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Autore: simoasr94    19/10/2015    1 recensioni
TRATTO DAL PRIMO CAPITOLO:
Quel giorno Merlin decise che non poteva andare a lavorare, sentiva qualcosa di strano dentro di se,come una cosa che gli bruciava nel petto e allora si alzò di soprassalto, che stesse per accadere? Senza troppi convenevoli i suoi occhi diventarono d’oro e si ritrovò sulle sponde di Avalon. [...]
Ormai la giornata era quasi finita, Merlin avrebbe dovuto tornare a casa, ma non aveva la forza di alzarsi e l’unica cosa che poteva sentire erano gli occhi bruciargli per le troppe lacrime. Ci aveva creduto con tutto se stesso. Improvvisamente sentì dei passi dietro di se e una voce chiamarlo “Ehi.. ehi tutto bene?”, nel sentire quella voce sgranò gli occhi e sentì il cuore fermarsi, quella voce gli era rimbombata nella testa negli ultimi mille anni. [...]
Con tutta la forza che aveva in corpo si tirò sulle gambe, si asciugò le lacrime e con gli occhi ancora arrossati si voltò: era Arthur. Quando il moro si voltò Arthur sentì una fitta al petto e si bloccò, in quegli occhi c’era qualcosa che apparteneva anche a lui, che era suo da sempre, ma come poteva essere?!
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Merlino, Morgana, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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YOUR TOUCH IS MY MEMORY

OTTAVO CAPITOLO

 
Quando la porta di casa si aprì Merlin restò per un po’ senza parlare, in qualunque epoca capitasse Arthur viveva sempre in dei castelli. Era una casa con attico e super attico e solo il salone era grande quanto tutto il suo appartamento. “Morgana non è ancora arrivata, vieni ti faccio vedere la casa” sentì dire ad Arthur. “La casa?? solo questa stanza è grande quanto tutta casa mia” rise Merlin. Il biondo rise di rimando facendogli segno di seguirlo, presero le scale e arrivarono davanti alla porta della camera di Arthur.
 
Quando entrarono la prima cosa che Merlin notò fu il letto con il piumone rosso “Rosso Pendragon” farfugliò tra se e se senza accorgersi che Arthur lo avesse sentito “Rosso Pendragon… mi piace come suona” disse Arthur sorridendo. A quel punto allungò la mano e prese quella del moro per avvicinarlo al letto ed ecco che arrivarono le ormai consuete immagini:
 
Si vedeva in alcune strane gallerie, buie e sicuramente pericolose. Sapeva di essere preoccupato, stava tornando a cercare qualcuno. Camminava fino a che si trovò davanti…  “Merlin!!! Dove sei stato?!” disse con tono autoritario ma sollevato. “Eravate… preoccupato?” chiese il ragazzo con il fazzoletto al collo, “No!” mentì il biondo imbarazzato “Volevo assicurarmi che non ci seguissero!” continuò a mentire “Siete tornato… per me!” riconobbe il moro, a quel punto vide se stesso sospirare vinto, succedeva sempre cosi… con lui Merlin vinceva sempre. “Va bene è vero! Sono tornato perché sei il mio unico amico e non volevo perderti”. I due si guardarono, i loro occhi dicevano tutto quello che a parole non poteva essere espresso.*
 
La visione finì e Merlin vide Arthur sussultare, a quel punto separò bruscamente le loro mani “Ok Arthur ora basta. Dimmi che ti succede!” l’altro si girò quasi sorpreso, non conosceva il tono arrabbiato di Merlin “O forse si ma non lo ricordo” formulò questo pensiero senza accorgersene.
 
“Di che parli?”
 
chiese fingendo di non capire “Quando mi prendi la mano…” iniziò il moro serio “che ti succede? L’altra mattina sotto casa mia mi hai chiesto se anche io avessi visto qualcosa, e ogni volta che mi prendi la mano per un secondo o due sussulti e all’inizio sgranavi gli occhi e diventavi pallido da far paura!!!” Merlin fece una pausa per riprendere fiato e continuò “… che cosa vedi quando mi tocchi Arthur?”.
 
Arthur abbassò lo sguardo, si sedette sul letto e si portò le mani agli occhi per massaggiarseli con fare stanco “Io… non lo so Merlin… è una cosa folle” farfugliò “Dimmela. Ci siamo ripromessi di non andarcene l’uno dall’altro ma dobbiamo essere sinceri” disse quelle parole con il cuore in gola, alchè Arthur lo guardò colpito
 
“Io… vedo te e me… in altri tempi… non vorrei sbagliarmi ma è come se fossimo Re Arthur e Mago Merlin, dovremmo stare nel medioevo perché viviamo in un castello, a volte vedo anche gli altri con noi. Io porto l’armatura, altre volte una casacca e un paio di pantaloni, tu sei sempre con una giacca marrone, una maglietta rossa e un fazzoletto blu al collo, sei bello anche vestito cosi” rise Arthur per sdrammatizzare quanto fosse mentalmente stanco.
 
