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Autore: la luna nera    16/10/2015    4 recensioni
La giovane Rose Morrison riceve dalla prozia Jacqueline, venuta a mancare alla rispettabile età di 107 anni, una strana eredità che non consiste in denaro o gioielli, ma in qualcosa di ancora più prezioso. Di cosa si tratta nessuno ancora lo sa e starà proprio a Rose arrivare a scoprirlo intraprendendo un cammino costellato di numeri, simboli e significati nascosti. Scoprirà anche il segreto della prozia che l'ha resa quasi una mezza strega agli occhi di molti. Accanto a lei il fidato zio Albert e l'irriverente quanto affascinante James Bradley.
Genere: Fantasy, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giuro, sarò roccia contro il fuoco e il gelo,
veglio su di te, io sono il tuo guerriero.
 
Marco Mengoni
 
 
 
“Mia dolce Rose, sono felice di potermi specchiare finalmente nei tuoi bellissimi occhi.”
La morbida voce di Heaven aveva l’effetto di un uragano per la ragazza, era di una tale sensualità che era praticamente impossibile restare insensibili.
“Sono… sono felice anche io di rivederti…. E di conoscere il tuo nome.”
Mosse la mano verso di lui con il preciso intento di sfiorarlo per sincerarsi della sua concretezza, come a voler rivivere gli istanti del loro primo incontro senza la presenza del vetro a dividerli, le sarebbe bastato anche un leggerissimo tocco sul dorso della mano e restò leggermente sorpresa quando  le fece intendere il suo rifiuto categorico.
“Perdonami, perdonami ti prego. I tempi non sono ancora maturi.”
“Che significa?”
“Devi prima percorrere il cammino che ti porterà ad essere degna di me e del mondo di Neo Phaerd.”
“Non capisco… Spiegati meglio per favore.”
“Ruhna deve risvegliarsi completamente affinché noi due possiamo essere una cosa sola come Himmel e Jhea. Perché questo avvenga i tempi non sono ancora maturi.”
Rose non ci stava capendo un bel niente, l’unica cosa che sembrava chiara consisteva nel fatto che lui la considerasse indegna ed inferiore.
E la cosa non le andava proprio a genio.
“Ascoltami con attenzione Rose.” Jhea si avvicinò. “Il tuo cammino verso la perfezione inizia da adesso, sarò io in compagnia del mio amato Himmel a guidarti verso Heaven nel modo più consono. Non è niente di pericoloso né di doloroso, stai tranquilla, tu devi solo fidarti di me così come facevi quando stavo ancora nel mio corpo corruttibile.”
La ragazza continuava a non comprendere. “Chiedo scusa a tutti, non riesco ad arrivare ad una logica spiegazione di tutti i discorsi contorti che state facendo. Cosa volete da me? Perché avete scelto me? Chi sono io?!” Iniziava a spaventarsi sul serio.
“Mia adorata, non agitarti così.” Heaven riprese la parola. “Tu sei semplicemente una delle prescelte verso la perfezione del Cielo e della Terra, due dei Sacri Elementi che furono assegnati a Taivas ed Ylma, fonte ed origine di ogni cosa che vedi. Hai i numeri esatti per goderne.”
“Quali numeri?”
“Festeggiavi il giorno di nascita assieme a colei che ora si chiama Jhea, ricordi?”
“Sì, io e la prozia Jacqueline siamo nate il venticinque marzo.”
“Ebbene, se sommi le cifre del giorno, il due con il cinque, ottieni il sette che è la massima espressione dell’unione fra divino e umano. Se poi aggiungi il tre del terzo mese ecco che si materializza il dieci, formato dall’uno e dallo zero. Queste sono le nostre cifre essenziali, ciò che hai notato sull’iscrizione di addio all’umanità imperfetta della donna che ora è Jhea.” Fece una pausa notando l’espressione incredula nel volto della ragazza. “Il tuo uno sarò io, il Cielo, l’eterno, la perfezione e l’incorruttibilità. Tu porti il sette in te, porti il numero ponte fra la Terra e il Cielo e dovrai fare il giusto percorso perché l’imperfezione propria degli umani lasci il posto alla perfezione nostra e della nostra dimensione. A quel punto lo zero ci unirà in una cosa sola ed eterna perché è un numero che non ha inizio né fine, esattamente come un cerchio che non inizia e non finisce mai.”
Era vero: lei festeggiava il compleanno lo stesso giorno della prozia! Sentiva un’enorme insicurezza invaderle l’anima, era troppo confusa e spaventata da tutte quelle parole astratte e sospese a metà fra i numeri ed un qualcosa di poco concreto e tangibile.
“Basta così adesso, per questo primo incontro è più che sufficiente.” Himmel finalmente prese la parola. “La ragazza ha bisogno di tempo per metabolizzare e comprendere. Direi che possiamo rientrare a Neo Phaerd.”
Heaven si profuse in un inchino profondo, poi indietreggiando si avvicinò agli altri, così con un rapido gesto della mano espulse Rose, James ed Albert dall’ingresso del loro mondo. Come era comparsa dal nulla, la lapide svanì ed altrettanto fece il cancello. Restava solo la chiave che cadde a terra provocando un lieve rumore metallico.
 
