Kankuro Sabaku sorrise, gli affari stavano procedendo alla grande da quando il giovane Nara si occupava delle consegne insieme ad Uzumaki. Quella mattina del 14 febbraio, il bar era stipato di ragazzette urlati dai 16 ai60 anni, era stata decisamente una buona idea mettere quei due dietro il bancone.

“Ci ha promossi barman!” sorrise Naruto a denti stretti mentre versava un martini ad una signora anziana che sembrava volesse mangiarlo con gli occhi.

“Non potevo aspirare a nulla di meglio.” Replicò Shikamaru mentre gentilmente si scioglieva dall’abbraccio soffocante di una ragazzina salita sul bancone.

“Senti sei riuscito a convincere quei due a fare lo spettacolo questa sera?” domandò all’improvviso il biondo.

“Certo. Non temere la tua Hinata avrà un compleanno indimenticabile.” Sospirò alzando gli occhi al cielo.

“Ehi il tuo telefono sta squillando. Ci penso io a queste assatanate vai a rispondere in magazzino.”

Nara lesse il nome sul display …

“Principe che vuoi?” domandò sarcastico, era veramente stufo dei fratelli di Temari.

“Non essere sgarbato. Dovresti ringraziarmi.” Replicò placido il rosso.

“Perché mai scusa?”

“Guarda che è tornata.” Disse solenne cercando di evitare di ridere.

“COSA?!” gridò il moro superando il chiasso delle clienti.

Calò un silenzio di tomba ed attesero che il giovane comparisse nuovamente, sembrava uno zombie.

“Tutto bene?” chiese Naruto.

“No. Cazzo, no! Quel demone torna senza dirmi nulla e mi vedrà fare da galoppino a suo fratello e vedrà il mio culo nudo sul palco… no Uzumaki non va bene!” sussurrò per evitare che altri potessero udirlo.

“Puoi dire che lo stai facendo per lei, no?”

“Nemmeno morto! Quella non merita le mie spiegazioni. Visto che nemmeno lei ha voluto ascoltarmi.”

“E’ ancora convinta che tu sia suo fratello?”

“Già. Quella cretina se ne è andata senza darmi tempo di spiegarle la situazione.” Borbottò incrociando le braccia.

Naruto gli diede un colpetto con il gomito, sorridendo a denti stretti ed indicando oltre la sua spalla.

Shikamaru sbiancò e si voltò lentamente, anche se il suo cuore pareva come impazzito non voleva e non poteva lasciarsi andare.

“Sei sempre così carino.”Ironizzò Temari sorridendo anche se le gambe avrebbero voluto cedere davanti a quei due occhi neri. Tentava in ogni modo di essere indifferente, ma era tremendamente difficile. Dopo tutto quel tempo di lontananza il desiderio per lui si era solo fatto sentire più impellente.

“Proprio te cercavo. Come ti è saltato in mente di dire una cosa simile al rettore?” replicò non sapendo che altro dire tanto era l’emozione che lo stava pervadendo.

“Non ci vediamo da mesi e questo è tutto quello che sai dirmi?” ringhiò lei.

“Scusa devo lavorare adesso.” Rispose servendo un caffè.

Temari scostò con violenza la cliente da un lato, facendo cadere anche altre cinque persone che attendevano la loro consumazione.

“BRUTTO RAGAZZETTO SPOCCHIOSO, COME OSI INGNORARMI!”

“E’ quello che avrei dovuto fare fin dal principio. Sono stufo di una donna con il cuore di ghiaccio come il tuo!”

 Temari lo colpi con un pugno sul viso, colto alla sprovvista il ragazzo barcollò e cadde all’indietro colpendo la vetrina dei liquori, alcune bottiglie si ruppero. Shikamaru ci mise qualche minuto a riprendersi.

“Donna o meno questa volta ti gonfio di botte!” scavalcò il bancone con un balzo, ma tutta la sua rabbia si dissolse davanti a quegli occhi chiari che tentavano di nascondere delle lacrime.

Proprio in quel momento giunse Kankuro attirato dalla confusione che si era creata al bar, non si accorse di sua sorella.

“Nara non è così che otterrai informazioni su Temari.”

Shikamaru lo afferrò per il bavero della camicia: “La mia pazienza è giunta al limite.Cretino voltati prima di parlare.”

Intanto Temari aveva ripreso il controllo di sé e lo guardava con aria confusa non capendo di che segreto condividessero i due e la cosa gli piaceva poco.

“Da quando sei tornata? Che piacere rivederti.” Aggiunse poco dopo che il moro lo aveva lasciato la presa.

“Cosa diavolo stai architettando?” chiese seria.

“Sono sicura che la cosa farà ridere anche te quando la saprai, ma non ora.” Replicò nervosamente schizzando via.

Naruto e Shikamaru fecero finta di nulla per evitare che la ragazza gli ponesse domande imbarazzanti.

La bionda tirò il Nara per la cravatta in modo che i loro visi fossero alla stessa altezza: “Non irritarmi più del dovuto. Se scopro che minacci in qualche modo la mia famiglia quello sarà il primo di una lunga serie di pugni.” Sussurrò a denti stretti mollando la cravatta.

All’improvviso si sentì circondare la vita con un braccio, il moro la strinse a sé, ora erano tremendamente vicini. Lei tentò di divincolarsi, ma sembrava che il suo corpo rifiutasse di obbedirle.

“Sai che il ghiaccio si  può anche sciogliere?” sussurrò al suo orecchio prima di lasciarla e tornare al suo lavoro.

Temari restò ferma come una statua di pietra a fissare un punto imprecisato del corpo del ragazzo che si allontanava. Perché diamine non l’aveva baciata come quella volta in camerino? Perché stuzzicava in quel modo i suoi sensi per poi farla andare in bianco?

“IDIOTA!” stizzita gli lanciò un porta stuzzicadenti che lo colpì proprio sulla testa.

Shikamaru su voltò facendole una linguaccia divertita: “I miei baci te li devi ancora meritare, Seccatura.”

La bionda sospirò tra sé: “tanto siamo fratelli,no?”