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Autore: Naoya    01/10/2015    1 recensioni
I Nex sono un popolo alieno pacifico, tecnologicamente molto avanzato e con una mentalità aperta. Vivono su un pianeta due volte e mezzo più grande della Terra e nonostante la vastità delle loro terre ed etnie presenti, sono un popolo unito. Ma poi, tutto cambiò quando uno scienziato pazzo attaccò i Nex per vendetta; un traditore che aveva dissertato il suo stesso popolo per ben due volte. Ora i Nex sono in fuga e in cerca di speranza, viaggiando di pianeta in pianeta aiutando e ricevendo aiuto dalle popolazioni presenti nell'universo; ma un popolo in particolare attira la loro attenzione: il genere umano.
Genere: Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
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182° Giorno dall’arrivo dei Nex

Erano passati sei mesi esatti dall’arrivo dei Nex e la vita sulla terra sembrava scorrere serena e tranquilla come non succedeva ormai da tempo, tutti i rivoltosi furono neutralizzati e le guerre cessarono. I Nex avevano cominciato a convivere con gli umani e tutto sembrava filare liscio come l’olio.
Quel giorno era una calda mattinata di settembre e sull’isola New Hope era tutto pronto per dare il via al primo programma di integrazione, la classe era composta sia da alieni che da umani, l’atmosfera era come quella di una scuola qualsiasi anche se con la presenza di questi alieni alcuni esseri umani avevano un po’ paura ad entrare in classe.
Poco prima che cominciassero le lezioni una ragazza vagava da sola nei corridoi, era una vera e propria bellezza mediterranea se così vogliamo considerarla; spensierata e vivace portava allegria dovunque andasse ma… aveva un piccolo difetto: perdeva sempre il senso dell’orientamento, così quando si accorse di essersi persa non seppe più cosa fare «O mio dio! Ed ora? Che faccio? Mi sono persa… di nuovo». 
Disse la ragazza guardandosi intorno per poi riprendere a camminare in cerca della sua classe; percorse il corridoio fino a quando arrivò ad un vicolo cieco in cui era presente una porta di un grigio scuro tendente al nero, la ragazza esclamò «Qui c’è solo questa strana porta, deve essere questa la mia classe ne sono convinta!»
Aprì lentamente la porta ed entrò dicendo «C’è nessuno? È tutto buio qui».
In quel momento sentì come qualcosa che, a gran velocità, gli sfiorò la testa poi vide una strana sfera luminosa di colore rosso e quando si accesero le luci lei si voltò dove sentì quello strano oggetto che l’aveva appena sfiorata e vide tre kunai piantati nel muro. Si spaventò, sapeva bene che se fossero stati lanciati pochi centimetri più a destra per lei non ci sarebbe stato nulla da fare; udì una voce provenire dal centro della stanza dire «Chi sei? Cosa sei venuta a fare qui?»
Lei si voltò e vide dove prima c'era quella strana luce, un ragazzo, aveva i capelli che gli coprivano l'occhio destro ed erano neri come la pece così come i suoi occhi, era chiaramente un Nex per via della caratteristica voglia a forma di triangolo sulla fronte, visibile parzialmente a causa dei suoi capelli, inoltre indossava una lunga sciarpa rossa la quale aveva dei fori alle estremità. La ragazza impaurita disse «I-io sono una studentessa dell’accademia New Hope e… purtroppo mi sono persa».
«… Dovresti stare attenta a quello che fai! Saresti potuta morire prima, lo sai?»
«Ehm… si… ho notato…»
«… Come ti chiami?»
«Mi chiamo Elisa e frequento la classe 1°AB. E tu come ti chiami?».
«… Vuoi veramente sapere il nome di un assassino?»
«Eeeeeeh?»
«... Mi chiamo Io... se proprio ci tieni a saperlo»
«Io? Che strano nome».
«I nomi di noi Nex sono difficili da pronunciare e da capire per voi umani, per questo abbiamo deciso di identificarci con delle parti dei nostri nomi completi che fossero stati facilmente ricordabili e pronunciabili».
«Capisco».
«Hai detto che sei nel 1°AB dico bene?»