Quando guardò Merlin negli occhi trasalì, il mago piangeva “Oh mio Dio…” lo sentì dire a bassissima voce “Merlin… Merlin che succede? Tu sai cosa significano quelle immagini? Sono ricordi… o che altro?? Merlin… che legame c’è tra noi?” “Arthur!!!! Sono a casa, appena puoi vieni ad aiutarmi con l’arrosto per favore!!” la voce di Morgana arrivò ovattata fino alla camera da letto ma entrambi vennero ridestati. Si guardarono per un tempo infinito, un po’ spaventati, un po’ stranamente felici, un po’ preoccupati
 
“C’è un legame tra noi Merlin…” iniziò Arthur prendendogli il viso tra le mani, il suo tono era calmo e molto rassicurante, da vero sovrano “e qualsiasi cosa sia e qualsiasi cosa porti io non voglio rinunciarci… mi sono sempre sentito incompleto senza mai capire perché, fino a quando non ho trovato te… tu sei l’altra faccia della medaglia Merlin è l’unica spiegazione”
 
 a quelle parole il moro non resistette più e gli allacciò le braccia al collo stringendo con tutta la forza che aveva in corpo
 
“Se ti dico che mi sei mancato da morire ti spaventi?”
 
sussurrò Merlin sulla pelle del collo di Arthur
 
“Considerando che da quel poco che ho capito sono la TUA Testa di Fagiolo.. direi di no”
 
sentendo quel soprannome Merlin non poté più fermare le lacrime che ormai solcavano il suo viso copiose
 
“Oddio, Arthur” disse con la voce spezzata
 
“Ti prego… dimmelo” Arthur quasi lo implorò
 
“Mi sei mancato come l’aria” Arthur trattenne il respiro, sentì gli occhi pizzicargli per le lacrime che silenziose e timide avevano iniziato a scendere
 
“Anche tu” gli sussurrò stringendolo ancora più forte.
 
Dopo essersi ricomposti e essersi ripromessi che quando avrebbero avuto un po’ più di tempo ne avrebbero parlato scesero ad aiutare Morgana per la cena “Ciao strega scusa se ti abbiamo fatto aspettare, stavo facendo vedere a Merlin l’esame… su storia medievale che ho fatto l’anno scorso” mentì Arthur “Si immagino, ora si dice cosi… ciao Merlin” sorrise Morgana in direzione del moro rosso come un peperone per l’allusione di lei “Ciao Morgana, cosa posso aiutarti a fare, sono un mago in cucina” sorrise Merlin “Davvero?? Beh anche io me la cavo bene, l’unico impiastro è il signorino qui” disse la ragazza rivolta verso Arthur che proprio in quel momento si bruciò mentre cercava di accendere il forno “Corri mettilo sotto l’acqua fredda, io prendo del ghiaccio… quindi è vero che sei un impiastro?!” mentre aspettava una risposta gli passò la busta del ghiaccio per impedire che venisse la piaga, nel frattempo che Morgana sistemava gli ingredienti per la cena “Ho l’impressione che lo sono SEMPRE stato” disse il biondo guardando Merlin per intendere il vero senso della frase, chiaro solo a loro due.
 
“Arthur!!!” disse Merlin a bassa voce “Smettila, voglio passare questa cena in tranquillità e non con il rischio che mi fai venire un colpo ogni volta che parli” a quelle parole Arthur fece un sorriso sghembo e diabolico… assomigliava parecchio a Morgana in quel momento… e Merlin capì che Arthur gli stava dichiarando guerra “Mi piace pensare che ci sono cose che capiamo solo noi, è intrigante” “Se lo fai me la pagherai” disse Merlin fingendosi arrabbiato “Minaccia o promessa?” chiese Arthur, l’aria tra i due si stava facendo elettrica “Entrambi!!!” disse Merlin con voce ferma.
 
Senza dare al biondo la possibilità di controbattere si girò verso la ragazza “Morgana aspetta che ti aiuto, tanto tuo fratello impiastro è e impiastro rimane, è inutile” disse con tono scherzoso Merlin “Stai già capendo l’antifona tesoro, mi piaci! Mi aiuteresti a legare l’arrosto” “Certo, però prima dobbiamo metterci la salvia e volendo anche un po’ di rosmarino, che ne dici?!” chiese Merlin rivolto alla giovane “Si buona idea, la salvia è qui aspetta che prendo un paio di rametti di rosmarino”.
 
Mentre il ragazzo di cui era stracotto e la sua adorata sorella preparavano la cena Arthur guardava tutta la scena appoggiato al bancone della cucina, era una delle cose più belle che avesse mai visto. Merlin legava l’arrosto con cura mentre Morgana ci infilava in mezzo le foglie di salvia, anche quello ci teneva a farlo con una precisione quasi maniacale, improvvisamente vide Morgana fare il solletico sul naso di Merlin con un rametto di rosmarino e il moro fece un sorriso cosi amorevole verso sua sorella… in quel momento Arthur arrivò a pensare che se la felicità avesse avuto dei volti, sicuramente sarebbero stati i loro.
 
