3.capitolo.
“Bene,quindi sei un abile e
infallibile
addestratrice di posate sulla tavola.Sono certo che la Regina
Elisabetta
sarebbe contenta di averti nella sua truppa. Verrai ricordata come
Rebecca la
prima posata.” E per enfatizzare di più il gesto
prese una posata e la portò
sopra la testa come segno di vittoria. Rebecca per tutta risposta
cercò di
ignorarlo anche se le costava una certa difficoltà non
portare gli occhi sugli
avambracci scoperti e ben sviluppati.
“Noto che spendere 10 mila dollari
nelle scuole più prestigiose americane ha dato i suoi
frutti.” E con la stessa
forchetta prese un pezzo di frittella allo sciroppo d’acero e
se lo portò in
bocca con gesto poco consono alla galenteria di cui era tanto famoso.
Eppure a
Rebecca piaceva così,era rude come una pianta grassa del
deserto. Poteva essere
affilato al contatto ma sapeva donarti le cose migliori come
l’acqua preziosa
che conteneva la pianta. Richard osservò ancora il
curriculum assai povero
della ragazza mentre finiva l’ultimo pezzo di frittella
quando si accorse che
gli occhi della ragazza lo guardavano come assorti da una sorta di
incantesimo.Trattenne
un sorriso compiaciuto nel sapere che Rebecca avesse ancora una cotta
per
lui,sapeva che era sbagliato pensarlo ma in cuor suo si
rallegrò che per
Rebecca non era ancora cambiato nulla.
“Rebb….” La voce
dell’uomo la riportò
di nuovo sul pianeta terra,lo sguardo tra il divertito e il rimprovero
la fece
arrossire. Anche questa volta era stata beccata a sbavare per lui come
una
lumaca che striscia sul terreno.
“Rich…” disse
solamente andandosi a
sedere vicino a lui e arrampicandosi all’alto sgabello che le
fece alzare fino
a metà coscia la lunga felpa che usava come pigiama. Stava
per rimetterla a
posto quando notò gli occhi di Richard soffermarsi
più del dovuto sulla sua
pelle scoperta e per tutta risposta accavallò le gambe
sorridendogli
soddisfatta nel vedere l’uomo trattenere un respiro.
“Sei una Strega.” Disse
Richard nel
constatare quanto il suo corpo fosse in allarme nel vedere Rebecca.
“Perchè,cosa mai avrei
fatto?”e mangiò
il suo pezzo di frittella sostenendo lo sguardo truce di Richard.
“Lo sai.” E si
alzò portando il piatto
sporco al lavello per lavarlo. Non pensava che sarebbe stata
così dura vivere
con lei ma dovette arrendersi al fatto che Rebecca era cresciuta come
era
cresciuta la sua voglia di tenerla tra le braccia e fare
l’amore con lei per
tutto il giorno.
“No,non lo so.” E per tutta
risposta si
alzò anche lei avvicnandosi così alla schiena di
Richard. Sentì il suo respiro
farsi pesante quando gli poggiò la testa. Rebecca si sentiva
stanca,stanca di
dover lottare pe rottenere un pò di affetto dalla persona
che amava e ora che
capiva di non essergli indifferente,voleva tentarle tutte pur di non
perderlo.
“Rebecca,perchè non cresci
una buona
volta?”e velocemente si spostò per non permettere
che il profumo della donna lo
ubriacasse al punto da fargli commettere una pazzia. Strinse i pugni
quando
vide gli occhi lucidi di Rebecca. Sapeva di averla ferita con le sue
parole e
soprattutto con il suo brusco allontanamento ma non poteva permettersi
di
violare quella ragazza. Rebecca era un fiore troppo raro e gentile. Era
la
persona più importante che avesse al mondo. Non poteva
rovinarla solo per una
banale e forte attrazione che provava per lei.
Era semplice, provò a dirsi. Il suo
era
un semplice impulso che si manifestava per la presenza di una bella
donna.
Ma Rebecca restava la sua piccolo Rebecca.
Una donna a cui avrebbe toccata il
braccio solo per accompagnarl all’altare.
“Per te non sarò mai
abbastanza
grande,Rich.” Abbassò la testa per non
permettergli di vedere le lacrime che le
aveva causato. Buttò la sua colazione e prese a lavare il
piatto e non si
staccò dal lavandino nemmeno quando sentì Richard
dietro di lei che le portava i
lunghi capelli di lato per poi depositarle un bacio sul collo come
faceva sua
madre quando le chiedeva scusa perchè tardava
nell’andare a prenderla. Solo che
quell gesto non fece altro che peggiorare la tristezza che sentiva
dentro di
se. Quel semplice gesto la fece scoppiare in lacrime. Richard era
l’unica
persona al mondo a farla sentire una nullità.
“Rebb,per favore. Non piangere. Ho
esagerato,mi dispiace.”
“E’ così
frustante starti accanto.” Disse
tutto di un fiato mentre sentiva le mani di Richard sulle spalle.
