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Autore: Aldore1n    06/10/2015    1 recensioni
Anno 3000. I giovani cavalieri di bronzo del futuro continuano la loro avventura per salvare dalle grinfia del male la nuova dea Atena. Riusciranno Liam, Kenzo , Dimitri e Rebecca a sconfiggere i terribili Cavalieri Naturali e i loro Generali? Secondo libro della mia trilogia sui Cavalieri Dello Zodiaco, celebre manga del maestro Masami Kurumada. Tutto è nuovo, dai personaggi alle skill, per quest, la storia, si può definire un'originale. Ciò che conservo meticolosamente è la filosofia del fumetto. Non vi aspettate il continuo della serie tv. Tutto è nuovo! Bruciate il vostro Cosmo
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Saori Kido
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 8
INCONTRO DESIDERATO.EFIALTE, IL CAVALIERE MISTERIOSO!
 
Fu il piccolo Pedro a trovare il secondo portale di Cayo Ingles, ben nascosto da una grande scogliera che faceva da scudo ad una spiaggia deserta, grazie alla sua conoscenza del territorio. Il giovane isolano corse rapidamente verso Dimitri che camminava poco più indietro, su un sentiero che portava sulla baia rocciosa dell'isola, in compagnia della dolce Marilen e di sua madre. La donna e sua figlia decisero di scortare il loro salvatore insieme a Pedro, l'unico che fosse in grado di scovare velocemente il portale installato dagli uomini dei Temis e di badare che lo spossato guerriero continuasse la sua missione. Le ferite inferte dal nemico erano quasi del tutto guarite miracolosamente grazie alla potenza del Cosmo e del Settimo Senso, ma il volto del cavaliere del Cigno appariva ancora provato, anche se il suo costante sorriso lasciava intendere altro.
«Dimitri!» gridò Pedro «Presto, ho trovato qualcosa!».
 Allertati dal richiamo del piccolo abitante di Cayo Ingles ,i membri del gruppo giunsero rapidamente su un costone roccioso che dava su un piccolo lembo ciottoloso ,bagnato dal mare cristallino. Il portale, un arco metallico identico a quello varcato in  precedenza dal Saint del Cigno, era lì che attendeva di essere oltrepassato.
«Grazie Pedro. Sai piccolo amico mio, credo che l'eroe di questa strana avventura sia proprio tu» affermò il sovietico ,passando una mano nei crespi capelli scuri del ragazzino.
«Ora non farmi arrossire però!» mugugnò l'isolano che lanciò uno sguardo sornione alla piccola Marilen «Però ,non capisco ancora come mai non hai accoppato quel maledetto Oto. Fossi stato io al posto tuo gliele avrei suonate così! E poi così! E poi…» continuò, sfoggiando una numerosa sequenza di pugni e calci alla rinfusa.
«Con quella tecnica ,non avrebbe avuto scampo Pedro!» asserì la madre di Marilen strappando una risata a tutti.
«Bene, è l'ora dei saluti a quanto pare. Non posso perdere ulteriore tempo» disse Dimitri ancora racchiuso nella sua armatura.
«Sicuro che quel tizio non creerà altri problemi?» gli domandò la donna.
«Ne sono certo. Non ho percepito più nessuna oscurità nel suo Cosmo. Anzi, stranamente pare che la sua forza combattiva sia del tutto scomparsa. E' per questo motivo che durante il mio ultimo attacco, ho deciso di risparmiarlo. Credo di aver visto persino una strana aura scura uscire dal suo corpo nel momento cruciale» spiegò il Saint.
«Strano anche il fatto che , una volta risvegliatosi, non ricordasse nulla di tutto quello che gli è accaduto. Ripeteva solo di chiamarsi Otarius Leed  e che era uno dei dipendenti del CREP, Centro Ricerche Evoluzione Polaris. Chiedeva anche di suo fratello gemello. O finge divinamente o davvero quell'uomo è stato manovrato da qualcuno o qualcosa» raccontò la madre di Marilen che si era occupata di soccorrere Oto su richiesta di Dimitri.
