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Autore: Sole Walker    30/09/2015    1 recensioni
Francesca Evans ha 16 anni e vive a New York quando si ritrova catapultata in una realtà nuova. Il suo mondo viene stravolto in un' età già delicata di per sé... Lei non avrebbe mai potuto immaginare di essere una semidea, non ha nessuno che puó aiutarla e così lo scopre da sola di colpo.
É fuori per ben quattro anni dalla regola dei riconoscimenti promessa alla fine della guerra dei titani dagli dei su richiesta di Percy Jackson... e la cosa suona molto strana e richia di scatenare un grave litigio sull' olimpo che dovrà essere fermato prima che degeneri... ma forse Francesca non é una semidea qualunque...
PS: siate buoni è la mia prima storia... Recensiteee!!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gli Dèi, Mostri, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~Percy~

Ormai era passata un'ora da quando Chirone si era rinchiuso nella Casa Grande con le tre vecchiette.
Quasi tutti i ragazzi del Campo erano seduti fuori sul prato ad aspettare pazienti.
Chirone era già uscito due volte per dirci di staccarci dalle finestre e dalle porte e alla fine aveva deciso di salire in soffitta, anche se Connor gli aveva comunicato che secondo lui le tre signore si sarebbero disintegrate al terzo gradino.
Cumunque sia i fratelli Stoll erano quasi più interessati di me ad ascoltare ciò che dicevano, e mio malgrado io mi ero fatto contagiare dal loro entusiasmo.
Questo spiega perché mi trovo appeso al bordo della finestra, intento ad origliare dal vetro rotto, seduto sulle spalle di Travis a sua volta seduto su quelle di Connor.
Iniziavo già a pentirmi di ciò che stavamo facendo e Annabeth non mi aiutava di certo girandoci continuamente intorno diperata maledicendoci per la nostra stupidità e annunciando a gran voce tutte le fasi dello spiattellamento che avrei eseguito se mi fossi sbilanciato.
Ma proprio quando stavo pensando di scendere il discorso si fece interessante.

***

La vecchietta al centro posò sul tavolino polveroso il cestino contente le vecchie forbici e i gomitoli.
Chirone, dopo aver rivolto uno sguardo diffidente al contenuto del cestino tornò a concentrarsi sulle tre donne.
-Scusate l'accoglienza ehm... polverosa- disse lanciando un occhiata alla stanza -ma almeno qui potremmo parlare in tranquillità.-
-Come abbiamo già detto...- sbuffò infastidita una delle Parche -quei due non sono affar tuo Chirone.-
Il centauro lanciò uno sguardo di disprezzo alla donna, poi abbassò lo sguardo su un cimelio impolverato che prima era appoggiato sul tavolo e riprese a parlare.
-Francy fa parte del campo che dirigo, quindi qualsiasi sia il motivo per cui vi siete date il disturbo di cercarla è anche affar mio.- e lanciando un' occhiata a Reyna aggiunse -E credo che anche al pretore del Campo Giove interessi che fine a fatto il ragazzo della sua legione.-
Reyna che fino a quel momento era rimasta in un angolo a osservare la scena fece una faccia disgustata e dichiarò -Lui non fa parte della mia legione.-
Chirone sospirò e la donna al centro riprese la parola.
-Sinceramente Chirone non vediamo il motivo di portarci fin quassù.- gracchiò -Potevamo parlare anche davanti ai tuoi ragazzi.-
Il centauro accennò un sorriso -Beh sapete, per quanto possano essere dei ragazzi preparati non capita tutti i giorni di trovarsi al cospetto delle Moire.-
Le tre vecchiette si scambiarono uno sguardo e scoppiarono in una risata fredda. Reyna guardò Chirone con preoccupazione.
-Quindi tu hai paura che rimangano spaventati da noi? Beh sappi che oltre ad essere molto coraggiosi, molto più di quanto credi, sono anche molto curiosi.- con un cenno del capo indicò la finestra a cui ero appeso e aggiunse -Credo che il ragazzo appeso qui fuori sia molto interessato alla  storia della sua amichetta.-
Chirone si alzò di scatto e venne verso di me, guardo oltre il vetro e vide tutti i ragazzi nel prato concentrati a guardare qualcosa proprio sotto la finestra.
