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Autore: sereee_c    02/10/2015    1 recensioni
"Ogni anima tende a motivare il suo essere: quando il motivo è nell'irripetibile tempo, ogni anima vive nella memoria".
Semplicemente Vitae. Gli stessi conosciuti nomi, per una storia distaccata e totalmente differente.
Non sarà la fan fiction che vi aspettate, leggete, provatela, e infine scegliete. Buona lettura.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bright, Fine, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Guardava fuori dalla finestra, il sole splendeva rendendo tutto l'ambiente circostante di quel bel caldo tiepido primaverile. E così anche l'umidità tipica della biblioteca si percepiva di meno. Come al solito stava lavorando tra le ricerche e le ricatalogazioni dei vari libri presenti. D'altronde in questo ultimo periodo gli era stato assegnato questo come,tirocinio. Gli scaffali alti creavano come delle barriere isolandolo dal resto della biblioteca. Non che ce ne fosse bisogno viste le sporadiche presenze. Come ogni semestre quel posto si affollava solo in corrispondenza delle sessioni d'esame, quando gli studenti disperati dovevano autocostringersi a studiare. Gli era sempre piaciuta quella biblioteca, così calma e tranquilla. I volti noti erano riconoscibili per uno che la frequentava assiduamente, e anche questo era piacevole. Meno piacevole era scorgere ancora una volta la mancanza di una certa testolina rossa. Non che si fossero parlato molto l'ultimo periodo, ma per lui saper di poterla trovare sempre li era tranquillizzante. Vederla studiare silenziosa e solitaria mentre lui lavorava tra gli scaffali, gli dava pace. Fine era una ragazza vivace, una che non avresti mai detto potesse frequentare assiduamente una biblioteca, eppure era quasi sempre li. Sebbene fosse attiva, energica e amasse l'aria aperta, aveva imparato ad amare anche i libri, i momenti di pausa e la calma di quel posto solitario. Rein invece si presentava il contrario, per quanto sembrasse una ragazza diligente e in realtà lo fosse anche, odiava l'idea di mettersi in biblioteca, preferiva studiare o chiacchierare in qualche aula o in sala comune con le amiche. Era infatti venuta rade volte, e sempre solo per fare un piacere a lui, che vedendo la ritrosia di lei aveva a quel punto rinunciato a vederla mai li. Questo lato della sua ragazza un Po gli dispiaceva. In ogni caso ormai anche la sua "amica rossa" lo aveva abbandonato li. Gli mancava. Non sapeva cosa fare, gli avrebbe voluto chiedere cosa non andasse, ma ogni volta che aveva provato ad avvicinarla lei o se ne era andata ancora prima che potesse raggiungerla o si era defilata con una qualche scusa. Aveva capito il possibile imbarazzo dato dall'ultimo loro incontro ravvicinato, ma evitarlo in quel modo solo per questo gli sembrava esagerato. Eppure non capiva veramente, e anche volendolo negare a se stesso si era reso conto di una strana malinconia dentro di se, da quando i rapporti con lei erano cessati del tutto. Perché doveva andare così insomma? Era stata per lui l'unica vera amica, infatti non era mai stato capace di relazionarsi bene con le donne, poiché solitamente tutte gli cadevano ai piedi o gli si avvicinavano solo per cercare di sedurlo. Leo era stata diversa, con la sua ingenuità e con la sua dolcezza era piano piano entrata nella sua vita. Lui sapeva che lei c'era, per parlare, per confidarsi, per scherzare, anche solo per un abbraccio lei c'era sempre stata. E lui? Lui c'era stato per lei? Purtroppo iniziava a rendersi conto di non esserne sicuro. Da quando si era messo con Rein si era un po perso via. Fine aveva passato un brutto periodo familiare e lui le aveva mai chiesto come stava? No... Però le aveva detto che ci sarebbe stato se lei avesse avuto bisogno...che non fosse bastato? Era ovvio, lo sapeva che era caparbia e che non sarebbe mai andata di sua sponte a parlargli dei suoi problemi. Che testona. Era sempre pronta a ascoltare tutti e dare un allegria e consigli, e quando toccava a lei sfogarsi preferiva chiudersi in se stessa. Lo sapeva che era così e perché non gli era stato più vicino? Perché? Certo ora poteva capire perché, perché si sentiva infastidito a pensare,di starle vicino...perché sapeva che non era suo compito, bensì di Shade e questo lo aveva fatto allontanare.. Già. Che cavolata aveva combinato. Anche quando lei gli aveva parlato spiegandogli che lo vedeva lontano e questo le spiaceva, che aveva fatto? Niente, niente perché aveva paura. Perché aveva paura di quella vicinanza crescente, e che sentiva crescere verso di lei. Verso lei che già amava un altro, dentro di se che già aveva un altra splendida ragazza. Ecco perché. Bisognava distaccarsi, eppure era il primo a cercarla con lo sguardo in biblioteca, il primo a aiutarla quando la vide ubriaca, il primo a lasciarla sola al risveglio, con la scusa della riunione, per paura, paura di non potersi controllare una volta li, soli, in stanza. Che coglione. Già...
Bright sospirò, tutti questi pensieri erano ormai lucidi nella sua testa da diversi giorni, gli ci era voluto tempo per capirlo, e ancora di più per accettarlo. Quella pasticciona rossa, golosa di dolci gli era entrata nel cuoricino e lui non riusciva a farla più uscire...

  
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