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Autore: yelle    06/10/2015    11 recensioni
"Il nome del ragazzo era Justin Wren, venticinque anni, laureando. Presto il mondo lo avrebbe conosciuto con il nome di Giurato Numero Cinque."
NOTE: la presente fanfiction partecipa al contest "vizi e virtù" indetto dal gruppo 'EFP famiglia: recensioni, consigli e discussioni' su facebook. La consegna a me assegnata era GIUSTIZIA.
Genere: Dark, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’immobilità della notte venne squassata all’improvviso dall’incessante boato di un battere prepotente e roboante alla porta di un anonimo appartamento nel centro della città, al ventisettesimo piano di un palazzo a vetri.
Al dodicesimo eco, con studiata precisione, i cardini cedettero, e la porta si inchinò alla forza di gravità, andando a cadere sul pavimento in un fragoroso concerto di suoni violenti.
Il cane di uno dei vicini abbaiò con entusiasmo.
Una carica di poliziotti fece irruzione nella casa, armi alla mano, pronti a sparare.
In una scarsa ed efficiente manciata di minuti due poliziotti trascinarono un giovane ammanettato fuori dalla porta sfondata. L’uomo indossava il pigiama – una maglietta di Superman ed un paio di pantaloncini. Il corpo snello ed asciutto veniva trascinato da un paio di piedi scalzi. Gli occhi ancora carichi di sonno tentavano di buttare via la stanchezza ad ogni battito di ciglia. Il giovane non sembrava ancora essersi reso pienamente conto di quello che stava succedendo.
“No!”
L’urlo improvviso, lo strillo di una donna, riempì le orecchie di tutti – uomo e poliziotti – ma il gruppo non si fermò.
“Prendete me al suo posto!”
La donna anziana comparve sulla soglia, le lacrime che coprivano le sue guance e trasfiguravano il suo volto. Altri due poliziotti, rimasti più indietro rispetto ai colleghi, si voltarono a bloccarla e a fermare il suo inseguimento. La donna tentò di aggirarli e, fallendo, si intestardì e provò in ogni modo di superarli sfondando il blocco offerto dai loro corpi. Gli uomini sembrarono in difficoltà nel tentare di bloccarla, colti alla sprovvista dalla sua forza e tenacia. Erano le uniche armi di una madre che tentava di proteggere i figli.
“Lo sa che non è così, che funziona,” le rispose uno degli uomini. Tentò di essere più gentile che poté mentre la donna sveniva fra le sue braccia. Poteva immaginare cosa stesse passando. Anche lui aveva un figlio.
Il giovane ammanettato venne fatto sedere sui sedili posteriori di una macchina della polizia, le luci accese, il motore spento.
Il nome del ragazzo era Justin Wren, venticinque anni, laureando. Presto il mondo lo avrebbe conosciuto con il nome di Giurato Numero Cinque.
La macchina partì. La sua destinazione finale era il tribunale in cui il ragazzo avrebbe svolto le proprie funzioni sotto la guida del Giudice e degli altri giurati.
Ma prima lo avrebbero portato all’ospedale, dove un’equipe di medici era già pronta, in attesa di poter rimuovere i suoi occhi.
Dopotutto, la Giustizia era cieca.
   
 
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