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Autore: Writer96    29/09/2015    10 recensioni
James ha un dente scheggiato – il canino superiore sinistro – e nessuno sa perché.
E’ un segreto di Sirius e James – l’ennesimo – e loro ne ridono complici, lanciandosi sguardi di sottecchi ogni volta che lo sguardo di qualcuno indugia un po’ troppo sul dente imperfetto di James. A chi gli chiede perché non l’abbia fatto aggiustare – “In fondo, James, sarebbe bastato solo un colpo rapido di bacchetta” – lui risponde con un altro sorrisetto, stringendosi nelle spalle e scrollando la testa.
« E’ che ci sono affezionato » dice, e lancia un nuovo sguardo a Sirius, il naso arricciato in una smorfia complice, gli occhi che brillano sotto gli occhiali sporchi.
Primo vero tentativo di SnitchStar
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Sirius Black | Coppie: James Potter/Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Canino Superiore Sinistro
Dedicata a Roxar - anche se non sarà mai bella come una delle tue, ma ti avevo promesso che prima o poi ne avrei scritta una
 
James ha le dita lunghe, il sorriso storto, una spruzzata di lentiggini quasi invisibili sulla punta del naso.
James è pieno di ferite – sono minuscole, ma sono ovunque, anche nei posti più impensabili – e di cicatrici, di piccoli graffi che spiccano sulla sua pelle pallida e troppo sottile che ricorda quella di un bambino.
James ha gli occhi troppo grandi per la sua faccia e li nasconde dietro a occhiali da miope che li rimpiccioliscono un po’, equilibrando quel viso strano e sregolato che non segue nessuno dei canoni tradizionali eppure è bello lo stesso.
James ha un dente scheggiato – il canino superiore sinistro – e nessuno sa perché.

E’ un segreto di Sirius e James – l’ennesimo – e loro ne ridono complici, lanciandosi sguardi di sottecchi ogni volta che lo sguardo di qualcuno indugia un po’ troppo sul dente imperfetto di James. A chi gli chiede perché non l’abbia fatto aggiustare – “In fondo, James, sarebbe bastato solo un colpo rapido di bacchetta” – lui risponde con un altro sorrisetto, stringendosi nelle spalle e scrollando la testa.
« E’ che ci sono affezionato » dice, e lancia un nuovo sguardo a Sirius, il naso arricciato in una smorfia complice, gli occhi che brillano sotto gli occhiali sporchi.

Se lo ricordano entrambi, quell’agosto terribilmente piovoso e lontano da ogni concezione di estate che li aveva visti seduti a gambe incrociate sotto al portico di casa Potter dopo due settimane di lontananza.
Se lo ricordano entrambi, quello stralcio di conversazione che era seguito a “L’Africa è enorme e fa caldissimo e tutti ridevano dei miei occhiali” e a tutte le divertenti imitazioni della signora Potter pungolata dalle zanzare.
« E poi c’erano i rinoceronti – vedessi che bestie, Sirius! Enormi! – e la guida ci ha detto che quando caricano possono diventare mortali. Iniziano a correre e sono velocissimi e non si fermano davanti a niente e ti travolgono con quel corno appuntito che hanno sul muso e… »
Sirius si era alzato, si era spazzolato con una cura impensabile i pantaloni scuri e aveva sorriso, prima di unire le mani davanti alla fronte ed urlare “Fanno così, James?”
La sua corsa era finita in un groviglio di gambe, braccia, lembi di camicia strappati – di Sirius – e occhiali rotti – di James. La fronte di un Sirius tredicenne aveva cozzato con quella di James altrettanto giovane e per puro divertimento le sue labbra si erano posate con uno schiocco rumoroso su quelle dell’amico.
James all’epoca aveva gridato « Ma che cazzo fai? Mi hai pure rotto un dente, coglione! » e Sirius aveva riso, bofonchiando qualcosa sul non voler apparire troppo inesperto con le ragazze e sull’avere altri trentuno denti.

Quando succede di nuovo qualche anno dopo, quando il dente scheggiato è ancora lì e Sirius gioca ancora a fare il rinoceronte, James non grida, ma chiude gli occhi e lascia le labbra lì dove sono, una mano inerte a sfiorare il polso dell’amico, finito quasi per caso accanto ai suoi capelli.
Quando succede di nuovo, e poi di nuovo, e poi di nuovo, Sirius ci passa la lingua, su quel dente scheggiato, e ride, con la sua risata roca e impenetrabile, mentre la pelle di James si tende sotto le sue mani e si incaglia sotto le sue unghie lunghe, bagnandosi di un sangue superficiale e leggero.

Sirius lo sa bene che James è fatto così, che ha la pelle delicata, un dente spezzato e gli occhi troppo grandi.
Lo sanno le sue dita, che bacio dopo bacio hanno imparato a conoscere il profilo delle costole di James, sollevate nello sforzo di compensare i respiri sempre più rapidi, tese allo spasmo sotto quella pelle frangile che non può contenerle del tutto.
Lo sanno le sue labbra, che si incastrano in continuazione in quel dente scheggiato, soprattutto quando James ride – beffardo – e sussurra un irriverente “Adesso, Pad, facciamo finta che il cane sia io”, prima di morderlo e leccare via veloce il sangue che gli sgorga leggero dalla ferita.
Lo sanno i suoi occhi, che cercano quelli di James ogni volta che le lenzuola tornano immobili sotto il peso del sudore, ogni volta che il fruscio di una camicia fatta passare sulla pelle umida li riporta alla realtà.

Si guardano in silenzio dopo ogni bacio e poi James sorride, si passa la lingua sul dente scheggiato e borbotta « Spero di non insanguinare la camicia, Pad. Credo che dovresti tagliarti le unghie »
E’ come se seguissero un copione – la camicia, la battuta di James, Sirius che china la testa e poi passa un dito sul costato di James, lasciando una scia biancastra sulla sua pelle sottile, il bacio rude dato con violenza che blocca ogni protesta sul nascere, lo sguardo ironico lanciato da sopra la spalla un attimo prima che la porta del bagno si chiuda – e a Sirius piace quel loro copione sbagliato, nascosto e segreto, fatto di pomeriggi di noia all’interno di un dormitorio all’improvviso vuoto.

E’ come se seguissero un copione e a Sirius piace quando si appoggia con la schiena al muro e ha ancora sulla punta della lingua qualche goccia di sangue mista al sapore di James.




 
 
James ha le dita spalancate e tese, le labbra tese, una spruzzata di lentiggini che spiccano troppo sul naso esangue.
James è pieno di ferite minuscole ed ogni cicatrice, dalla più piccola alla più grande, sembra essere stata inghiottita dalla sua pelle tesa e bianca, così sottile che minaccia di rompersi sotto il peso di quella rigidità involontaria.
James ha gli occhi troppo grandi e troppo vuoti, ora che gli occhiali sono storti e non li nascondono più.
James ha un dente spezzato – il canino superiore sinistro – e nessuno saprà più perché.




 
Writ's Corner

Non so come mi sia venuta in mente.
O meglio, lo so, ma non so esattamente perchè io abbia deciso di pubblicarla così. E' la prima SnitchStar vera della mia vita ed è stato doloroso scriverla. Non sapevo come rendere i personaggi, non sapevo come muovermi con loro, non sapevo come dipingere certe scene.
Perciò le ho tratteggiate appena -come faccio di solito- e le ho accennate con poco di detto.
L'ultima scena è il solito 31 Ottobre '81, come immagino aveste capito.

 
   
 
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