<
Lotty, ho come l’impressione che questa scena
l’abbiamo già vissuta >
<
Ma no? Sei seria? Non l’avrei mai pensato! >
Vi
state chiedendo che cosa sia accaduto? Bene, vi
accontento subito! Questa mattina la Mozzarella ci aveva svegliate
praticamente
all’alba, per poi caricarci su una carrozza insieme al Conte
dell’apatia, per
partire alla volta di Londra: i domestici della residenza, le uniche
persone
con un briciolo di vita all’interno di quella villa,
purtroppo, non sono
partiti con noi, e devo dire che un pochino mi sento in colpa per
questo, ma io
come caspiterina facevo a sapere che usare il lanciafiamme vicino alla
tende
era così pericoloso?!? Cioè, esistono anche i
tessuti infiammabili, comprateli
se avete un lanciafiamme in casa porca paletta! Evidentemente Ciel
oltre ad
essere depresso, ha anche il braccino corto a questo punto, non ho
altre
spiegazioni!
E
quindi eccoci qui, in viaggio per Londra da soli
con soltanto gli amici del cuore come compagni: yuppi….
Da
quando siamo partiti non è volata una mosca
all’interno della vettura: Ciel ha iniziato a fissare un
punto imprecisato
fuori dal finestrino senza spiccicare parola, Wendy ha tirato fuori da
subito
il suo pony rosa, partendo seduta stante per il magico mondo dei panda
corni, ed
io….mi
annoio! Ecco!
Provai
a guardare fuori dal finestrino, aspettandomi
come minimo di vedere un’immensa torta di cioccolato fuso
fluttuante, con sopra
Phipps che mi invitava a mangiarla… (la mia salivazione
è improvvisamente
aumentata), vista l’attenzione con cui Ciel stava osservando
l’orizzonte, e
invece mi trovo davanti lo stesso noioso paesaggio di tre ore fa, con
la stessa
nebbiolina, gli stessi alberi mezzi spogli….BAH!
<
Mi spieghi cosa ci trovi di così interessante?
> chiesi scocciata a Ciel, il quale si accorse finalmente che in
carrozza
c’ero pure io, e non solo un’undicenne in piena
estasi post unicorniana.
<
Niente di particolare e che ti possa
interessare > borbottò di risposta, per poi tornare a
fissare il nulla.
<
Hey sei capace di continuare una conversazione
con qualcuno per più di trenta secondi? > mamma mia
iniziava ad
innervosirmi: una persona prova ad essere gentile e questo è
il ringraziamento!
<
Certamente – disse con un leggero ghigno sul
viso – se quel qualcuno non è una persona
irritante, irascibile e arrogante
come una certa ragazza davanti a me >
<
Brutto tappetto… > stavo per alzarmi e
andare a strozzarlo, se solo Wendy non mi avesse arpionato per la gonna
sussurrandomi di calmarmi e contare fino a dieci, mentre il tappo se la
rideva
osservando la scena. Maledetta Wendy e il sangue hippy che scorre nelle
sue
vene…
<
Wendy ha più senno di te cara Charlotte; non te
la prendere, ma se pensi davvero di potermi solo sfiorare con un dito sei solo una povera illusa
> mi provocò
osservandomi con quella sua stupida aria saccente.
<
E no è, dillo che vuoi una morte lenta e
dolorosa tappo! Posso accontentarti subito! > risposi, ma con
una persona
vestita di fucsia arpionata alla mia vita non sarei mai riuscita ad
essere
convincente.. tante grazie cara “amica mia”.
<
Ciel ti consiglio di non provocarla ancora per
molto se ci tieni alla tua integrità fisica: il mio
è un consiglio, te lo posso
assicurare! > esclamò Wendy calmissima, mentre il
Conte continuava a
sogghignare vedendomi in difficoltà di movimento. Ah aspetta
solo che riesca a
liberarmi e vedi come ti concio: avrai bisogno di un buon chirurgo
plastico per
poterti riconoscere allo specchio, stanne certo!
