Storie originali > Storico
Segui la storia  |       
Autore: Duncneyforever    13/10/2015    3 recensioni
Estate, 1942.
Il mondo, da quasi tre anni, è precipitato nel terrore a causa dell'ennesima guerra, la più sanguinosa di cui l’uomo si sia mai reso partecipe.
Una ragazzina fuori dal comune, annoiata dalla vita di tutti i giorni e viziata dagli agi che l'era contemporanea le può offrire, si ritroverà catapultata in quel mondo, circondata da un male assoluto che metterà a dura prova le sue convinzioni.
Abbandonata la speranza, generatrice di nuovi dolori, combatterà per rimanere fedele a ciò in cui crede, sfidando la crudeltà dei suoi aguzzini per servire un ideale ormai estinto di giustizia. Fortunatamente o sfortunatamente non sarà sola e sarà proprio quella compagnia a metterla di fronte ad un nemico ben peggiore... Se stessa.
Genere: Drammatico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Guerre mondiali, Novecento/Dittature
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

 

Schneider, il mostro! Ora capisco perché ne fosse tanto intimorito; è un suo superiore, nonché motivo del disprezzo di suo padre nei suoi riguardi. 

Eccolo, il nazista doc. 

A quanto pare non è bastato rifugiarmi dietro la schiena di Fried perché, dopo che questi ha fatto un mezzo giro, a mo' di lupo, me lo ritrovo comunque davanti. 

Alzo il viso, per osservarlo e quando i nostri sguardi inevitabilmente si incontrano, resto senza parole: alto, robusto, pelle rosea, lisci capelli biondi e occhi azzurri... Non è il suo caso.

Osservo sorpresa l'uomo che ho davanti. Noto che ha degli insoliti tratti del viso, incorniciato dai capelli rossicci. Sono tenuti nel taglio più in voga in questi anni, appiattiti da uno strato lucido di brillantina. 

È poco più di un ragazzo. 

La sua pelle è molto chiara, quasi lattea; solo qualche piccola efelide colora le sue guance. E gli occhi... Gli occhi sono color della nebbia. Non credo di aver mai visto nulla di simile. 
A contrario di quelli di Friederick, dolci e amorevoli, sono perforanti, di un'intensità innaturale. 

- Na und, Miller? Willst du mir dieses Mädchen nicht vorstellen?/ Allora Miller? Non mi vuoi presentare questa ragazza? - Pronuncia freddamente Schneider, studiandomi. 

Fried è come paralizzato. Non parla, non si muove e non mi sorprenderei se scoprissi che i suoi polmoni non abbiano neppure tratto l'ossigeno necessario per farlo respirare. 

Il colonnello, internamente, sta gongolando nel vederlo in affanno e, nonostante la fitta coltre di nebbia non lasci trasparire alcuna emozione in particolare, scorgo una strana luce al suo interno e questo non preannuncia nulla di buono. 

- Ich heiße Sara, ich komme aus Italien... Mein Deutsch ist nicht so gut. / Mi chiamo Sara, vengo dall'Italia... Il mio tedesco non è così buono. - 

Paleso, con la mia dolcissima pronuncia di ragazzina, nella speranza che mi abbia capita. Ometto di sapere l'inglese, ovviamente. 

- Italiana. Sono già stato in Italia, bimba. Come mai hai un nome così... - Il tono di voce è notevolmente cambiato, si è caricato di rancore e quel luccichio sinistro mi fa cozzare impaurita contro il mio amico. Lui mi stringe le spalle, prendendo le mie mie parti: 

- non è come credete, la " ah " non c'è. - 

 Il mio nome, cos'ha di strano il mio nome? È già la seconda volta che lo sento dire e... Ma certo, è così chiaro! Come ho fatto a non pensarci prima? Sarah è il nome che viene anteposto a quello di battesimo quando si vuole identificare una donna di origine ebraica, come Israel per gli uomini. Sara è la sua versione italianizzata, anche se mai prima d'ora avevo avuto bisogno di ricordare la sua etimologia. 

