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Autore: Mary90_p    07/10/2015    2 recensioni
Allora, ho deciso di riscrivere completamente questa fanfic, come è venuta fuori prima non mi piaceva proprio. La trama a grandi linee la conoscete già, ma permettetemi di rinfrescare la memoria...
Cinque ragazze, cinque elementi. Fuoco, Acqua, Terra, Aria e Ghiaccio.
Queste ragazze sono nate con lo scopo di togliere il male dalla Terra e di proteggere i Custodi dei Bit Power.
" Due degli elementi principali hanno un elemento complementare. Il Fulmine è il complementare del Fuoco, mentre il Ghiaccio... è il complementare dell'Acqua. "
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hilary, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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beyblade2Keiko e Kimberly erano state convocate alla sede dove si riuniva il consiglio dei sette saggi e le due ragazze erano in piedi davanti a quel gruppo di uomini anziani.
Vecchi bastardi!
, pensava intanto Keiko che continuava a drighignare i denti. Quei sette balordi erano uomini rispettati e rinomati in tutto il Giappone, politici e benefattori.
Una facciata che nascondeva il marciume delle loro anime. Quei porci andavano regolarmente a prostitute e lei e Kimberly avevano provato sulla loro pelle la loro depravazione.
Quei bastardi si erano approfittati di due ragazzine schiacciate dal peso di ciò che le attendeva, ma ormai era acqua passata.
La mora incontrò lo sguardo gentile di Daitenji e si lasciò andare a un sorriso. Per fortuna il presidente della BBA non era come gli altri.
Lui era l'unico che si era interessato sul serio a loro. Era stato l'unico a prendersi cura di loro dopo che gli altri avevano fatto i loro comodi e si erano sfogati.
Aveva raccolto le lacrime di Kimberly, assorbito le urla e le accuse di Keiko sempre con un sorriso.
"Passerà, ragazze mie." era solito dire. " Non lasciate che questo vi butti giù. Sono cose ingiuste, che non dovrebbero succedere, ma cercate di incanalare la vostra rabbia nella vostra missione. Dal canto mio, cercherò di inculcare in quei babbei un po' di civiltà. "
A Kimberly tremavano le mani. Odiava quei momenti, ma non poteva farci niente. Come diceva Keiko, ormai erano abbastanza forti da castrare chiunque si fosse avvicinato più del dovuto. E, se necessario, intendeva farlo!
Non era più una bimba abbandonata da mamma e papà. Non era più la ragazzina rimasta incinta di uno di quei bastardi e costretta ad abbandonare suo figlio davanti a una chiesa.
Guardò Keiko di sott'ecchi. Anche a lei era stato riservato lo stesso trattamento. Era stata la preferita di Kennedy e, una volta compiuti i tredici anni, aveva subito cominciato a molestarla e ad approfittare di lei.
Quelle violenze avevano portato a tre gravidanze, tutte finite con aborti spontanei. Ogni volta lei combatteva di più per fuggire dal problema. E poi gli abusi ricominciavano.
Ma quella vita era finita. L'ultima volta che Kennedy aveva provato a toccarla gli aveva ustionato la faccia con le sue fiamme e da lì tutto era cessato.
<< Kimberly, Keiko. >> la potente voce di Kennedy rimbombò nella stanza. << Vi abbiamo convocate per congratularci per il vostro successo. Non solo avete trovato gli altri Cavalieri in breve tempo, ma siete anche riuscite a farle trasformare. Ora siete pronte a combattere contro ogni nemico e siamo sicuri che vi impegnerete al massimo. >>
Le ragazze si guardarono. Le avevano chiamate solo per quello?
<< Ovviamente non è solo questa la ragione per cui vi abbiamo volute qui oggi. Il custode del Lupo Grigio, il bit power di ghiaccio, sta per arrivare in Giappone. L'aereo di Yuri Ivanov atterrerà al Tokyo Airport tra quaranta minuti. Vogliamo che siate lì ad aspettarlo per aggiornarlo sul suo ruolo. >> Gli occhietti vuoti dell'uomo vagavano da una all'altra e loro annuirono. << Bene, potete andare. >>
Le due si inchinarono e lasciarono la stanza con sollievo e, una volta fuori dall'edificio, vennero affiancate da Daitenji.