Ci
guardammo sott’occhi per tutto il resto del
viaggio, e Wendy in tutto quel lasso di tempo non si staccò
di un centimetro
dalla mia vita,
finche la carrozza non
arrivò a destinazione, e la cara Mozzarella ci
aprì la porta. Io mi fiondai
direttamente giù dalla vettura, onde evitare di commettere
omicidi e finire in
galera, di nuovo, trascinandomi dietro la mia compagna: < Guarda
che mi puoi
benissimo mollare, sta tranquilla che non lo strozzo! >
<
Vorrei Lotty, ma i miei muscoli si sono
leggermente intorpiditi >
Aaaah
santa Lotty dovrebbero farmi! Con poca
delicatezza presi le braccia di Wendy, e con uno strattone le staccai
da me,
facendola gemere leggermente, per poi raggiungere la porta aspettando
che la
Mozzarella l’aprisse. Intanto il tappo si
avvicinò: < Come mai tanta fretta?
Sbaglio o non dovevi strozzarmi? > mi sussurrò
all’orecchio, e la vena
omicida raggiunse i livelli d’allerta.
<
Se potessi… > sibilai, ma mi trattenni visto
che la Mozzarella ci aveva raggiunti insieme a Wendy, onde evitare un
altro
appoliparsi della ragazza alla mia povera vita, e le ramanzine del
maggiordomo
sul fatto che “ Una lady deve essere sempre carina e gentile
nei confronti del
suo cavaliere gnegne, gnegne, gnegne “, ottenendo solo
un’espressione
vittoriosa sul volto di Ciel.
Appena
Sebastian aprì la porta, dei rumori
arrivarono alle nostre orecchie: eheheheh se ora ci troviamo i ladri in
casa
godo!
<
Sebastian, la villa dovrebbe essere vuota
giusto? > chiese Ciel, alla cui espressione vittoriosa si era
sostituito uno
sguardo confuso, che rivolse verso il suo maggiordomo.
<
Beh penso che qualcuno sentiva una certa
mancanza nei vostri confronti…. > rispose con un
sorrisino di rimando:
ovviamente lui aveva già capito chi erano gli intrusi, che
domande, sennò non
sarebbe Sebastian, gente!
Senza
fiatare, salimmo tutti al piano di sopra, e ci
dirigemmo verso la stanza da cui provenivano i rumori molesti; non
appena
aprimmo la porta, ci trovammo davanti una scena molto buffa: una donna
vestita
completamente di rosso, assieme ad un ragazzo dai lunghi capelli
castani e ad
un cinese, stava rovistando nei vari armadietti, creando
così un disordine
nella stanza che batteva di gran lunga quello della nostra camera in
orfanotrofio (per darvi l’idea: una volta un mio amico aveva
bisogno di un
libro, e io gli dissi di andare a prendere il mio in camera; da quel
pomeriggio
i vari inservienti dell’orfanotrofio stanno ancora tentando
di ritrovare il mio
compagno e il libro, invano. Non abbiamo più avuto sue
notizie povera stella!).
<
Ma… che cosa sta succedendo qui dentro?!? >
urlò Ciel leggermente alterato, attirando
l’attenzione dei tre individui. La
donna alzò il viso verso il Conte, per poi avvicinarsi
stritolandolo in un
abbraccio stile Wendy.
<
Aaaaaaaah ciao nipotino caro! Sono così
contenta di vederti! Oh vedo che hai portato con te Wendy e Charlotte!
E anche
il caro Sebastian…. > disse rivolgendo uno sguardo
poco casto verso la
Mozzarella, che per tutta risposta rabbrividì vistosamente.