Dopo esser stato " rassicurato ", il nazista si rilassa notevolmente, quasi sorride. Un ghigno decisamente sardonico ed inquietante. Si china verso il basso per  guardarmi da vicino e quando sento le sue dita sfiorarmi la guancia, strofino il dorso della mano su quella parte, come se mi avesse sporcata. Arretro, andando nuovamente a sbattere contro il petto di Fried, che mi cinge la vita, preoccupato per quelle attenzioni inopportune. 

- Rudy! Rudy komm hier! - Una voce femminile proveniente dall'interno della casa, interrompe il colonnello che, nel frattempo, si era ricomposto. Una ragazza mora, bellissima nel suo vestito rosso generosamente ritagliato, esce allo scoperto. Non si avvicina a noi, si appoggia allo stipite della porta con un bicchiere di champagne tra le dita, strusciandosi contro l'anta semiaperta, sensualmente e con disinvoltura. 

- Auf Wiedersehen, kleine Italienerin. - Si congeda l'ufficiale, spostando la testa su un lato. - Miller. - Si congeda gelidamente, dirigendosi verso quella ragazza: i due, dopo essersi ricongiunti, si scambiano un bacio che di casto non ha nulla. 

Oh, che orrore! Mi vien la nausea a vederli slinguazzarsi come animali. Io, per quel che mi riguarda, non ho mai baciato nessuno e la prima volta dovrà essere speciale: avverrà con l'uomo che mi amerà con tutto se stesso e che ricambierà il mio amore, o almeno è questo quello che mi auguro. 

L'idea di baciare un bastardo simile mi fa raccapricciare, per quanto affascinante possa essere. 

Scuoto il mio vicino per risvegliarlo dal torpore. Sembra irritato, nervoso e preoccupato allo stesso tempo; il rosso prima di rientrare si era voltato per guardarmi, uno sguardo che non gli piacque per niente. Ciò che temevo è che potessero arrivare alle mani, o ancora peggio, alle armi. Se non fosse stato tanto buono, sono certa che le cose sarebbero andate molto diversamente.

- Non credevo fosse in licenza. Quella viscida serpe... Non credere che quella fosse la sua donna; è solo una delle sue tante frequentazioni. Tu invece... Tu gli interessi. - 

- Io non farò abbindolare, soprattutto dopo ciò che mi ha raccontato di lui. - 

Ma Fried ha deviato lo sguardo, angosciato, facendomi sottintendere che il rosso sia capace di tutt'altri metodi d'adescamento. 

- Vedrai che non è così. Forse mi trova solo buffa; ho avuto l'impressione di trovarmi in una teca nel momento in cui si è rivolto a me, come se fossi una bestiolina esotica. - Tento almeno di convincermene io, prima di persuadere lui a non pensarci più. - Mi avevi promesso una festa. - 

Alla fine, a costo di protendere il labbro inferiore tipo cucciola, riesco nel mio intento. 

A braccetto, ci addentriamo nella giungla caotica che vivifica gli appartamenti, fin dalla primissima sala. 

Appena oltrepassata la monumentale porta d'ingresso, mi è subito chiaro che avrei dovuto vestirmi altrimenti. Inizio a pentirmi per non aver indossato uno di quei bei vestiti; la stessa Ilde mi aveva consigliato di indossarne uno. Il cuore pulsante della dimora è il salone da ballo, affrescato sia sul soffitto ( da cui pende un lampadario di gran lusso ), che sulle pareti, grigie nei punti non colorati, a contrasto col pavimento di marmo bianco, probabile stratagemma del proprietario per creare un naturale effetto di luce. L'orchestra suona su un palchetto appositamente allestito: vengono eseguiti pezzi classici, come Mozart, Bach e Beethoven, alternati a pezzi più lenti di valzer viennese. 

Le orecchie di Friederick sono in festa.

- Mi concederesti l'onore di questo ballo? - Chiosa, porgendomi galantemente una mano. 

Ma io purtroppo non so ballare, tedesco... Non il valzer. 

 

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: Duncneyforever