Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Shayleene    06/10/2015    2 recensioni
Un amore mai dichiarato.
Una morte improvvisa come un temporale estivo.
Minerva McGranitt non può ancora credere al tradimento di Piton che ha ucciso l'unico uomo che lei avesse mai amato, e nonostante questo sarà costretta ad andare avanti per il bene della scuola. E per il suo.
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Minerva McGranitt, Severus Piton | Coppie: Albus Silente/Minerva McGranitt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I never realized it was you


Nonostante tutto non ho potuto fare a meno di chiedere a Potter cos'era successo. Una cosa inutile, perfino dannosa. Ma in qualche modo speravo ancora come un'ingenua adolescente che il corpo disteso a terra non fosse il suo, che i suoi chiari occhi ridenti non avessero perso per sempre la loro luminosa intelligenza e profonda saggezza.
Che il suo cuore, forte e altruista, non avesse davvero smesso di battere.
Eppure ho dovuto farmene una ragione quando mi sono chinata su di lui e ho visto il suo petto immobile, il suo sguardo perso nel vuoto. Attorno a me udivo i singhiozzi soffocati degli studenti e degli altri insegnanti che osservavano attoniti la scena. Persino il castello stesso sembrava gemere in preda al dolore.
Era accaduto ciò che nessuno avrebbe mai potuto sognare nemmeno nei suoi incubi peggiori: il preside era morto, ucciso senza alcuna pietà dall'uomo di cui si era fidato di più. Un sentimento d'odio mi aveva avvolta così furiosamente da farmi quasi perdere il contatto con la realtà.
Severus. 
Come aveva potuto tradirlo in quel modo dopo tutto quello che Albus aveva fatto per lui? Silente aveva persino supplicato di risparmiargli la vita, ma lui come la viscida serpe che era lo aveva colpito con una maledizione senza perdono.
Avremmo dovuto dare ascolto a Potter, fermarlo prima che fosse troppo tardi... ma siamo stati tutti troppo ingenui, arroganti, e a pagarne i danni è stato Albus. 
Nonostante l'impellente desiderio di urlare per sfogare tutto il mio dolore sono riuscita a rimanere calma. Poco prima che il suo corpo venisse portato via per essere adagiato in una candida bara bianca avevo accarezzato delicatamente il suo viso, chiudendogli le palpebre.
"Sembra così sereno..." avevo pensato, rendendomi conto di quanto fosse ridicola quell'affermazione. Come poteva esserci la serenità dopo una morte violenta, sapendo che tutto ciò per cui aveva lottato decine di anni rischiava di andare definitivamente in frantumi? Che nemmeno le persone in cui aveva riposto più fiducia potevano definirsi davvero leali?
Tuttavia non potevo mostrarmi debole: mi sentivo in debito verso di lui e verso la scuola, che mi avevano accolta calorosamente tra le loro braccia facendomi diventare chi sono ora. Ha condiviso con me talmente tante cose che non mi sarebbe bastata nemmeno una vita intera per ringraziarlo, ma non potrò più dirgli quanto io gli sia grata. E non parlo solo di tutti i consigli per diventare una brava professoressa o gli innumerevoli incantesimi che mi ha svelato.
No. Lui mi ha insegnato a vivere giorno per giorno senza lasciare che lo sconforto e la paura del futuro mi assalissero. Ad affrontare con coraggio ogni difficoltà sapendo che alle mie spalle avrei sempre avuto qualcuno su cui contare. A distinguere con più chiarezza quella sottile e mutevole linea che separa il bene dal male.
Ma soprattutto, ad amare. 
Forse una donna della mia età non dovrebbe lasciarsi andare a questi sentimenti tipici della gioventù, eppure con tutto il mio impegno non sono ancora riuscita a scacciarli.
Erano dentro di me quando l'intera scuola stava assistendo al suo funerale.
Erano con me quando ho pronunciato le parole d'addio per l'uomo che avevo lentamente imparato ad amare senza mai avere il coraggio sufficiente per rivelarglielo.
Sono rimasti vividi nel mio cuore anche quando ho visto la sua bara sprofondare lentamente negli abissi del lago che avrebbero protetto e custodito il suo sonno eterno.
L'unica differenza rispetto a prima è che da quell'istante all'amore si è unito il dolore straziante per aver perso colui verso il quale i miei sentimenti erano rivolti, e rimpianto per non averglielo detto quand'ero ancora in tempo.
Già, il tempo. Qualcosa che nemmeno noi maghi potremo mai controllare per davvero. Chiunque vedeva Albus come una figura destinata a vivere per l'eternità, caposaldo di un'intera scuola che con il suo immenso potere proteggeva gli studenti come un padre fa con i propri figli. E invece è stato costretto ad abbandonarci nel periodo più buio, lasciandoci vuoti e allo stesso tempo in preda alla disperazione.
Sapevo che avrei potuto presto rivederlo in uno dei quadri della scuola mentre osservava con aria pensierosa il suo stesso studio da dietro i suoi occhiali a mezzaluna che lo avevano accompagnato per quasi tutta la vita, ma sapevo anche che non sarebbe stato lo stesso.
Non mi avrebbe più presa a braccetto come faceva ogni volta prima di iniziare le danze del Ballo del Ceppo.
Non sarei più stata chiamata nel suo studio per discutere importanti questioni che sarebbero sfociate immancabilmente in una partita a scacchi accompagnata da un bicchiere di sorbetto al limone.
I suoi occhi azzurri non si sarebbero più posati su di me facendo svanire ogni indugio e paura con la sua calma infinita.
Mi avrebbe solo fatto ricordare gli errori commessi a causa della mia codardia.
Sono riuscita a non versare una sola lacrima mentre vedevo con i miei stessi occhi il suo corpo venire accolto dalle gentili braccia dell'acqua scura, che lo avrebbe cullato per l'eternità vicino al luogo al quale aveva dedicato gran parte della sua vita.
Ho coordinato gli sforzi di tutti per far fronte a quella tragedia che aveva colpito così improvvisamente il mondo magico, lasciandolo ferito nel profondo come una grande famiglia che si ritrova di colpo senza padre, la colonna portante che manteneva l'unione tra i numerosi membri che nonostante tutte le divergenze si sarebbero sempre riuniti attorno a lui.
Dall'esterno sembravo ancora la burbera e severa professoressa McGranitt che con una sola parola riusciva a zittire un'intera sala, ma dentro di me ero solo un insieme di cocci irregolari ed affilati che ad ogni passo mi laceravano sempre più in profondità, e lo sono ancora.
Il tempo non lenisce le ferite, perlomeno non le mie. Dopo numerosi anni ricordo ancora tutto, fino al particolare più insignificante. Come al fatto che le guance di Silente, quando lo avevo accarezzato come ultimo saluto, sembravano bagnate dalle lacrime.
Ogni sua singola frase di conforto che mi ha rivolto si è radicata nel profondo del mio cuore impedendogli di andare definitivamente in pezzi rischiando di farmi diventare un inutile guscio vuoto privo di voglia di vivere.
Perché nonostante tutto il dolore che provo non posso smettere di andare avanti, smettere di prendermi cura di Hogwarts che lui aveva così amorevolmente fatto crescere giorno dopo giorno.
Lo devo ad un amico. Un collega. Un maestro di vita. Ad un amore che senza nemmeno averlo mai potuto chiamare tale ho già perduto.

 
—---—---—---—

Continuando la serie delle oneshot deprimenti... xD forse é quella più particolare che ho scritto fin'ora visto che parla do una ship mai diventata OTP.
Spero in ogni caso che sia stata di vostro gradimento 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Shayleene