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Autore: Feathers    10/10/2015    2 recensioni
Ecco a voi la mia prima Destiel/ Sabriel...ambientata nella quinta stagione...durante gli inizi dell'Apocalisse :3
Tratti dalla storia:
(DESTIEL) Dean guardò Castiel negli occhi blu. Le loro gambe si toccavano e il cacciatore sentiva il calore della sua pelle anche da sotto i pantaloni di lui. Sentì il cuore battergli all'impazzata in petto, mentre teneva gli occhi fissi su quello sguardo ingenuo dell'angelo. 
-Che succede? Sei arrossito...- gli domandò Cas, gli occhi ridotti a due fessure. Dean si sentì scrutato e si alzò per evitare quel contatto visivo e fisico.
(SABRIEL) -Sam vieni! C'è lo zucchero filato qua!- esclamò Gabe correndo verso il carretto rosa e bianco accanto alla casa degli specchi.
 -Aspetta Gabriele!- disse lui, seguendolo a ruota.-Ma davvero ti piace quella roba?- Sam rise. -Non ti piace lo zucchero filato? Alieno!- scherzò l'arcangelo -Io adoro TUTTO ciò che è dolce...il che...naturalmente vuol dire che adoro te, mi querido- aggiunse, sorridendo malizioso. 
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler! | Contesto: Quinta stagione
Capitoli:
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L'atmosfera natalizia si sentiva ovunque in Sioux Falls: giardini pieni di luci dai mille colori, balconi traboccanti di candele e ghirlande con le campanelle...ma soprattutto la neve. Nessuno ricordava di averne vista così tanta in South Dakota. Che fosse un effetto dell'Apocalisse? Ma in fondo chi se ne importava. Era la vigilia di Natale, e la pace era arrivata perfino per i Winchester, almeno per un giorno o due, come se per un breve lasso di tempo il male che li inseguiva da sempre avesse deciso di smettere per un attimo di tormentarli, per poi ricominciare.
E Dean sembrava si stesse appunto godendo quei momenti di apparente serenità, tutto imbacuccato di fronte alla finestra appena riparata, colma di fiocchi di neve. Si scontravano l'uno contro l'altro, formando strambi disegni sul vetro e appannandolo di vapore e brina.
Era circa una settimana che fingeva di essere in piena forma, di scherzare e di riuscire a cacciare a mente sgombra. E quasi si stava stancando di recitare quella maledetta farsa.
Una parte di sé desiderava Castiel, sia fisicamente che mentalmente, un'altra tentava in tutti i modi di mascherare quell' insulso sentimento che si era fatto strada in lui da un anno.
Ma Sam aveva notato come colpisse i mostri o i demoni con maggiore violenza, come se volesse scaricare la rabbia e la frustrazione contro quegli esseri che gli avevano fatto perdere quasi tutto ció che amava. Eppure, per quella volta la colpa non era loro. Era tutta sua.
-Sembra più tranquillo adesso, non credi?- chiese Sam a Gabriele, osservando il fratello pensoso da un angolino della cucina.
-Naah. Recita la parte del duro. È tipico di lui- rispose l'arcangelo, spalmando del cioccolato fuso su dei buffi biscotti a forma di omino che aveva deciso di preparare in occasione della vigilia.
-Parte ben recitata- disse Sam con un sospiro breve, senza staccare gli occhi da Dean.
-Make my wish come true! All I want for Christmas is youuuu!!!- si mise a canticchiare Gabriele, rivolto verso Sam.
Il cacciatore rise.
-Per favore Gabe...se Bobby ti vede comportarti così...già secondo me ha capito qualcosa. Non lasciamo mai entrare nessun angelo qui a parte Castiel- disse.
-E con questo? Prima o poi lo verrá a sapere in un modo o nell'altro, no?- protestò l'arcangelo, sporcandogli il naso di cioccolato con la spatola.-Sei adorabile così, sai?- disse sghignazzando.
Sam si pulì con il palmo della mano.
-Scusa ma che bisogno c'è di farli, i biscottini, se sei un arcangelo?- domandò il cacciatore stranito.
