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Autore: Frytty    16/02/2009    4 recensioni
Novembre.
Una giornata come tante.
Una notte come tante.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve! ^^ Non sono un genio della puntualità e ormai credo l'abbiate capito per forza di cose XD ed anzi, vi ringrazio infinitamente per continuare a seguirmi nonostante tutto ^^ *_* ma passiamo ai ringraziamenti reali ^^:

DanyCullen: Beh, grazie! Sono davvero contenta ti piaccia il modo in cui ho affrontato la questione, in fondo, come hai detto tu, è un tema particolare quello dell'amicizia e ho avuto paura di non riuscire a renderlo al meglio, quindi grazie e continua a seguirmi! ^^

myki: Siccome non è la prima volta che me lo dici, prendo in considerazione questa " critica ", ovviamente come qualcosa di costruttivo. Per me è molto importante il vostro parere, perciò quando pensate qualcosa, non esitate a dirmela, perché ovviamente è sempre un modo per crescere. In realtà, non so dirti se è qualcosa che ho premeditato (l'azione lampo intendo) oppure è un mio " vizio ". Mi è uscito spontaneo e non volevo creare troppa tensione nella scena. Le cose semplici sono sempre le migliori e mi è sembrato il modo più diretto per affrontare la situazione ma ho rivisto anche qualche altra scena (che verrà più avanti ^^) ho ricontrollato l'azione e mi sono resa davvero conto di aver velocizzato troppo le cose ed infatti ho atteso l'ispirazione per aggiungere qualcosa, quindi grazie mille per il consiglio! XD e dimmi sempre ciò che pensi... lo sai che adoro in ogni caso le tue recensioni! XD! *_*!

Cucciola92: Grazie per tutti questi bellissimi complimenti! Continua a seguirmi! *_*!

giusyangel: Eheheh... che dirti se non grazie?!? Un bacio! *_*!

Ovviamente un GRAZIE enorme, a tutti coloro che hanno letto e continuato ad aggiungere la storia tra i preferiti! Vi addovvo ragazzi! *_*

Ed ora, ENJOY!

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24. New Year

< Strano non abbiano organizzato nulla per l'ultimo dell'anno, non vi sembra? > Proruppe Alice una sera, in Sala Comune, durante il ripasso generale di Storia della Magia.
< Credo sia meglio così. Non avrei sopportato un altro Ballo. > Rispose Lily senza staccare gli occhi dalla pagina che stava leggendo.
< Beh, è anche grazie a quel Ballo se ora puoi dire di essere diventata la ragazza del Malandrino più popolare di tutta la Scuola. > La corresse Lidya.
Lily sbuffò, girando pagina.
Era parecchio suscettibile in quel periodo e non riusciva nemmeno lei a spiegarsi il perché. Si infuriava se solo sentiva nominare James dalla bocca delle amiche, ma ovviamente, non era gelosia.
Erano entrambi confusi, in realtà, dopo quella sera in Biblioteca.
Sembravano allontanarsi ogni giorno di più, inesorabilmente. Forse avrebbero dovuto parlarne.
< Che ne dite di una pausa? Propongo una bella passeggiata nel parco. > Alice si stiracchiò come un gatto, portando le braccia in alto e chiudendo, l'attimo dopo, il libro di Storia della Magia, alzandosi e abbandonandolo sulla poltrona.
< Magari io resto ancora un po'. > Borbottò Lily.
< Oh, andiamo Lily! Sono pur sempre vacanze! E' inutile studiare ora come ora! > Alice cercò di farla alzare dalla poltrona prendendola per mano e tirando più forte che poteva, ma senza successo.
Sapeva bene quanto Lily potesse essere testarda, ma provare non costava nulla.
Sbuffò.
< E va bene, come vuoi! Se cambi idea, sai dove trovarci. > Lily le sorrise e le fece una linguaccia.
Entrambe sapevano che non avrebbe cambiato idea. Le cose stavano cambiando e lei si trovava disorientata, come se le avessero messo davanti dieci tipi di torte diverse e lei avesse potuto sceglierne solo una da mangiare.
Scelta pressoché impossibile, visto quanto adorava i dolci, in qualunque modo essi fossero fatti.
Aveva fatto le sue scelte, ma erano davvero quelle giuste?
Richiuse il libro, poggiandolo sulla catasta già formata dalle sue amiche sul tavolino.
Aveva scelto di conoscere il suo futuro, non curante di tutte le conseguenze.
Aveva scelto di amare James, aveva scelto di provare ad andarci d'accordo, ad accettarlo prima come amico, poi come custode del suo stesso segreto e infine come fidanzato.
Ma era davvero quello che voleva?
Le sembrava sciocco pensarci dopo così poco tempo. Si conoscevano da poco.
Lo stava davvero illudendo?
Aveva promesso ad Alice che non l'avrebbe fatto, le aveva promesso che ci avrebbe pensato su tutto il tempo necessario, ma che non l'avrebbe mai illuso.
Non sarebbe stato da lei infondo.
Forse c'entrava la sua audacia in Biblioteca, quella sera.
Forse aveva sbagliato a permettergli di andare così oltre a ciò a cui era abituata, eppure... se pensava a lui in quel momento, se rievocava il colore dei suoi occhi, il sapore dei suoi baci e delle sue carezze, le si chiudeva lo stomaco dall'emozione.
Lo aveva desiderato. Aveva atteso paziente tutte quelle audaci attenzioni e lo voleva. L'aveva voluto. Aveva desiderato i suoi baci e le sue carezze, il suo sguardo acceso di bramosia.
Non poteva mentire a se stessa. Nemmeno questa volta.
Lui l'amava e se solo pensava di potergli far del male, i sensi l'abbandonavano.
Forse era stato solo uno stupido dubbio, un'inezia, si, uno stupido, debole capriccio per non accollarsi troppe responsabilità.
Non era ancora sicura se James potesse essere l'uomo della sua vita, ma poteva scoprirlo nell'unico modo possibile.
Continuando a viverlo.