«Comunque sia, tutto ci sarà chiaro alla fine della battaglia. Non preoccuparti. Seppure fingesse come dici, le sue braccia rimarranno congelate ancora per giorni. Non potrà fare del male a nessuno. Ora andate e aiutate le famiglie a lasciare l'isola. Molta gente aspetta di ritrovare i propri cari. E tu Pedro, difendi i più deboli come hai sempre fatto. Un giorno tornerò da te e ti addestrerò per diventare un Cavaliere di Atena. Ecco, prendi» concluse il Saint argentato, sfiorando con un dito la fronte del ragazzino.
«Ma cosa? Uaooo! E' un diadema come il tuo!!» esultò, prendendo fra le mani il dono ricevuto «Ma è ghiaccio! Eppure non è freddo e non si scioglie. Grazie Dimitri, lo conserverò fino a quando non ci rivedremo».
Il Saint varcò il portale poco dopo, sparendo così come era arrivato, mentre Pedro, Marilen e sua madre tornavano dai prigionieri alla cava.
 
Fra tutte le isole dell'arcipelago del Re, Cayo Blanco era quella che, sicuramente, vantava il più bel parco naturale acquatico. Le sue acque cristalline e totalmente trasparenti, lasciavano intravedere per metri e metri lo straordinario fondale di sabbia finissima. Qualche ciottolo più scuro, portato dalle correnti, spiccava in maniera netta sotto quella tela dipinta da madre natura, quasi come a voler interferire con l'armonia delle sfumature bianche ed ocra del fondo oceanico. Questo splendido lembo di terra, che spuntava improvvisamente dal Pacifico come una boa in mezzo al mare, completamente spoglia di città o villaggi, aveva una strana forma. Dall'alto si poteva osservare, come il suo sinuoso e dolce perimetro, gli donasse l'aspetto di un volto dal grosso naso pronunciato e dalle labbra carnose. Alcuni laghi di varia dimensione, tappezzavano l'entroterra verdeggiante e piatto. Sull'isola, infatti, non vi erano né monti né colline. Perdersi era molto facile. Bastava addentrarsi troppo nel grande bosco che cresceva nell’entroterra, per smarrire l'orientamento. Anche salendo su una delle grosse palme da cocco, era pressoché impossibile stabilire o trovare una posizione. L'arduo compito di sfuggire al dedalo naturale, fu affidato a Kenzo. Materializzatosi su una spiaggia a sud-ovest dell'isola, il Saint del Dragone non si era perso in inutili inconvenienti. Non appena la nausea, dovuta al salto spazio-temporale, fu sopportabile, decise di indossare le sue sacre vestigia e fiondarsi alla ricerca del secondo portale e del suo custode. Saggiamente, per evitare di girare in tondo sulla deserta isola, grattava la sottile corteccia delle palme per lasciare un segno del suo passaggio. La brillante corazza verde quasi si mimetizzava con le grandi felci e i contorti cespugli del sottobosco. Il caldo e l'umidità erano tremendi e come se non bastasse, i fastidiosi Mosquitos sembravano trovare estremamente appetitoso il liscio volto del nipponico guerriero. Procedendo sempre più lentamente a causa dell'inasprirsi della natura, la piccola isola sembrava non avere mai fine, ma grazie al suo innato senso dell'orientamento, Kenzo riuscì ad arrivare presso uno specchio d'acqua. Nonostante avesse con se qualche capsula idrica, decise di dissetarsi con le acque cristalline e pure di quel laghetto. Con le mani a formare una sorta di coppa, assaggiò il fresco liquido con la punta della lingua.
"Non è salata, molto bene. Non ha odori e dall'aspetto sembra buona" puntualizzò bevendo a grandi sorsi "Molto buona, è purissima!"
Il sole spuntò dalla chioma di un grande pino di fronte a lui, coi bollenti raggi che frustavano il suo volto. Sulla superficie del piccolo lago, l'immagine del guerriero si rifletteva chiaramente, smussandosi verso le estremità.
"Devo essere più o meno al centro dell'isola o nella sua dorsale. Questa falda acquifera mi suggerisce che questo luogo sia più in alto rispetto al livello del mare. Il sole! Molto bene. In quella direzione c'è l'est. Quindi proverò a cercare prima in quella direzione" concettualizzò analizzando le poche informazioni che aveva raccolto.
