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Autore: M3K1317    04/10/2015    1 recensioni
Questa long-fiction è una versione migliorata di "Inazuma Eleven personalizzato", miglioramento della quale sono grato ad Ale2000.
Anno 2091 - Italia
Tra le tecnologie avanzate e i molteplici cambiamenti avvenuti sino ad ora, un gruppo di ragazzi tenta di creare una nuova potente squadra. Ma un ostacolo è in agguato nell'ombra.
Fra misteriosi personaggi, oscuri segreti e curiose rimembranze del passato, Milo e i suoi amici riusciranno nell'intento?
[Dal capitolo 4]
"Egli rideva in un modo così sguainato che Milo dovette coprire il telefono con una mano, per impedire che il tutto svegliasse i genitori o la sorella. E sopratutto che i suoi poveri timpani si distruggessero.
Dopo la scena a dir poco surreale, il portiere sbottò, mantenendo però un tono di voce basso:
"Ma... Era proprio necessario?".
Dall'altra parte ci fu il silenzio come risposta. Ormai sembrava inevitabile."
Genere: Avventura, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 15
 
“Ci stai prendendo in giro?!” esclamò Rich “Voi due vi detestate!”. Volt alzò le spalle in segno di assenso, salvo poi commentare: “Un buon capitano pensa al bene della squadra, prima che al suo…”. “Non fraintendere il mio consenso!” si intromise Cristoforo “Ho accettato solo perché…”. La frase rimase troncata senza motivo apparente. Milo, seguendo lo sguardo di Cristoforo, notò un ragazzo che conosceva bene: Nicola. “Ma chi si rivede?!” esclamò Volt, che aveva fatto il suo stesso ragionamento. Il ragazzino, sentendosi chiamato in causa, si avvicinò loro. Dopo un rapido saluto con la mano, si rivolse direttamente a Tundir: “Ho una sfida da proporti.”. L’altro annuì, facendo poi cenno con la mano di continuare. “Che ne dici di affrontare noi Sovrani Antichi?!” chiese solennemente una voce che non pareva provenire da un punto preciso. “Salvatore?” chiese Volt sghignazzando “Ancora questo trucco?!”. “Beh…” commentò un ragazzo alle spalle del centrocampista “Funziona sempre…”.
Era un ragazzo alto e di corporatura robusta. Indossava un’uniforme di una squadra, gialla, con uno stemma arancione al centro. Era a maniche lunghe, con tanto di guantoni, segno che si trattasse di un portiere. Aveva i capelli rossi, pettinati con precisione chirurgica.
“Su di me no!” rispose seccamente Volt. “Andiamo!” esplose a ridere l’altro “Si vedeva che avessi paura!”. “Io?!” rispose giocosamente il centrocampista “Io non ho mai paura!”. I due scherzarono ancora un po’ circa l’essere coraggioso od incosciente di Tundir. Proprio quest’ultimo, poi tornò all’argomento dal quale erano partiti: “Hai parlato di una squadra?”. Salvatore spiegò di come fosse divenuto il capitano della squadra dei Sovrani Antichi, che aveva poi accolto Nicola. Proprio lui, gli aveva favellato di Volt e della squadra che stesse cercando di creare, cosa che aveva spinto il rosso a mettersi sulle tracce del suo vecchio amico, per sfidarlo. “Bene!” rispose tripudiante il centrocampista “Dimmi dove e quando!”. “Domenica… Qui dovrebbe andar bene…” concluse la frase alludendo al campo ove i ragazzi si stavano allenando. “Perfetto.” rispose Volt.
 