-Pff...mi piace un mondo cucinare. Da quando, mi chiedi? Boh, non so. Molte cose che voi siete costretti a fare a mano sono divertenti...- disse con un sorrisetto ammiccante, Gabriele.
-Ah-ah-ah-
L'arcangelo ridusse gli occhi a due fessure.
-Non devi sempre pensare male quando ti dico una frase. Mica intendevo quello- sbuffò Gabe, un ghigno gli sollevava un angolo della bocca.
-Si certo...- rispose Sam, ridacchiando e giocherellando con la tovaglia natalizia del tavolo. Era stata un'idea di Gabriele metterla, così come tutte le strambe e un po' eccessive decorazioni rosse e dorate con le quali aveva infiocchettato la casa di Bobby.
Inizialmente l'anziano cacciatore aveva guardato l'arcangelo con perplessità, ma poi quelle stramberie avevano iniziato a piacere perfino a lui.
-Hey Dean! Tutto apposto?- chiese Sam al fratello alzando un po' la voce dato che era lontano.
L'altro si voltò di scatto, come se la voce di Sam avesse frantumato di colpo i suoi pensieri. Sorrise da orecchio a orecchio, mettendo in mostra le rughette degli occhi.
-Sì, sto benone...- disse. Chiuse le mani a coppa e ci soffio dentro, mimando un brivido di freddo-...ma quanti gradi ci saranno?- disse, la voce tesa e innaturale.
Sam si girò verso Gabe, lo sguardo eloquente.
-Ha cambiato discorso...pessimo segno- sussurrò Gabriele mettendogli una mano sulla spalla.-Sai che ti dico? Vado un po' a prenderlo per la gola con queste prelibatezze...- disse avviandosi verso Dean con un vassoio in equilibrio precario sulla mano destra.
-Sei troppo ottimista...- gli sussurró Sam, pensando che il fratello non aveva mai avuto un buon rapporto con Gabe.
Ma l'arcangelo non gli diede retta e trotterelló verso la finestra.
-Heylá Dean! Omino al cioccolato?- gli fece allungandogliene uno.
Il cacciatore lo fissò inespressivo.
-Ti assomiglia- disse cinico.
Gabriele alzò gli occhi al cielo.
-Esilarante...io faccio il gentile con te e tu mi prendi in giro? Mangia il mio sosia-biscotto... così stai un po' zitto- gli disse con ironia nella voce.
-Da quando fai il gentile con me Gabriele? -
-Umhh... fammici pensare un minuto...aspetta ci sono! Sono l'innamorato del tuo fratellino!- sbottò l'arcangelo ridacchiando.
-Ma per favore...- disse Dean -Devo ancora accettare l'idea...-
L'arcangelo rise.
-Saró un cognatino modello, no te preocupes! Suvvia... prendi un solo omino. Li ho fatti con amore- disse scherzosamente, ridacchiando.
Dean sorrise appena ma poi scosse la testa.
-Non ho fame per ora, grazie lo stesso- disse atono.
-TU non hai fame? È impossibile...tu hai SEMPRE fame...-
Il cacciatore assunse un'espressione sarcastica e prese un paio di biscottini, ficcandoseli in bocca.
-Non male-
-Non male?! Questi sono i biscotti migliori al mondo fidati!- disse Gabe, scuotendo la testa.
-...dovresti vantarti un po' di più sai? Ti butti troppo giù- gli disse Dean cinico, stappando una birra.
Gabriele lo osservò a lungo, pensoso.
-Mi sembri un po' malinconico, Dean...o mi sbaglio?-
-La seconda. Ti sbagli. Perchè dovrei?- disse il cacciatore, bevendo un sorso.
L'arcangelo scosse un po' la testa sbuffando.
-Dean Dean Dean... non cambierai mai eh? Tu e il tuo orgoglio siete più legati di una mosca al suo sacco di spazzatura preferito...-
-Certo che fai dei paragoni che stimolano l'appetito...- disse Dean acchiappando il terzo omino al cioccolato.