<
Madame Red! Lasciami andare subito! >
La
donna si ricordò improvvisamente di Ciel, che era
in evidente carenza di ossigeno causa stritolamento, e lo
lasciò andare
chiedendo scusa. Peccato: la scena era esilarante e mi stavo divertendo
non
poco. Se vi state chiedendo chi è la misteriosa signora, vi
accontento subito:
Madame Red è la zia di Ciel, cosa secondo me assurda visto
che lei è un totale
spasso mentre lui neanche un po’, e, da quanto ho capito,
è l’unica parente
rimasta in vita del tappetto. Un po’ di tempo fa era venuta a
trovarlo, e ci aveva
conosciuto prendendoci subito in simpatia, e devo dire che almeno dalla
mia
parte la cosa era reciproca, ma credo anche per Wendy visto che fa
fatica ad
odiare persino gli insetti. A mio avviso aveva una cotta per Sebastian,
ma la
mia amica mi ha abbattuto subito le convinzioni, sostenendo che
è solo
apparenza “ siccome non sprizza cuoricini ogni volta che lo
vede “. Vabbè ci
può stare dai.
Insieme
a lei c’era il suo maggiordomo Grell, anche
lui a mio parere parente alla lontana della cara Wendy, oppure cliente
del
pusher di fiducia, e Lau il cinesino, di cui ancora fatico a capire il
lavoro,
ma queste sono quisquiglie, l’importante è che sia
simpatico e non affetto
dalla Ciellite Acuta, poi per me poteva pure spacciare droga nei
latifondi di
Londra!
<
Bene, visto che abbiamo ospiti preparo una
tazza di te per tutti > disse la Mozzarella, per poi ritirarsi
in cucina:
tutti i presenti, intanto, si accomodarono nel salotto, e per ingannare
l’attesa iniziarono a chiacchierare del più e del
meno: solo Wendy ed io non
eravamo minimamente interessate ai loro discorsi, e così
partì il nostro quarto
d’ora di noia pura mista a sonno, mista a frasette senza
senso sui pandaconi.
l’unico momento abbastanza esilarante fu quando Madame Red
sgridò il suo
maggiordomo: povero, mi faceva tanta pena, secondo me un giorno o
l’altro si
vendicherà. O almeno è quello che farei io.
<
Allora signorine, come va il vostro soggiorno a
casa del mio adorato nipotino? > la dama si rivolse a noi con un
sorriso
raggiante, e Wendy si sciolse sul posto.
<
Insomma: ci hanno appioppato come schiavista
Sebastian, che secondo me si diverte un mondo a torturarci e provocare
la mia
pazienza, inoltre il suo “ nipotino “ è
davvero uno scassa…mmmh! > la mia
amica, che era stata per tutto il tempo buona buona nel suo angolino a
sciogliersi, all’improvviso si alzò in piedi
tappandomi la bocca con la mano,
impedendomi di esprimere tutto il mio odio verso il diretto
interessato, che in
reazione alla mia mezza frase spalancò gli occhi
fulminandomi con lo sguardo.
<
Lotty voleva dire che Ciel è davvero molto
gentile con noi, e che…ehmm…adora i panda corni e
ha un peluche di unicorno nel
letto! >
Tutti
i presenti ammutolirono, tranne il caro Conte,
che assunse la colorazione di un pomodoro, e Sebastian, il quale,
appena
rientrato con il te, doveva aver sentito un pezzo della conversazione
visto i
sorrisini soffocati che emanava.
Lentamente
levai la mano di Wendy dalla mia bocca:
< Si, l’ultima frase potevi pure risparmiartela, ma mi
hai reso un punto a
favore > sussurrai alle sue orecchie, anche se lei ovviamente
non capì di
cosa stessi parlando.
<
Voi….. giuro che me la pagherete! > Ciel era
a dir poco incazzato come una biscia, e ci fulminò con lo
sguardo, mentre la Mozzarella
continuava a ridere sommessamente.
<
In contanti o preferisci un assegno >
sibilai alzandomi in piedi e avvicinando il mio viso al suo, senza
staccare le
pupille dal suo occhio, e lui fece altrettanto con me, ma ad un tratto
Madame
Red si mise in mezzo, facendoci risedere tutti e due ai nostri posti.
<
Bene, direi che possiamo cambiare argomento!
