Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Cheshirecat96    30/09/2015    3 recensioni
Cosa succederebbe se a Villa Phantomhive arrivassero dei bambini, e Ciel e Sebastian dovessero occuparsi di loro? Come avrebbero affrontato le loro avventure? Ecco a voi come sarebbe andato Kuroshitsuji, vissuto e raccontato da due piccole pesti che daranno pan per focaccia ai nostri protagonisti!
AVVERTENZE SPOILER: cercherò, anche se sarà dura, di seguire gli avvenimenti del manga, per cui chi non lo avesse letto e non vuole rovinarsi la suspense è messo in guardia!
Genere: Avventura, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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< Lotty, ho come l’impressione che questa scena l’abbiamo già vissuta >

< Ma no? Sei seria? Non l’avrei mai pensato! >

Vi state chiedendo che cosa sia accaduto? Bene, vi accontento subito! Questa mattina la Mozzarella ci aveva svegliate praticamente all’alba, per poi caricarci su una carrozza insieme al Conte dell’apatia, per partire alla volta di Londra: i domestici della residenza, le uniche persone con un briciolo di vita all’interno di quella villa, purtroppo, non sono partiti con noi, e devo dire che un pochino mi sento in colpa per questo, ma io come caspiterina facevo a sapere che usare il lanciafiamme vicino alla tende era così pericoloso?!? Cioè, esistono anche i tessuti infiammabili, comprateli se avete un lanciafiamme in casa porca paletta! Evidentemente Ciel oltre ad essere depresso, ha anche il braccino corto a questo punto, non ho altre spiegazioni!

E quindi eccoci qui, in viaggio per Londra da soli con soltanto gli amici del cuore come compagni: yuppi….

Da quando siamo partiti non è volata una mosca all’interno della vettura: Ciel ha iniziato a fissare un punto imprecisato fuori dal finestrino senza spiccicare parola, Wendy ha tirato fuori da subito il suo pony rosa, partendo seduta stante per il magico mondo dei panda corni, ed  io….mi annoio! Ecco!

Provai a guardare fuori dal finestrino, aspettandomi come minimo di vedere un’immensa torta di cioccolato fuso fluttuante, con sopra Phipps che mi invitava a mangiarla… (la mia salivazione è improvvisamente aumentata), vista l’attenzione con cui Ciel stava osservando l’orizzonte, e invece mi trovo davanti lo stesso noioso paesaggio di tre ore fa, con la stessa nebbiolina, gli stessi alberi mezzi spogli….BAH!

< Mi spieghi cosa ci trovi di così interessante? > chiesi scocciata a Ciel, il quale si accorse finalmente che in carrozza c’ero pure io, e non solo un’undicenne in piena estasi post unicorniana.

< Niente di particolare e che ti possa interessare > borbottò di risposta, per poi tornare a fissare il nulla.

< Hey sei capace di continuare una conversazione con qualcuno per più di trenta secondi? > mamma mia iniziava ad innervosirmi: una persona prova ad essere gentile e questo è il ringraziamento!

< Certamente – disse con un leggero ghigno sul viso – se quel qualcuno non è una persona irritante, irascibile e arrogante come una certa ragazza davanti a me >

< Brutto tappetto… > stavo per alzarmi e andare a strozzarlo, se solo Wendy non mi avesse arpionato per la gonna sussurrandomi di calmarmi e contare fino a dieci, mentre il tappo se la rideva osservando la scena. Maledetta Wendy e il sangue hippy che scorre nelle sue vene…

< Wendy ha più senno di te cara Charlotte; non te la prendere, ma se pensi davvero di potermi solo sfiorare con un dito  sei solo una povera illusa > mi provocò osservandomi con quella sua stupida aria saccente.

< E no è, dillo che vuoi una morte lenta e dolorosa tappo! Posso accontentarti subito! > risposi, ma con una persona vestita di fucsia arpionata alla mia vita non sarei mai riuscita ad essere convincente.. tante grazie cara “amica mia”.