«Si».
«Livello: 1, Corridoio A, Porta B. Ricordatelo la prossima volta che cerchi la tua classe!»
«Urgh… io gia mi sono persa con quello che hai appena detto».
«… Lascia stare, ti accompagno, tanto frequentiamo la stessa classe».
I due ragazzi si incamminarono per andare nella loro classe. 
Poco dopo, in un’altra parte della struttura, Anies che viveva ormai da 6 mesi insieme ai Nex, conosceva perfettamente quella struttura ed anche lei si stava dirigendo nella classe 1°AB, portava in braccio dei libri e mentre camminava, in un momento di distrazione causato da una nave cargo andò a finire addosso a qualcuno; lei cadde a terra così come i libri che portava con se, così disse dolorante «Ah scusami, mi sono distratta e ti sono venuta addosso».
Quando aprì completamente gli occhi vide un ragazzo, un Nex, aveva capelli color argento ed i suoi occhi erano di un color verde smeraldo, iniziò a raccogliere i libri e disse «Ah, non importa, capita a tutti di distrarsi di tanto in tanto».
Il Nex guradò la ragazza nel volto e tendendogli la mano gli disse «Tu sei Anies dico bene?»
«Si, come fai a sapere il mio nome? Non credo ci siamo mai visti».
«In realtà, noi ci siamo visti la prima volta che voi siete venuti con il vostro aereo ma… a causa di come ero vestito non sei riuscita a vedermi in faccia».
«Ah, ma certo, Master Zero ha detto che i quattro individui incappucciati erano i suoi guardiani!»
«Esatto, mi chiamo Helios e sono il guardiano del vento, piacere di conoscerti».
«Piacere mio!» Disse Anies sorridendo
I due si fermarono a parlare del più e del meno per qualche minuto per poi scoprire che entrambi erano nel 1°AB, così decisero di andare in classe insieme. Dal corridoio riuscirono a vedere all'interno della loro classe e si resero conto che le uniche persone assenti erano loro, inoltre videro umani e Nex andare d’accordo, parlavano, ridevano e scherzavano come se provenissero tutti dallo stesso pianeta, tutti indossavano le divise scolastiche che consistevano in una camicia, un pantalone o una gonna per le ragazze. Anies non si sapeva spiegare se questa coesistenza era possibile per via del fatto che umani e Nex erano esteticamente simili tra di loro o se era per via del fatto che quest’ultimi avevano salvato il genere umano grazie alle loro prodezze ma in entrambi i casi in quell’ambiente si respirava un aria di felicità e di spensieratezza che gli umani non assaporavano da tempo. Quando Anies ed Helios entrarono nella classe, una ragazza aliena disse loro «Ehi, Helios ce l’hai fatta ad arrivare, un altro po’ e le lezioni sarebbero cominciate senza di te!»
Era Shira che sedeva su uno dei banchi a parlare con Lexiax, Phil e Rin, i quattro ragazzi sembravano aver stretto una bella amicizia in tutto questo tempo. Helios non era stato così fortunato, a causa dei suoi doveri sia familiari che come quelli da guardiano non aveva molto tempo libero a disposizione e quel poco che aveva lo passava immerso nella lettura. Mentre il gruppo il gruppo di Shira faceva la nuova conoscenza di Anies, dall'altro lato della stanza c'era Elisa che osservava Rin con molto interesse, quest'ultimo si accorse che qualcuno o qualcosa lo stava osservando ma decise di ignorare, dietro di lei sedeva Io da solo e nel puro silenzio continuava a guardare fuori dalla finestra immerso nei suoi pensieri; in teoria la classe era disposta per formare delle coppie ma lui preferiva rimanere per i fatti suoi. Qualche istante dopo suonò la prima campanella della giornata e dalla porta entrò una Nex, era alta con dei capelli biondo platino ed occhi verde acqua, si mise dietro la cattedra e disse «Buongiorno a tutti! Sono la professoressa Lilac. Come potete vedere sono una Nex ma se tutti voi pensiate che ci saranno dei favoritismi vi sbagliate di grosso. Tratterò  tutti alla stessa maniera, non saranno fatti sconti ne favori quindi preparatevi a studiare e ad impegnarvi sul serio. Chiaro?»