Come mai Ciel caro hai deciso di venire a Londra? > chiese con
un sorriso, e
il discorso deviò sui vari avvenimenti mondani accaduti in
città negli ultimi
tempi, praticamente la noia pura, e infatti la mia intenzione era di
mollare
tutti e andare in camera mia, quando le cose raggiunsero una piega
interessante:
<
Conte Phantomhive, vi sarà di sicuro giunta
voce dei vari omicidi avvenuti nei bassifondi di Londra: prostitute
uccise con
pugnalate precise, quasi millimetriche, in modo da provocare una morte
lenta e
dolorosa. Il misterioso assassino infatti si è
già guadagnato il soprannome di
“ Jack lo Squartatore “ > esclamò
Lau rivolgendosi a Ciel, il quale rimase
impassibile, come se gli avessero appena detto “ Ho comprato
una torta ne vuoi
un pò? “
Di
fianco a me, Wendy sbiancò di colpo mandando un
gridolino sommesso:
<
Signori! Vi siete dimenticati che ci sono due
damigelle in questa stanza? – disse Madame Red, rimproverando
i presenti, per
poi rivolgersi a noi – Lotty, Wendy, potete ritirarvi nelle
vostre camere? Vi
accompagnerà Sebastian >
Uffa
proprio ora che il discorso si stava facendo
interessante! Ma non potevo rischiare che la mente innocente di Wendy
venisse
turbata da cotanta violenza, per cui non replicai e mi diressi verso la
Mozzarella, seguita a ruota dalla mia amica.
<
Sebastian stanotte dormi in camera con noi?
Vero? Vero? > Wendy si appolipò alla vita del
maggiordomo,sfoggiando i suoi
migliori occhi da Bambi in piena crisi depressiva, ed io sospirai
rumorosamente.
<
Milady credo proprio che non abbiate nulla da
temere: sarete al sicuro in camera vostra, e nessuno tenterà
di farvi del male
> disse la Mozzarella mostrando uno dei suoi sorrisi migliori,
ma Wendy non
sembrava molto tranquilla, per cui decisi di intervenire io:
<
Non ti preoccupare! Mio zio mi diceva sempre
che i serial killer non mirano alle persone pucciose e buone come te,
perché
non riescono proprio a sopportarle, creano una sorta di cortocircuito
con la
loro indole malvagia! Per cui stai tranquilla che sei al sicuro!
> dissi
dandole una pacca sulla spalla di incoraggiamento.
<
E lei come fa a sapere queste cose? Suo zio è
un poliziotto per caso? > chiese Sebastian squadrandomi con i
suoi occhi
rossi rossi.
<
Mio zio un poliziotto? Ma va, era un serial
killer! Ora è in galera e deve scontare ancora parecchi
anni! Fortuna che è
capitato in cella con mio cugino Robert. Beh lui non era un serial
killer, ma
una persona onesta: infatti ha sempre ucciso su commissione! >
risposi
angelicamente, per poi osservare la mia amica: strano credevo di averla
rassicurata con le mie parole, invece mi stava osservando impalata come
un
baccalà seminascosta dietro al maggiordomo, il quale
borbottava a bassa voce parole
del tipo “ In tutti gli anni della mia lunga
vita non ho mai incontrato nessuno di più strano “.
Mamma
mia che persone suscettibili!
Il
giorno dopo scesi di buon ora per la colazione
assieme a Wendy che non aveva chiuso occhio tutta la notte; infatti,
dopo che
Sebastian ci aveva mollate nelle nostre camere, la mia amica era corsa
subito
nella mia stanza implorandomi di dormire con lei, e così ho
dovuto dividere il
mio letto controvoglia, con Wendy, procurandomi anche un leggero mal di
schiena
causa posizioni scomodissime che ho dovuto assumere per evitare di
cadere dal
materasso.
Adesso
siamo tutti seduti al tavolo della colazione:
la Mozzarella stava servendo il te a Ciel, il quale ci aveva rivolto
solo un
leggero saluto (cafone), mentre Madame Red stava rimproverando per la
seicentocinquantatreesima volta il povero Grell, mentre Lau rideva
osservando
la scena.
Tutto
nella norma allora, posso stare tranquilla.
<
Charlotte, Wendy, oggi noi saremo via per tutto
il giorno: voi rimarrete a casa con Grell, quindi mi raccomando, niente
esplosioni, allagamenti e cose del genere, chiaro? >
esclamò Ciel
rivolgendosi verso di noi; ah quindi avevano intenzione di mollarci qui
da
sole? Mo’ce penso io!