“E’ la stessa cosa per
me,non credi?”Rebecca
si girò verso di lui ancora con gli occhi pieni di lacrime e
notò che nello
sguardo dell’uomo qualcosa era cambiato. Era come se Richard
si sforzasse a
mantenre una certa distanza. Non era come anni fa,quando lei gli si era
buttata
addosso e lui l’aveva prontamente rifutata.
No.
Ora era diverso.
Vedeva in lui una luce di
considerazione.
“Non lo so,tu non mi dici mai nulla
se
non cattiverie. A volte penso che tu mi odii.” Richard la
guardò perplesso. Sapeva
di non essere un mostro di affettuosità ma non poteva
credere che Rebecca
dubitasse del suo attaccamento verso di lei.
Adorava quella ragazza,fin da quando era
piccola. Si sarebbe fatto uccidere per lei.
Non credeva che Rebecca non vedesse
quando in realtà tenesse a lei.
“Odiarti? Solo perchè non
ti dimostro
affetto con baci o abbracci,pensi questo?Non sono una persona che si
lascia
andare ad effusioni e tu lo sai meglio di me.” Richard si
mise a braccia
conserte mentre osservava l’espressione di Rebecca cambiare.
Era a pochi
centimetri di distanza da lui e sapeva che avrebbe potuto commettere
qualsiasi
cosa per quegli occhi grandi e sensuali.
“Oh si, quindi devo dedurre che i
gemiti e i scambi di lingua di ieri sera con Rutina,fossero solo frutto
della
mia immaginazione.” Strinse le mani talmente forti che la
pelle diventò
rossastra al contatto con le unghie. Odiava fare la bambina gelosa ma
era
quello che provava. Soprattutto perchè sapeva che Richard
non sarebbe mai stato
felice con lei. Perchè nessuno conosceva come fosse
veramente. Nessuno sapeva
che in realtà aveva un carattere chiuso e molte volte
scorbutico. Tutti pensavano
che fosse una persona timida e riservata ma in realtà era
una persona a cui non
interessavano le chiacchiere degli altri e soprattutto farsi degli
amici.
Richard era un bravissimo attore.
Così bravo
che a volte non si ricordava di smettere di recitare.
“E’ diverso. Dio mio,
Rebecca…quando..”
“Quando la finirai di fare la bambina
viziata e gelosa?” gli urlò lei stanca di
sentirselo sempre ripetere. Lo scansò
spingendolo via da lei per poi andarsi a riparare verso il tavolo
sentendo il
corpo invaso dalla rabbia.
“Sono stanca di tutto questo. Ho
sempre
fatto tutto quello che mi è stato detto. E tu mi dici che
sono viziata?Non ho
mai volute essere ricca,volevo solo essere amata. E mi dici che sono
viziata?”
iniziò a singhiozzare sentendo il respiro farsi sempre
più corto.
“Rebecca,calmati. Ti sentirai male
così.” Stava per andare verso di lei quando lo
inchiodò con lo sguardo di
fermarsi.
“Accetto il fatto che tu mi dica che
sono gelosa..” e tirò su con il naso come una
bambina “ma lo sono perchè Ti
amo. Ti amo da tutta una vita. Non ho mai considerate nessuno se non
te. Avrei voluto
che non te ne fossi mai andato da noi,che ti saresti occupato del
nostro Ranch
e di me. Cosa faccio di male nel dirti che Ti amo?Tutti vorrebbero
essere amati…..e
non sono una bambina quando ti dico questo.”
Richard rimase spiazzato dalla
dichiarazione della ragazza. Sapeva di non essergli mai stato
indifferente ma
addirittura ad amarlo,davvero non credeva. Sospirò per
portarsi una mano sul
mento strofinandoselo. Non sapeva cosa dire. Lo aveva lasciato senza
parole. Il
cuore gli diceva solo di andare da lei e abbracciarla ma la mente gli
diceva
altro.
Suo padre gliela avava affidata
raccomandandogli
il meglio.
E lui non era il meglio per lei.
“Sei così giovane,non sai
nemmeno cosa
voglia dire la parola amore.” Rebecca sgranò agli
occhi al tono freddo e
indifferente dell’uomo.
“E questa sarebbe la risposta? Che
stupida,non
smetto mai di provarci sapendo che tu mi colpirai allo stesso modo
finchè non
avrò più un cuore.”
“Rebecca,ragiona. Abbiamo 15 anni di
differenza. Non hai visto nulla del mondo e non hai mai incontrato
nessuno con
cui fare esperienza.” A Richard costò molto dire
quella parola sentendo il
sangue ribollire nelle vene nell’immaginare la sua Rebecca
innamorarsi di un
altro. Ma non poteva prendere quella piccolo rosa e reciderla. No,lei
avrebbe
avuto il meglio.
“Ma io non voglio fare esperienza con
nessuno. Perchè pensi che il mio amore per te sia
così privo di forza?Perchè
Rutina può avere il permesso di amarti e io
no?Perchè io sono ridicola mentre
lei è perfetta? Io ti amo da molto più tempo di
lei e io amo il vero Richard e
non quello che compare nelle interviste.”