La foresta tornò a farsi aspra e contorta. Grazie all'armatura e alla resistente tuta da combattimento, Kenzo riusciva a non ferirsi coi rami e i rovi che incontrava puntualmente. Finalmente, quasi come se qualcuno avesse tracciato una linea di separazione, la foresta terminò dando su una magnifica spiaggia bianca. Il mare era leggermente mosso in quel lato dell'isola e le increspature spumeggianti delle onde si intravedevano chiaramente. Sicuramente, al di là della barriera corallina che circondava l'isola, il Pacifico doveva essere molto agitato. Kenzo cominciò a percorrere la lingua sabbiosa radendo i bordi del bosco, sperando di intravedere qualcosa. Dopo non molto un rumore lo fece scattare sugli attenti. Un fruscio susseguito da uno stritolio proveniva dall'interno del bosco alla sua sinistra. Con estrema cautela e calma, cercando di non fare rumore, si addentrò nuovamente fra le sterpaglie. Il rumore si faceva sempre più intenso e curioso. Il Saint decise di arrestare i suoi passi. Trovò riparo dietro una grossa felce, dallo splendido fogliame largo e maestoso, simile ad una fontana. Dopo un altro suono secco, finalmente qualcosa sbucò. Si trattava di diverse iguane, alcune anche molto grandi. Col loro muoversi a scatti e con la loro lunga coda provocavano quei curiosi suoni.
"Curioso" pensò Kenzo "Di solito le iguane non bazzicano sulle spiagge a quest'ora  sotto ai caldi raggi del sole. Per migrare fino a qui, in branco, qualcosa deve averle spaventate. Molto bene, forse queste piccole creature mi hanno suggerito la strada" concluse riprendendo il cammino.
Proprio come aveva intuito, quella fu la strada giusta. Dopo non molto, la foresta tornò a farsi meno aspra. Via, via che procedeva, il cavaliere di Atena notò un altro strano particolare. Lasciando i segni sulle cortecce degli alberi più grossi, osservò come questi si sgretolavano quasi come se all'interno fossero morti. Tuttavia, lo spettacolo più lugubre si presentò quando il bosco terminò nuovamente. Una vasta landa nera, vegetazione morta ed in putrefazione, alberi marci fino alle radici e un olezzo nauseabondo, facevano da contesto ad un altro lago, molto più grande del precedente e completamente diverso. Le sue acque, nere come la pece, quasi come se qualcuno avesse disteso un'enorme telo nero sulla superficie, nascondevano migliaia di pesci morti e carcasse di altri animali senza vita. Kenzo non riusciva a credere a ciò che vedeva. Quell'isola, così meravigliosa e pura, un paradiso di fauna e flora, nascondeva un inferno velenoso.
"Cosa succede a questo posto?" si chiese " L'odore…l'odore è quello della morte, ne sono certo. Questa parte di isola è come se stesse agonizzando. Sembra quasi di riuscire a percepire il suo pianto di dolore. Devo fermare tutto ciò, devo trovare i colpevoli!".
I piedi del cavaliere affondavano, ad ogni passo, in uno strato fangoso, costituito da fogliame marcio e terra. Proseguì sui margini del lago e non molto lontano, proprio in mezzo ad esso, scorse una struttura artificiale erigersi al di sopra di un pontile, da cui si districavano numerosi condotti che finivano, tutti insieme, sul fondo del lago.
"Deve essere quella la causa di questo scempio. Ma chi o cosa troverò al suo interno? Devo essere cauto, pianificare bene le mie prossime mosse".
Kenzo giunse senza problemi fino al bordo estremo del ponte che precedeva quella che sembrava essere una sorta di piattaforma petrolifera. Di sicuro, ciò che veniva pompato all’interno del malandato edificio, era ben altro. Per scoprirlo, tuttavia, non poteva fare altro che esplorare quel luogo. Fece qualche passo in avanti e da subito il cigolio e i rumori meccanici provenienti dall’interno dell’edificio centrale crebbero d’intensità. Anche il lugubre odore aumentò facendo storcere il naso al coraggioso Saint. Un alito di vento caldo fece increspare la superficie del lago nero. Le carcasse galleggianti di pesci e altre forme di vita dondolarono come barche alla deriva. Poi ci fu un improvviso silenzio. Kenzo arrestò la sua avanzata, come se qualcuno o qualcosa stesse per arrivare.
