3.PETTEGOLEZZI &
VOCI
Ok, dopo la figura orrida di ieri posso fare
qualsiasi cosa. Naturalmente non potevo lasciare che Liz si umiliasse così
tanto e tornasse indietro a prendere la borsetta, così sono andata io. Ma, in
quanto a umiliazione, non è stato da meno. Innanzitutto, i clienti non hanno
fatto che guardarmi e sussurrare tra loro “Neanche se fosse l’ultima
pasticceria del mondo?” mentre un sorriso beffardo ha pervaso il volto della
stupida commessa che ha detto “Per caso desidera la confezione di confetti alla
mandorla?” Io allora le ho indirizzato lo sguardo più truce possiblie
e ho bisbigliato “Abbiamodimenticatoquilaborsa” lei
ha fatto finta di non aver capito ( Ma io SO che aveva capito, altrimenti non
avrebbe riso a quel modo sotto i baffi (e ne aveva di baffi, ve l’assicuro)) e
io ho detto, scandendo ogni sillaba –La mia amica ha
dimenticato la sua borsa. Potrebbe darmela, per favore?- Tutti i presenti sono
esplosi in gridolini e ccitati e in sguardi da “non
vorrei essere al tuo posto”, ma io mi sono presa la mia rivincita. Quando la biondona baffuta coi denti da cavallo è tornata con la
borsetta, con una faccia da schiaffi, mi ha guardata dicendo –E’ questa?- Io ho annuito e, sfoderando il sorriso più
valso e perfido possibile, ho detto –Sa che questo è
il mese dell’udito? Può farsi controllare se è ancora in grado di sentire bene
in molti centri specializzati, senza spendere un centesimo!- Naturalmente
parlando sillaba per sillaba, e trattenedno il riso
quando il volto della commessa è diventato rosso pomodoro.
Alla fine ci abbiamo rinunciato. Certo, mi
dispiace parecchio, ma pare che non scoprirò mai l’identità del misterioso salvatore
che l’altra sera mi ha permesso di scappare. Se solo avessi qualcosa di più, su
cui potermi basare! Ma niente: quell’individuo è e rimarrà per sempre il
principe azzurro da amore impossibile della mia vita. O meglio: il secondo
principe azzurro da amore impossibile della mia vita. Il primo è già scomparso
tempo fa.
Oggi piove così forte che non mi stupirò se da
un momento all’altro dovessi essere travolta dalla corrente d’acqua e affogare
perché non ho voluto dare ascolto a Liz, e non ho
messo l’impermeabile (che comunque in caso di affogamento non mi sarebbe molto
utile). Stamattina torno a lavoro: è uno strazio, preferirei fare qualsiasi
altra cosa piuttosto che svegliarmi alle sette ogni giorno, ma alla fin fine mi
piace, è un modo come un altro per passare il tempo, e mi pagano, tra l’altro.
Oggi però io e Liz abbiamo deciso che ci concederemo
prima un’esclusiva colazione da vere signorine snob nel locale dell’altro
giorno, perché lei deve perdere ancora qualche chilo per arrivare alla sua forma
ideale, e a me non farebbe affatto male dimagrire. Solo che, appena arrivate,
lo troviamo chiuso. E non finisce qui. Davanti alla porta, con un’aria
imbronciata e scocciata, i capelli perfettamenti
pettinati nonostante l’umidità e un ombrello che probabilmente costa più di
tutti i miei vestiti messi insieme, c’è Anya. La sua
abbronzatura da caraibi non va molto d’accordo con lo sfondo tetro della londra odierna, ma appena ci vede e, sorridendo, si
avvicina, non posso fare a meno di pensare che (sia pure grazie a innumerevoli
trattamenti e a qualche intervento qua e là di chirurgia plastica) è davvero
una bella ragazza. –Careeee! A quanto sembr abbiamo avuto la stessa idea! Dimenticavo che oggi è
il giorno di chiusura! Che peccato!- Il suo profumo forte mi fa tornare alla
realtà –Ehm.. Uh, già. Che peccato. Per una volta in
cui potevamo fare colazione insieme! E’ davvero una delusione!- non so
cos’abbia in mente Liz, ma il suo tono non promette nulla di buono. Semvra una bambina lla quale
abbiano appena detto che il natale è rimandato di qualche giorno. –Oh! Come mi dispiace! Scommetto che ora tu sarai costretta
a prendere un caffè in macchinetta, e tu… No, non
posso permetterlo! Perché non venite a casa mia? Jean paul
è dietro l’angolo, e non ci metterà molto. E poi potremmo farci preparare
quello che preferiamo. Ultimamente le cameriere si stanno specializzando sotto
mio ordine nella preparazione di una speciale marmellata senza alcuna aggiunta
di zucchero che favorisce il ph della pelle e non provoca nessuna conseguenza.