Abbassò lentamente lo sguardo, sarei voluto sparire.
-PERCY! Che diavolo state facendo.-
Sentendo queste parole Connor si agitò e la nostra torre umana crollò rovinosamente al suolo.
Controllai velocemente di non essermi rotto niente e mi rialzai dolorante con l'aiuto di Annabeth.

Una volta in piedi Travis si aggrappò ai miei pantaloni e li usò per aiutarsi ad alzarsi a sua volta.
Guardò Chirone che si sporgeva ancora dalla finestra e massaggiandosi il sedere con una mano disse -Vogliamo sapere anche noi!-
-Giusto.- concordai e un mormorio di assenso si alzò per tutto il Campo.
Chirone scosse il capo sconsolato.
E dieci minuti dopo eravamo tutti seduti per terra davanti alle Moire.
***
-Non abbiate paura di noi solo perché abbiamo il potere di mettere fine alle vostre vite, in fondo abbiamo anche l'onore di iniziarle.- disse Cloto sorridendo mentre filava la vita di qualcuno, vicino a lei Lachesi avvolgeva il filo intorno ad un fuso e lo guardava come se potesse vedere ogni attimo della vita che stava scorrendo.
Vicino a loro sedeva Atropo con un lungo paio di vecchie forbici in mano. Sembrava la più vecchia ma probabilmente era colpa del viso senza espressione che mostrava.
A queste parole molti ragazzi si rilassarono.
-Allora- sbottò Atropo -immagino vogliate sapere dove si trovano i vostri amici.- le orecchie di molti romani si tesero, anche se da quando Sole era partito parlavano di lui come di un disertore.
-Beh dobbiamo ammettere che ci sono sfuggiti per un pelo.- disse con una faccia disgustata.
-Ma perchè li cercate?- la interruppi.
-Perché nessuno sfugge alla morte Perseus Jackson.-
Sobbalzai nel sentire il mio nome intero.
-Già... peccato che per recidere una vita del genere bisogna trovarsi davanti alla persona indebolita.- aggiunse Lachesi con uno sbuffo.
Atropo le rivolse un' occhiata sicura -Tranquilla, questa volta non ci scapperanno- disse ridendo -li aspetteremo direttamente all'uscita.- la dona che filava si unì alla risata.
Connor e Travis si scambiarono un'occhiata perplessa e Connor, con un po' di titubanza nella voce chiese -Scusate, ma all'uscita di cosa esattamente.-
Atropo gli rivolse un sorriso sdentato e puntò il suo sgardo su me e su Annabeth prima di parlare.
-Ma all'uscita del Tartaro naturalmente.-
A sentire quel nome Annabeth mi afferrò il braccio con gli occhi sbarrati.
Scattai in piedi -Dobbiamo andare a prenderli! Non sopravviveranno mai.-
Le tre Moire mi guardarono perplesse per un attimo poi scoppiarono a ridere, le tre bocche quasi totalmente senza denti spalancate.
-Tu non hai proprio capito Figlio di Poseidone vero?- disse Atropo squadrandomi -Loro NON devono sopravvivere.-
-Già- aggiunse Lachesi -e se muoiono laggiù, meno lavoro per noi.-
Atropo fece uno sguardo frustato e tagliò l'aria con le forbici.
-Già ma ho come la netta impressione che ce la faranno anche questa volta.- mi guardó severa e aggiunse -Perchè caro Perseus quei due anno molte più risorse di quanto credi.-
Sentii un moto di rabbia invadermi il corpo.
-Come potete anche solo pensare che possano sopravvivere alla loro prima esperienza nel Tartaro dopo neanche un mese di allenamento?- chiesi guardando Chirone.
Atropo mi guardò con un sorriso spietato -Oh ma questa non è la loro prima volta.- e con queste parole tagliò il filo.
*~Me~*
Avete presente quei sogni in cui qualcuno vi insegue e voi vorreste mettervi a correre ma non ci riuscite?
Ecco è esattemente quello che stava succedendo a noi, solo che era la realtà...
Il tempo ci scorreva accanto veloce, riuscivo quasi a vederlo mentre mi passava davanti e si dileguava simile ad una polvere oro.