“Lo sento. Chi si cela dietro questo disastro e qui davanti a me. Percepisco il suo Cosmo malvagio”.
«Benvenuto cavaliere di Atena. Ti stavo aspettando» fece una voce calma e vellutata.
Del fumo bianco, denso come la nebbia del mattino, sbucò dal tetro ingresso dell’edificio sospeso. Nel mezzo si intravedeva una sorta di macchia nerastra avvicinarsi sempre di più all’uscio.
«Chi sei? Mostrati» disse Kenzo.
Il giovane cavaliere nipponico fu accontentato in parte. Un uomo, ricoperto da un lungo mantello scuro e una cappa nera, fuoriuscì dalla cortina di fumo , mostrandosi alla luce del sole.
«Cavaliere del Dragone, quale fortunato incontro mi ha riservato il destino. Desideravo tanto conoscerti da vicino» continuò la misteriosa figura.
“Mi conosce…” pensò.
«Fra tutti i nostri ospiti, come dire…, indesiderati, tu sei quello che più ha stuzzicato la mia curiosità».
«Sono lusingato dalle tue parole, spero che almeno sia soddisfatto di ciò che hai davanti. Tuttavia non potrei dire altrettanto, visto che non so chi ho davanti. Poco importa. Riesco a percepire benissimo il tuo animo malvagio cavaliere Naturale di Artemide, guardiano di quest’isola» rispose Kenzo sistemandosi la lunga treccia nera alle spalle.
«Arguto, come mi avevano detto. Le tue gesta di stratega e guerriero ti precedono e le tue parole le confermano. Mi presento. Efialte è il mio nome, della grande Artemide cavaliere. Ora che sai, dimmi, cosa speri di ottenere in questo luogo?».
«Sai benissimo perché sono qui, Efialte. Lasciami passare oltre e non ti verrà fatto alcun male».
«Questa frase ti rende poco onore mio caro Dragone. Sai benissimo che non permetterò a nessuno di passare oltre. La mia è una missione delicata e non vorrei deludere i miei generali. Lascia che ti dia un consiglio. Lascia immediatamente l’isola e vivi la tua vita. Nonostante le tue gesta più che eroiche, questa è una guerra che tu e i tuoi amichetti di bronzo non potete assolutamente vincere!» spiegò il misterioso uomo.
«Questo lo vedremo Efialte. Atena ci aspetta e non posso permettermi il lusso di esitare troppo. Riuscirò a passare e a fermare anche ciò che state facendo a quest’isola!» esclamò mettendosi in posizione da combattimento.
«Vedo che hai capito già tutto. Che peccato dover eliminare un uomo di tale intelligenza. Coraggio Kenzo, mostrami il potere di un vero Saint».
“Non devo cadere nella sua trappola. Mi limiterò a provocarlo” pianificò il cavaliere in armatura verde smeraldo «Bene, allora attaccherò io per primo. Prendi!» urlò Kenzo, fendendo l’aria col suo pugno destro.
L’onda d’urto, ammantata di energia ,sibilò fino all’avversario, che tuttavia non si mosse di un solo passo. L’attacco rimbalzò a pochi centimetri dall’oscura tunica che avvolgeva il misterioso uomo, deviando e distruggendo parte del muro dell’edificio alle spalle.
“Come sospettavo, non è cavaliere di poco conto costui” disse fra sé il Saint.
«Coraggio, so benissimo che la tua vera potenza è ben altra. Non offendermi in questo modo» disse il cavaliere Naturale con la solita pacatezza che lo caratterizzava.
“Non ho altra scelta. Se non lo attacco a piena potenza, non riuscirò mai a capire il suo livello combattivo” ipotizzò. «Così sia Efialte, assaggerai la potenza del mio Cosmo usando la mia tecnica segreta» affermò, concentrando la sua aura.
«Ciò mi rallegra. Attendevo con ansia questo momento» rispose il nemico.
Kenzo divaricò leggermente le gambe, spostando il baricentro leggermente in avanti. Le sue braccia circoscrissero una sorta di ellisse. Il pugno destro arretrò pronto a colpire, quello sinistro con lo scudo, si fermò all’altezza del cuore a protezione. L’aura avvampò. Un fuoco verde scintillava tutto attorno alla sacra Cloth. La treccia nera, tenuta unita all’estremità da un fiocco rosso di raso, si sollevò vincendo la gravità. Il Drago Nascente era pronto!