“JJ… Puoi entrare…” proclamò una voce proveniente dall’ombra della stanza. “Kaiser… Mi avete fatto chiamare?” chiese il ragazzo. “Non serve che mi parli in quel modo… Oramai siamo amici…” rispose l’uomo, fuoriuscendo dalle tenebre che lo avvolgevano. Si presentò come un uomo abbastanza magro, col volto segnato da due profonde occhiaie. “Ti ho chiamato…” spiegò “Perché mi sembri diverso dal solito… Fino all’altro giorno mi potevo fidare ciecamente di te… Ed adesso…”. L’uomo lasciò volutamente la frase incompleta, onde render chiaro che non volesse girare il dito nella piaga, quale essa fosse. “Ecco…” rispose l’altro “Vede… Si tratta di mia sorella… Gioca in una squadra… Non voglio che sia coinvolta…”. “Tutto qui?!” esclamò stupito l’uomo “Avresti dovuto parlarmene prima! Questo è un tipo di problema che risolvo in cinque minuti!”. JJ annuì, sentendosi stranamente rassicurato ed intimorito insieme. “Guarda!” spiegò amichevolmente l’altro “Telefono subito all’Organizzazione Calcistica di qui… Hai la mia parola che tua sorella non metterà piede in campo!”.
 
Il weekend giunse a rapidità spaventosa. Sabato la squadra si radunò ai Parchi dell’Acquedotto, per discutere alcune faccende che erano sorte nei giorni precedenti, come l’uniforme, il nome e la rosa della squadra. “Per quanto riguarda la divisa non c’è problema!” spiegò Alberto “Mio padre è un sarto di successo… Ditemi come la volete e ve la porto domani!”. “Sicuro che riesca a procurartene undici?” chiese scettico Lio. “Voi fidatevi…” rispose Milite “Allora… Come le volete?”.
Dopo varie conversazioni, i ragazzi optarono per una divisa azzurra, con le maniche rosse, mentre il portiere avrebbe indossato un’uniforme a maniche lunghe, interamente blu scura. “Ora…” disse Yuri “Non ci resta che scegliere un nome per la squadra…”. Uscirono svariate proposte, tra cui nemmeno una che ottenesse l’approvazione generale. “Che ne dite di Alleanza Infinita?” propose Rich. “Un po’ antiquato… Ma può andare…” rispose Volt. Alla fine, seppur con qualche polemica, il nome fu selezionato. “Bene!” commentò Giuliano “Adesso dobbiamo organizzare lo schema e le strategie…”.
Fu la parte più spinosa. Nonostante la distribuzione dei ruoli fosse stata relativamente semplice, non si poté dire il desso delle tattiche. Milo sarebbe stato trai pali, essendo l’unico portiere di cui disponevano. Rich, Andrè, Yuri e Valerio sarebbero stati i difensori, mentre Volt, Cristoforo ed Alberto avrebbero presidiato il centrocampo. Infine gli attaccanti sarebbero stati Lara, Lio e Giuliano. Per conciliare i ruoli di tutti, si optò per uno schema a tridente. Come già detto, stabilire chi dovesse tirare più spesso in porta, chi sarebbe stato il regista o chi avrebbe portato il numero dieci, non si rivelò facile. Al termine dell’incontro, non si era presa nemmeno una decisione valida.
 
Domenica pomeriggio fu uno trai momenti della vita di Milo in cui si sentì più nervoso. Era una partita undici contro undici, non una banale sfida come quella tra Volt e Cristoforo della settimana prima. “Cavolo!” pensò “Sono passate solo due settimane!”.
Il parco era affollato. Evidentemente, qualcuno aveva sparso la voce. Non essendo uno stadio, non vi erano degli spogliatoi, quindi, le squadre si dovettero mettere l’uniforme prima di andare. Per ovviare tale incombenza, Alberto, che aveva con sé le maglie, aveva proposto alla squadra di trovarsi fuori dal parco, per indossarle. La maglietta col numero dieci fu contesa tra Lio, Giuliano e Volt. Alla fine, per mediazione di Milo e Rich, fu estratto a sorte chi l’avrebbe indossata. Venne scelto Nitro dalla sorte. Lara si sentì in imbarazzo, giustamente. Decise di cambiarsi sufficientemente lontana dai ragazzi.
Distribuite le divise, l’Alleanza Infinita iniziò il riscaldamento. Volt organizzò egregiamente l’allenamento pre-partita.
 
A sorpresa, Emanuele, si presentò con una divisa da arbitro, essendo stato informato per tempo.
I Sovrani Antichi vennero senza allenatore, in quanto non si trattava di una partita ufficiale, e non era il caso di disturbare Arsenio, il loro coach.
 