Tutti i studenti dissero in coro «Si professoressa!» Fatta ad eccezione di Io che era rimasto ad osservare fuori dalla finestra tutto il tempo, Liliac si accorse di lui e gli disse «Tu! Che guardi fuori dalla finestra, perché sei da solo?»
Io la ignorò completamente così la prof. gli lanciò un gessetto con così tanta forza da sembrare un proiettile gridando «Mi stai ascoltando?»
Il ragazzo mosse appena la testa ed il gessetto lo mancò dopodiché rispose con un tono freddo «... Ti ho sentito... se sono da solo è perché non voglio nessuno tra i piedi».
Liliac riprese il suo studente dicendo «Che tu lo voglia o no, devi stare vicino ad un essere umano dopotutto il programma di integrazione serve proprio a questo, prima ti ho visto mentre entravi con quella ragazza, ehm... com'è che ti chiami?»
La ragazza si alzò e disse «Mi chiamo Elisa».
«Bene Elisa, puoi metterti vicino ad Io? Tu che sei solo prendi il posto della tua compagna».
Dopo lo scambio i due ragazzi furono costretti a stare vicini, Elisa era una ragazza molto vivace, Io invece era un tipo chiuso in se stesso, lei cercava di coinvolgere il suo compagno parlandogli, invitandolo a fare ricreazione insieme o addirittura a fargli dei piccoli scherzi quale era solita fare per far divertire tutti ma ciò nonostante Io rimaneva impassibile quasi come se nulla lo toccasse.
Qualche settimana dopo i due non avevano fatto progressi nel loro rapporto, così Elisa decise che era giunto il momento di ricorrere al piano B, ossia chiedere in giro qualche informazione utile riguardo a lui ma senza successo dato che nessuno dentro la sua classe sapeva di lui, fino a quando non decise di chiedere a Lexiax. Lei nel gruppetto in cui faceva parte era la più vicina a Rin e quindi avrebbe anche avuto la possibilità di avvicinarsi a quest'ultimo così durante la ricreazione di quel giorno Elisa si avvicinò al gruppo in cui c'era la Nex e gli disse «C-ciao a tutti... ecco tu sei Lexiax dico bene?»
«In carne ed ossa. Dimmi, dimmi, sei per caso una mia ammiratrice?»
«Uhm... ecco in verità... vorrei chiederti qualcosa in più riguardo Io».
A quel punto intervenne Shira che disse «Uh, certo che a te ti è andata veramente male novellina».
Elisa diresse lo sguardo verso di lei e disse «Perché?»
La rossa si avvicinò a lei e gli diede una pacca sulla spalla dicendogli «Vedi... Io è soltanto uno stronzetto asociale a cui non piace parlare, preferisce rimanere immerso nei suoi pensieri ignorando tutto e tutti, poi, all'improvviso si sveglia ed approfitta della situazione per vantarsi e fare lo snob...»
A quelle parole Helios intervenne e con un tono alquanto adirato disse «Basta così! Ti sembra questo il modo di parlare di un tuo compagno? Perché se è così, dovresti soltanto vergognarti!»
Shira ebbe uno scatto d'ira, diede un calcio ad una sedia distruggendola e disse «Bastardo! Bada a come parli o non ci penso due volte a prenderti a calci in culo, chiaro?»
C'era un bel po' di tensione in quel momento ma Phil si avvicinò ai due e mise una mano sulle spalle ad entrambi e disse «Su, su, basta litigare altrimenti rovineremmo l'atmosfera di armonia che abbiamo creato con tanto impegno».
Quando il ragazzo toccò Shira lei arrossì, si voltò e disse «E-e va bene... se ci tieni tanto... cercherò di stare tranquilla».
Helios fece un respiro profondo e disse «Perdonatemi, non era mia intenzione... tuttavia non posso rimanere impassibile quando qualcuno parla in questa maniera di un mio amico».