<< Ragazze, aspettate un minuto. >> le due si girarono e si fermarono aspettando che il presidente della BBA le raggiungesse. << Vorrei che andaste solo voi e Hilary a prendere Yuri e che poi veniate nel mio ufficio. Credo che una faccia amica possa sconvolgere meno Yuri. >> Loro annuirono, si inchinarono e ripresero la loro marcia verso la macchina con autista che le aspettava fuori.
<< Secondo te che tipo è questo Ivanov? >> la domanda di Kimberly ci mise qualche secondo a penetrare nel cervello di Keiko e, una volta capita, la mora sussultà persa nei suoi pensieri e alzò le spalle. << Non sapRei. Dai video che abbiamo guardato degli incontri negli anni passati credo somigli un po' a Key. Difficile, scontroso, musone... >> << Anche un po' come te allora! >> l'ilarità nella voce dell'amica le strappò un sorriso. << Ah ah, spiritosa! >>
<< Tu va, io ho un servizio fotografico tra un quarto d'ora non distante da qui. >> Kim annuì e le due amiche si salutarono.
Keiko si incamminò lungo la strada affondando le mani nelle tasche degli shorts in jeans. Avrebbe dovuto pensare a un modo per distruggere Acatla. Doveva pensare a un discorso per informare Yuri Ivanov sugli ultimi sviluppi, ma la verità era che riusciva a pensare solo a Kei.
L'indomani era domenica e tutti loro si dovevano presentare davanti al Consiglio degli Anziani e l'idea non le andava molto giù: certo, sapeva che prima o poi sarebbe dovuto succedere, ma non voleva sottoporre le ragazze a quella prova. Sarebbero state guardate dall'alto in basso, esaminate, criticate e Dio solo sapeva che altro... E se avessero intimato a lei, Kim e ai ragazzi di andarsene per molestarle? Non era convinta che si sarebbero fatte mettere i pedi in testa, ma erano ancora spaventate e intimorite e quei mostri non si sarebbero fatti alcuno scrupolo.
Keiko digrignò i denti. Doveva fare in modo di rimanere comunque nelle vicinanze per intervenire in caso di bisogno. Sì, avrebbe fatto così e se quelle carogne provassero a... Keiko non fece in tempo a finire il pensiero si sbattè contro qualcuno ritrovandosi poi col sedere a terra.
<< Ahi... >> si lamentò strofinandosi il fondoschiena e alzandosi. << Stia più attento a dove va! E... >> rimase senza parole trovandosi davanti Kei Hiwatari che la guardava con un sopracciglio inarcato e un'espressione derisoria sul bel volto. << Hiwatari? Potresti almeno scusarti per avermi fatto cadere! >> alzò il mento in un atteggiamento altezzoso, il viso imbronciato che la faceva sembrare un'adorabile bambina e Kei riuscì a stento a trattenere un sorriso. << Io dovrei scusarmi? Sei tu che mi sei venuta addosso come una furia senza guardare dove mettevi i piedi! >> ribattè. << Ma sentilo... Nah, al diavolo! >> e con un gesto del dito non molto educato, lo sorpassò con passo furioso.
<< Ma chi si crede di essere quello? Tanto bello quanto stronzo! Ma una via di mezzo mai, vero?! >> continuò a imprecare tra sè e sè quando si sentì afferrare per un polso. Diede uno strattone per liberarsi, ma si ritrovò stretta contro l'ampio torace di Kei che le alzò la testa mettendole due dita sotto il mento e la baciò lì, davanti a tutti e lei chiuse gli occhi, non potendo fare altro che ricambiare la sua passione. Aprì la bocca lasciando che quella lingua trovasse la sua e il sangue le infiammò le vene accendendole il desiderio di sentire la pelle di Kei contro la sua.
La prese per i capelli tirandoli leggermente, le rovesciò la testa e prese le sue labbra ancora e ancora, quasi volesse divorarla.
Fischi e applausi intorno a loro li convinsero che forse forse quello non era il luogo adatto per certe cose. Sti staccarono a malincuore e lei, ridacchiando divertita, nascose il viso sulla maglia del ragazzo. << Dici che ci denunceranno per atti osceni in pubblico? >> Lui si limitò a incurvare le labbra. << Be', potremmo sempre andare avanti se è ciò che vuoi. >> un pugno scherzoso nello stomaco fu la risposta. << Scemo! Dai, andiamo, devo parlarti! >> il suo tono improvvisamente serio bastò a far spegnere l'ardore di Kei.