Dopo alcuni attimi di smarrimento i tre realizzarono di trovarsi al centro della camera da letto della defunta Jacqueline. Rose abbassò lo sguardo fissando il punto nel quale la parete incontrava il pavimento, esattamente dove fino a qualche attimo prima c’era il passaggio verso il mondo di Neo Phaerd, quel mondo che la stava chiamando spaventandola allo stesso tempo. Aveva incontrato quel ragazzo bellissimo di cui ora conosceva il nome, quel ragazzo in grado di farle perdere la lucidità e la razionalità con un semplicissimo sorriso, che le faceva battere forte il cuore fino alla soglia dell’infarto, che possedeva una voce talmente calda e suadente da mandarle in tilt ogni cellula ed ogni neurone del suo corpo. Sembrava l’incarnazione perfetta dell’uomo dei suoi sogni e tutti questi pensieri destabilizzanti la facevano apparire totalmente assente agli occhi dei suoi accompagnatori. Fu lo zio a riportarla mentalmente in quel luogo con un semplice tocco sulla spalla, la ragazza percepì quel contatto e si voltò lentamente verso di lui: l’uomo notò che aveva il viso piuttosto pallido e dai suoi occhi trapelava una grande paura. James era rimasto immobile al suo fianco, se non fosse stato capace di controllarsi in maniera egregia l’avrebbe stretta forte fra le braccia portandola via da quella villa dove esisteva un passaggio che voleva allontanarla da lui. Doveva ammettere che quel tipo era pericolosamente affascinante, aveva compreso ben poco di tutti quei discorsi campati in aria ma aveva la fortissima sensazione, per non dire certezza, che volesse portarle via Rose. Forse non aveva speranza di competere con uno come lui, ma non avrebbe lasciato nulla di intentato e si sarebbe battuto con tutto se stesso per amore della ragazza.
Ormai non poteva più negare di aver perso la testa per lei.
 
“Vuoi che andiamo?” Albert ruppe il silenzio. “Raggiungiamo casa mia e metto su un buon the caldo?”
Rose annuì in silenzio, poi si voltò a guardare James che trovò con un’aria piuttosto pensierosa e preoccupata. In un certo senso si sentiva in colpa nei suoi confronti perché percepiva perfettamente il suo disagio e comprendeva di esserne la causa. Forse fu per tutto questo, forse fu il bisogno di un supporto sicuro o semplicemente il desiderio di averlo accanto, Rose poggiò la mano sull’avambraccio del ragazzo accarezzandolo delicatamente per poi intrecciare le dita con quelle di lui. Senza proferire parola i tre uscirono dalla villa chiudendo a chiave il portone come a voler lasciare sigillato lì dentro tutto quello che avevano visto.
 
