Il ragazzo riaprì gli occhi al contatto
di uno sbuffo di cenere col suo
naso.
Li stropicciò un paio di volte prima di accorgersi che
qualcuno lo stava
tenendo con forza a terra fissandolo, al contempo, con uno sguardo
decisamente… spiritato.
Un passo falso e una sigaretta era pronta a bruciargli la pelle, da
quanto era
ravvicinata al suo viso. Inoltre, poteva sentire chiaramente il suono
di denti
che digrignavano e laceravano un povero bocchino che reggeva la
suddetta pericolosissima fonte di
fumo.
“COME CAZZO TI PERMETTI DI CADERMI ADDOSSO.” disse
una voce, che pareva quasi
ovattata dato che Syu non aveva ancora ripreso del tutto i sensi.
Un sorriso inquietante si allargò sul viso dello
sconosciuto, facendola quasi
fare nei pantaloni al nostro protagonista.
In realtà neanche troppo… quasi...
Era un povero pisciasotto.
“C..caderti addosso ma che stai….?”
mugugnò l'altro in risposta cercando di
alzarsi.
“FORSE NON HAI CAPITO BENE CON CHI HAI A CHE FARE.”
“Esatto, è proprio questo il
punt…”
Ma non fece in tempo a finire la frase che l’altro lo aveva
già preso per il
collo.
“TI FARO’ PASSARE LA VOGLIA DI FARE IL GRADASSO,
PEZZO DI MERDA.”
“Eddai basta mia madre con gli appellativi gentili,
ci manca solo riceverne altri dal primo che
pass…!!”
Evidentemente davvero non aveva ben
capito la gravità della situazione.
Perdonatelo…
…anzi no, potete
incazzarvi
tranquillamente.
“A…aspetta che vuoi fare??? E che
cos’è quella roba??? N..non
scherziamo..!!!!”
Lo sconosciuto mostrò improvvisamente la propria mano
destra, che stava
reggendo una spessa catena.
Che fosse un banale trucco da prestigiatore, di quelli che si vedono in
quei
canali dispersi nelle numerazioni più alte del
televisore…?
Non proprio, anche se di un qualche trucco doveva trattarsi per forza.
Perché al termine di quella catena, fluttuante in aria come
un palloncino,
c’era un’ENORME cassaforte.
Il panico cominciò a pervaderlo in ogni centimetro del suo
corpo.
Ed era ora.
“MUORI!!!!!”
Dopo aver lanciato Syu poco distante da lui, con un velocissimo
movimento del
polso, lo sconosciuto fece roteare la cassaforte, per poi farla
schiantare
davanti a sé.
Rigido come un pezzo di ghiaccio, Syu riuscì solo a
stringere gli occhi,
aspettando la propria fine imminente.
Anche se….
Mh…? S..sono ancora
vivo…?
Pensò aprendo un occhio, incerto.
Senza la minima spiegazione logica, si ritrovò
improvvisamente sul ramo di un
albero.
“W..wah..!!!” preso un attimo di spavento dovuto al
cambio di collocazione, si
aggrappò saldamente alla dura corteccia che aveva sotto il
sedere.
“Cosa diavolo sta succedendo?! D..Dio
santissimo….”
Diavolo, dio…
Insomma, ora era letteralmente TERRORIZZATO.
Tra un respiro affannoso e l’altro, cerco di calmarsi. Decise
poi di chiudere
gli occhi e di concentrarsi nel fare un bel respiro profondo.
“Cosa cazzo. Oddio. Come. Cosa. DOVE….”
….si trovava?
Tutto intorno a sé vedeva solo strade sterrate, montagne
boscose e una città
fatta di case che parevano… in vecchio stile giapponese,
quello tradizionale.
E lì, poco lontano da lui, il tizio di prima (quello con la
cassaforte
fluttuante) si muoveva a destra e a sinistra con nervosismo,
probabilmente alla
ricerca della vittima che gli era sfuggita… lui.
“Eheheheh q..quindi quel tizio mi sta ancora cercando per
fare di me una
mar…marmel..lata…?” disse con un
sorriso tirato, muovendosi nel contempo verso
un gruppo di foglie che potessero nasconderlo meglio.
Piano.. Piano…
STUCK.
Improvvisamente urtò contro qualcosa. Il tronco
forse?