Alla fine, aveva deciso di uscire.
Aveva afferrato la sua sciarpa rosso-oro, il suo cappotto nero e aveva attraversato il Buco del Ritratto, sceso le scale che l'avrebbero condotta all'aperto ma sembrò ripensarci appena in prossimità del portone d'ingresso.
Infondo, voleva ancora stare da sola. Magari il cortile era il luogo ideale dove respirare un po' d'aria fresca e schiarirsi al contempo i pensieri.
Svoltò a destra, poi a sinistra, poi ancora a destra.
L'aria fredda le pungeva il viso. Non si era nemmeno accorta che avesse nevicato quella notte.
Ma non era da sola.
Una figura vestita di nero, seduta sul cornicione del piccolo ponte che affiancava il cortile, sembrava non averla sentita arrivare.
James.
Ne era sicura.
Si avvicinò piano, dandogli il tempo di registrare la sua presenza. Non voleva spaventarlo.
< Ehi! > Lo salutò sorridendogli.
James le sorrise di rimando.
< Come mai tutto solo? > Gli chiese.
< Così. Avevo voglia di stare un po' per conto mio. Tu? Come mai da queste parti? Non dovresti essere china su un tomo anche piuttosto voluminoso di Storia della Magia? > La stava prendendo in giro, ovvio.
< Beh, in realtà ci ero sepolta fino a qualche minuto fa ma, come mi ha ricordato Alice, è tempo di vacanze e non è necessario studiare anche ora. >
< E come mai non sei in sua compagnia? >
Lily fece spallucce.
< Avevo voglia di stare da sola. >
< Allora ci stiamo dando fastidio a vicenda, non trovi? >
Lei sembrò pensarci un po' su.
< Teoricamente direi di si, ma praticamente non mi dà fastidio la tua presenza. > Gli fece una linguaccia, dopo la quale James scoppiò a ridere, scendendo dal cornicione e abbracciandola prima di baciarle una guancia fredda.
La prese per mano.
Il contrasto tra la sua mano e quella del ragazzo fece rabbrividire Lily impercettibilmente. Le chiese, invitandola a camminare.
< A quanto pare hai già deciso. > Sorrise appena.
< Mi sottometto a qualsiasi vostra volontà, mia damigella. > James le fece un inchino, rischiando di scivolare sul ghiaccio.
< Scemo! Va bene anche a me camminare. > Gli si mise a braccetto sperando di poterne ricavare un minimo di calore.
Lily sospirò appena, lo sguardo basso.
< Che succede? > Le chiese James, voltandosi verso di lei.
Lei fece spallucce.
< Capisco di essere molto affascinante, ma addirittura da lasciarti senza parole... > Scherzò, sperando di vederla sorridere.
In quei giorni si erano lasciati andare, trasportati dagli eventi. Si erano allontanati senza neanche rendersene conto e James era stato troppo occupato perfino per sentirne la mancanza, ma averla accanto in quell'istante, sentirla vicina mentre si stringeva al suo braccio, cercando di mantenersi al caldo, gli riscaldava il cuore. Come se avesse trattenuto troppo a lungo il respiro quasi senza accorgersene e adesso avesse fin troppa aria fresca e pulita da inspirare.
< Certo, continua a sognare, Potter. > Sorrise Lily assumendo il suo solito cipiglio a metà tra il serio e il divertito.
< Ok, non so se essere lusingato dal fatto che non ti piaccia solo dal punto di vista fisico, o preoccupato. >
< Uhm... io credo dovresti cominciare a preoccuparti... >
< E per quale ragione? >
< Perché si sa, dopo la fisicità, inizia a decadere tutto il resto... > Lily si era fermata esattamente di fronte a lui, impedendogli di continuare nel cammino e gli aveva preso le mani, avvicinandosi al suo viso, socchiudendo appena gli occhi.
< Beh... siamo durati poco. > Le sussurrò, desideroso di baciarla nonostante sapesse che avrebbe fatto meglio ad aspettare.
< Non sei abbastanza degno di me, allora. > Sussurrò lei di rimando.
< Ma questo l'ho sempre saputo... > Fece sue le labbra appena screpolate dal freddo di lei, chiudendo gli occhi, assaporandone il sapore dolce, come di zucchero filato.
< Ho paura. > Sussurrò lei, quando si separarono.
< Di cosa? > Le chiese, osservandola.
< Di quello che vedremo in quello Specchio. >
< Perché? >
< Ho paura di ritrovarci i nostri volti. >
James la abbracciò, accarezzandole i capelli.
< Non deve andare per forza così, Lily. >
< Ma non possiamo cambiare il destino, lo sai. >
< Non l'abbiamo ancora trovato, questo Specchio. E se non esistesse? >
< E i nostri incubi? Persino Silente ha detto che sono collegati con lo Specchio. >
< Non lo so... > Si arrese continuando a stringerla.
< Mi resterai vicino? > Non era una domanda, era una supplica.
< Si, certo che si. Per sempre. > Le sussurrò.