Preparato l’arrosto Morgana tirò fuori le patate da pelare costringendo anche Arthur a dargli una mano “Con la scusa che sei un disastro stai li a non far nulla mentre noi facciamo tutto il lavoro. Seduto soldato, le uniche patate che ti piacciono ti aspettano” sorrise Morgana
 
“Se c’è il doppio senso, che conoscendoti sicuramente c’è, fai schifo!” disse Arthur sorridendo
 
“Si certo, fai l’offeso. Tanto è vero lo stesso” a quelle parole Merlin disse a Morgana “Ormai è appurato, ti adoro”, mentre passava con l’arrosto in mano per toglierlo dal tavolo Morgana passò e lasciò un bacio sulla guancia del moro che arrossì come un bambino.
 
Tutti e tre si ritrovarono intorno al tavolo a pelare le patate, Morgana lo faceva in modo talmente accurato da non accorgersi come lo stavano facendo Arthur e Merlin: prima una patata a testa, poi quando Merlin aveva già finito da un pezzo invece di prenderne un’altra dalla busta prendeva quella di Arthur e puliva quella, il biondo ne prendeva un’altra finchè il moro non gliela toglieva di mano e cosi via fino a che non ebbero finito tutto il sacchetto. Mentre Morgana metteva le patate tagliate nella teglia con l’arrosto Arthur si avvicinò a Merlin e a bassissima voce disse “Grazie, sennò chi la sentiva” il moro si limitò a fargli l’occhiolino.
 
Arrivarono le otto e puntualmente si sentì il campanello suonare. Quando Arthur andò ad aprire li trovò tutti lì sorridenti e caciaroni. Quando entrarono si recarono in cucina per salutare “Ehi Ragazzo del Lago sei già qui? Come stai?” “Ciao ragazzi…” iniziò Merlin che venne interrotto da Morgana “Meno male che è già qui sennò mi sarebbe toccato cucinare da sola, abbiamo scoperto che il nostro Merlin è un mago in cucina” disse Morgana con tono fiero verso il suo amico. “Wow ho una fame da lupi non vedo l’ora di mangiare” disse Percival che quando si voltò vide Gawain che lo guardava rapito e con un sorrisetto da ebete sul volto, abbassò lo sguardo imbarazzato e a bassa voce disse “Dai smettila…” “Non ci riesco” sorrise Gawain verso di lui.
 
Merlin si era gustato tutta la scena e pensò che era davvero contento per i suoi amici, anche a Camelot pensava che tra loro ci fosse qualcosa di più di una semplice amicizia ma ora era diverso, ora potevano amarsi apertamente.
 
Quando si ritrovarono tutti a tavola Morgana portò l’arrosto e tutti si prepararono per assaggiarlo. “Morgana è ottimo!!! Sei stata davvero brava!” la lodò Lancelot “Grazie ma il merito è anche di Merlin. Mi ha aiutata sia a farlo sia a vedere la cottura, ero talmente preoccupata di bruciarlo che lo avrei sfornato crudo” rise la ragazza
 
“Merlin allora sei un mago davvero” iniziò Gawain “Sei pieno di doti nascoste, spero che almeno Arthur ne usufruisca in privato” continuò.
 
Arthur sgranò gli occhi arrossendo “GAWAIN!!!” urlò il biondo con fare isterico mentre tutti avevano iniziato a ridere
 
“Beh… Arthur usufruirà delle mie doti quando Percival inizierà ad usufruire delle tue!” rispose tranquillamente Merlin spiazzando tutti.
 
Arthur lo guardò con un’ammirazione unica negli occhi, era riuscito a zittire Gawain. Non era mai sopravvissuto nessuno alle sue frecciatine. Il giovane guardò Merlin con fare sorpreso e ad un tratto rise sonoramente “Touché Merlin. Sei un grande. Mi piace questo ragazzo biondino, tienitelo stretto” disse rivolto ad Arthur che lo guardò come a volerlo fulminare.
 
“A parte tutte le vostre frecciatine da bambini, prima che mi dimentichi, Merlin tu stai ancora cercando lavoro?” disse all’improvviso Gwen rivolta all’amico “Si, perché?” “Mio padre ha detto che abbiamo bisogno di un nuovo barista, quello di prima se n’è andato e io ho proposto te. Ho fatto bene?” disse Gwen. Merlin quasi si commosse, i suoi amici non smettevano di preoccuparsi per lui, chissà cosa pensavano, chissà se sentissero un attaccamento familiare nei suoi confronti e se si chiedessero il perchè… “Oh, grazie Ginevra… si… hai fatto benissimo, veramente grazie… io non so cosa dire” “Non dire niente, vieni domani alle 9.00 cosi ti farò vedere il lavoro. Ah tranquillo, faremo i turni cosi non passerai tutta la giornata chiuso li dentro” rise la ragazza.
 
Mentre stavano mangiando Arthur infilzò una patata con la forchetta che gli schizzò fuori dal piatto e andò a finire addosso a Merlin. “Scusami Merlin, non è colpa mia se sono… una Testa di Fagiolo, da sempre” a quelle parole Merlin si strozzò con il boccone che aveva in bocca; Lion che era vicino a lui gli riempì il bicchiere d’acqua intimandogli di bere “Tutto ok amico?” chiese poi preoccupato, Merlin fece segno di si con la testa e dopo aver fulminato Arthur con lo sguardo gli diede un calcetto sullo stinco.
 