I due si chiarirono e fecero la pace, dopotutto i guardiani erano abituati a questo tipo di legame di amore/odio. Dopo essersi calmati Helios cominciò a raccontare qualcosa sul conto di Io «Da dove possiamo cominciare? Onestamente non so molto di lui, diciamo che è un tipo a cui non piace parlare molto, forse per via del fatto che prima di diventare un guardiano era un assassino, quindi quando ti avvicini a lui cerca di fare attenzione visto che potrebbe avere qualche arma nascosta»
Elisa rimase scioccata e disse «V-veramente?»
«Conoscendolo è possibile».
«Veramente era un assassino?» Elisa si stava eccitando a questa idea visto che aveva considerato le parole del loro primo incontro come uno scherzo, quindi voleva saperne di più.
«Ehm... certo, so che lavorava per un settore militare e faceva parte delle unità assassini, quando il nostro pianeta fu attaccato credo che abbia usato le sue abilità per sopravvivere e fuggire, almeno credo. Scusa oltre a questo non so altro, mi dispiace».
«Non importa, grazie mille se non altro ora ho una base su cui partire».
La giornata trascorse tranquillamente ed Elisa durante le lezioni elaborò mentalmente l'approccio migliore per potersi avvicinare ad Io. Il giorno seguente Elisa decise di attuare il piano escogitato il giorno precedente  ma all'inizio della ricreazione il suo compagno si alzò dal suo posto ed uscì dalla classe così la ragazza decise di seguirlo ma non passò molto tempo prima che si perse, impaurita cercò una soluzione prendendo strade a caso peggiorando di conseguenza la situazione «Ed ora... che faccio? Non ci credo avevo soltanto un compito... ed ho fallito miseramente... come se non bastasse ora devo andare anche in bagno».
La ragazza continuò a correre senza incontrare anima viva, fin quando non finì addosso a qualcuno, la ragazza indietreggiò senza cadere e quando aprì gli occhi vide Rin che cercava di capire chi fosse e quando la riconobbe disse «Elisa, stai bene?»
La ragazza rispose affannosamente «No... aiutami ti prego...»
«Dimmi, cosa posso fare?»
«Bagno... ho bisogno di un bagno... per favore...»
Il ragazzo prese per mano Elisa e la portò nei bagni più vicini e poco dopo la ragazza uscì da li mentre si asciugava le mani con un pezzo di carta dicendogli «Grazie mille, questa è la seconda volta che mi salvi».
Il ragazzo era confuso e gli chiese «La seconda? Che vuoi dire?»
«... Ricordi? Quando c'era ancora la guerriglia? Tu... ti sei precipitato a salvare una ragazza da dei rivoltosi ricordi?»
«Oh, si ricordo perfettamente... se non fosse stato per Lexiax sarei morto quella volta... aspetta tu come fai a saperlo?»
«... Quella ragazza che hai protetto... ero io... avrei voluto aiutarti ma... quando sono tornata tu già eri scomparso... mi dispiace che non sia stata in grado di fare nulla quel giorno e ci tenevo a dirti grazie e a scusarmi».
Rin sorrise ed accarezzò la testa della ragazza dicendo «Quindi eri tu che mi fissavi... comunque non devi sentirti in colpa per quello che mi è successo, in fin dei conti un po' me la sono cercata».
I due si misero a ridere ripensando all'accaduto anche se, sulla pelle di Rin, i segni di quel fatidico giorno rimarranno indelebili sulla sua pelle sotto forma di cicatrici; poco distante da loro Io aveva spiato tutta la scena per poi andarsene senza dire nulla. Poco prima delle fine della ricreazione Elisa si sedette al suo posto ed il suo compagno di banco arrivò poco dopo e quando si sedette lei cominciò a parlargli «Si può sapere dove eri finito? È da un pezzo che ti cerco e quando ti devo parlare tu sparisci».
«... Sapevo che avevi in mente qualcosa, quindi ho preferito sparire più tosto che sopportarti!»
La ragazza si alzò di scatto dalla sedia e disse con tono alterato «Ma insomma qual'è il tuo problema? Sto cercando di fare amicizia con te in ogni modo possibile ma tu non fai altro che evitarmi e a comportarti in questa maniera!»