< Ciel ti consiglio di non provocarla ancora per molto se ci tieni alla tua integrità fisica: il mio è un consiglio, te lo posso assicurare! > esclamò Wendy calmissima, mentre il Conte continuava a sogghignare vedendomi in difficoltà di movimento. Ah aspetta solo che riesca a liberarmi e vedi come ti concio: avrai bisogno di un buon chirurgo plastico per poterti riconoscere allo specchio, stanne certo!

Ci guardammo sott’occhi per tutto il resto del viaggio, e Wendy in tutto quel lasso di tempo non si staccò di un centimetro dalla  mia vita, finche la carrozza non arrivò a destinazione, e la cara Mozzarella ci aprì la porta. Io mi fiondai direttamente giù dalla vettura, onde evitare di commettere omicidi e finire in galera, di nuovo, trascinandomi dietro la mia compagna: < Guarda che mi puoi benissimo mollare, sta tranquilla che non lo strozzo! >

< Vorrei Lotty, ma i miei muscoli si sono leggermente intorpiditi >

Aaaah santa Lotty dovrebbero farmi! Con poca delicatezza presi le braccia di Wendy, e con uno strattone le staccai da me, facendola gemere leggermente, per poi raggiungere la porta aspettando che la Mozzarella l’aprisse. Intanto il tappo si avvicinò: < Come mai tanta fretta? Sbaglio o non dovevi strozzarmi? > mi sussurrò all’orecchio, e la vena omicida raggiunse i livelli d’allerta.

< Se potessi… > sibilai, ma mi trattenni visto che la Mozzarella ci aveva raggiunti insieme a Wendy, onde evitare un altro appoliparsi della ragazza alla mia povera vita, e le ramanzine del maggiordomo sul fatto che “ Una lady deve essere sempre carina e gentile nei confronti del suo cavaliere gnegne, gnegne, gnegne “, ottenendo solo un’espressione vittoriosa sul volto di Ciel.

Appena Sebastian aprì la porta, dei rumori arrivarono alle nostre orecchie: eheheheh se ora ci troviamo i ladri in casa godo!

< Sebastian, la villa dovrebbe essere vuota giusto? > chiese Ciel, alla cui espressione vittoriosa si era sostituito uno sguardo confuso, che rivolse verso il suo maggiordomo.

< Beh penso che qualcuno sentiva una certa mancanza nei vostri confronti…. > rispose con un sorrisino di rimando: ovviamente lui aveva già capito chi erano gli intrusi, che domande, sennò non sarebbe Sebastian, gente!

Senza fiatare, salimmo tutti al piano di sopra, e ci dirigemmo verso la stanza da cui provenivano i rumori molesti; non appena aprimmo la porta, ci trovammo davanti una scena molto buffa: una donna vestita completamente di rosso, assieme ad un ragazzo dai lunghi capelli castani e ad un cinese, stava rovistando nei vari armadietti, creando così un disordine nella stanza che batteva di gran lunga quello della nostra camera in orfanotrofio (per darvi l’idea: una volta un mio amico aveva bisogno di un libro, e io gli dissi di andare a prendere il mio in camera; da quel pomeriggio i vari inservienti dell’orfanotrofio stanno ancora tentando di ritrovare il mio compagno e il libro, invano. Non abbiamo più avuto sue notizie povera stella!).

< Ma… che cosa sta succedendo qui dentro?!? > urlò Ciel leggermente alterato, attirando l’attenzione dei tre individui. La donna alzò il viso verso il Conte, per poi avvicinarsi stritolandolo in un abbraccio stile Wendy.

< Aaaaaaaah ciao nipotino caro! Sono così contenta di vederti! Oh vedo che hai portato con te Wendy e Charlotte! E anche il caro Sebastian…. > disse rivolgendo uno sguardo poco casto verso la Mozzarella, che per tutta risposta rabbrividì vistosamente.