Finita la cena, tutti aiutarono a sparecchiare “I piatti li laverò domani, ora non mi va per niente” disse Morgana sfinita “Tranquilla, li laverò io tu hai già fatto abbastanza” le disse il fratello “Grazie Arthur, sei un angelo”.
 
Tutti si riunirono nel salone davanti alla tv per decidere le squadre per giocare alla playstation “Allora ragazzi iniziamo a fare le squadre” “A me non contatemi, non mi va, cosi almeno sarete pari” disse Gwen “Ok, allora se per voi va bene facciamo io, Percival, Lion e Elyan una squadra; Arthur, Merlin, Lancelot e Morgana l’altra squadra. Vi gusta?” chiese Gawain. Tutti fecero un segno di assenso e Arthur andò ad accendere la play.
 
Tra mille risate e piccoli battibecchi iniziò il mini torneo. Merlin si divertì un mondo facendo finta di essere un esperto, per fortuna non era tanto difficile. Quando fu il turno di Morgana contro Percival la mora riuscì a vincere per un soffio ed esultò come una matta facendo anche il balletto della vittoria. Dopo che la prima parte finì con la vittoria della squadra di Arthur decisero di fare una pausa per il dolce. Arthur ne approfittò per andare a lavare i piatti e Merlin lo seguì per non lasciarlo solo. “E’ bello vedere che ti diverti, sono davvero contento che tu stia con noi” disse Arthur “Non mi sentivo cosi bene da una vita Arthur.. davvero” disse Merlin rilassato “Ma la prossima volta che fai qualche allusione a quello che vedi sarò io strozzarti, se non muoio prima” lo rimproverò, Arthur sorrise rimanendo con gli occhi puntati sui piatti che stava lavando
 
“Scherzarci sopra è un modo per assimilare il fatto che è tutto vero e che una cosa del genere stia accadendo a me… qualunque cosa sia poi…”
 
“Lo so Arthur… mi dispiace… se potessi far smettere tutto questo lo farei” disse Merlin, il suo tono era pieno di senso di colpa
 
“Farlo smettere?? Merlin io non voglio smettere! Non voglio che finisca! Mi piace, è una cosa che mi fa sentire bene, è come se mi desse un senso di appartenenza. Pensare che è possibile che ci siano legami che superano tutte le barriere umane e non. E pensare che sei tu a fare parte di tutto questo… ti prego… non dirmi che vuoi farmi smettere” a quel punto Arthur aveva completamente abbandonato i piatti e guardava Merlin fisso negli occhi
 
“Arthur… io non voglio che tu stia male o che rendendoti conto delle cose un giorno ti svegli e capisci che è una pazzia e te ne vada via… da me” disse a bassa voce il moro, a quel punto Arthur gli mise due dita sotto il mento per fargli alzare lo sguardo
 
“Se me ne andassi via da te vuol dire che accetterei di vivere a metà come ho fatto prima di incontrarti… chi è cosi folle da fare questo?”
 
“Una Testa di Fagiolo?!” sorrise Merlin
 
“Idiota” rise a sua volta Arthur fino a colmare l’ormai poca distanza che era rimasta tra loro unendo le loro labbra in un tenero bacio.
 
“Mi dai la mano?” chiese Arthur come un bambino che chiede una caramella “No!” rispose con tono deciso Merlin “Dai!!!” “No Arthur, finisci di lavare i piatti e poi vieni di la che dobbiamo dare la rivincita agli altri” lo imbeccò Merlin “E’ una bella sensazione quella di dare ordini vero?” “Molto”.
 
Quando tornarono in salone trovarono gli altri intenti a chiacchierare tranquillamente: Lancelot e Morgana erano seduti su dei grandi cuscini a terra e gli altri sul divano, Percival e Gawain non erano li “Sono andati su in terrazza, staranno facendo i piccioncini come minimo” sorrise Gwen “Chissà quando lo ammetteranno anche davanti a noi”
 
Merlin sorrise e si offrì volontario per andare a chiamarli, quando arrivò vicino alla porta finestra si fermò, non voleva origliare, solo che sembravano nel pieno della discussione e sapendo quanto per loro due fosse difficile aprirsi se li interrompeva ora avrebbe fatto un casino.
 
“… Percival io non voglio più nascondermi” sentì pronunciare a Gawain, evidentemente avevano cominciato un discorso su loro due e lui si era perso la parte iniziale “Arthur e Merlin sono cotti l’uno dell’altro e non se ne vergognano, è palese” continuò il giovane, a quelle parole il cuore di Merlin saltò un battito, faceva effetto sentirlo dire dagli altri…
 
“Non è questo Gawain… non mi preoccupo di quello che dicono gli altri” affermò il gigante abbassando lo sguardo
 
“E allora che problema c’è…” il moro era quasi stanco di quella situazione, Percival non si spiegava e lui non riusciva a capire “Ti vergogni di me? E’ questo? Ti vergogni di esserti innamorato di un uomo e magari ti fa schifo che quell’uomo sia io non è vero?”
 