Lo portò in un vicolo deserto dietro un bar. Guardandosi attorno Kei inarcò un sopracciglio con il suo fare insolente e maledettamente attraente. << Se volevi violentarmi mi andava bene anche un letto. Qui non è molto igienico. >> << Ma vaffanculo! >> rise lei scuotendo la testa. Incredibile! Loro due che erano considerati i più freddi e insensibili del gruppo se ne stavano lì a fare batture e a ridere. E a pomiciare, ma quella era un'altra cosa.
<< Prima il Consiglio ha riunito me e Kim per informarci che tra... >> controllò l'orologio. << Venti minuti l'aereo del Custode del Ghiaccio atterrerà all'aereoporto di Tokyo. >> << Immagino che tu e Kimberly abbiate il compito di andarlo a prendere all'aereoporto e metterlo al corrente dei fatti. >> Keiko era sempre più sconcertata dall'intuito di quel ragazzo. << Dovresti veramente fare il detective. >> Quando lo vide guardarla stranito agitò una mano. << Nah, lascia stare, parlottavo tra me e me... >> Lui annuì. << Ho ragione di pensare il Custode del Ghiaccio sia Yuri Ivanov, vero? >> al suo cenno d'assenso l'espressione di Kei si incupì. << Mi spiace andare contro i tuoi piani, ma... >> lei alzò gli occhi al cielo. << Sì, sì, lo so, vuoi assolutamente venire anche tu. E sono d'accordo. Una faccia familiare può far comodo in questi casi. >> Kei sorrise leggermente. Era molto brava e leggergli nel pensiero. << Se il volo arriva tra venti minuti è meglio andare subito. Dov'è Kim? >>
Gli mostrò il cellulare. << E' già là che mi aspetta. E' tardi per chiamare il mio autista, meglio prendere un taxi. >> Kei aggrottò le sopracciglia. << Hai idea di quanto sia difficile fermarne uno? >> Lei sorrise suadente. << Scommettiamo? >> si avviciò ancheggiando sensualmente verso il ciglio della strada e, alzando un pollice, assunse una posa sexy della classica fotomodella - gambe leggermente divaricate, bacino e fianco destro in fuori in modo che la canottiera bianca si sollevasse lasciando intravedere un po' di pelle - e, incollandosi un sorriso suadente sul viso, aspettò.
Kei inarcò un sopracciglio con ironia pensando che sicuramente non sarebbe bastata una ragazza dall'aspetto stupendo per far scordare ai conducenti delle auto i loro impegni.
E invece, quasi il destino volesse proprio smentirlo, un'auto sportiva rosso fiammante si fermò proprio vicino a Keiko, il finestrino si abbassò rivelando un bell'uomo sui trent'anni, con occhi scuri e i capelli biondi. Un tipo affascinante.
<< Salve, bellezza. Hai bisogno di un passaggio? >> a quelle parole, subito Kei le fu dietro fulminando quel bell'imbusto con lo sguardo. Keiko lo fissò accigliata e si rivolse all'uomo con il suo sorriso migliore. << Mi spiace disturbarla, ma io e il mio amico avremmo bisogno di un passaggio fino all'aereoporto... >> << Nessun problema! Salite pure! >> Con un'occhiata vittoriosa ad uno scocciato Hiwatari Keiko salì con eleganza sul sedile davanti del passeggero, mentre il ragazzo si accomodava nei sedili dietro.
Kei incrociò le braccia al petto guardando infastidito quella sanguisuga che cercava di toccare con ogni scusa possibile le cose tornite di Keiko. Stringendo gli occhi a due fessure incrociò il suo sguardo nello specchietto retrovisore e quello, vedendo il suo sguardo ametista farsi di ghiaccio, deglutì paurosamente e rimise la mano malandrina sulla leva del cambio e non provò più a toccarla. Lei si accorse dell'atmosfera tesa tra i due sorrise leggermente. I suoi occhi azzurri incotnrarono quelli viola di Kei nello specchietto. Geloso?  la domanda ironica di quegli occhi color ghiaccio lo prese in contropiede. Geloso lui? Figuriamoci! Solo perchè quella ragazza occupava quasi tutti i suoi pensieri non voleva dire che provava qualcosa! Per essere gelosi doveva esserci del sentimento e questo non c'era! Non importava che volesse cavare gli occhi di tutti i maschi che la guardavano in un certo modo, lui non era geloso! Punto! E che cazzo!