Era come camminare in acqua ogni passo era più pesante. Forse dipendeva dal fatto che il fuoco del Flegetonte ci teneva in vita ma non ci dissetava e non calmava la fame: era pur sempre il fiume dei dannati.
Il fiume scorreva schizzando vicino a noi, il terreno vetroso scottava e scricchiolava sotto i piedi.
Non avevo ancora capito esattamente quale fosse la nostra meta, ma Sole mi aveva giurato che stavamo andando in un posto sicuro e nonostante i segreti io mi fidavo di lui.
Dopo un po' ci fermmammo e questa volta non chiesi perché, era evidente...
Davanti a noi si stendeva una lunga pianura piena zeppa di mostri che barcollavano da una parte all'altra, si scontravano, litigavano e si uccidevano... alcuni addirittura si mangiavano.
Vicino a loro scorrevano tre fiumi: il Lete, il Cocito e il Flegetonte. I tre fiumi sfociavano tutti nello stesso lago nero che dava origine ad un solo fiume, probabilmente l'Acheronte.
A scoraggiarmi ancora di più era la scogliera a strapiombo tra noi e la pianura.
Perché non bastavano i mostri, tra noi e loro c'era una parete altissima da cui il Flegetonte scendeva in una enorme e fumante cascata.
Sole mi guardò, era evidente che nessuno dei due era entusiasta all' idea di un' altra ripida discesa.
-Questa volta vado prima io.- Sole mi scrutò deciso aspettando una mia protesta.
Io guardai giù e alzai le spalle in segno di resa.
¤Sole¤
La scalata era più alta e più difficile di quanto sembrasse, e questo è tutto dire.
Ogni tanto alzavo la testa per dare un'occhiata a quello che stava facendo Francy.
Ma devo dire che se la cavava egregiamente e ormai eravamo quasi in fondo.
A un metro di altezza mi voltai verso di lei, Francy ricambiò con un cenno di assenso. Al tre i nostri piedi si staccarono contemporaneamente per poi atterrare vicini un metro più sotto, dritti nella pianura dei mostri.
Il tonfo si propagò rimbalzando sulle pareti del Tartaro.
Nel sentire il tonfo i mostri più vicini a noi si girarono a guardarci.
Portai velocemente la mano all'elsa della spada, ero pronto a combattere.
Ma loro si limitarono a voltarsi di nuovo dall'altra parte, due Lestrigoni soffocarono delle risate e si allontanarono insieme.
Rimasi interdetto, con la mano destra ancora pronta a sfoderare la spada.
Poi Francy mi toccò la spalla voltai la testa e lei mi fece un cenno con la testa si proseguire.
Staccai la mano dall'elsa dando le spalle ai mostri guidai la mia compagna di viaggio verso la nostra prossima metà.
*~Francy~*
Il terreno ora non era più tempestato di vetri neri scintillanti, era più che altro un insieme di sassi disconnessi su un terreno polveroso.
Non che questo rendesse più facile la camminata.
La salita che stavamo percorrendo sembrava destinata a durare ore.
L'oscurità intorno a noi si faceva sempre più fitta. Sole camminava al mio fianco, sul viso aveva uno sguardo perplesso, in tutta probabilità stava ancora pensando ai mostri che avevamo incontrato nella pianura.
Anche io non riuscivo a capire perché ci avessero lasciato passare, ma quando ci eravamo trovati davanti ai due Lestrigoni avevo deciso che mi stava bene così. Non avevo intenzione di fermarmi ad interrogarli, tanto valeva indossare un cartello con la scritta "Kill me please".
Alzai lo sguardo per capire dove finiva quella salita infernale e proprio in quel momento un lampo di luce rossa trapassò l'oscurità.
Afferai convulsamente il braccio di Sole mentre davanti ai miei occhi comparivano delle immagini definite: un lampo di luce rossa, delle facce di mostri orribili, una voce, una luce improvvisa, un grido e un albero enorme. Ricordi di un incubo.
Qualcuno inizió a scuotermi dalle spalle, cacciai un urlo e le immagini scomparvero.
Il viso preoccupato di Sole prese il loro posto, mi stava dicendo qualcosa ma io riuscivo solo a sentire il battito del mio cuore nelle orecchie.