“Ma che dici sei matto?” Percival iniziava ad arrabbiarsi, come poteva pensare una cosa del genere, lui amava Gawain, ma… glielo aveva mai dimostrato??
 
“Se tu non ti spieghi nella mia testa ci passa di tutto Parc!!! Neanche te lo immagini quello che penso ogni volta che vedo che mi eviti, che eviti i miei occhi. Sai quante volte vorrei solo toccarti, prenderti la mano. Pensi che mi piaccia fare il deficiente con battutine e doppi sensi stupidi? Lo faccio perché non so che cavolo fare e l’unica cosa che mi riesce è sdrammatizzare per far credere che niente è importante. Percival io ti amo da talmente tanto tempo che sto iniziando a spegnermi. Perché l’amore ti nutre solo se è corrisposto, se non lo è ti distrugge e basta. E se io sono ancora qui è perché in tutto questo tempo tu a tratti mi hai nutrito ma a tratti mi hai distrutto. Non voglio più sentirmi rifiutato da te Percival. Non posso più sopportarlo.”
 
Rimasero tutti spiazzati da quelle parole, per primo Gawain che finalmente sentiva di essersi sfogato e anche se stava male sentiva il cuore più leggero, Merlin da dietro la finestra che conoscendo il suo amico sapeva benissimo che quella dello scavezzacollo menefreghista era solo una facciata che prima o poi sarebbe caduta, e Percival per cui la verità sbattuta cosi in faccia fu quasi uno schiaffo che lo svegliò da quello che non aveva avuto il coraggio di vedere fino ad ora.
 
“Mi hai detto che ami?” fu l’unica cosa che Percival riuscì a formulare, aveva gli occhi che gli stavano pizzicando per le lacrime che iniziavano a solcargli le guance per perdersi nella barbetta di un paio di giorni. Era la dichiarazione più bella, scapestrata e sincera che qualcuno gli avesse mai fatto, ma la realtà era che non importava come fosse purché fosse di Gawain.
 
Il moro abbassò lo sguardo “No… cioè… se questo deve farti andare via da me allora non l’ho det...” Gawain non riuscì a finire la frase che Percival si era già avventato sulle sue labbra per dargli il bacio più affamato che entrambi avessero mai provato.
 
Quando si staccarono entrambi stavano piangendo per la gioia “Perché non me lo hai mai detto?” disse Percival facendo combaciare ancora le loro labbra “Perché sono un fifone come te” disse Gawain poggiando di nuovo le sue labbra a quelle del gigante
 
“Ho sempre avuto paura di non essere abbastanza per te Gawain… io sono un casino… non ho mai amato nessuno come amo te, non ho mai guardato nessun uomo in vita mia e per le ragazze non ho mai provato niente di paragonabile a quello che provo per te”
 
Gawain lo guardò fisso negli occhi “Mi hai detto che mi ami?” chiese imitando Percival come poco prima “No…” i due si sorrisero e si baciarono di nuovo, era la sensazione più bella che entrambi avessero mai provato, non pensavano che sarebbe stato cosi bello e cosi naturale sentire un altro uomo, ma per loro la sessualità non centrava nulla… erano solo Gawain e Percival.
 
“Ti amo nano” disse Percival tenendo gli occhi fissi in quelli del compagno “Ti amo gigante”.
 
Rimasero cosi, abbracciati per un tempo infinito promettendosi che non si sarebbero mai più lasciati andare. Si erano voluti in silenzio per cosi tanto tempo che ora non volevano più stare separati.
 
In quel momento Arthur raggiunse Merlin, quando lo vide il moro si mise un dito davanti alla bocca per fargli cenno di tacere e guardare fuori. Quando Arthur vide i suoi amici abbracciati che si scambiavano un bacio tra una parola e l’altra non potè fare altro che sorridere felice per loro. Merlin parlò in un sussurro per non farsi sentire “Erano talmente belli che non potevo interromperli” Arthur lo guardò, erano vicinissimi e potevano sentire uno i respiri dell’altro.
 
Il biondo portò due dita sulle labbra di Merlin per accarezzarle, erano cosi morbide. Il moro lo lasciò fare, aveva già il fiato corto “Quindi…” iniziò Arthur “stavi origliando?” Merlin sorrise con ancora le dita di Arthur che gli disegnavano il contorno labbra “No… più che origliare stavo… lasciando succedere l’amore” entrambi risero piano finchè Arthur non colmò la poca distanza rimasta tra loro appoggiando le sue labbra su quelle di Merlin.
 
“Rimani a dormire qui? Mio padre non tornerà prima di domani sera” Merlin si sentì avvampare a quella domanda, voleva rimanere con Arthur ma aveva paura di quello che inevitabilmente sarebbe successo… prima che rispondesse Arthur disse “Zero pretese! Non faremo niente che a te non vada di fare. Voglio solo stare con te Merlin, non so più come fartelo capire” a quelle parole il mago sorrise e appoggiando la fronte a quella di Arthur disse “Io dormo a destra” Arthur sorrise e lo baciò.
 