«Rozan: Raising Dragon!».
La bestia dalle fauci spalancate comparve dal pugno destro, contorcendosi e strisciando. L’impatto col nemico fu accecante. Il rimbombo della battaglia fece fuggire tutti i volatili nascosti fra la vegetazione nei pressi del lago e l’energia sprigionata fece sussultare l’intera zona. Kenzo, ansimante per lo sforzo, attendeva l’esito finale.
“L’ho colpito, questo è certo, ma sarà stato sufficiente per sconfiggerlo? No, ne sono sicuro, sento ancora quell’aura minacciosa”.
I fumi dello scontro si diradarono e dell’uomo misterioso di nome Efialte nessuna traccia. Sebbene l’ago della bilancia sembrava pendere a favore del Saint di Atena, Kenzo decise di mettersi sulla difensiva. Ruotava gli occhi, alla ricerca del nemico e lo trovò, eretto come una statua, all’apice della tettoia della strana struttura sospesa.
«Ti faccio i miei complimenti Dragone, il tuo Cosmo è davvero uno dei più potenti che abbia mai visto» fece Efialte.
Il sole ben alto nel cielo lo illuminò per intero. Il mantello scuro che lo avvolgeva non c’era più, forse distrutto durante l’esplosione precedente. Al di sotto della copertura si nascondeva una meravigliosa armatura color argento, con lampi neri incisi sulle curve protezioni delle spalle. Alla base del tronco, una cintola costituita da numerose lamine scintillanti proteggevano i fianchi e il bassoventre. Il fisico era atletico e ben curato. Efialte si portò una mano al capo, strappando via il resto della cappa nera che gli copriva ancora il viso. Ne uscì una folta chioma arancio scuro ben delimitata da un affascinante diadema che proteggeva la fronte. Due grandi occhi marroni sovrastavano un giovane viso liscio e armonico, dal piccolo naso e la bocca sottile.
«Nonostante tu sia molto più forte di quello che mi hanno riferito, devo dirti che non vincerai mai questo scontro. Conosco bene le tue tecniche Rozan, le letali arti marziali nipponiche, poiché anche io ne utilizzo di simili» disse il cavaliere Naturale, lasciando al vento i brandelli della cappuccio.
“Come sospettavo, nemmeno un graffio. Costui è davvero potente”.
«A cosa pensi, Kenzo? Dovevi dare ascolto alle mie parole. Ora non posso far altro che eliminarti» minacciò Efialte espandendo l’aura vermiglia che caratterizzava tutti gli alfieri di Artemide.
« Sono qui ad aspettarti cavaliere. Mostrami il tuo potere» urlò Kenzo, preparandosi al contrattacco.
«Sarò facile carpire la tua vita! Eccomi!».
Come annunciato, Efialte si avventò sul Saint di Atena, saltando come un felino e nascondendosi fra i forti raggi solari. La sua velocità era inaudita e Kenzo dovette impegnarsi con tutte le sue energie per individuare la sua posizione ed evitare i colpi.
“La sua tecnica è superba. Anche lui deve essersi sottoposto ad allenamenti mortali come i miei. Non è tutto…” pensò il guerriero in armatura verde schivando un altro pugno “ Sicuramente non sta usando tutta la sua forza. Non devo mostrare il fianco”.
“Swoosh! Swoosh! Swoosh!” i montanti di Efialte sembravano aumentare sempre più di velocità e con  essa anche la difficoltà di schivarli. Kenzo cercò di arretrare con alcune acrobatiche capriole, ma il nemico sembrava intuire con anticipo le sue mosse evasive.
«Te l’ho detto Dragone! Conosco fin troppo bene le tue tecniche. Per me se come un libro aperto!».
«Malediz…».
“Sbam” un calcio ben assestato raggiunse la spalla sinistra del Saint ,spedendolo prima contro la balaustra del ponte sospeso, il quale si infranse in mille pezzi, e successivamente nel lago dalle acque luride e nere. Il grande specchio d’acqua era profondo una decina di metri. La pressione esercitata dall’acqua rischiò di perforare i timpani del giovane cavaliere. L’impatto col fondale fu tremendo. Se la Cloth non avesse protetto il suo possessore, questi sarebbe sicuramente morto per le ferite.