< Madame Red! Lasciami andare subito! >

La donna si ricordò improvvisamente di Ciel, che era in evidente carenza di ossigeno causa stritolamento, e lo lasciò andare chiedendo scusa. Peccato: la scena era esilarante e mi stavo divertendo non poco. Se vi state chiedendo chi è la misteriosa signora, vi accontento subito: Madame Red è la zia di Ciel, cosa secondo me assurda visto che lei è un totale spasso mentre lui neanche un po’, e, da quanto ho capito, è l’unica parente rimasta in vita del tappetto. Un po’ di tempo fa era venuta a trovarlo, e ci aveva conosciuto prendendoci subito in simpatia, e devo dire che almeno dalla mia parte la cosa era reciproca, ma credo anche per Wendy visto che fa fatica ad odiare persino gli insetti. A mio avviso aveva una cotta per Sebastian, ma la mia amica mi ha abbattuto subito le convinzioni, sostenendo che è solo apparenza “ siccome non sprizza cuoricini ogni volta che lo vede “. Vabbè ci può stare dai.

Insieme a lei c’era il suo maggiordomo Grell, anche lui a mio parere parente alla lontana della cara Wendy, oppure cliente del pusher di fiducia, e Lau il cinesino, di cui ancora fatico a capire il lavoro, ma queste sono quisquiglie, l’importante è che sia simpatico e non affetto dalla Ciellite Acuta, poi per me poteva pure spacciare droga nei latifondi di Londra!

< Bene, visto che abbiamo ospiti preparo una tazza di te per tutti > disse la Mozzarella, per poi ritirarsi in cucina: tutti i presenti, intanto, si accomodarono nel salotto, e per ingannare l’attesa iniziarono a chiacchierare del più e del meno: solo Wendy ed io non eravamo minimamente interessate ai loro discorsi, e così partì il nostro quarto d’ora di noia pura mista a sonno, mista a frasette senza senso sui pandaconi. l’unico momento abbastanza esilarante fu quando Madame Red sgridò il suo maggiordomo: povero, mi faceva tanta pena, secondo me un giorno o l’altro si vendicherà. O almeno è quello che farei io.

< Allora signorine, come va il vostro soggiorno a casa del mio adorato nipotino? > la dama si rivolse a noi con un sorriso raggiante, e Wendy si sciolse sul posto.

< Insomma: ci hanno appioppato come schiavista Sebastian, che secondo me si diverte un mondo a torturarci e provocare la mia pazienza, inoltre il suo “ nipotino “ è davvero uno scassa…mmmh! > la mia amica, che era stata per tutto il tempo buona buona nel suo angolino a sciogliersi, all’improvviso si alzò in piedi tappandomi la bocca con la mano, impedendomi di esprimere tutto il mio odio verso il diretto interessato, che in reazione alla mia mezza frase spalancò gli occhi fulminandomi con lo sguardo.

< Lotty voleva dire che Ciel è davvero molto gentile con noi, e che…ehmm…adora i panda corni e ha un peluche di unicorno nel letto! >

Tutti i presenti ammutolirono, tranne il caro Conte, che assunse la colorazione di un pomodoro, e Sebastian, il quale, appena rientrato con il te, doveva aver sentito un pezzo della conversazione visto i sorrisini soffocati che emanava.

Lentamente levai la mano di Wendy dalla mia bocca: < Si, l’ultima frase potevi pure risparmiartela, ma mi hai reso un punto a favore > sussurrai alle sue orecchie, anche se lei ovviamente non capì di cosa stessi parlando.

< Voi….. giuro che me la pagherete! > Ciel era a dir poco incazzato come una biscia, e ci fulminò con lo sguardo, mentre la Mozzarella continuava a ridere sommessamente.

< In contanti o preferisci un assegno > sibilai alzandomi in piedi e avvicinando il mio viso al suo, senza staccare le pupille dal suo occhio, e lui fece altrettanto con me, ma ad un tratto Madame Red si mise in mezzo, facendoci risedere tutti e due ai nostri posti.