Tornati in salone Gawain e Percival non si lasciarono neanche per un secondo la mano e quando il gigante si sedette sul divano si tirò dietro il compagno per farlo adagiare su di lui “Ci siamo persi qualcosa per caso?” chiese Leon con un sorriso malizioso “Niente che non fosse già ovvio amico, è da quando abbiamo tipo diciassette anni che ci corriamo dietro. Adesso che ci siamo presi non lo lascerò più andare” disse Percival con un sorriso da orecchio a orecchio sul volto “Non voglio mai più fingere di provare attrazione per una ragazza” aggiunse.
 
Gawain arrossì a quelle parole, aveva sempre creduto che il suo amore si vergognasse di lui invece ora era
tutto cosi bello e reale “Allora bisogna festeggiare, vado a prendere la bottiglia di vino in frigo” disse Morgana dirigendosi in cucina
 
“Ora è il vostro turno bimbetti” disse Gawain rivolto ad Arthur e Merlin “Quando ufficializzerete?” tutti risero notando l’evidente imbarazzo dei due ragazzi
 
“Gawain dammi tregua!” disse Arthur esasperato.
 
Quando Morgana tornò in salone Percival stappò la bottiglia e riempì i bicchieri “A che brindiamo?” chiese Gwen “All’amore” disse Lancelot guardando prima la sua ragazza e poi tutti i suoi amici “In ogni sua forma”
 
“ALL’AMORE”
 
Risposero tutti in coro alzando in alto i bicchieri facendoli picchiettare uno contro l’altro. Prima di bere Percival si girò verso Gawain e a bassa voce disse “A te” “A te” rispose il giovane, e bevvero insieme. 
 
 
Quando tutti se ne andarono dandosi appuntamento per il giorno dopo, prima all’università per poi ritrovarsi al bar, rimasero solo Arthur, Morgana e Merlin. Stavano chiacchierando come se fossero il miglior trio del mondo da sempre “… te lo giuro Merlin!!! Avevo una paura folle della befana da piccola. Perché nostra madre ci diceva che si rimpiccioliva e poteva entrare da qualsiasi buchetto di casa. Era una cosa che mi spaventava talmente tanto che la notte della befana mi infilavo sempre nel letto di Arthur” “Fifona!” disse Arthur rivolto alla sorella “Lasciala stare! Sicuramente anche tu avevi paura di qualcosa che ora reputeresti stupido”
 
“Assolutamente no! Io non ho mai paura di niente!” disse il biondo vantandosi.
 
Morgana rise di cuore sentendo quelle parole “Si certo!!! Ti dico solo un nome: Hit il Pagliaccio” sentendo quel nome Arthur sgranò gli occhi “… Non sono andato al McDonald’s per anni dopo aver visto quel film. Solo a ripensarci mi vengono i brividi” Merlin e Morgana risero vendendo la reazione del giovane.
 
“E tu Ragazzo del Lago… qual era la tua paura d’infanzia?” chiese Morgana rivolta all’amico. Merlin ripercorse tutta la sua lunghissima e interminabile vita fino a tornare a Ealdor, con sua madre e Will. Ripercorrendo tutto quel periodo si accorse che non aveva mai avuto paura di qualcosa di “normale”, come i mostri, il buio o chissà che altro; da bambino Merlin aveva paura della solitudine, il simpaticissimo destino poi volle che la solitudine diventasse la sua forza e la sua migliore amica. Ma da bambino lo terrorizzava.
 
“La solitudine era la mia più grande paura. Odiavo stare solo, quando per gioco mia madre si nascondeva e nella stanza non la trovavo più venivo assalito dal panico più totale, non sapevo che cosa fare e mi impietrivo rimanendo immobile chiamandola sperando che sbucasse da qualche parte” il giovane fece una pausa ripercorrendo quegli avvenimenti di quando era un ragazzino, e sorrise con malinconia “Ma per fortuna lei risbucava sempre”. I due giovani rimasero senza parole sentendo quello che Merlin aveva appena detto “Quando cresci però scopri che non è cosi brutta. Almeno nessuno può farti male” aggiunse il mago per cercare di alleggerire la tensione che si era creata
 
“Che cavolata colossale! Merlin la solitudine fa schifo e penso che, purtroppo, non ce lo può insegnare nessuno meglio di te” disse Morgana.
 
Merlin si sentì colpito da quelle parole, pensare che lui aveva passato secoli e secoli da solo faceva davvero male “Ma ti prometto Merlin, che non sarai mai più solo nella tua vita. Qualsiasi cosa possa succedere. Liberarti di noi sarà pressoché impossibile” Morgana fece il sorriso più dolce che si fosse mai visto, si avvicinò ulteriormente a lui e gli diede un bacio sulla guancia accoccolandosi sulla sua spalla.
 
Merlin teneva gli occhi chiusi, stava assimilando quel momento in ogni sua sfumatura: le parole dette da Morgana, il contatto fisico con lei che gli provocava un calore fraterno che gli era mancato, il tutto mischiato ai suoi ricordi della vita a Camelot. Quando riaprì gli occhi erano lucidi, sentì Morgana stringersi maggiormente al suo braccio e vide il viso di Arthur che aveva un’espressione che non sapeva come interpretare.
 