Si voltò ma ciò che vide era tutt’altro
che un pezzo di legno.
Era un… ragazzino?
“M..ma cos..????”
Il ragazzo gli tappò subito la bocca per evitare che alzasse
troppo la voce e,
con l’altra mano, gli fece segno di fare silenzio.
Syu, superato lo spavento iniziale, fece un cenno di assenso con la
testa e
tornò ad avvicinarsi molto lentamente alle foglie, mentre
l’altro gli faceva un
po’ di spazio.
Il suo salvatore - sì, non era dotato di teletrasporto o
poteri strani, al
contrario di quello che lui stesso aveva per un attimo pensato - non
avrà avuto
più di quattordici anni. Aveva una foltissima chioma di
capelli lunghi e
biondi, occhi blu intenso e un ciondolo al collo, con un motivo strano,
circolare, ma con all’interno alcuni disegni geometrici
astratti.
Era piuttosto singolare.
L’occhio, però, gli cadde subito sul suo
abbigliamento. Se così si poteva
definire.
Gli sembrò istintivamente il figlio
perduto di Tarzan.
Era infatti tutto nudo, se non per un panno colorato ma ormai quasi
sbiadito, che
portava legato alla vita. Le braccia erano piuttosto robuste per la sua
età, e
anche il resto del fisico.
Si chiese per un attimo se non stesse sognando, se fosse finito in coma
o
PEGGIO se non fosse finito in qualche strano rave party o simile.
Il ragazzino gli tolse la mano dalla bocca.
Syu lo scrutò per un attimo ancora, prima di parlare.
“Scusa ma… sapresti dirmi dove siamo…?
P..perchè io stavo tornando a casa dopo
aver comprato la frutta e….”
E…?
Cos’era successo dopo..?
Si massaggiò un attimo le tempie per cercare di ricordare.
Vuoto.
Più si sforzava di pensarci, più vedeva solo il
nero totale.
Improvvisamente il pensiero andò a sua madre.
“S..Signora padrona..!! Cioè MAMMA..!! Devo
assolutamente tornare a casa, si
starà preoccupando per m..!!”
Di nuovo però, non fece in tempo a finire la frase, che
l’altro lo strinse
veloce a sé tappandogli nuovamente la bocca.
Syu lo guardò con aria mezza interrogativa e mezza
rassegnata, e il ragazzino
gli rispose con lo stesso sguardo che
gli stava rivolgendo da quando lo aveva notato la prima volta.
Non lo aveva cambiato neanche per un brevissimo secondo.
Era completamente impassibile e non sembrava voler far trasparire
alcuna
emozione.
A quel punto non fece in tempo a chiedersi se non fosse anche lui un
tipo poco
affidabile, che in lontananza sentì giungere un chiaro
rumore di passi. Pareva
un gruppo di persone che si stava avvicinando tenendo tutte lo stesso
andamento,
come dei soldati.
E infatti così era.
O almeno, riuscì ad intuirlo. Gli individui che comparvero
nella sua visuale
non erano vestiti come dei comuni militari. Avevano delle strane divise
color
blu notte e giallo acceso. Doveva per forza trattarsi di divise o
simili, in
quanto tutti portavano la stessa uniforme…
a parte uno.
Quello doveva essere il capo.
Stava infatti davanti al plotone, e la forma della sua divisa era
leggermente
diversa, nonostante riprendesse lo stesso motivo delle altre. Era anche
più
robusto, poteva essere un degno lottatore di wrestling, sia per costume
che per
stazza. E per quei capelli... viola...
VIOLA.
Di nuovo quel colore….
Il suo viso terminava con un bel mento massiccio e le mascelle
squadrate; non
parliamo poi degli spaventosi canini che gli spuntavano dalle labbra.
Tutto sommato non era poi così.. canini???
Spalancò gli occhi tentando di non farsi scappare un altro
urlo, ma dimenandosi
un po’. Per fortuna la stretta del ragazzo era salda, o
sarebbero caduti
entrambi, da quell’altezza.
Al sentire il rumore proveniente dall’albero, il presunto capo alzò
lo
sguardo, come se stesse fiutando qualcosa nell’aria.
Si guardava attorno, comportandosi proprio come se stesse cercando
qualcuno.