< Bene, direi che possiamo cambiare argomento! Come mai Ciel caro hai deciso di venire a Londra? > chiese con un sorriso, e il discorso deviò sui vari avvenimenti mondani accaduti in città negli ultimi tempi, praticamente la noia pura, e infatti la mia intenzione era di mollare tutti e andare in camera mia, quando le cose raggiunsero una piega interessante:

< Conte Phantomhive, vi sarà di sicuro giunta voce dei vari omicidi avvenuti nei bassifondi di Londra: prostitute uccise con pugnalate precise, quasi millimetriche, in modo da provocare una morte lenta e dolorosa. Il misterioso assassino infatti si è già guadagnato il soprannome di “ Jack lo Squartatore “ > esclamò Lau rivolgendosi a Ciel, il quale rimase impassibile, come se gli avessero appena detto “ Ho comprato una torta ne vuoi un pò? “

Di fianco a me, Wendy sbiancò di colpo mandando un gridolino sommesso:

< Signori! Vi siete dimenticati che ci sono due damigelle in questa stanza? – disse Madame Red, rimproverando i presenti, per poi rivolgersi a noi – Lotty, Wendy, potete ritirarvi nelle vostre camere? Vi accompagnerà Sebastian >

Uffa proprio ora che il discorso si stava facendo interessante! Ma non potevo rischiare che la mente innocente di Wendy venisse turbata da cotanta violenza, per cui non replicai e mi diressi verso la Mozzarella, seguita a ruota dalla mia amica.

< Sebastian stanotte dormi in camera con noi? Vero? Vero? > Wendy si appolipò alla vita del maggiordomo,sfoggiando i suoi migliori occhi da Bambi in piena crisi depressiva, ed io sospirai rumorosamente.

< Milady credo proprio che non abbiate nulla da temere: sarete al sicuro in camera vostra, e nessuno tenterà di farvi del male > disse la Mozzarella mostrando uno dei suoi sorrisi migliori, ma Wendy non sembrava molto tranquilla, per cui decisi di intervenire io:

< Non ti preoccupare! Mio zio mi diceva sempre che i serial killer non mirano alle persone pucciose e buone come te, perché non riescono proprio a sopportarle, creano una sorta di cortocircuito con la loro indole malvagia! Per cui stai tranquilla che sei al sicuro! > dissi dandole una pacca sulla spalla di incoraggiamento.

< E lei come fa a sapere queste cose? Suo zio è un poliziotto per caso? > chiese Sebastian squadrandomi con i suoi occhi rossi rossi.

< Mio zio un poliziotto? Ma va, era un serial killer! Ora è in galera e deve scontare ancora parecchi anni! Fortuna che è capitato in cella con mio cugino Robert. Beh lui non era un serial killer, ma una persona onesta: infatti ha sempre ucciso su commissione! > risposi angelicamente, per poi osservare la mia amica: strano credevo di averla rassicurata con le mie parole, invece mi stava osservando impalata come un baccalà seminascosta dietro al maggiordomo, il quale borbottava a bassa voce  parole del tipo “ In tutti gli anni della mia lunga vita non ho mai incontrato nessuno di più strano “.

Mamma mia che persone suscettibili!

 

 

Il giorno dopo scesi di buon ora per la colazione assieme a Wendy che non aveva chiuso occhio tutta la notte; infatti, dopo che Sebastian ci aveva mollate nelle nostre camere, la mia amica era corsa subito nella mia stanza implorandomi di dormire con lei, e così ho dovuto dividere il mio letto controvoglia, con Wendy, procurandomi anche un leggero mal di schiena causa posizioni scomodissime che ho dovuto assumere per evitare di cadere dal materasso.

Adesso siamo tutti seduti al tavolo della colazione: la Mozzarella stava servendo il te a Ciel, il quale ci aveva rivolto solo un leggero saluto (cafone), mentre Madame Red stava rimproverando per la seicentocinquantatreesima volta il povero Grell, mentre Lau rideva osservando la scena.