Inoltre, non è neanche eccessivamente amara!- Io e Liz
ci scambiamo uno sguardo che vale più di mille parole. In che guaio ci siamo
cacciate?
La casa di anya, come
aveva detto, non è molto distante dal centro. O meglio: potremmo anche aver percorso
chilometri, ma per quanto mi riguarda mi sembra di essere in un sogno. Non ero
mai stata in una limousine, e credo che purtroppo non avrò molte occasioni di
risalirci. E non potrò neanche più usare una macchina normale senza ripensare a
quanto siano comodi questi cuscini, e i pasticcini (sebbene ipocalorici) in
vassoio vicino ad ogni sedile, e lo splendido schermo al plasma dal quale si
possono vedere praticamente infiniti canali… per non
parlare dell’autista, lontano, zitto e perfetto. Ma se la limousine è stato uno
schock, la casa non è da meno. Si tratta di un’enorme
villa color pesca, che si stende per ettari ed ettari di terreno circondata da
quello che, se non sapessi con certezza essere un giardino, definirei
probabilmente un parco nazionale. Non c’è una piscina: ce ne sono sette, divise
a seconda di forma, temperatura, e altezza dell’acqua. E poi: campi da tennis,
splendidi gazebo, fiori di ogni tonalità… Mi dispiace
solo di essere venuta qui oggi, con una così brutta giornata. La casa deve essere
ancora più bella con il sole. Uno strano omino dal fare servizievole ci apre la
portiera, e ci conduce in un ampio salone munito di tavolo lunghissimo da film,
sul quale campeggiano fette biscottate integrali, tè fumanti dagli strani
aromi, qualche rado pasticcino dall’aria poco invitante, e svariate tisane. Del
resto, ha tutto un’aria così elegante che non possiamo non esserne attratte, e
finiamo a mangiare allegramente sedute su delle deliziose poltroncine in pelle
nera, mentre ascoltiamo un altro dei soliti monologhi di Anya.
–Si, l’ho conosciuto l’altra sera. Vi dirò: sono
abituata a molto meglio, e devo confessare che, dopo essere uscita con Robbie,
ogni altro ragazzo…- Anya
cerca di inserire in ogni discorso il suo aneddoto preferito, nonché inverificabile,
dell’appuntamento che avrebbe avuto con Robbie Williams in occasione del suo
ultima concerto. Naturalmente è inverificabile perché nessuno di quelli a cui
lo racconta ha mai rivolto la parola a Robbie Williams, ma sono convinta che Liz, in passato, abbia tentato di inviare un e-mail al suo
sito ufficiale chiedendo proprio conferma della cosa. Inutile dire che non ha
mai ricevuto risposta. –Ma questo ragazzo è molto
strano: ha un qualcosa che affascina, e che mi ha portato a chiedergli di
uscire. Naturalmente mio padre è rimasto molto contento: sapete, lui è qui
perché il mio paparino gli ha offerto un posto come ricercatore in non so quale
dei suoi gruppi, su qualcosa che ha a che fare con il DNA….
Ma non è questo quello che conta. E’ alto, non esattamente atletico, con
capelli castani. Che sia proprio il suo essere così comune ad avermi attratto?
