Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Shayleene    29/09/2015    0 recensioni
Dopo la disgrazia che ha colpito la casata reale del regno di Meadow, tutto ció a cui Raxor puó pensare é la vendetta.
Non importa il suo passato da mercenario senza cuore pronto ad uccidere anche proprio conoscenti per denaro. Tutto ció che conta é distruggere definitamente lo stregone che ha causato la morte dell'unica persona che l'abbia mai accettato.
Ed é disposto a tutto per farlo.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Capitolo 15


-Maledetta strega!- gridò Raxor lanciandosi contro di lei, spada in pugno. Si sentì un suono metallico, e prima che riuscisse a colpirla venne respinto da un scudo invisibile. Il mercenario arretrò alcuni passi per il contraccolpo.
-Già, è così che ci chiamate voi miseri umani, ma la verità è che siete solo invidiosi delle nostre capacità!- sibilò Cerith, rivelandosi per ciò che era veramente. La finta principessa che tanti anni prima  aveva sedotto con l'inganno re Mantor diventando sua sposa si trasformò in una megera simile ad uno scheletro mummificato. La pelle diventò quasi trasparente mettendo in mostra le ossa, il volto incavato e pallido come la morte, mentre i capelli radi e bianchi ondeggiavano sospinti da un vento magico.
Sollevò di scatto le mani rachitiche, e prima che Raxor potesse rendersene conto venne investito da una raffica di lame taglienti. I suoi vestiti si lacerarono, mostrando tanti piccoli tagli superficiali comparsi su braccia e gambe.
-Temete chi è diverso da voi, e per questo vi arrogate il diritto di condannare persone la cui unica colpa è quella di aver ereditato poteri mai richiesti!- Per un attimo nei suoi occhi passò un lampo di dolore, sostituito immediatamente da pura follia. Cerith allargò le braccia inclinando la testa verso l'alto per evocare un altro incantesimo, e Raxor approfittò di quell'istante per lanciargli il pugnale. 
Ci fu un tintinnio, e l'arma cadde a terra senza aver colpito il suo obbiettivo.
"Come posso fare per superare quella dannata barriera?!" pensò Raxor in preda alla furia. Stava perdendo la calma con troppa rapidità, e con essa le sue capacità di ragionamento lucido.
-Povero sciocco, speravi davvero di riuscire ad uccidermi? Riesco a percepire le tue armi, e potrei prendere la tua vita con un semplice movimento della mano se lo desiderassi, ma non ce n'è bisogno.- La strega abbassò la testa, puntando poi l'indice destro verso il petto del mercenario. -Perchè tu sei già morto dentro.-
Raxor si scagliò nuovamente contro di lei, calando l'enorme spadone con tutta la forza che aveva. Si udì uno scricchiolio, e nell'aria comparvero delle crepe che divennero sempre più estese. Lo scudo magico che Cerith aveva eretto attorno a sè era finalmente crollato. -Ed ora taci per sempre!- Tentò numerosi affondi senza che però la sua arma sfiorasse il corpo della megera, che lo derideva con quel volto demoniaco.
Un istante prima si trovava in un punto, in quello dopo da tutt'altra parte. Sembrava essere ovunque e allo stesso tempo non esserci, quasi fosse solamente un fantasma. I colpi di Raxor andarono a vuoto uno dopo l'altro, mentre i muscoli delle braccia iniziavano a dolergli sempre di più.
Per un attimo la perse di vista, venendo colpito da una specie di sfera oscura alla schiena che lo fece crollare a terra in ginocchio. "No, non posso permetterle di uccidermi prima di aver assolto il mio compito! Per Talya, per il regno!"
La voce di Cerith, che non somigliava neppure vagamente a quella di prima, raggiunse le sue orecchie dal punto in cui si trovava, a pochi passi dal laghetto. -Sono curiosa. Come ci si sente a vivere con la colpa della morte dell'unica persona che ti aveva salvato la vita?- gli chiese, il volto contorto in un ghigno privo di pietà.
Fu solo un attimo di esitazione, ma fu sufficiente perchè la nebbiolina verde alle spalle di Raxor trovasse la strada per entrare dentro di lui. Il mercenario iniziò a gridare come un ossesso prendendosi la testa tra le mani.
Ricordi. Sensazioni. Voci.
Dolore. Sofferenza. Morti.
Si sentiva impazzire, la mente che non gli apparteneva più posseduta da esseri che gli rinfacciavano tutte le sue colpe.
"L'hai uccisa... l'hai abbandonata... che maestro sei?... ingrato..."
-Basta, basta!- urlò, talmente sovrastato da tutto quello che stava rivivendo da credere di scoppiare da un momento all'altro. Tutto si arrestò di colpo, lasciandolo con un senso di vuoto totale.
Sollevando lo sguardo vide la strega a pochi metri da lui che lo guardava comprensiva. -Hai dovuto patire tanto, vero?- Era di nuovo quella fanciulla nel pieno del suo splendore, vestita con un abito che esaltava le linee del suo corpo. -Se lo desideri posso porre fine al tuo dolore, basta solo che tu me lo chieda.-