 
 
La teiera fischiava sbuffando dal beccuccio, Albert la tolse dalla piastra incandescente della stufa e versò l’acqua bollente in tre tazze nelle quali poi mise i filtri che l’avrebbero trasformata in the.
James e Rose erano seduti in silenzio attorno al tavolo del soggiorno, osservavano i movimenti dell’uomo con grande attenzione, come se stessero scoprendo qualcosa di nuovo e sorprendente. Prese posto pure lui, iniziò a girare la calda bevanda con il cucchiaino continuando a fissare i due ragazzi muti ed immobili.
“Allora?”
Fissarono gli occhi in lui restando sempre in silenzio.
“Comprendo benissimo il vostro stato d’animo, anch’io ho le idee confuse e la testa piena di domande però se vogliamo tentare di capire qualcosa dovete uscire dal vostro mutismo, ragazzi.”
James bevve un sorso di the noncurante della temperatura ancora elevata della bevanda. “Dobbiamo tradurre quelle carte.” Sentenziò. “Ho tentato di ascoltare ciò che hanno detto e l’unica cosa che ho capito è una mole non indifferente di concetti legati ai numeri e ad un qualcosa connesso alla vita dopo la morte. Credo che decifrando quegli scritti potremmo avere qualche elemento in più per capire chi sono e soprattutto cosa vogliono.”
Albert scorse tensione e rabbia nelle parole proferite da James, il tono della sua voce era totalmente diverso dal solito, non c’era la minima traccia dell’irriverenza che spesso lo caratterizzava. Ad ogni modo pure lui era d’accordo, il susseguirsi degli eventi aveva causato un ritardo nel tentativo di decifrare quei documenti che adesso non poteva essere più procrastinato.
“Il lavoro sarà lungo e forse dovremmo impiegarci tutta la notte, credo sia meglio darsi da fare e alla svelta perché non ci colgano impreparati. Abbiamo fatto bene ad avvisare mio fratello che stasera ti saresti fermata qui, cara nipote.”
Detto questo le carte ereditate da Rose furono disposte sul tavolo, i tre presero i fogli riproducenti le lapidi. “Questo sarà il nostro dizionario, associando ad ognuno di questi simboli la lettera corrispondente del nostro alfabeto riusciremo a capire cosa c’è scritto.”
Ben presto quasi tutti i caratteri alfabetici furono identificati e riportati in perfetto ordine su un foglio. Rose aveva paura di leggere cose inquietanti, tuttavia era consapevole che solo conoscendone il contenuto, poteva in qualche modo difendersi. Prese il plico contenente i disegni, sfogliandolo riconobbe fra essi la raffigurazione della scalinata che aveva visto e da cui erano scesi Jhea, Himmel e Heaven.
“La via per Neo Phaerd….” Sussurrò la ragazza “Qua c’è la storia della loro dimensione.” Iniziò a scorrere con il dito su quei segni riuscendo piano piano a leggere quelle cose che parevano uscire da un racconto mitologico e fantastico allo stesso tempo. Scriveva su un blocco ciò che scopriva e che la faceva addentrare in un mondo al limite del credibile. Ad un tratto lasciò cadere la matita che stava usando, i suoi occhi fissarono il cielo attraverso la finestra, congiunse le mani e parlò:
“Vi fu un tempo in cui niente esisteva, solo Odmyr viveva nell’immensità del caos primordiale. L’onnipotente e magnanimo si rese conto della necessità di porre un ordine al mondo e generò i Quattro Grandi Guardiani ai quali assegnò la custodia dei Quattro Sacri Elementi: Taivas ebbe l’Aria ed il Cielo, Vesim l’Acqua ed il Mare, Lieka il Fuoco e la Luce, Ylma la Terra e gli Inferi. Ognuno di loro doveva adoperarsi perché il tanto desiderato ordine regnasse sovrano e per questo le forze della natura dovevano restare connesse fra di loro senza errori, seguendo alla perfezione la logica numerica insita in ogni cosa, dalla più grande alla più piccola. A seguito di tutto questo, Odmyr ordinò che Taivas e Lieka prendessero dimora ad un livello più elevato in quanto i loro Sacri Elementi possiedono il dono della purificazione e la loro Sielah risulta più leggera. Vesim e Ylma dovettero mischiare le loro Sielah con i livelli più bassi in quanto l’umanità imperfetta vive in simbiosi con i loro Sacri Elementi, avendo la possibilità di toccare senza rischi l’acqua e la terra. Dall’origine dei tempi essi fanno affidamento sui Guardiani a loro sottomessi i quali devono continuarne l’opera perché non si guasti l’equilibrio di perfezione voluto da Odmyr.”