Il Nex rispose in modo tranquillo «... Si può sapere perché ti scaldi tanto? L'avevo detto il primo giorno che non volevo avere nessuno tra i piedi, se sei sorda non è certo un problema mio».
A quel punto si sentì bussare alla porta anche se era aperta, da lì entrò Master Zero che sorridendo disse «Cosa succede qui?»
Quando i Nex lo videro si azzittirono tutti e chinarono il capo in segno di rispetto dicendo «Buongiorno Master Zero».
Lui alzò delicatamente le mani dicendo «Non c'è bisogno di tutta questa formalità, metteremmo a disaggio i nostri fratelli umani».
A quel punto gli alieni tornarono ad avere una postura più naturale se pur rimanendo in silenzio, il loro leader con la sua lunga tunica bianca si avvicinò ad Io e gli disse «Vieni da me dopo le lezioni... devo parlarti».
Il guardiano chiuse gli occhi e disse «... Come desidera».
Nel corridoio si senti la voce di qualcuno chiamare il loro leader «Master Zero, dove siete finito? Mi risponda per favore». 
Poi dalla classe si riuscì a vedere un Nex anziano che cercava in lungo e in largo il suo leader così quest'ultimo si congedò dicendo a tutti di andare d'accordo.
Dopo le lezioni Io si diresse nella stanza di Master Zero, quest'ultimo lo accolse mentre Ariel gli serviva da bere una tazza di tè «Siediti pure Io, devo parlarti riguardo la tua condotta».
Il guardiano si sedette rimanendo in silenzio e fissò il suo leader sorseggiare il suo tè, poi quest'ultimo parlò «Io, so che per te è difficile entrare in contatto con qualcuno specialmente se proviene da una civiltà diversa dalla nostra, conosco il tuo passato ma con il tuo comportamento stai compromettendo il nostro piano di salvezza. Ti consiglio di essere più socievole con i tuoi compagni».
Io chiuse gli occhi e disse «Mi rifiuto...»
Master Zero sorrise e gli disse «Bene, sappi che quello che ti ho appena detto non è più un consiglio, ma un ordine!»
Il guardiano se pur riluttante disse «... Come desidera... ma non gli prometto nulla».
Dopo di che Io si alzò ed usci dalla stanza senza dire nient'altro, poco dopo incontrò Elisa e lui subito si voltò cercando di cambiare direzione ma lei lo fermò dicendo «Fermo... devo parlarti».
Il Nex si voltò e disse «... Parla, non ho tempo da perdere».
«Tu sei un assassino, dico bene?»
«... Si e con questo?»
La ragazza fece un respiro profondo poi gli disse guardandolo negli occhi «Allenami, voglio diventare più forte!»
Io fece una smorfia quasi divertita e disse «... Vuoi che ti addestri? Lo sai che uccidere non è come andare in giro in bicicletta? Molti non sanno neanche lontanamente cosa vuol dire realmente togliere la vita a qualcuno mentre lo si guarda negli occhi».
«So benissimo che uccidere qualcuno è inconcepibile per molti ed anche per me, tutta via, anche se non sarò mai in grado di fare una cosa simile, con i tuoi addestramenti diventerò sicuramente più forte».
Io mormorò tra se e se «Addestrare un assassino senza che impari ad uccidere eh...» Poi alzò lo sguardo e disse «Va bene... accetto la tua sfida».
Il Nex si avvicinò e gli porse la mano dicendo «... Sia chiaro, con me si fa sul serio, niente pianti e niente lamentele. Se cadi ti rialzi, se non riesci a rialzarti allora arrenditi e tornatene a casa prima che sia troppo tardi».
La ragazza determinata strinse la mano ad Io e gli disse «Non sono una pappamolle, ho forza di volontà da vendere!»
In quel momento il Nex sentì la determinazione di Elisa e qualcosa, nel profondo, gli diceva che in un modo o nell'altro avrebbe portato a termine il suo addestramento. 
Io,  stava sperimentando in maniera leggermente diversa ciò che avevano provato altri Nex prima di lui e inconsciamente pensò che una ragazza così solare sarebbe stata in grado un giorno... di portare un po' di luce nella nella sua vita... e nel suo cuore...
   
 
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