Ah! Dimenticavo il particolare più importante per voi: è italiano! Il suo
inglese, però, è ottimo. Certo, l’accento è evidente, ma prima di trasferirsi
qui credo abbia lavorato per qualche anno in america,
così…-
Sorseggio stancamente un po’ del mio tè senza sapore che vorrei tanto
usare per innaffiare una piantina. In realtà, ho sempre saputo che Anya sarebbe finita in moglie ad un medico. Del resto, con
un padre primario, ricco e facoltoso, c’era da aspettarselo. –E dove andrete di bello?- è Liz
ad intervenire, stavolta, forse solo per spezzare il monotono ripetersi di Anya – Non so, ma non vedo l’ora! Usciamo questa sera. Io
gli ho proposto un giro in Jet, per andare, che so…
a vedere il tramonto a Parigi o qualcosa
di simile. Ma non mi è sembrato tanto favorevole. Ha detto che ci pensava lui,
e che per una sera non dovevo pensare ai miei soldi. Così, mi aspetto che mi
porti in uno di quei ristorantini che hanno aperto adesso, magari a Covent garden… MI piacerebbe molto! Certo, Parigi sarebbe stata tutta
un’altra cosa, ma io non sono mai stata una persona di troppe pretese…- Al che, potrei anche sputarle in faccia tutto il
tè che sto bevendo e che mi va irrimediabilmente di traverso. Lei non è mai
stata una persona di troppe pretese? Ha lasciato il suo ultimo ragazzo alla
festa di natale perché lui, andato a prenderle qualcosa da bere, non aveva
capito che lei voleva il drink Rosa e non quello pesca. -Allora, Lily, tu l’hai
trovato un accompagnatore per il matrimonio o verrai sola soletta?- Il mio
sguardo la fulmina all’istante, ma purtroppo non posso inventare che ho trovato
un ragazzo quando non è affatto vero. –Ma, sai com’è, cara, ho sempre pensato che i matrimoni
siano perfetti per rimorchiare: i ragazzi sono ben vestiti, curati, e spesso
anche ubriachi, il che, a patto che non stiano male, è solo un vantaggio. Molto
meglio così che andare con lo stesso ragazzo e dover restare appiccicata a lui
per tutto il giorno, non trovi?- Un sorriso a trentadue denti conclude la mia
risposta ad effetto.
Mentre ci accompagna fuori, e questo richiede
parecchi minuti per attraversare diverse aree della casa, io e Liz tentiamo di registrare più immagini possibili nella
nostra mente, perché sappiamo che questa casa è stata arredata da uno dei più
famosi e bravi designer d’interni della nazione. Attraversiamo un magnifico
salone arredato con cinque colori diversi, tutti perfettamente coordinati l’uno
con l’altro, e due corridoi che sono grandi almeno quanto il nostro appartamento.
Passiamo anche davanti ad una grande porta in vetro oscurato, dalla quale
provengono voci confuse. Anya sembra ricordare
qualcosa, e si ferma, aprendo la porta e affacciandosi, impedendo però a noi la
vista.
-Pulcina
mia! Che gioia vederti, una volta tanto! Sei passata a trovare il tuo
paparino?- Lei ridacchia sommessamente,
e dalla posa tipica che assume capiamo immediatamente che dentro quella stanza
c’è il ragazzo di cui ha parlato per tutta la mattina. Come se scattasse una
molla in noi (maledetta curiosità!) ci avviciniamo un po’, senza però riuscire
a vedere niente. Tutto quello che riusciamo a captare è il saluto del probabile
futuro marito della nostra amica.
-Ciao, Anya, sono
passato per un consulto su un caso, ma spero di non infastidire tuo padre.-
Non so cosa succede dopo, perché sono
paralizzata dallo shock. Quella voce. Perché mai il nuovo pretendente di anya avrebbe dovuto seguirmi, nonché farsi pestare a sangue
(almeno credo che sia finita così), se neanche ci conosciamo?