<
Perché non possiamo venire con voi? Chi siamo,
le figlie di nessuno? > risposi seccata, mentre Madame Red
sussurrò qualcosa
all’orecchio di Lau, il quale iniziò a ridere
ancora più forte.
<
Il posto in cui stiamo andando non è adatto a
delle bambine come voi! >
<
Guarda che anche tu sei un bambino, genio! E
abbiamo pure la stessa età per cui inventati qualcosa di
meglio la prossima
volta! > dissi, per poi afferrare il mio cappello che ieri sera
avevo
abbandonato sul divano, per indossarmelo. Wendy , che era stata in
silenzio
tutto il tempo, mi chiamò debolmente, dicendomi che lei non
sarebbe venuta con
noi, poiché aveva ancora molto sonno a causa della notte
passata in bianco, e
quindi sarebbe tornata a letto. In effetti non aveva una bella cera, e
durante
la colazione si era pure addormentata finendo con la faccia dentro la
tazza del
latte, per cui quella mi sembrò la soluzione migliore;
intanto c’era Grell a
farle da baby sitter.
Così
lasciata la mia amica a casa, salimmo sulla
carrozza e partimmo alla volta dei sobborghi di Londra: il viaggio fu
abbastanza calmo, Ciel mi aveva solo gridato dietro per
centoventicinque volte
che mi avrebbe rispedito indietro, mentre io ringhiai contro di lui per
ben
duecentoquindici volte! Solo ad un certo punto stavamo venendo alle
mani, ma
Madame Red ci bloccò assieme a Lau (per la cronaca: quei due
si stavano
divertendo un mondo a sentirci litigare, infatti non avevano smesso per
un
secondo di ridere).
Finalmente
arrivammo a destinazione: davanti a noi
si ergeva un edificio abbastanza malridotto, con le vetrate oscurate, e
una
grande insegna che doveva avere più anni dei miei e di
quelli di Wendy messi
assieme, visto quanto fosse scrausa, e su di essa c’era
riportata la scritta “
Undertaker “.
<
Che è stammerda? > chiesi indicando
l’edificio, e in meno di una frazione di secondo, Sebastian
si ergeva alle mie
spalle in tutta la sua incazzatura, avvolto in una nube di
oscurità, con un
sinistro sorrisino sulle labbra, ringhiando: < Il linguaggio
Charlotte:
niente termini volgari >
<
Sebastian lasciala stare, non abbiamo tempo per
queste cose > disse Ciel, per poi entrare dentro al negozio,
seguito a ruota
dalla Mozzarella e Lau.
<
Sai, tu e Wendy siete le prime che riescono a
far perdere la calma a Sebastian, e a tener testa al mio nipotino
contemporaneamente: vi adoro! > sussurrò Madame Red
al mio orecchio, per poi
seguire gli altri dentro all’edificio: mah non ho parole.
Entrai
anche io, e una volta oltrepassata la porta,
capii di trovarmi in un negozio di pompe funebri; ok, il cartello fuori
avrebbe
dovuto darmi qualche indizio, ma ero troppo impegnata a premeditare
l’omicidio
di Ciel per potermene accorgere. Molte bare disposte in modi differenti
occupavano la stanza, mentre vari contenitori riempivano le mensole e
le credenze
impolverate. Non volava una mosca, e il negozio sembrava vuoto. Bene,
ho
sprecato una mattinata della mia preziosissima vita.
<
Undertaker, so che sei qui: sono Ciel
Phantomhive! >
<
Tappo è inutile che gridi: non ti sei accorto
che qui non… >
<
Ihihihihihih benvenuti cari ospiti! >
Una
risatina aleggiò nella stanza, e da una bara
spuntò uno strano tizio vestito di nero, il quale, molto probabilmente, aveva
litigato con il
suo parrucchiere visto la lunga massa di capelli argentati che aveva in
testa.
No seriamente: come faceva a vedere dove andava?!? Io sarei caduta in
un
tombino quasi subito!