Seguirono circa dieci secondi di silenzio, la testa di Rose si inclinò in avanti, il resto del suo corpo tremava impercettibilmente. Poi d’un tratto si accasciò sul tavolo con gli occhi socchiusi rivolti verso James spaventato a morte.
Lo guardò trovando la forza di sussurrare poche parole. “James…. Ti prego, portami in un luogo dove possa riposare…”
Era la prima volta che Rose pronunciava il suo nome e gli parve bellissimo. E soprattutto si era rivolta a lui con il “tu”, segno evidente che in fondo al suo cuore desiderava abbattere quelle barriere fin ora tirare su fra di loro. “Sta’ tranquilla, ci sono qui io.” La prese in braccio, le lasciò poggiare la testa nell’incavo del suo collo mentre Albert aprì la porta della camera da letto degli ospiti che teneva sempre pronta anche se non riceveva quasi mai nessuno, facendo cenno al ragazzo di stenderla sul letto e coprirla con una morbida e calda coperta. L’uomo indietreggiò sulla soglia tornando in soggiorno, lasciando che fosse il suo giovane amico ad occuparsi della ragazza e ad augurarle la buonanotte. Rose si rassicurò nel sentire il suo corpo avvolto da quel tessuto così tiepido, vedeva il ragazzo presso di lei, pareva non volesse lasciarla sola neanche per un istante. “Grazie James….” Trovò la forza per far uscire dalle sue labbra due ultime parole prima che il sonno e la stanchezza la vincessero.
Lui si sedette vicino a lei continuando ad osservarla alla fioca luce di una candela. Quegli attimi di totale silenzio portavano in sé più di mille parole, James la guardava dormire, guardava il suo respiro farsi pian piano regolare, guardava i muscoli del suo volto distendersi attimo dopo attimo, guardava semplicemente Rose che in quel momento di debolezza e vulnerabilità lo aveva cercato senza esitazione. Furono quegli attimi che gli illuminarono completamente la mente perché si rendesse conto una volta per tutte di esserne perdutamente innamorato.
Le accarezzò la fronte ed i capelli, la voce della sua mente gli imponeva di lasciarla dormire in pace contrapponendosi a quella del cuore che invece gli sussurrava di vegliare su di lei.
Si avvicinò. “Ti giuro sulla mia stessa vita che ti difenderò da tutto e da tutti, veglierò come un’ombra perché non ti accada mai nulla e non permetterò che quelli ti portino via. Mai.” Le baciò la fronte, lei non reagì, forse neanche si era resa conto di tutto quello che James le aveva detto. Finalmente era riuscito ad ammettere i suoi reali sentimenti, si sentiva sollevato e più uomo di prima.
Con il sorriso stampato in faccia e dando ascolto alla voce della mente, si alzò, prese la candela ed uscì dalla camera chiudendo silenziosamente la porta per permettere a Rose di dormire serenamente.
 
 




Buon venerdì a tutti!
Ben arrivati al nostro consueto appuntamento settimanale.
Qua scopriamo altri piccoli frammenti su Heaven e Neo Phaaerd, anche se ancora non rivelano ogni cosa a Rose. Come sostiene Himmel ogni passo dev’essere compituo al momento opportuno.
Vi rubo qualche attimo in più perché vorrei raccontarvi una cosa: quando scelsi il numero 107, lo feci in modo del tutto casuale; decisi che la data del decesso della prozia ricalcasse perfettamente quelle cifre (10 luglio) e come tocco finale andai a cercare la data corrispondente a 107 giorni prima della sua morte (giorno in cui ha redatto il testamento) ed è saltata fuori il 25 marzo, la cui somma delle cifra dà proprio 107. La cosa mi ha sorpresa e desideravo condividerla con voi.
Sul finale James esce praticamente allo scoperto promettendo solennemente di battersi come un vero guerriero perché a Rose non accada nulla. Cosa dicono i lettori dall’animo romantico?
 

Invito chiunque abbia voglia a lasciare un commento, anche minuscolo, per me è di grande importanza,
 
 
Un abbraccio
La Luna Nera

 
  
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