-Dean...è per via di Castiel, vero? Avete litigato?-
-Cosa? No...vi ho detto e ripetuto mille volte che aveva da fare...- mentì il cacciatore, secco.
-Dean vogliamo solo aiutarti...- disse Gabriele -qualcosa é andato storto e la cosa ti fa male... perché non dirlo?- aggiunse stringendosi nelle spalle.
Dean sospirò.
-Da che pulpito viene la predica...Lasciatemi in pace. Per favore-
-Uff... quanto sei complicato- disse Gabriele sbuffando.-Crederò che stai bene solo se parteciperai al coro natalizio che sto organizzando con Sam- disse lui ammiccando.
-Coro natalizio?!- chiese Dean allibito, sollevando un sopracciglio.
Gabe rise.
-Scherzo ovviamente. Sono stonato come una campana. Non vorrei rompere un'altra volta le finestre, ci ha già pensato Castiel- disse Gabe sbirciando il cacciatore con la coda dell'occhio in attesa di una sua reazione.
Ma Dean restò impassibile, pur sentendo un colpo allo stomaco dopo aver sentito nominare il suo angelo.
-Ma cos' è tutto questo vischio sparso per casa?- borbottò Bobby guardandosi attorno e incrociando gli occhi di Gabriele.
-Oh, ma quello è fondamentale!- disse Gabe con tono scherzoso.
Bobby alzò gli occhi al cielo:
-È percaso fondamentale anche la fila di angioletti appesa sul muro della camera da letto? O le candeline rosse sul tavolo? O le lucine gialle e blu sul water?- chiese burbero.
Sam, che nel frattempo si era avvicinato, scoppiò a ridere di gusto, pensando all'idiozia infinita del suo arcangelo.
-Sul serio Gabe? Lucine sul water?- disse con un sorriso.
-Quelle erano una sorpresa ma a quanto pare Bobby l'ha giá scoperta. Eppure manca qualcosa...- disse Gabe portandosi l'indice sulle labbra.
-Oh porca puttana...- mormorò Bobby, indeciso se scoppiare a ridere pure lui o se strangolare quello strano tipo che gli aveva riempito la casa di smancerie.
-A proposito di Natale... Sam, perché non ti opponi a tutte queste cavolate? Tu non eri quello che odiava questa festa?- gli domandò Bobby corrugando la fronte.
Il ragazzo assunse un'espressione buffa e imbarazzata ma Gabe intervenne:
-Perché NON può opporsi: lui ha un debole per il sottoscritto!- esclamò guadagnandosi una gomitatina di Sam.
-Ma finiscila scemo!-
L'anziano li squadrò entrambi da capo a piedi e poi spalancò gli occhi.
-Oh no...santo cielo ci risiamo...- disse Dean dandosi una manata in fronte in modo teatrale -Fate in fretta, vi scongiuro-
-Aspetta...un momento...voi...?- disse Bobby stranito, mentre Gabriele ammiccava dal canto suo e Sam cambiava colore.
-Noi abbiamo da fare!- sbottò quest'ultimo precipitoso, indicando l'unico angolo spoglio della casa.-Ci vuole un albero di Natale, ecco cosa- disse.
-Oddio ci mancava il pino con le palline...- borbottò Dean masticando l'ennesimo biscotto.
-Giusto mi querido! Come ho fatto a non pensarci!?- disse Gabe entusiasta, ignorando i commenti e le occhiatacce di Dean e Bobby.
Schioccó le dita e di fronte a loro comparve l'albero più bello che avessero visto: bianco con le palline rosse, luci e ghirlande dello stesso colore e globi di neve decorati con disegni natalizi.
-Oddio...Gabe, ma è...stupendo!- disse Sam, con la meraviglia negli occhi, come un bambino.
-Ancora non hai visto nulla!- esclamò l'arcangelo, e con un altro gesto spense la luce.
I tre rimasero per un momento incantati di fronte a quel pino, che sembrava aver preso fuoco, con le luci che illuminavano le decorazioni. Non ne avevano mai avuto uno.
Sam guardò Gabriele che gli stava sorridendo in attesa di una reazione.