<
Ihihihih Conte, non vuole provare la mia nuova
e confortevole bara? >
Ciel
rabbrividì un poco, e stava per ribattere se io
non mi fossi intromessa gridando un “ Certo che si, anzi ti
aiuto a chiudercelo
dentro “ che mi costò una gomitata da parte del
diretto interessato e le risate
dei presenti, soprattutto quelli dello strambo tipo, che
iniziò a rotolarsi sul
bancone scosso da dei forti tremiti.
<
La vuoi piantare? Mi sei solo di intralcio lo
capisci o no? >
<
Oh andiamo, stavo solo sdrammatizzando, che
male c’è? > esclamai incrociando le
braccia, pronta al contrattacco, ma
Undertaker ci interruppe sventolando la manina nella nostra direzione,
mentre
tentava di riprendere fiato dopo la lunga risata fatta.
<
Basta, vi prego.. ihihihih … non ce la faccio,
siete troppo buffi mentre litigate… ihihihih… e
poi la vostra espressione…
muahahahahahah! > non riuscì a finire la frase, e
cadde dietro il bancone
scomparendo dalla nostra vista; solo le sue risatine riecheggiavano per
tutto
il negozio, creando un effetto molto “ Casa degli orrori
“.
< Credo
che oggi non dovremo pagare per le informazioni riservate, vero
padroncino?
> disse la Mozzarella rivolgendosi al tappo:
<
Beh almeno siamo giunti ad un risultato, no?
> chiese sprezzante, ottenendo come risposta un sorrisino da
parte del
maggiordomo. Qui c’è qualquadra che non cosa, ci
scommetto Madame Butterfly di
Wendy, tanto lei non c’è.
<
Mi sa che il maggiordomo ha ragione stavolta,
ihihihihih. Uno spettacolo del genere non lo si vede ogni giorno tanto
facilmente! > il becchino era riemerso da dietro il bancone, da
dove ci
osservava con uno strano ghigno in viso, mentre il suo corpo era ancora
scosso
da degli spasmi.
Ci
volle un po’ per farlo ricomporre, dopodiché ci
fece accomodare su delle bare, il massimo dell’eleganza
signori, e iniziò una
lunga e noiosissima conversazione, di nuovo, sulla tecnica utilizzata
dal caro
Jack per squartare le sue vittime: vi dico solo che dopo dieci minuti
la mia
concentrazione era andata a farsi benedire, così mi alzai e
decisi di uscire a
fare due passi, onde evitare di collassare sul posto per la troppa noia.
<
Dove stai andando? > mamma mia, il tappo è
peggio di un segugio: non faccio in tempo a muovermi che già
rizza le orecchie.
<
Vado a fare due passi, problemi? >
<
Sebastian valle dietro >
<
Guarda che non ho bisogno di un bodyguard, a
differenza di qualcuno in questa stanza, di cui non faccio il nome
perché sono
educata >
<
Peccato che poi dai fuoco a delle tende, senza
un bodyguard che ti tenga al guinzaglio! >
Ah
no è, questo non doveva dirlo!
<
Bene, vediamo allora quanto resisti in una
rissa senza la Mozzarella! >
<
Fatti sotto! >
Ci
lanciammo l’uno contro l’altro, ma non riuscimmo
nemmeno a sfiorarci perché Ciel fu trattenuto da Sebastian,
mentre Madame Red
placcò la sottoscritta, mentre Lau si guardava in giro
chiedendo timidamente
chi era la Mozzarella. Pfff, non ci voleva un genio per capirlo!
<
Mollami Sebastian, voglio romperle il bastone
in testa! > gridò il Conte mentre si dimenava
tentando inutilmente di
liberarsi dalla presa ferrea del maggiordomo, il quale non ne aveva
nemmeno per
l’anticamera del cervello di lasciarlo andare.
<
Padroncino, mi sorprende: un nobile non
dovrebbe mai perdere la calma davanti alle difficoltà!
>
Disse
con tono calmo, ottenendo come risposta un
grugnito da parte di entrambi.