Dopo qualche minuto, però, sembrò convincersi che
ciò che stava cercando non
doveva essere lì attorno, e continuò la sua
marcia, seguito dal resto dei
compagni.
Le due scimmiette sul ramo rimasero ferme ancora per un attimo, prima
di poter
tirare un sospiro di sollievo. Il ragazzino biondo sciolse la sua
morsa, e Syu
si allontanò un po’.
“Ma cosa sta succedendo?? Chi erano quelli?? E soprattutto
DOVE SIAMO????”
esplose il rosso additandolo.
L’altro, in risposta, continuò a fissarlo con la
sua faccia da poker, senza
proferire parola.
“Ho capito, ho capito… non avrò
risposta da te, vero?”
Silenzio.
Sospirò rassegnato.
“Beh… allora lascia almeno che ti
ringrazi… Senza di te quel tipo laggiù mi
avrebbe fatto fuor...”
Ma non fece tempo a finire la frase -daje- che il ragazzino lo prese
per
il bacino e, alzatosi in piedi, lo sollevò sopra di
sé.
Syu era abbastanza scricciolo, ma dove la trovava tutta quella forza??
E soprattutto…
“Cosa stai facendo?!?!?” gridò.
Non ebbe nessuna risposta, ma fu invece scaraventato ancora a terra.
Beh… a
terra non era propriamente esatto. Il
piccolo Tarzan lo aveva letteralmente lanciato di nuovo addosso
a… LUI.
Non è ben chiaro quale fu la velocità con cui
accadde ciò che sto per
raccontarvi… in caso provate ad immaginarlo con un rallenty,
ok?
Il pazzo assassino era stato atterrato DI NUOVO dal peso morto di
Syu… Il che
avrebbe dovuto renderlo ANCORA PIU’ nervoso. Quindi, in
ordine cronologico…
Si alzò, schioccò un paio di volte il collo, ed
iniziò a roteare di nuovo la
cassaforte, talmente agilmente che quasi l’occhio umano non
sarebbe stato in
grado di percepirla.
Syu si ritrovò di nuovo completamente terrorizzato ma, per
non si sa quale divinità fortuita (leggasi botta di culo), riuscì ad
alzarsi
ancora più velocemente del suo carnefice, e a correre via in
direzione non
definita... Ovvero a caso.
Figuriamoci però se QUEL nemico si sarebbe lasciato sfuggire
una preda così
succulenta.
Infatti, si mise anche lui a corrergli dietro e a roteare quella
dannata
cassaforte con tutta la forza che aveva, incurante delle cose che, nel
frattempo, stava distruggendo ogni qual volta vi entrava in contatto.
Dio… dio... fa che non mi raggiunga
per favore
PER FAVORE….
Ma sfiga volle che, corri corri senza tener conto di dove si
stia andando (da
buon clichè), finì in una strada a fondo chiuso.
OK. Ora era ufficialmente MORTO.
“Ahahahah….” Si mise con le spalle al
muro e iniziò a ridere nervosamente,
preso dal panico “R..ragioniamo… i..insomma
possiamo sistemarla a parole no..?
O..oppure posso fare qualcosa per rimediare..?? T..ti assicuro che
qualsiasi cosa io abbia fatto non era voluta..!!!”
“LURIDO PEZZO DI MERDA….”
mugugnò l’altro avvicinandosi lentamente a lui,
avvolto da quella che sembrava decisamente essere un’aura
malefica.
Tipo… quella viola ed inquietante che circonda i cattivi nei
cartoni animati,
per intenderci!
“T..ti prego ragioniamo.. Ah..!! Ti chiedo scusa!!!! N..non
te l’avevo ancora
detto eheh, che scemo..!!!” continuò sempre
più nervoso, nascondendosi dietro
al suo sorriso forzato.
“QUESTA E’ LA FINE.”
Già… Questa volta era davvero
la
fine. Si era giocato la carta della botta di culo pochi minuti
prima… era
improbabile che se la sarebbe cavata una seconda volta. Lo diceva anche
la
legge di Murphqualcosa…. Se può accadere qualcosa
di brutto beh, accadrà di
cer…
“Signori…”
Chi
l’avrebbe mai detto che la seconda
volta
sarebbe stato salvato da una voce suadente e un sorriso scintillante..?