< Sono nervoso. > Esordì Sirius mentre si spazzolava energicamente i denti in bagno.
< Ma davvero? E perché? > Gli chiese, un sorriso sardonico che gli deformava le labbra, James Potter, impegnato nel riordinare il proprio baule, diventato ormai un ammasso di vestiti e cianfrusaglie varie.
< Beh, per la faccenda dello Specchio, no? Mi sento una specie di James Tomb! >
< Bond, Sirius, James Bond. > Sospirò esasperato Remus.
< Dettagli. Allora, abbiamo un piano? > Ritornò nella stanza, acciambellandosi sul suo letto, lo sguardo che saettava da James a Remus e per finire a Peter, seduto sul pavimento, intento a scartare l'ennesima Cioccorana della serata.
< Veramente no. > Rispose James, richiudendo il baule e sedendosi sul suo letto.
< No?! E cosa stiamo aspettando? >
< Vedi Sirius, non è così semplice. Si tratta di entrare di nascosto nei sotterranei, in mezzo ad un sacco di Serpeverde, alcuni dei quali aspiranti Mangiamorte. > Remus aveva disteso le gambe e riposto la piuma con la quale stava terminando il tema per Vitious, nel primo cassetto del comodino alla sua destra. Intervenne Peter. Convenne James.
< Ci deve essere un modo. D'altronde non possiamo starcene qui a far nulla. >
< Hai ragione Sirius, ma c'è bisogno di organizzarsi come si deve e soprattutto senza fretta. Potremmo essere espulsi! > Rispose Remus.
< Io invece l'urgenza la vedo, Remus. Francamente non mi piacerebbe perdere tempo se avessi degli incubi terribili ogni notte! > Sirius aveva alzato appena la voce. In fondo, temeva solo per James e aveva paura che più il tempo passava e più cancellare quella sensazione di vuoto che sapeva attanagliare l'amico alla fine di ogni incubo, non sarebbe più svanita.
< Neanche a me farebbe piacere, Sirius! Ma finiremmo in un mare di guai! > Anche Remus si stava scaldando.
< Allora rimaniamocene seduti a guardare mentre James e Lily soffrono! >
< Sto solo dicendo che converrebbe agire con prudenza! >
< Adesso basta, ragazzi! > Li interruppe James. < Non c'è bisogno che litighiate. Remus ha ragione, Sirius, bisogna agire con prudenza: un passo falso e siamo fuori. Vorrei anch'io che questa faccenda si concludesse il più in fretta possibile, ma bisogna essere cauti. > Continuò.
Sirius si abbandonò all'indietro con uno sbuffo.
< Potremmo sempre pensare a qualche soluzione, però. > Propose Peter mentre masticava l'ultimo pezzo di cioccolato.