Raxor avrebbe voluto urlarle che non sarebbe stato soddisfatto finchè non le avesse tolto la vita, ma subito dopo quel pensiero scomparve, rimpiazzato da un sentimento che conosceva bene. La colpevolezza. 
-Pensaci- continuò lei con voce soave, inclinando il capo verso destra. -Non dovresti più lottare giorno dopo giorno nel tentativo di dimenticare il tuo passato. Smetteresti di provare rimpianto.-
Un passo. Un'altro passo. Raxor si stava avvicinando sempre di più a lei. In un angolo remoto del suo essere sapeva che se avesse continuato così sarebbe stato perduto, ucciso o persino trasformato in un demonizzato. Tuttavia non poteva far altro che andare avanti, agognando la fine di tutto. La nebbia verdognola che aleggiava nei suoi occhi si riflettè nello sguardo materno della strega, la quale allargò le braccia per accoglierlo in un abbraccio mortale.
-Potrai finalmente ricongiungerti alla tua adorata Talya.- concluse la donna, mentre il mercenario percorreva gli ultimi passi che li separavano. Il sorriso di trionfo sul suo volto venne però presto distorto da un'espressione sorpresa e un grido disperato di dolore. Si portò le mani al cuore, dove il coltello seghettato appartenuto all'ultimo demonizzato che era stato ucciso da Cyron era conficcato in profondità.
Incontrò gli occhi di Raxor, liberi dall'incantesimo che lo aveva incatenato portandolo quasi alla morte. -Tu, maledetto...- gorgogliò la donna, stramazzando al suolo. Dalla ferita mortale sgorgò del sangue nero che corrose tutto ciò con cui venne a contatto. Il corpo venne scosso da convulsioni, e improvvisamente Raxor venne colpito da un'ulteriore raffica talmente forte da farlo cadere a terra. Percepiva sottilissime lame ferirlo agli arti, questa volta molto più in profondità. Il vento fischiava nelle sue orecchie confondendosi con gli strilli della megera nei suoi ultimi attimi di vita.
"Morirò qui con lei" pensò lapidario Raxor, rendendosi conto che se l'attacco magico non fosse finito in breve tempo sarebbe stato probabilmente tagliato a pezzi.
Cessò tutto in un attimo, e fu silenzio. Il mercenario si districò dalla posizione raggomitolata che aveva assunto per ripararsi, osservando i dintorni. Molte stalattiti si erano staccate dal soffitto distruggendosi per l'impatto col terreno disseminandoli di pezzi rocciosi, mentre l'acqua del laghetto sembrava agitata come un mare in tempesta. Davanti a lui, una voragine senza fondo era comparsa nel punto il cui si trovava il corpo di Cerith. 
Raxor cercò di alzarsi in piedi usando un'enorme pietra scura come sostegno per uscire dalla grotta. E in quel momento la vide.
Era bella come l'ultimo giorno in cui l'aveva vista. I suoi piedi delicati sfioravano il suolo senza però toccarlo, facendola aleggiare nell'aria. Nonostante indossasse degli abiti maschili come quelli che aveva sempre usato durante gli allenamenti, sembrava persino più elegante e luminosa di una sposa. E il suo viso... quegli occhi che avevano passato quasi metà della loro vita a studiarlo con attenzione per capirlo meglio erano ora pieni di orgoglio e comprensione. Lei ora sapeva, conosceva tutte le risposte che lui non aveva voluto darle per pura e semplice paura. Le sue labbra sottili si dischiusero in un sorriso, mentre si scostava con una mano un ricciolo ramato dal volto, la stessa mano che l'istante successivo gli sfiorò la guancia.
"Ti aspetterò."
Due parole, sussurrate forse nella sua mente, prima che la figura svanisse nel nulla come una nuvola di fumo dissipata dal vento.
"Ti aspetterò."
Due parole che per qualcuno non avrebbero significato più di tanto, ma che per Raxor rappresentavano tutto. Perdono. Comprensione. Fiducia. Orgoglio. Redenzione.
Non aveva vendicato soltanto lei, ma anche sè stesso. Milioni di persone ignare salvate da un destino orribile. Avrebbe potuto finalmente lasciarsi alle spalle il suo passato per rivolgersi al futuro, che d'ora in poi non sarebbe più stato intriso di sensi di colpa, ma della certezza del cambiamento che era avvenuto dentro di sè e che lo avrebbe reso un uomo migliore. Sapeva che c'erano ancora molte cose da affrontare, dalle guardie di Reghan ad un padre che avrebbe atteso invano il ritorno del figlio adottivo, eppure sentiva che ce l'avrebbe fatta. Talya lo avrebbe sempre protetto.
Fu solo allora che Raxor crollò in ginocchio, dando sfogo a tutte le lacrime e alle emozioni represse che non aveva mai avuto il coraggio di esternare.


 

Eh già, è così si è concluso tutto anche questa volta... sono piuttosto orgogliosa di questa storia, anche se so benissimo che devo ancora migliorare parecchio. Spero vi sia piaciuta, spero di essere in qualche modo riuscita a trasmettervi le emozioni del povero Raxor, e spero che non mi odierete a vita per aver ucciso Cyron xD

Se è stata di vostro gradimento sarei molto lieta se voleste lasciarmi un commento <3

A presto!

Shayleene_



   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Shayleene