Non aveva più detto una parola e il moro non capiva perché. In realtà Arthur stava ripercorrendo tutte le cose successe da quando si erano incontrati e non avrebbe mai ringraziato abbastanza Dio per averlo fatto avvicinare a quel giovane solo sulle sponde del lago qualche giorno fa.
 
“Ragazzi è tardissimo” riuscì solo a formulare Merlin per cercare di far finire quel silenzio “Ma io non ho per niente sonno. Ci guardiamo un film?” chiese Morgana. I due ragazzi si guardarono e sorridendosi decisero che un bel filmetto prima di andare a dormire non ci stava male. “Cosa metto?” chiese Arthur dirigendosi verso la mega collezione di film. “Prima di tutto dobbiamo decidere il genere: animazione, azione, drammatico, strappalacrime o commedia?” chiese Merlin “Niente roba pesantona o presa a male. Voglio farmi due risate” rispose Morgana “Madagascar!!!” affermò Arthur prendendo il dvd vittorioso.
 
 
Dopo aver visto il film Morgana disse che sarebbe andata al letto “Non fate troppo casino stanotte… vorrei dormire!” disse con il suo solito fare malizioso “Morgana, sparisci!” ringhiò Arthur. Quando faceva cosi l’unica cosa che voleva era ammazzarla. “Dai Arthur andiamo anche noi, io sono stanco e domani devo andare da Gwen. Non voglio arrivare tardi il primo giorno di lavoro”, il biondo assentì e insieme si diressero verso la camera.
 
Appena entrati Arthur si diresse verso l’armadio tirandone fuori due pantaloni di tuta e due magliette “Sei dovuto arrivare tu per far si che Gawain e Percival si decidessero di smetterla di prendersi in giro” iniziò Arthur mentre aveva iniziato a cambiarsi. Merlin, mentre anche lui si cambiava, gli diede le spalle, era sicuro che vedendosi Arthur mezzo nudo davanti non avrebbe più ragionato
 
“Io? Ma non ho fatto niente, hanno fatto tutto da soli, gli è bastato trovare il coraggio” rispose Merlin sorridendo, era davvero felice per i suoi amici “Secondo me c’entri, tu c’entri sempre” cosi dicendo Arthur allacciò le braccia alla vita del moro che subito si adagiò verso il suo corpo. Arthur iniziò a dargli delicati baci sul collo e Merlin si stava cullando in quella sensazione sublime
 
“Arthur… dobbiamo dormire. Domani abbiamo entrambi la giornata piena” disse Merlin fingendosi calmo e distaccato, solo lui sapeva quanto stava andando a fuoco
 
“Lo so” sussurrò Arthur tra un bacio e l’altro “Ma quando mi sei vicino non capisco più niente” a quelle parole Merlin si girò del tutto e si avventò sulle labbra del compagno. Rimasero attaccati l’uno all’altro a baciarsi finchè non rimasero entrambi senza fiato “Andiamo al letto” soffiò il moro sulle labbra dell’altro.
 
Quando si sdraiarono, Merlin si adagiò sul petto di Arthur e sentiva il suo cuore tamburellare velocissimo, sentendolo il mago iniziò ad appoggiarci le labbra in piccoli baci, in quel momento non seppe neanche lui cosa gli stava dicendo la testa ma iniziò ad andare sempre più giù, ora era arrivato a baciare tutt’intorno all’ombelico di Arthur che nello stesso momento accarezzava la testa di Merlin e respirava sempre più veloce per l’eccitazione.
 
Merlin continuava a scendere finchè non si trovò l’elastico dei pantaloni ad ostacolarlo, in quel momento alzò lo sguardo e vide Arthur che lo guardava voglioso “Merlin, n-non devi farlo per forza” bisbigliò il biondo. Sperava con tutto se stesso che non si fermasse ma non voleva farlo sentire costretto, voleva che ogni cosa tra loro fosse successa per pura volontà di entrambi “Ma io voglio farlo” soffiò Merlin con la bocca ad un passo dalla sua eccitazione ancora costretta nei pantaloni. Il moro portò le mani all’elastico dei pantaloni e li abbassò lasciandolo in boxer. Solo con le mutande si poteva ben vedere il gonfiore dell’eccitazione di Arthur, con tutte le volte che Merlin lo aveva cambiato e lavato sapeva bene quanto il Re fosse ben dotato, ma ora era completamente un’altra situazione, e quella visione per il moro era celestiale.
 
Adagiò la bocca aperta sul tessuto dei boxer afferrando bene il membro del compagno. Sentì Arthur gemere indecentemente “Merlin se continui cosi mi farai venire senza far niente” disse il biondo ansimando; a quelle parole il moro sorrise, abbassò via anche i boxer e senza pensarci due volte si fiondò sul sesso del suo amore, non lo aveva mai fatto in vita sua, ma essendo un uomo sapeva cosa piaceva e si impose di riuscire a dare piacere ad Arthur come si deve. Iniziò a succhiare vogliosamente su tutta l’asta ormai umida, muovendo la lingua in modo circolare intorno ad essa.
 