Un altro anno era volato via.
Sembrava strano pensarlo, come era strano pensare che la fine della scuola si avvicinava, come era strano essere coscienti che presto o tardi avrebbero abbandonato il luogo sicuro che Hogwarts era stata per ciascuno di loro.
La vita vera li aspettava fuori da quelle mura, fuori da quel giardino innevato, fuori da quella Sala Comune così accogliente, da quei letti a baldacchino caldi.
Lily pensava a tutto questo mentre cenava in Sala Grande, in attesa del consueto discorso del Preside.
Trascorrere l'ultimo dell'anno in compagnia era la cosa migliore. Tutte e quattro le Case riunite in un unico Tavolo.
< Almeno non siamo capitati vicini ai Serpeverde e a Mocciosus. > Proruppe Sirius, scatenando l'ilarità di alcuni suoi vicini Corvonero.
Nonostante ciò, tuttavia, gli studenti erano stati in grado di distribuirsi tra le varie Case in modo omogeneo. Erano stati colti di sorpresa, ma il loro spirito di divertimento era stato più forte di qualsiasi astio e la Tavolata era diventata un indistinguibile tavolozza di colori, tutti che conversavano amabilmente, scherzavano e ridevano. Persino i Serpeverde.
Avrebbero potuto accantonare il loro tono freddo e distaccato almeno per una notte, lasciare che si creasse qualcosa di più di una semplice alchimia fra Case.
< Tutto bene? > Le chiese James quando notò il suo sguardo, appena velato di malinconia, all'indirizzo di Piton, che cercava di mostrarsi gentile nei confronti di una primina Tassorosso alquanto imbranata, che aveva appena rovesciato un'intera brocca di Succo di Zucca.
Lily si era voltata verso di lui e gli aveva sorriso.
< Tutto bene. >
James le accarezzò leggero, una guancia con un dito prima di baciarla.
Il tintinnio di un manico di coltello che cozzava gentile contro un calice di vetro, richiamò l'attenzione della Sala.
Gli studenti smisero di parlare, volgendo lo sguardo al Preside che si era alzato in piedi, osservandoli con aria grave.
< Mi rincresce interrompere questo delizioso chiacchiericcio, ma purtroppo, ancora una volta, sono costretto a spendere due parole sulle tragiche morti e sparizioni degli ultimi tempi. Il nostro pensiero va a May McField e ad Enrich Ruth, scomparsi di recente, ed ovviamente a tutti coloro che hanno coraggiosamente deciso di spendere la loro vita nella speranza di un mondo migliore, da costruire insieme. Vi rammento, ancora una volta, di fare attenzione, di non girovagare per il Castello oltre l'orario del coprifuoco e mai da soli. Il nemico, mi duole dirlo, è alle porte. Ma, forse non è questo il momento di continuare. Velocemente è volato via un altro anno e direi che i festeggiamenti a cui stiamo partecipando questa sera siano più che adeguati a questo clima funesto che si respira: la vostra cooperazione ha contribuito, seppur in minima parte, a farci comprendere che uniti c'è speranza di vittoria. Il destino non può essere modificato, ma accettato, capito. Non è mai sbagliato porsi delle domande. > Offrì un'eloquente occhiata a James e Lily prima di risedersi, cominciando a servirsi di torta alle mele appena apparsa.
< Che accidenti voleva dire? > Borbottò Sirius, contrariato.
< Non ne ho idea. > Sussurrò James stringendo con più forza la mano di Lily.

COMMENTATE?!? XD!

   
 
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