“Incredibile. Non sono riuscito a vedere le sue mosse. Eppure mi sembra di aver già visto tali abilità, ma dove? Dove? Coraggio Kenzo, devi reagire!” pensò cercando di risalire velocemente verso la superficie.
«Forza Dragone, vieni fuori. Non è certo uno stupido calcio a metterti fuori gioco».
“Splash!” Saltando come un delfino, il guerriero di origini nipponiche uscì dall’acqua, atterrando sulla terraferma, poco distante dal pontile. Fradicio e ansimante, il Saint era pronto a continuare la battaglia.
«Molto bene. Sei anche più resistente di quello che immaginavo. La tua armatura deve aver subito una sorta di upgrade, altrimenti sarebbe andata in frantumi» suppose il cavaliere Naturale.
«Dici bene come al solito, Efialte. Grazie al sacrificio di un compagno le sacre vestigia del Dragone sono rinate ancora più potenti. Stai in guardia, ora tocca di nuovo a me».
«Tu vaneggi amico mio» ribatté a gran voce l’uomo in armatura argentata. «Vista la situazione, ti mostrerò la mia tecnica segreta, in modo che tu possa ammirare ,per l’ultima volta,  la potenza di Efialte, cavaliere Naturale della Lancia Titanica ».
«Lancia Titanica?!».
«Esatto Kenzo del Dragone. I sommi Titani fecero dono alla grande Artemide di  due armi potentissime. Una era l’Arco, letale e preciso, in grado di colpire qualunque preda a qualunque distanza. L’altra era la Lancia, affilata e leggera, in grado di perforare qualunque cosa. La grande dea Artemide ha messo, nel mio braccio destro, la potenza di tale divino dono, rendendomi praticamente imbattibile. Capisci ora per quale motivo sono solo su quest’isola? Non ho bisogno di ridicole macchine come esercito. Basto io ad estirpare le erbacce cattive seminate da Atena!».
«Sbagli Efilate! Tutti hanno bisogno di qualcuno su cui fare affidamento. Anche un genio delle arti marziali come te. Questo errore ti sarà fatale!».
«Dal mio modo di combattere sei riuscito a capire perfino che faccio uso delle arti marziali proprio come te. Capisci perché desideravo incontrarti? Misurarmi con te era tutto ciò che volevo» spiegò, con gli occhi che sembravano posseduti da un demone.
«Un uomo che desidera combattere fino alla morte per tali futilità e che difende esseri che distruggono la natura, non può essere definito cavaliere. Sono triste Efialte, triste».
«Taci ora! Combattiamo. Il più forte avrà ragione e sarò io!» concluse facendo esplodere la sua aura vermiglia che sembrava ribollire.
«Non lascerò che un vile come te mi sbarri la strada. Rozan: Raising Dragon!».
«Ancora quella stupida tecnica. Non hai capito nulla. Sono io che ti ho sopravvalutato! Himitsu no Geijutsu:Tamashi no Kido! (Arti Segrete :Lancia dell’Anima).
«Che cosa? Allora tu… Noooooo!» urlò Kenzo, prima di venire sopraffatto dal terribile attacco nemico.
 
Angolo dell'autore
 
Salve amici. POsto un po' prima il capitolo poichè non sono a casa. Chiedo scusa fin da subito per gli errori che troverete, poichè il testo non è stato analizzato dalla corretrice per motivi di salute. Lo aggiornerò corretto quanto prima. Vi ricordo che giovedì 22 ottobre parte il mio show in diretta streaming su Periscope (app gratuita di twitter) alle ore 19 intitolato Saint Seiya Talk Show, dove potrete intervenire in diretta con messaggi ed altro. Vi parlerò del mio libro e del manga classico e di tanti argomenti interessanti sul mondo dei saint. Per chi non può scaricare Periscope, non c'è problema. Registrerò la puntata e la metterò su un canale Youtube dedicato. Per info mettete mi piace alla pagina Facebook Saint Seiya NG o seguitemi su Twitter (stesso nome). Bruciate il vostro Cosmo! Ci vediamo il 20 ottobre col capitolo 10.
   
 
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