma della cosa. Inutile dire che non ha mai ricevuto risposta. –Ma questo ragazzo è molto strano: ha un qualcosa che affascina, e che mi ha portato a chiedergli di uscire. Naturalmente mio padre è rimasto molto contento: sapete, lui è qui perché il mio paparino gli ha offerto un posto come ricercatore in non so quale dei suoi gruppi, su qualcosa che ha a che fare con il DNA…. Ma non è questo quello che conta. E’ alto, non esattamente atletico, con capelli castani. Che sia proprio il suo essere così comune ad avermi attratto? Ah! Dimenticavo il particolare più importante per voi: è italiano! Il suo inglese, però, è ottimo. Certo, l’accento è evidente, ma prima di trasferirsi qui credo abbia lavorato per qualche anno in america, così…-  Sorseggio stancamente un po’ del mio tè senza sapore che vorrei tanto usare per innaffiare una piantina. In realtà, ho sempre saputo che Anya sarebbe finita in moglie ad un medico. Del resto, con un padre primario, ricco e facoltoso, c’era da aspettarselo. –E dove andrete di bello?- è Liz ad intervenire, stavolta, forse solo per spezzare il monotono ripetersi di Anya – Non so, ma non vedo l’ora! Usciamo questa sera. Io gli ho proposto un giro in Jet, per andare, che so… a  vedere il tramonto a Parigi o qualcosa di simile. Ma non mi è sembrato tanto favorevole. Ha detto che ci pensava lui, e che per una sera non dovevo pensare ai miei soldi. Così, mi aspetto che mi porti in uno di quei ristorantini che hanno aperto adesso, magari a Covent garden… MI piacerebbe molto! Certo, Parigi sarebbe stata tutta un’altra cosa, ma io non sono mai stata una persona di troppe pretese…- Al che, potrei anche sputarle in faccia tutto il tè che sto bevendo e che mi va irrimediabilmente di traverso. Lei non è mai stata una persona di troppe pretese? Ha lasciato il suo ultimo ragazzo alla festa di natale perché lui, andato a prenderle qualcosa da bere, non aveva capito che lei voleva il drink Rosa e non quello pesca. -Allora, Lily, tu l’hai trovato un accompagnatore per il matrimonio o verrai sola soletta?- Il mio sguardo la fulmina all’istante, ma purtroppo non posso inventare che ho trovato un ragazzo quando non è affatto vero.  –Ma, sai com’è, cara, ho sempre pensato che i matrimoni siano perfetti per rimorchiare: i ragazzi sono ben vestiti, curati, e spesso anche ubriachi, il che, a patto che non stiano male, è solo un vantaggio. Molto meglio così che andare con lo stesso ragazzo e dover restare appiccicata a lui per tutto il giorno, non trovi?- Un sorriso a trentadue denti conclude la mia risposta ad effetto.

Mentre ci accompagna fuori, e questo richiede parecchi minuti per attraversare diverse aree della casa, io e Liz tentiamo di registrare più immagini possibili nella nostra mente, perché sappiamo che questa casa è stata arredata da uno dei più famosi e bravi designer d’interni della nazione. Attraversiamo un magnifico salone arredato con cinque colori diversi, tutti perfettamente coordinati l’uno con l’altro, e due corridoi che sono grandi almeno quanto il nostro appartamento. Passiamo anche davanti ad una grande porta in vetro oscurato, dalla quale provengono voci confuse. Anya sembra ricordare qualcosa, e si ferma, aprendo la porta e affacciandosi, impedendo però a noi la vista.

-Pulcina mia! Che gioia vederti, una volta tanto! Sei passata a trovare il tuo paparino?-   Lei ridacchia sommessamente, e dalla posa tipica che assume capiamo immediatamente che dentro quella stanza c’è il ragazzo di cui ha parlato per tutta la mattina. Come se scattasse una molla in noi (maledetta curiosità!) ci avviciniamo un po’, senza però riuscire a vedere niente. Tutto quello che riusciamo a captare è il saluto del probabile futuro marito della nostra amica.

-Ciao, Anya, sono passato per un consulto su un caso, ma spero di non infastidire tuo padre.-

Non so cosa succede dopo, perché sono paralizzata dallo shock. Quella voce. Perché mai il nuovo pretendente di anya avrebbe dovuto seguirmi, nonché farsi pestare a sangue (almeno credo che sia finita così), se neanche ci conosciamo?

 

 

  
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