-Francy... FRANCY!- mi gridò. Lo guardai confusa borbottando un "sto bene" e evitando di guardare i lampi rossi che continuavano ad apparire e sparire nell'oscurità.
-Cosa è successo?- mi chiese.
-Niente... era solo un vecchio incubo- lo rassicurai portandomi una mano alla testa che girava -Andiamo avanti. Spero non manchi molto.-
-No é proprio qua dietro.- disse Sole indicando la fine della salita.
Lo guardai poco convinta e mi affrettai ad arrivare in cima. E indovinate un po'... era davvero lì.
Un gruppo di colonne nere in rovina e al centro un altare.
Sole mi mise una mano sulla spalla e indicando le rovine annunciò -Benvenuta al tempio di Ermes.- mi tese la mano per aiutarmi a scendere e aggiunse -Madame, mi faccia l'onore di mostrarle il nostro rifugio per la notte.-
-O il giorno- lo corressi guardando il soffitto nero.
***
Cibo... tanto cibo... era più di quanto potessi desiderare.
A quanto pare il tempio non aveva perso la sua funzione cadendo quaggiù: l'altare era totalmente ricoperto da mezze porzioni di cibo.
-Da dove credi che vengano?- mi chiese Sole prendendosi una mezza porzione di arrosto.
-Beh da tutti i bracieri che fanno sacrifici ad Ermes- dissi guardando un piatto di pizza comparire sull' altare -Anche se spero che Ermes abbia anche un altro altare... altrimenti questi sono sacrifici sprecati.- aggiunsi alzando un sopracciglio mentre del manzo biologico prendeva forma.
Sole si sedette appoggiando la schiena ad una colonna.
-Credi che vengano anche dai campi?-
Mi irrigidii, la sua voce era un po' nostalgica.
Presi la metà di pizza e mi sedetti di fronte a lui.
-Non avresti dovuto farlo...- dissi ignorando la domanda sui campi.
-Ne abbiamo già parlato di questo.- mi rispose lui smettendo di mangiare. Dal suo tono era chiaro che non aveva intenzione di tornare sull'argomento.
-Perché l'hai fatto?- insistetti.
-Possiamo parlarne dopo pranzo per favore?- si stava spazientendo.
-Ok.-
***
Beh per essere una pizza bruciata nel padiglione dovevo ammettere che era deliziosa.
Misi il mio piatto a terra e mi sedetti vicino lui.
Appoggiai la schiena alla colonna, Sole sbuffò, appoggiò il piatto e si sdraiò con la testa sulle mie gambe. Rimasi un po' spiazzata, non sapevo come comportarmi. Eppure lui sembrava perfettamente a suo agio.
Dopo qualche minuto di silenzio portò le mani dietro la nuca e inizió a parlare.
-Sai... il fuoco del Flegetonte mi ricorda vagamente un intruglio che mi aveva fatto bere mio cugino.- disse guardandomi negli occhi con uno dei suoi mezzi sorrisi.
Inarcai un sopracciglio perplessa ma non dissi niente per paura che smettesse di parlare.
-Erano passati pochi mesi dalla morte di mia madre.- sua madre era morta?
-Mi ero da poco trasferito a vivere a casa di mia zia... avevo sette anni.- senza accorgermene iniziai a passare una mano nei suoi capelli. Erano incredibilmente belli, anche dopo tutto quel tempo passato nel Tartaro.
-Mio cugino Alex ne aveva sedici credo, veniva spesso a trovarci in quel periodo.-
-Beh questa è una cosa positiva, giusto?- commentai.
Sole scoppiò in una risata amara -Se stai pensando che venisse per consolarmi ti sbagli di grosso.- disse con un finto sorriso.
-Si divertiva a prendermi in giro, mi faceva in continuazione degli scherzi di pessimo gusto e spesso mi picchiava.- i suoi occhi si rabbuiarono a questo ricordo, ma fu solo un attimo poco dopo fece un largo sorriso e aggiunse -Questo fino a quando non ho imparato a difendermi.-
Lo guardai sorridendo e qualcosa nei suoi occhi si illuminò, per un attimo calò il silenzio.
Poi Sole si riscosse e abbassando lo sguardo riniziò a parlare.