<
Chi sarebbe la difficoltà? Rimangiati subito
ciò che hai detto se non vuoi svegliarti una mattina e
trovarti rapato a zero!
> esclamai, mentre Madame Red continuava a tenermi stretta,
mentre tentava
con tutta le sue forze mentali di soffocare le risate davanti a quella
scena
improbabile; l’unico che non si preoccupava e si stava
divertendo come se non
ci fosse un domani, a parte Sebastian, la cui gamma di espressioni
facciali
adibite alle emozioni era pari a zero meno, era Undertaker, che si
stava letteralmente
rotolando per terra, tentando con tutto se stesso di continuare a
respirare.
Dopo
esserci ricompattati, ritornammo alla carrozza
per tornare a casa, visto che tra risate, insulti e minacce si era
fatto
pomeriggio inoltrato: Ciel ed io eravamo seduti il più
lontano possibile, per
evitare che ci picchiassimo, mentre la Mozzarella ci aveva mollati
tutti per
andare a interrogare non ho capito chi. In quelle settimane avevo
capito che,
se avevi un problema o dovevi fare qualcosa, chiama Sebastian e il
problema
sarà presto risolto. Taratattatara tarattatatara!
Finalmente
scorsi dal finestrino la residenza: non
vedevo l’ora di fiondarmi a fare un bel bagno e di mangiare
qualcosa di
straunto con crema pasticcera di contorno. Salivazione in netto aumento.
<
Finalmente a casa, spero che Grell abbia preparato
almeno il tè > sospirò Madame Red mentre
scendevamo dalla vettura,
ovviamente mantenendo sempre la più grande distanza
possibile tra me e il
Conte.
Non
appena entrammo in casa però, ammutolimmo
all’istante:
le stanze erano completamente distrutte, e tutto era messo a soqquadro;
alcune
finestre erano state completamente sfondate, e in tutta la casa
aleggiava una
puzza di bruciato nauseante. Al centro dell’atrio, Sebastian
stava tentando di
rianimare Grell, che era ko steso a terra, mentre brandiva ancora tra
le mani
un mattarello. Ok, punto uno come fa la Mozzarella ad essere
già arrivato a
casa, punto due: ma che cavolo è successo qui?!?
<
La mia casa… > sussurrò Ciel in pieno
shock,
mentre Lau espresse ad alta voce i miei dubbi.
<
Non so cosa sia accaduto: quando sono arrivato
era già tutto sottosopra e lui era già svenuto a
terra > rispose Sebastian
indicando Grell, il quale si stava lentamente riprendendo; Madame Red,
evidentemente stanca di tutta quella confusione, prese il suo
maggiordomo per
la collottola iniziando a shekerarlo con tutto il vigore possibile ed
inimmaginabile: < Che hai combinato Grell?
Cos’è tutta questa confusione?
> gli gridò in faccia, facendolo svegliare del tutto.
<
Ah basta, non mi picchi signorina! > rispose
il maggiordomo, nascondendosi tremante dietro a Sebastian: un dubbio
stava
lentamente prendendo forma nella mia testa, e se avevo ragione, eravamo
davvero
nella merda.
<
Grell – sussurrai – dov’è
Wendy? >
Al
sentire il nome della mia amica, il ragazzo
sbiancò di colpo.
<
La signorina…è sparita… è
stata lei a
distruggere il palazzo > disse, confermando i miei sospetti.
ANGOLO
DELLA PAZZA
Buonsalve
popolo! Sono ritornata, anche se da oggi
aggiornerò molto più di rado, a causa
dell’Università, ma non vi preoccupate: non
abbandonerò questa storia!
Voglio
ringraziare mioneperdraco e Fujiko_Matsui97
per le loro recensioni, e Percabeth7897 per aver inserito la storia tra
le
preferite. Vi adoro ragazze! Vorrei ringraziare, come sempre, anche
tutti i
lettori fantasmini, che almeno per un secondo hanno speso del tempo a
leggere
questa storia! J
Bene,
spero di non perdervi, e di risentirvi al
prossimo capitolo! <3
Baci!
Cheshirecat96