Richard si sentì impotente dalla
determinazione dimostrata dalla ragazza e non fece nemmeno un passo
indietro
quando lei si avvicinò e in punta di piedi si
innalzò verso di lui per poi
baciarlo.
Un bacio casto,appena depositato. Un
bacio che non aveva nulla di malizioso e proibito. Era una bacio che
potevano scambiarsi
persino due bambini per quanto fosse un semplice sfiorarsi,ma per
Richard quel bacio
era un chiaro invito a prenderla. Ad insegnarle a fare
l’amore e a baciare con
una tale passione da farla restare senza respiro. Sentiva ancora il suo
sapore
mentre si inumidiva le labbra per quel contatto. I suoi occhi non
facevano
altro che chiedergli con una tale speranza di amarla.
Avrebbe volute farlo.
Ma proprio perchè l’amava
non lo fece.
Un giorno lo avrebbe ringraziato. Un
giorno,quando
si sposerà con l’uomo della sua vita lo
ringrazierà.
Lo ringrazierà di non avergli rubato
la
sua dolce innocenza.
E fu proprio qull pensiero che lo fece
deciderde
a sferrare il colpo di grazia.
“Ho intenzione di chiedere a Rutina
di
sposarmi.” Richard vide gli occhi di Rebecca sgranarsi quando
le disse quelle
parole. La speranza che prima gli aveva dimostratosi era trasformata in
disperazione.
“Bugiardo,lo dici solo per
ferirmi.” Si
aggrappò a quella flebile spranza sapendo che
però Richard non era tipo da fare
scherzi del genere.
“Se non ci credi,prova a vedere nel
primo cassetto del mobile che si trova in sala.”
Rebecca sentiva le gambe farsi pesante
quando gli disse quelle parole. Non le servì andare
perchè sapeva che gli stava
dicendo la verità. Quindi era stata Battuta.
Battuta da una donna che conosceva da
poco tempo e che non avrebbe mai apprezzato come fosse lui veramente.
Si sedette
stancamente su una sedia pensando a quanto fosse inutile amare nella
vita.
Tutte le persone che aveva amato o
erano morte o l’avevano rifutata.
Sua madre era morta.
Suo padre l’aveva rifiutata e poi era
morto senza lasciarle un becco di un quattrino per prendersi subito la
sua agoniata
libertà.
Richard l’aveva rifiutata. E cosa ben
peggiore era l’unica persona che poteva concedergli la
libertà.
Il suo carnefice era anche il suo Salvatore.
Allora perchè in quel momento stava
morendo?
“A volte penso che l’unico
che non è
cresciuto,Richard, sei proprio tu.” Disse in un filo di voce.
“Tra un paio di anni ci rideremo
sopra,vedrai.” Richard le si avvicinò mettendole
una mano tra i capelli.
Quanto lo odiava in quel momento. Avrebbe
dovuto rifutarlo ma non riusciva a dire di no a quei rari momenti in
cui lui
gli dimostrava affetto.
“Hai dato a me della Strega ma tu sei
il peggiore dei demoni.” E così dicendo si
staccò dalla sedia per correre in
camera. Non gli avrebbe più permesso di avere potere su di
lei.
Gli avrebbe dimostrato che si sarebbe
data da fare e che sarebbe sopravvissuta anche senza di lui.
Da questo momento in poi gli avrebbe
dimostrato che la sua più grande sconfitta sarebbe stata
quella di rifiutarla.
***
Richard si accese una sugaretta mentre
prendeva carta e penna per andarsi a sedere davanti alla finestra che
gli
presenteva la più bella vista panoramica di tutta New York.
Domani doveva
presentarsi sul set fotografico di Sarah,una delle sue più
care amiche e non
che bravissima fotografa. Aveva bisogno di parlare con lei,di avere
qualche
consiglio. Di sentire una persona amica che lo comprendeva e accettava
per
quello che era dopo Rebecca.
Si toccò le labbra ripensando a
quell bacio,a
quelle gambe e a quegli occhi. Rebecca era così bella e la
cosa più sensuale di
lei era l’ingenuità che ci metteva nel presentarla.
Sarebbe stato facile trovare un
pretende per lei.
Uno che sicuramente non l’avrebbe
rifiutata come aveva fatto lui ferendola.
Lei un giorno avrebbe capito.
E mise il primo nome sulla lista.
Un giorno avrebbe compreso l’amore
che
provava per lei.
E mise il secondo.
E forse un giorno l’avrebbe perdonato
per quella lista.
E mise il terzo.
Angolo autrice:
Embè,per chi non lo avesse capito.
La piccolo
Rebb è inamorata di Richard ma questo amore non
è,anzi,non può essere
ricambiato dal bel tenebroso Richard.
Che dire,già dal terzo capitol hanno
fatto fuoco e fiamme….immaginate gli altri.
Spero che il ritardo nel pubblicare si
sia fatto perdonare e ringrazio con tanto affetto LadyOakenshield e
Bilbo per
le loro recensioni e a tutti coloro che mi seguono e hanno messo la
storia tra i
preferiti.
Grazie e a presto :D