Tutto nella norma allora, posso stare tranquilla.

< Charlotte, Wendy, oggi noi saremo via per tutto il giorno: voi rimarrete a casa con Grell, quindi mi raccomando, niente esplosioni, allagamenti e cose del genere, chiaro? > esclamò Ciel rivolgendosi verso di noi; ah quindi avevano intenzione di mollarci qui da sole? Mo’ce penso io!

< Perché non possiamo venire con voi? Chi siamo, le figlie di nessuno? > risposi seccata, mentre Madame Red sussurrò qualcosa all’orecchio di Lau, il quale iniziò a ridere ancora più forte.

< Il posto in cui stiamo andando non è adatto a delle bambine come voi! >

< Guarda che anche tu sei un bambino, genio! E abbiamo pure la stessa età per cui inventati qualcosa di meglio la prossima volta! > dissi, per poi afferrare il mio cappello che ieri sera avevo abbandonato sul divano, per indossarmelo. Wendy , che era stata in silenzio tutto il tempo, mi chiamò debolmente, dicendomi che lei non sarebbe venuta con noi, poiché aveva ancora molto sonno a causa della notte passata in bianco, e quindi sarebbe tornata a letto. In effetti non aveva una bella cera, e durante la colazione si era pure addormentata finendo con la faccia dentro la tazza del latte, per cui quella mi sembrò la soluzione migliore; intanto c’era Grell a farle da baby sitter.

Così lasciata la mia amica a casa, salimmo sulla carrozza e partimmo alla volta dei sobborghi di Londra: il viaggio fu abbastanza calmo, Ciel mi aveva solo gridato dietro per centoventicinque volte che mi avrebbe rispedito indietro, mentre io ringhiai contro di lui per ben duecentoquindici volte! Solo ad un certo punto stavamo venendo alle mani, ma Madame Red ci bloccò assieme a Lau (per la cronaca: quei due si stavano divertendo un mondo a sentirci litigare, infatti non avevano smesso per un secondo di ridere).

Finalmente arrivammo a destinazione: davanti a noi si ergeva un edificio abbastanza malridotto, con le vetrate oscurate, e una grande insegna che doveva avere più anni dei miei e di quelli di Wendy messi assieme, visto quanto fosse scrausa, e su di essa c’era riportata la scritta “ Undertaker “.

< Che è stammerda? > chiesi indicando l’edificio, e in meno di una frazione di secondo, Sebastian si ergeva alle mie spalle in tutta la sua incazzatura, avvolto in una nube di oscurità, con un sinistro sorrisino sulle labbra, ringhiando: < Il linguaggio Charlotte: niente termini volgari >

< Sebastian lasciala stare, non abbiamo tempo per queste cose > disse Ciel, per poi entrare dentro al negozio, seguito a ruota dalla Mozzarella e Lau.

< Sai, tu e Wendy siete le prime che riescono a far perdere la calma a Sebastian, e a tener testa al mio nipotino contemporaneamente: vi adoro! > sussurrò Madame Red al mio orecchio, per poi seguire gli altri dentro all’edificio: mah non ho parole.

Entrai anche io, e una volta oltrepassata la porta, capii di trovarmi in un negozio di pompe funebri; ok, il cartello fuori avrebbe dovuto darmi qualche indizio, ma ero troppo impegnata a premeditare l’omicidio di Ciel per potermene accorgere. Molte bare disposte in modi differenti occupavano la stanza, mentre vari contenitori riempivano le mensole e le credenze impolverate. Non volava una mosca, e il negozio sembrava vuoto. Bene, ho sprecato una mattinata della mia preziosissima vita.

< Undertaker, so che sei qui: sono Ciel Phantomhive! >

< Tappo è inutile che gridi: non ti sei accorto che qui non… >

< Ihihihihihih benvenuti cari ospiti! >

Una risatina aleggiò nella stanza, e da una bara spuntò uno strano tizio vestito di nero, il quale,  molto probabilmente, aveva litigato con il suo parrucchiere visto la lunga massa di capelli argentati che aveva in testa. No seriamente: come faceva a vedere dove andava?!? Io sarei caduta in un tombino quasi subito!