Il fischio d’inizio arrivò non appena le squadre si fossero disposte in campo. Partirono i Sovrani Antichi, con due attaccanti all’offensiva. Superarono senza problemi Lio e Giuliano, ma vennero fermati da Lara. Questi passò indietro, a Cristoforo, che ignorò Volt e si lanciò in attacco. Dopo aver dribblato un avversario, si trovò bloccato da due difensori, che gli impedirono ogni mossa. Ventura, pensando di non avere scelta, tirò in porta con tutta la sua forza. Salvatore, però, era pronto. “Barriera Magnetica!” dichiarò mentre si trovava a mezz’aria, con le braccia, che fino a prima era incrociate, stese all’indietro. La palla rallentò senza essere, apparentemente, ostacolata da nulla, finendo nelle mani del portiere.
“Una tecnica?!” esclamò Valerio. “A quanto pare…” commentò con sicurezza e calma Rich.
Salvatore lanciò la palla in avanti, ove si trovava Nicola. Questi superò facilmente Alberto, trovandosi davanti Yuri. Egli cercò di rubargli palla con una scivolata, che dir tarata male sarebbe eufemistico. Difatti, non si avvicinò neppure lontanamente alla sfera di cuoio, colpendo, invece la caviglia dell’avversario.
Emanuele fischiò il fallo. Pur essendo stato involontario, era palese che il ragazzo avesse infranto le regole. Un altro centrocampista s’incaricò di batterlo, lanciando il pallone nel mezzo dell’area di rigore dell’Alleanza Infinita, ove un attaccante, colpì di testa, indirizzando la palla in porta. Milo, seppur con un tuffo, afferrò la sfera. Egli la scagliò in avanti, verso Lara. Purtroppo, il rilancio venne intercettato da un difensore, che passò a Nicola.
Volt accorse a fronteggiare quest’ultimo, che si mostrò straordinariamente tranquillo. “Ehi! Volt!” commentò “Pensavi di essere il solo capace di usare delle tecniche micidiali?”. La domanda era stata formulata in maniera retorica, tale da far intendere che la risposta fosse “no”. “Scatto Repentino!” urlò, quindi, il giocatore dei Sovrani Antichi, mettendosi a correre ad una velocità tale da non essere visibile all’occhio umano. Così facendo superò Tundir con facilità.
 
“R67.” proclamò un uomo incappucciato al Kaiser. “Che piacere rivederla…” rispose l’uomo “Signor Rampolli… Quali nuove?”. “Il seme ha trovato terra fertile…” rispose enigmatico l’altro, togliendosi quanto copriva il suo volto. Era niente poco di meno che il desso docente che aveva posto l’indovinello alla classe tempo prima. “Bene!” affermò il suo capo “Ora non resta che chiudere il conto con l’unica persona che ne è a conoscenza…”. Rampolli alzò il sopracciglio, segno che non aveva compreso a pieno. “Ecco…” spiegò il Kaiser “C’è un’anziana signora che deve ricevere una visita…”. “Contatto JJ?” chiese, quindi, l’interlocutore. “No!” si affrettò a specificare l’altro “Se vuoi che una cosa sia fatta bene… Devi farla da te!”.
 
ANGOLO DELL’AUTORE
Per vostra sfortuna… Ecco il nuovo capitolo!
Sono consapevole che il nome della squadra e la loro formazione sono noiose… Però per i colpi di scena ci sarà bisogno di attendere…
Sono consapevole che tutti abbiate capito chi sia il Kaiser… Ma non si sa mai!
Sono consapevole che vi stiate chiedendo perché abbia scritto “Sono consapevole” tre volte…
In ogni caso… Per ora la partita non è niente di speciale, in quanto ho spostato il più di essa al capitolo successivo… Perché? Per cominciare per un po’ di sadismo… E poi perché non volevo che essa rubasse la scena al Kaiser ed i suoi scagnozzi…
Infine, ci tengo a precisare, che con questo capitolo, non sto sostenendo che tutti i professori di Latino siano malvagi… Solo alcuni!
Grazie a JKEdogawa per la sua recensione… E grazie a tutti coloro che abbiano letto fin qui…
Al prossimo capitolo!
  
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