L'arcangelo gli prese la mano, fregandosene della faccia stupita di Bobby.
-Dai che ho spento le luci...così non si noterà che la tua faccia ha lo stesso colore dell'albero in questo momento-disse Gabe con un ghigno.
-Cretino...- mormorò il cacciatore, con un sorriso.
Quello strambo arcangelo gli aveva restituito l'infanzia che lui non aveva mai avuto, prima portandolo ad un Luna Park, la cosa più strana che avesse mai fatto, e ora facendogli percepire lo spirito natalizio per la prima volta.
Perfino Dean accennó un sorriso, nonostante spina che aveva conficcata nel cuore non smettesse un momento di fargli male.
-È...bello...- ammise Bobby, alludendo all'albero.
Gabriele sorrise:
-Esprimete un desiderio-


"Ti verrò a prendere...un giorno o l'altro...ti avverto Dean Winchester...presto sarai nelle mie mani" sussurrava Michele, facendo agitare il cacciatore durante la notte di Natale. Non avrebbe mai voluto addormentarsi. Aveva bevuto litri di caffè quella sera dopo aver giocato a carte con Bobby, Sam e Gabriele, perché era stanco degli incubi tremendi che lo tormentavano ogni fottuta notte da una settimana. Da quando Cas lo aveva lasciato da solo.
Dean si svegliò di soprassalto, tutto sudato e ansimante. Ecco che quella storia si ripeteva. Per la settima notte di seguito. Non ne poteva più. Sognava continuamente di essere torturato da Michele, di dirgli di sì e distruggere la Terra e suo fratello. Ma non vedeva mai Cas. Era come se da quando si erano separati lui avesse cessato di esistere.
Era sparito.
Il cacciatore rimase qualche secondo teso, la testa sulla mano e il gomito affondato sul cuscino, e poi si appoggió, sfinito.
Una lacrima gli scese inevitabilmente giù per la guancia.
"No, non devo piangere. Devo essere forte. Devo essere forte" si ripeteva nella mente, ma più pensava a quelle parole e più le lacrime scendevano copiose e bagnavano il cuscino.
Odiava a morte sentirsi così debole ed essere costretto ad ammettere a se stesso come stavano le cose.
Amava Castiel.
Purtroppo lo amava. E la nostalgia e il senso di colpa si acuivano ogni giorno di più. E aveva una voglia infinita della sua dolcezza, della sua protezione.
-Quanto sono stupido- disse fra sé e sé, la voce rotta.
Una mezz'ora più tardi si addormentò. E sognó di nuovo.
Sentì il profumo di Castiel, il calore del suo corpo, come se l'angelo lo stesse stringendo fra le braccia, come fosse un bambino indifeso.
-Castiel...per favore torna qui...- mormorò in dormiveglia, senza rendersi conto di quel che diceva. Non lo avrebbe mai cercato dopo essere stato mollato da lui.
Ma all'improvviso qualcosa cambiò. Dean si accorse di essere sveglio. E sentiva ancora quel profumo. Aprì gli occhi, e Cas era disteso accanto a lui, con un sorriso dolce e ingenuo stampato in viso e gli occhi blu notte sereni. Dean impallidì di colpo e spalancò gli occhi, augurandosi di non avere detto qualcosa di cui si sarebbe pentito.
-Ti sono mancato?- chiese l'angelo, accarezzandogli i capelli.
-È un sogno?- fece Dean incredulo, sentendo dei brividi percorrergli la schiena ad ogni carezza. Dio, quanto gli erano mancate quelle mani.
Cas lo circondó con le braccia e gli diede un bacio delicato sulla fronte.
-Non è un sogno, sciocchino- sussurró.
Dean sentì gli occhi pizzicare e pregò di non piangere di fronte a lui, bagnandogli il trench. Si sarebbe sentito ridicolo.
-Castiel...ma...che ci fai qui?- chiese Dean sforzandosi di falsare la voce.
-Ho sentito il tuo desiderio. Mi volevi qui con te...a proteggerti...-
-Ma non è vero...che dici io non...-farfuglió Dean. Alzó il capo e vide che Castiel gli sorrideva.