< Ihihihih Conte, non vuole provare la mia nuova e confortevole bara? >

Ciel rabbrividì un poco, e stava per ribattere se io non mi fossi intromessa gridando un “ Certo che si, anzi ti aiuto a chiudercelo dentro “ che mi costò una gomitata da parte del diretto interessato e le risate dei presenti, soprattutto quelli dello strambo tipo, che iniziò a rotolarsi sul bancone scosso da dei forti tremiti.

< La vuoi piantare? Mi sei solo di intralcio lo capisci o no? >

< Oh andiamo, stavo solo sdrammatizzando, che male c’è? > esclamai incrociando le braccia, pronta al contrattacco, ma Undertaker ci interruppe sventolando la manina nella nostra direzione, mentre tentava di riprendere fiato dopo la lunga risata fatta.

< Basta, vi prego.. ihihihih … non ce la faccio, siete troppo buffi mentre litigate… ihihihih… e poi la vostra espressione… muahahahahahah! > non riuscì a finire la frase, e cadde dietro il bancone scomparendo dalla nostra vista; solo le sue risatine riecheggiavano per tutto il negozio, creando un effetto molto “ Casa degli orrori “.

<  Credo che oggi non dovremo pagare per le informazioni riservate, vero padroncino? > disse la Mozzarella rivolgendosi al tappo:

< Beh almeno siamo giunti ad un risultato, no? > chiese sprezzante, ottenendo come risposta un sorrisino da parte del maggiordomo. Qui c’è qualquadra che non cosa, ci scommetto Madame Butterfly di Wendy, tanto lei non c’è.

< Mi sa che il maggiordomo ha ragione stavolta, ihihihihih. Uno spettacolo del genere non lo si vede ogni giorno tanto facilmente! > il becchino era riemerso da dietro il bancone, da dove ci osservava con uno strano ghigno in viso, mentre il suo corpo era ancora scosso da degli spasmi.

Ci volle un po’ per farlo ricomporre, dopodiché ci fece accomodare su delle bare, il massimo dell’eleganza signori, e iniziò una lunga e noiosissima conversazione, di nuovo, sulla tecnica utilizzata dal caro Jack per squartare le sue vittime: vi dico solo che dopo dieci minuti la mia concentrazione era andata a farsi benedire, così mi alzai e decisi di uscire a fare due passi, onde evitare di collassare sul posto per la troppa noia.

< Dove stai andando? > mamma mia, il tappo è peggio di un segugio: non faccio in tempo a muovermi che già rizza le orecchie.

< Vado a fare due passi, problemi? >

< Sebastian valle dietro >

< Guarda che non ho bisogno di un bodyguard, a differenza di qualcuno in questa stanza, di cui non faccio il nome perché sono educata >

< Peccato che poi dai fuoco a delle tende, senza un bodyguard che ti tenga al guinzaglio! >

Ah no è, questo non doveva dirlo!

< Bene, vediamo allora quanto resisti in una rissa senza la Mozzarella! >

< Fatti sotto! >

Ci lanciammo l’uno contro l’altro, ma non riuscimmo nemmeno a sfiorarci perché Ciel fu trattenuto da Sebastian, mentre Madame Red placcò la sottoscritta, mentre Lau si guardava in giro chiedendo timidamente chi era la Mozzarella. Pfff, non ci voleva un genio per capirlo!

< Mollami Sebastian, voglio romperle il bastone in testa! > gridò il Conte mentre si dimenava tentando inutilmente di liberarsi dalla presa ferrea del maggiordomo, il quale non ne aveva nemmeno per l’anticamera del cervello di lasciarlo andare.

< Padroncino, mi sorprende: un nobile non dovrebbe mai perdere la calma davanti alle difficoltà! >

Disse con tono calmo, ottenendo come risposta un grugnito da parte di entrambi.

