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Autore: Robigna88    03/10/2015    1 recensioni
Harvey Specter è il mediatore più brillante di New York.
Lisa Sullivan è una donna comune con qualche segreto e molte difficoltà.
Cosa succede se Harvey incontra Lisa?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harvey Reginald Specter, Mike Ross, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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NDA: Questo capitolo lo dedico a Lucyvanplet93 affinchè le faccia compagnia durante le sue notti insonni :) buona lettura a tutti comunque :D Roby.

NYNY

7.

 

 

 

 

 

Quando Lisa si svegliò quella mattina, erano ancora le cinque e dieci minuti. Il braccio di Harvey le stringeva la vita e lei poteva sentirne il respiro regolare solleticarle il centro della schiena.

Pensò che era il momento perfetto per alzarsi e andarsene via piano piano, più silenziosamente che poteva per non svegliare lo splendido uomo che l’aveva amata intensamente nella notte appena passata. Ma stare lì, con quel calore sulla pelle, quel braccio forte che la teneva delicatamente stretta e quell’odore virile era così bello che decise di chiudere di nuovo gli occhi, solo per un altro po’.

Quando li aprì di nuovo erano quasi le sette ed Harvey non la stava più stringendo. Lisa sentì il rumore della doccia e pensò che ora era davvero il caso di alzarsi. Si mise a sedere sul letto e mentre con una mano si strofinava l’occhio destro con quello sinistro si guardava intorno alla ricerca dei suoi vestiti. Quando li individuò poco lontano, vicino ad una sedia, si alzò lasciando il lenzuolo che la copriva e li raggiunse.

Si rivestì con calma, una parte di lei le urlava di accelerare perché presto Harvey avrebbe finito di fare la doccia e sarebbe tornato in camera e salutarlo fingendo che non fosse un addio sarebbe stato impossibile. Ma un’altra parte le suggeriva di dirgli la verità, le suggeriva che avrebbe capito e che tutto sarebbe andato per il meglio.

La donna si mise a sedere sulla piccola sedia imbottita puntando gli occhi sul letto e sospirò passandosi una mano sul viso. Riavviò indietro i capelli e si mise in piedi pronta ad andarsene.

“Hey,” la voce di Harvey arrivò come un sussurro e Lisa si rese conto che persa nei suoi pensieri non si era accorta che il rumore della doccia era sparito. “Stai andando via?”

Lei fece un grosso respiro e si diede coraggio prima di essere faccia a faccia con lui. “Sì,” disse infine sorridendo. “Oggi Bruno torna in Italia e il suo volo è tra qualche ora. Vorrei andare a casa ed aiutarlo a sistemare i bagagli e tutto il resto.”

“Oggi?” chiese lui di rimando guardando qualcosa sul suo cellulare. “No, ti sbagli. Ho messo in agenda di dire a Donna di prenotare un biglietto in prima classe per la settimana prossima.”

“Sì… ed io ne ho comprato uno, non in prima classe, per oggi.”

Harvey piegò poco il capo. “Perché? È un uomo malato ed è un lungo viaggio, deve stare comodo.”

Lisa sorrise indossando le scarpe. “Starà bene,” gli disse. “Non preoccuparti.”

“Sei testarda” le disse lui lanciando il cellulare sul letto. “Ma mi piace. Chiamo Ray e dopo Donna per farle disdire i miei appuntamenti della mattina. Vengo con te all’aeroporto.”

“No,” la donna scosse il capo e si avvicinò a lui. L’odore di shampoo la colpì con forza, inebriandola. “Tu andrai al lavoro e poi potremmo vederci per pranzo magari.”

L’uomo abbozzò un sorriso. “Mi stai dicendo cosa fare?”

Lei gli avvolse il collo con un braccio, chiudendo gli occhi quando lui le poggiò una mano sul fianco e lentamente la fece scendere sui glutei e poi risalire fino alla vita incontrando l’altra in una stretta decisa. “Sì, è esattamente quello che sto facendo.”

“Sei fortunata Lisa Sullivan, perché mi piacciono le donne autoritarie.”

“Bene, allora sta’ zitto e baciami, avvocato.”

Ed Harvey lo fece.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

“Buongiorno, partner.”

Harvey entrò nell’ufficio di Jessica e si mise a sedere sul divanetto bianco senza aspettare neppure un invito. Gli occhi perplessi di Jessica Pearson lo seguirono in tutti i suoi movimenti, poi con calma la donna poggiò la penna sulla scrivania e sospirò.

“Partner?” chiese alzandosi e raggiungendolo. Si mise a sedere accanto a lui e accavallò le gambe senza staccare gli occhi dall’uomo che conosceva da anni e a cui aveva fatto da mentore per tanto tempo. “Sembri di buon umore.”

“Io sono sempre di buon umore,” replicò lui sbottonandosi la giacca. “Ma sì, oggi lo sono di più.”

“E perché? Se posso chiedere…”

“Credo che tu possa arrivarci da sola,” Harvey si mosse sul divano e si girò poco per guardarla meglio. “Sono venuto per dirti che mi prenderò il resto della giornata, e anche domani, libero.”

“Sul serio?” Jessica alzò un sopracciglio guardando l’uomo intensamente. C’era qualcosa di diverso in lui e il fatto che si stesse prendendo un giorno libero la diceva lunga. “Come si chiama?” chiese.

L’uomo accennò un sorriso, poi si alzò e si riabbottonò la giacca. “Si chiama Lisa,” disse. “Mike sarà a tua totale disposizione mentre sarò via.”

“Lo spero, visto che sono il suo capo…” Jessica rise, ma Harvey era già fuori dal suo ufficio e non poté vederla.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Lisa si asciugò gli occhi prima di aprire la porta di casa; l’ultima cosa che voleva era che Bruno la vedesse piangere, che si sentisse più in colpa di quanto già non facesse. Si ridiede un tono facendo tanti piccoli respiri, poi aprì.

Rufus le andò subito incontro, guaendo insistentemente, guardando verso l’esterno.

“Rufus,” le disse lei dandogli una lunga carezza. “Bruno non ti ha portato fuori vero? Lasciami sistemare una cosa veloce e ti ci porto io. Faremo una lunga passeggiata mentre lui si prepara per il viaggio.”

Il cane si mise a sedere sulla soglia della porta, alzò la testa verso Lisa e davanti a quegli occhioni la donna non poté fare a meno di ridere. Prese il guinzaglio dentro il cassetto all’entrata e si diresse verso la camera di Bruno; la porta era aperta e lui non era a letto. Lisa corrugò la fronte voltandosi verso il piccolo soggiorno.

Suo zio era seduto su una poltrona, davanti al televisore accesso a basso volume. Un comportamento strano, ma in fondo era tutto strano in quel periodo. Ripensò per un attimo ad Harvey, ma scacciò il pensiero per non scoppiare di nuovo in lacrime.

“Bruno,” lo chiamò. “È tardissimo e Rufus non è ancora uscito per la sua passeggiata.”

L’uomo non rispose e quando Lisa si spostò per guardarlo in viso si rese conto che non avrebbe potuto farlo mai più.

“Oh mio Dio” sussurrò indietreggiando. Tirò fuori il suo cellulare e compose il nove uno uno mentre chiamava nuovamente il nome di suo zio. Anche se sapeva che era inutile…

   
 
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