Cap.12
Reghina Vs Veki
Napa
spinse Reghina in avanti, la bambina gonfiò
le guance facendo un passo di lato.
“Non
voglio allenarmi”.
Veki
sogghignò guardandola dall'alto in basso,
roteò gli occhi e incrociò le braccia.
“È
troppo piccola per combattere… E poi non sa
farlo”.
Reghina
aprì la bocca, Napa le mise una mano
sulla spalliera rosa e sorrise.
“Non
potete continuare a litigare. È un anno che
andate avanti così. Un bello scontro risolverà la
cosa una volta per tutte”.
Reghina
dimenò la coda lunga quattro volte lei,
scosse ripetutamente il capo.
“La
mia mamma non vuole che combatta”.
Veki
ridacchiò, si chinò con il capo verso Lory
e socchiuse gli occhi scuri.
“Questo
perché gli tsufuru non sanno farlo”
sussurrò.
Lory
arrossì abbassando il capo, intrecciò le
mani tra loro deglutendo.
“No-non
è cor-corte-cortese” balbettò.
Reghina
strinse i pugni, si morse il labbro e
grugnì sbuffando.
“Poi
però non piangere da tuo padre!”.
Veki
si legò la coda attorno alla vita, tolse i
guanti e li lanciò a Lory, ghignò.
“Solo
se tu non vai a piangere dalla mammina”.
Reghina
lasciò cadere il mantello rosa in terra,
sfilò gli stivaletti rosa, e Napa la lasciò.
“Niente
sfere d'energia. Dev'essere uno scontro
alla pari”.
Indietreggiò,
si accostò alla parete di fianco
alla porta aperta ed incrociò le braccia.
<
Così forse quella donna smetterà di
ossessionare il Re > si disse.
Reghina
balzò in avanti, Veki schivò il colpo
abbassandosi e Reghina le atterrò alle spalle acquattata;
colpì il calcagno di
Veki con un calcio a piedi uniti, Veki scivolò in avanti e
Reghina balzò
nuovamente all'indietro.
“Vuoi
aiuto dalla tua serva per stare in piedi,
principessa?” chiese.
Veki
si voltò di scatto tirando un pugno,
Reghina spostò il capo e le ruotò attorno.
“Un
po' più a destra” suggerì.
Veki
sfregò i denti tra loro, prese a tirare una
serie di pugni ripetutamente.
“Non
fare l'arrogante con me, bambinetta!”.
Reghina
si muoveva a destra e sinistra
schivando, molleggiava sulle punte dei piedi nudi oscillando il capo.
Saltò,
mise la mano aperta sul capo di Veki e spinse con tutto il peso. Veki
strillò
cadendo in terra, Lory urlò coprendosi la bocca e Napa si
scostò dal muro. Reghina
atterrò sulle punte dei piedi, sorrise e
intrecciò le mani dietro la schiena.
“Bada
a come parli tu…”, ghignò,
“schiava”.
Veki
si mise in ginocchio e le tirò una serie di
sfere di energia formando una nube di fumo. Napa corse in avanti,
afferrò Veki
per le spalle.
“Siete
impazzita?” urlò.
Lory
corse verso la porta.
“Chiamo
Bardack!” esclamò.
Uscì,
Napa lasciò Veki e Veki ansimò stringendo
i pugni.
La
nube si diradò, Reghina scosse il
capo facendo ondeggiare i lunghi capelli blu notte, le iridi le
scintillavano
dello stesso colore.
“Ora
sono arrabbiata” sibilò.
Napa
sgranò occhi e bocca, indietreggiò
deglutendo ed il sudore gli scese lungo il volto. Veki sentiva i
muscoli tesi,
le gambe le tremavano e percepiva il battito accelerato.
Reghina
avanzò, udì un tonfo e alzò
il capo.
Vegeta
sgranò gli occhi, raccolse
Asperigus da terra e corse via.
Reghina
rilassò le spalle, le iridi e
i capelli tornano neri e lei corse nel corridoio.
“Vegeta!”.
Il
bambino strinse a sé il peluche avvicinandosi
al bordo delle scale, incassò il capo tra le spalle e
gonfiò le guance.
“Non
avvicinarti!” esclamò.
Reghina
si morse il labbro, dondolò sul posto
mugolando.
“Anche
la mamma non vuole che lo faccio”,
mormorò, “… però
è stata Veki. È sempre Veki”.
Vegeta
si sedette sul gradino stringendo al
petto il peluche, sporse le labbra ondeggiando la coda.
“Anche
con me è cattiva” ammise.
Reghina
avanzò, sciolse la coda dalla vita e
l'allungò fino al volto del bambino carezzandogli la guancia.
“Ti
ho fatto paura?”.
Vegeta
le schiaffeggiò la coda, gonfiò le guance
e scosse il capo.
“Il
principe dei Saiyan non ha paura” dichiarò.
Reghina
ritirò la coda, sorrise, piegando il
capo.
“Quindi
non gli serve andare dalla mamma?”.
Vegeta
alzò il capo di scatto dilatando gli
occhi, si mise in piedi e la guardò.
“Puoi?”.
Reghina
annuì, dimenò la coda e si leccò le
labbra.
“Però
non essere arrabbiato”.
Vegeta
mugugnò, annuì e strinse Asperigus con
entrambe le manine.
“…E tu
però non combattere più in quel modo!”
ordinò.
Reghina
gli afferrò il polso con la coda, lo
tirò verso di sé e sorrise prendendogli la mano.
“La
prossima volta la uccido solo ad insulti,
promesso!”.
Vegeta
sbuffò, le strinse la mano tenendo
Asperigus con l'altra.
“Non
intendevo proprio quello” borbottò.