< Chi sarebbe la difficoltà? Rimangiati subito ciò che hai detto se non vuoi svegliarti una mattina e trovarti rapato a zero! > esclamai, mentre Madame Red continuava a tenermi stretta, mentre tentava con tutta le sue forze mentali di soffocare le risate davanti a quella scena improbabile; l’unico che non si preoccupava e si stava divertendo come se non ci fosse un domani, a parte Sebastian, la cui gamma di espressioni facciali adibite alle emozioni era pari a zero meno, era Undertaker, che si stava letteralmente rotolando per terra, tentando con tutto se stesso di continuare a respirare.

Dopo esserci ricompattati, ritornammo alla carrozza per tornare a casa, visto che tra risate, insulti e minacce si era fatto pomeriggio inoltrato: Ciel ed io eravamo seduti il più lontano possibile, per evitare che ci picchiassimo, mentre la Mozzarella ci aveva mollati tutti per andare a interrogare non ho capito chi. In quelle settimane avevo capito che, se avevi un problema o dovevi fare qualcosa, chiama Sebastian e il problema sarà presto risolto. Taratattatara tarattatatara!

Finalmente scorsi dal finestrino la residenza: non vedevo l’ora di fiondarmi a fare un bel bagno e di mangiare qualcosa di straunto con crema pasticcera di contorno. Salivazione in netto aumento.

< Finalmente a casa, spero che Grell abbia preparato almeno il tè > sospirò Madame Red mentre scendevamo dalla vettura, ovviamente mantenendo sempre la più grande distanza possibile tra me e il Conte.

Non appena entrammo in casa però, ammutolimmo all’istante: le stanze erano completamente distrutte, e tutto era messo a soqquadro; alcune finestre erano state completamente sfondate, e in tutta la casa aleggiava una puzza di bruciato nauseante. Al centro dell’atrio, Sebastian stava tentando di rianimare Grell, che era ko steso a terra, mentre brandiva ancora tra le mani un mattarello. Ok, punto uno come fa la Mozzarella ad essere già arrivato a casa, punto due: ma che cavolo è successo qui?!?

< La mia casa… > sussurrò Ciel in pieno shock, mentre Lau espresse ad alta voce i miei dubbi.

< Non so cosa sia accaduto: quando sono arrivato era già tutto sottosopra e lui era già svenuto a terra > rispose Sebastian indicando Grell, il quale si stava lentamente riprendendo; Madame Red, evidentemente stanca di tutta quella confusione, prese il suo maggiordomo per la collottola iniziando a shekerarlo con tutto il vigore possibile ed inimmaginabile: < Che hai combinato Grell? Cos’è tutta questa confusione? > gli gridò in faccia, facendolo svegliare del tutto.

< Ah basta, non mi picchi signorina! > rispose il maggiordomo, nascondendosi tremante dietro a Sebastian: un dubbio stava lentamente prendendo forma nella mia testa, e se avevo ragione, eravamo davvero nella merda.

< Grell – sussurrai – dov’è Wendy? >

Al sentire il nome della mia amica, il ragazzo sbiancò di colpo.

< La signorina…è sparita… è stata lei a distruggere il palazzo > disse, confermando i miei sospetti.

 

 

ANGOLO DELLA PAZZA

Buonsalve popolo! Sono ritornata, anche se da oggi aggiornerò molto più di rado, a causa dell’Università, ma non vi preoccupate: non abbandonerò questa storia!

Voglio ringraziare mioneperdraco e Fujiko_Matsui97 per le loro recensioni, e Percabeth7897 per aver inserito la storia tra le preferite. Vi adoro ragazze! Vorrei ringraziare, come sempre, anche tutti i lettori fantasmini, che almeno per un secondo hanno speso del tempo a leggere questa storia! J

Bene, spero di non perdervi, e di risentirvi al prossimo capitolo! <3

Baci!

Cheshirecat96

 

 

 

 

 

 

     

 

 

 

 

 

   
 
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