Arrivarono all'aereoporto in una decina di minuti, scesero ringraziando il "signore gentile" - come l'aveva soprannominato Keiko- e si incamminarono all'interno fianco a fianco. << Perchè hai quel broncio? >> gli chiese e lui la degno appena di un'occhiata facendo una smorfia. << Io non ho nessun broncio. >> ribattè seccato. Lei rise leggermente facendogli infiammare il sangue nelle vene. << Come no! Hai un muso che ti arriva quasi a terra! Ma non importa, capisco che il freddo e insensibile Hiwatari non può ammettere di provare emozioni. >> la presa in giro lo punse sul vivo e, afferrandola malamente per un polso la strinse a sè incollando le loro labbra. Il bacio non era nè dolce nè sensuale, sembrava quasi una punizione.
E lui voleva punirla.
Voleva punirla perchè aveva su di lui un effetto devastante e non era abituato a sentirsi così.
Voleva punirla perchè provava un bisogno disperato di proteggerla da tutto e tutti.
Non voleva provare quelle cose. Non voleva legarsi sentimentalmente a qualcuno, nemmeno se quel qualcuno era una ragazza stupenda, che lo faceva ridere e arrabbiare con la stessa facilità!
Sarebbe riuscito a rimanere arrabbiato se lei non gli avesse allacciato le braccia intorno al collo, se non si fosse alzata sulle punte dei piedi e se non avesse risposto al bacio con una passione sfrenata.
Le strinse la vita con il braccio sinistro mentre la mano destra si intrufolava tra i suoi capelli, li tirava per rovescarle la testa all'indietro per approfondire la scoperta di quella bocca che lo faceva impazzire.
Gli attacchi di tosse imbarazzati dei passanti li risvegliarono da quell'oblio facendoli tornare alla realtà. Si separarono ansanti guardandosi negli occhi.
Keiko sospirò sognante appoggiando le mani e la fronte sul suo petto. Aveva le gambe che sembravano gelatina e, se l'avesse lasciata andare, sarebbe sicuramente caduta per terra.
<< Perchè ogni volta che siamo sul punto di strapparci i vestiti di dosso siamo in luoghi pubblici? >> riuscì a sussurrare. Kei chiuse gli occhi e non potè fare a meno di ridere. Spensierato e col cuore leggero. Come poteva resisterle? Semplicemente non ce la faceva!
Le leccò il collo e le soffiò sulla clavicola facendola rabbrividire. << La prossima volta ci troveremo in un letto e avremo tutto il tempo. >> suonava come una promessa e lei chiuse gli occhi lasciandosi avvolgere da quella voce bassa e calda mentre il suo basso ventre doleva dalla voglia di essere riempito. << Ci conto. >> riuscì a dire prima che fossero interrotti dall'arrivo di Kimberly con un ragazzo alto, dai capelli rossi e gli occhi azzurri, chiari quasi quanto quelli di Keiko.
<< Scusate l'interruzione, eh! Ma abbiamo dei problemi da risolvere nel caso ve ne foste scordati! >> il rimprovero dell'amica le provocò uno sbuffo seccato e si allontanò da Kei a malincuore. << Sì sì... Tu sei Yuri Ivanov allora? >> lo squadrò da capo a piedi. Era poco più basso di Kei, capelli rossi e lucenti con due ciuffi che gli ricadevano sul davanti, occhi leggermente più scuri dei suoi, un viso dai lineamenti spigolosi e affascinanti, un corpo muscoloso. Ma sono tutti così fighi i russi? si chiese tra sè.
<< Ciao Yuri. >> Kei e il suo ex capitano si strinsero la mano con aria distaccata, come se il rivedersi dopo anni non li emozionasse neanche un po'. << Due ghiaccioli al posto di uno! Siamo a posto! >> il commento ironico di Keiko le valse un'occhiata assassina dei due ragazzi e un'occhiata esasperata di Kimberly che non la scalfirono nemmeno un po'.
Kim prese in mano la situazione. << Ok, il Presidente ha mandato una macchina a prenderci, dovrebbe essere qua fuori. Quando arriveremo alla BBA ti spiegheremo tutto nei dettagli, Yuri. Capisco che sia... incredibile da accettare. >> gli sorrise dolcemente, ma in cambio ricevette uno sguardo indifferente e, sospirando, non potè che trovarsi d'accordo con le parole di Keiko di poco prima. Due ghiaccioli al posto di uno... Siamo a posto sul serio! pensò amaramente mentre andava in testa al gruppo e uscivano.

TO BE CONTINUED...



   
 
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