-Sarei tornato comunque. Mi mancavi da morire- disse Cas, e lo baciò con passione sulle labbra. Dean morse affettuosamente le sue, sentendosi una sola cosa con quell'angelo.
Castiel si staccò un secondo, ansimando. Schioccó le dita e fece sparire in un soffio i loro vestiti, aderendo il corpo con quello del cacciatore.
Dean avvertì il calore forte e protettivo di Cas scontrarsi contro il freddo della sua pelle e riscaldargliela in un secondo.
-Dean... ti amo- gli sussurró l'angelo all'orecchio, sentendo la sua erezione premergli sulle gambe.
D'istinto il cacciatore lo prese per il braccio e si sedette su di lui, incrociando le gambe con le sue e baciandolo con una foga che Cas disconosceva. L'angelo gli accarezzó la schiena con le mani e poi scese a baciarlo sul collo e sul petto, mentre il cacciatore cercava disperatamente di trattenersi dal gemere di piacere e libidine.
Le mani del moro scesero sulle gambe del biondo, sfiorandone ogni centimetro di pelle.
Il cacciatore non gli resistette più e si scostò in fretta per stenderlo sotto di lui e penetrarlo con delicatezza, perché non facevano sesso da un po'.
Si mise a ondeggiare su di lui, stringendo i fianchi di Cas con le mani e ansimando. Le ondate di piacere gli invadevano il corpo e gli impedivano di ragionare. Non aveva mai provato nulla del genere in vita sua, nemmeno alle loro prime volte.
Raggiunse la gioia con un lamento di estasi, e poi appoggió la testa sulla schiena dell'angelo, sfinito.
-Ti amo...- mormorò.
Castiel sorrise dal canto suo.
-Lo so...l'ho sentito quando me l'hai detto al manicomio. E mi hai salvato la vita-
Dean uscì da lui e incroció il suo sguardo dolce e calmo per alcuni lunghi secondi, rimuginando sulle parole che aveva appena detto.
-Io...non ti ho salvato- disse incredulo, scuotendo la testa.
-L'hai fatto. Le tue lacrime illuminate...il discorso di Morte...ho ricollegato tutto e...ho finalmente capito. La mia anima ha bisogno della tua...e la tua della mia... sono quasi certo che se sono ancora vivo è per merito tuo- disse.


Gabriele si stava rilassando sulla spalla nuda di Sam, gli occhi chiusi e il volto sereno.
-Gabe...-
-Mmm?-
-Non pensi che forse...dovremmo andare a consolare Dean...? Non sta affatto bene secondo me- disse.
L'arcangelo alzò lo sguardo e lo baciò sulle labbra.
-Fidati Sammy. Sta benissimo adesso-
-In che senso?- chiese il cacciatore stranito.
Gabe rise.
-Andiamo...credi davvero che quel tenerone di mio fratello sappia stare più di una settimana senza Dean?-


Dean riposava sul petto di Castiel, le ali nere di quest'ultimo che lo avvolgevano completamente, nascondendogli il corpo e solleticandogli le braccia e le gambe.
Cas giocherellava passando le dita sull'impronta della sua mano sulla spalla di Dean, ancora evidente.
-Comunque devo ancora scusarmi per averti fatto quasi cadere...- scherzò il cacciatore.
-Ne è valsa la pena. Io ti voglio. Voglio proteggerti come posso. Non mi importa nulla di ciò che pensano gli altri. Sei la cosa piú bella che mi sia successa in migliaia di anni. Non può essere un peccato questo...l'amore non è un peccato giusto?- chiese Castiel, innocentemente.
Dean alzò lo sguardo.
-Non lo é mai stato- sussurró, e lo bació sulle labbra.
Lo sguardo gli cadde sull'orologio sul comodino. Mezzanotte.
-Oh...buon Natale Castiel-
L'angelo rise.
-Anche a te Dean-


"I'll be your keeper for life as your guardian,
I'll be your warrior of care, your first warden,
I'll be your angel on call, I'll be on demand,
The greatest honor of all, as your guardian"
   
 
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