-Il peggior scherzo che mi abbia mai fatto me lo ricordo ancora: quel giorno mia zia non era in casa e aveva chiesto ad Alex di farmi da babysitter, ovviamente lui aveva accettato;- sospirò -per lui era un'occasione in più per torturarmi.-
-Oh andiamo non poteva essere così catt...- mi interruppi perché il mio pensiero corse a Mark e alla professoressa Evil, eravamo semidei, poteva esserlo eccome.
Sole inarcò un sopracciglio e riprese a raccontare il ricordo -Quel giorno mi chiamò dalla cucina, sul tavolo c'era un bicchiere con un intruglio che probabilmente conteneva tutto ciò che si poteva trovare in quella cucina.-
-Ti ha costretto a berlo?- lo interruppi esterrefatta.
Lui mi fivolse uno sguardo che diceva "magari l'avesse fatto" e disse -Oh no... ha fatto di peggio.- aggrottai le sopracciglia invitandolo a continuare.
-Mi disse che se avessi bevuto quel intruglio mia madre sarebbe tornata.- i suoi occhi si spensero e aggiunse -Mi sento ancora stupido per averci creduto.-
-Eri solo un bambino...- tentai di consolarlo.
Restammo in silenzio per qualche minuto e poi mi decisi a chiederglielo.
-Cosa ricordi di tua madre?- Sole alzò uno sguardo un po' perplesso su di me -Solo se hai voglia di raccontarmelo.- mi affrettai ad aggiungere.
-Non ho tanti ricordi.- sospirò -Ricordo che spesso andavamo all'osservatorio dove lavorava, la sera mi faceva guardare le stelle e cercava di insegnarmi i nomi guardando le mappe.- rise al ricordo -Ma io me li dimenticavo sempre, così quando mi chiedeva di ripeterli me li inventavo. Lei rideva e me  li faceva scrivere su una mappa vuota.-
Sorrisi immaginandomi la scena, anche se non avevo la minima idea di cosa volesse dire avere una famiglia.
Ad un certo punto la sua voce divenne più profonda, come se raccontare gli costasse più fatica di prima.
-Poi  scomparve. Mi disse che doveva aiutare un amico e sarebbe tornata presto, ma la sua faccia diceva il contrario. Tentai di trattenerla ma non volle sapere ragioni.- si portò le mani sul viso coprendosi gli occhi e sussurrò -"Scusami. Per tutto, é tutta colpa mia." sono le ultime parole che mia madre mi ha detto prima di uscire dalla porta di casa per sempre.-
Non pianse, la cosa mi sorprese.
-Io non ho mai conosciuto mio padre- le parole mi uscirono dalla bocca prima che riuscissi a bloccarle -non so nemmeno come si chiami.-
Sole mi guardò incuriosito.
-Questo è tutto ciò che ho della mia famiglia.- spiegai toccando i tre ciondoli della collana che portavo al collo.
Solo i lampi rompevano il silenzio illuminando di tanto in tanto l'aria di rosso e rendendo ancora più spettrali le colonne spezzate del tempio. Lui giocava con il medaglione a forma di sole che teneva ancora al collo.
-Siamo un disastro.- concluse Sole ad un tratto guardandomi con i suoi occhi luminosi -Metti le nostre due famiglie insieme e non ne formi una decente.-
Scoppiammo a ridere insieme. Era incredibile come anche nel Tartaro riuscissimo a trovare sempre i nostri attimi di felicità...
Intorno a noi l'aria era fredda, il buio ci circondava, le colonne mandavano ombre sinistre quando i lampi attraversavano l'oscurita e il cielo si tingeva di rosso. Eppure, sembrava che niente potesse entrare nella nostra corazza di luce fintanto fossimo stati insieme.
ANGOLO AUTRICE:
Eeeee sono tornata! Muahahahahah. Con un capitolo accetabile direi... Chiedo perdono per l'assenza ma ora che è iniziata la scuola prometto che cercherò di aggiornare frequentemente!
Sappiate che in questo capitolo poco è lascito al caso: i particolari sono importanti.
Mi siete mancati <3 fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo! Aspetto le recensioni.
Che le Moire vi sorridano semidei.
my_hero_is_percy jackson
   
 
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