CANTICO DELLA MONTAGNA
Belati lontani, beffardi
campanacci di mucche al pascolo
risuonano dovunque l’orecchio umano
può tendersi ad origliare.
Il ragliare di un asino
squassa il silenzio di un mattino
ignobile
che si mostra con faccia tosta
dopo averci abbandonato per lunghe
ore al dominio della notte.
Tra gli alberi verdi
un venticello traditore si nasconde,
facendo fremere di tanto in tanto le
dolci foglie
innamorate della luce del giorno
nascente.
Tutto è giallo
colore della vita e della rinascita
del sole
immense siepi di ginestre
colorano un mondo freddo e solitario.
Il fiumiciattolo
canta e intona l’inno della vallata
mentre calanchi grigi e cupi
feriscono la terra fino al suo cuore
di roccia e pietra.
Poco più avanti, l’uomo che guida il
mulo e il carretto
si ferma ad asciugarsi la fronte,
madida di sudore e di vita, mentre la
sua barba lunga e grigia
ricorda che il nostro cammino non è
affatto in discesa.
Un primo tuono mattutino
mette fine alle parole scritte dal
narratore
mentre il giovane sole risorto
scompare
dietro una valanga di nuvole nere.
NOTA DELL’AUTORE
Ciao a tutti, e grazie per aver letto anche questa poesia J
Devo dire la verità ed essere sincero, a questo punto; oggi
non sapevo proprio cosa proporvi. Avevo parecchie poesie a disposizione, ma non
mi convincevano, quindi ho deciso di farvi leggere questa, che non è altro che
un ‘’avanzo’’ di più pensieri, un semplice ricordo che ho deciso di tramutare
in poesia. Spero vi sia piaciuto come componimento J
Posso soltanto soffermarmi a ringraziavi ancora una volta J
Grazie di cuore a tutti J a giovedì prossimo J