Quando arrivava in punta muoveva la lingua con più velocità e questo faceva letteralmente impazzire Arthur che affondava sempre di più le mani nei suoi capelli. Merlin si muoveva abilmente su e giù finchè si fermò “Muoviti Arthur” dopo aver detto quelle parole aprì la bocca quanto bastava per non fargli male con i denti e con le mani gli fece segno di iniziare a muovere il bacino. Arthur perse completamente il senno e tenendo Merlin bloccato con le mani iniziò a muoversi facendo entrare tutto il suo membro nella bocca del compagno per poi vederlo riuscire umido.
 
Questa cosa lo faceva godere da morire finchè… “Merlin… s-sto per…” senza neanche riuscire a finire la frase inondò completamente la bocca del moro con il suo seme e in quel momento si lasciò andare ad un urlo di piacere che avrebbe svegliato l’intero vicinato.
 
Si rilassò sul letto completamente sconvolto e senza forze e Merlin lo raggiunse adagiandosi su di lui, Arthur alzò la testa per baciarlo e nel mentre ribaltò le posizioni facendo finire Merlin sotto di lui, senza mai staccare le loro labbra. “Merlin se fai queste cose non resisterò per molto senza sbatterti in ogni angolo di questa casa e di casa tua” disse Arthur sorridendo “Sbattermi in ogni angolo… interessante” ripeté Merlin divertito “Potrebbe piacermi” aggiunse.
 
“Cos’è ora non sei più stanco per la giornata che ci attende domani?” chiese il biondo con fare di sfida “Oh certo che si, infatti qualsiasi sbatti-sbatti è rimandato per stasera, quindi arrenditi” gli rispose riappoggiando di nuovo le labbra sulle sue “Uffa!” piagnucolò Arthur ritornando dalla sua parte del letto ma trascinandosi Merlin sul petto.
 
“E’ meglio se io dormo a pancia in sotto… cosi posso mettere le mani sotto il cuscino” iniziò Merlin con un’espressione triste sul volto “Non voglio che tu abbia altri incubi o sogni di quel genere…” Arthur lo guardava interrogativo
 
“Ma perché ogni volta che parli di questa cosa ne parli come se fosse una cosa orrenda, mi da fastidio Merlin, perché è una cosa importante per me” gli disse con un tono dispiaciuto “Non penso che sia una cosa orrenda è solo che voglio capire a cosa porterà e nel frattempo non voglio che stai male”
 
“Io sto male quando vedo che una cosa cosi grande tu la tratti come una maledizione”. Merlin sapeva che se ora cominciavano a discutere non avrebbero più finito “Arthur, ne parliamo domani. Quando io stacco dal lavoro tu esci dall’università, se è bel tempo possiamo andarcene al lago, stiamo tranquilli, in pace e parleremo bene di tutto. Ci stai?” Arthur era infastidito da quella situazione, ma a malincuore accettò le parole di Merlin.
 
Quando il moro stava per mettere le mani sotto il cuscino Arthur lo prese di prepotenza e lo fece voltare di nuovo
 
“Ehi che fai?”
 
“Dammi la mano”
 
“Arthur no!!! Non fare il ragazzino. Smettila” senza ascoltarlo il biondo gli bloccò i polsi e lo fece: unì le loro mani.
 
Vide se stesso in una stanza da letto, forse la sua, era seduto davanti ad un camino e aveva una fasciatura ad un braccio e gli faceva male, era stato ferito. Ad un tratto la porta si aprì ed entrò lui, sentiva che era l’unico che volesse vedere in quel momento. Merlin lo guardava serio e lo sentì dire “Devo parlarvi!” vide se stesso guardarlo strano, Merlin non era mai cosi serio e per questo era preoccupato “Non lo hai ancora imparato eh? Decido io quando si parla!”, che razza di sbruffone ero… pensò tra se e se mentre le immagini e il dialogo continuavano “Non oggi” rispose Merlin, quando senza preavviso buttava giù ogni barriera tra loro e si trovavano ad armi pari, amici, complici, Arthur rimaneva sempre molto colpito. “Qualche volta mi chiedo se tu sai chi sono io?!” sentì dire a se stesso, faceva finta che il modo di fare di Merlin lo irritasse ma in realtà sapeva che non poteva più vivere senza “Oh, lo so chi siete” rispose il moro sorridendo “Bene” rispose lui “Siete un babbeo!” Arthur lo guardò con un sorriso sorpreso e inarcando le sopracciglia “Un babbeo reale!” aggiunse il giovane sorridendo, era un sorriso triste però. Anche Arthur sorrise flebilmente, sapeva che con Merlin era inutile, a lui permetteva tutto “Riuscirai mai a cambiare Merlin?” chiese “No!! Vi annoiereste. Promettetemi che se prenderete un altro servo non sarà un leccapiedi!” Arthur lo guardò per poi voltarsi a testa bassa “Se stai cercando di lasciare il tuo lavoro…” “No!!” lo interruppe il servitore “Sarò felice di servirvi… fino alla morte!” continuò. Arthur si voltò di nuovo e si guardarono cosi intensamente da far venire i brividi ad entrambi. In quegli sguardi c’era ammirazione, sicurezza… tanto amore. Arthur mentre vedeva tutto questo poteva percepirlo, l’immenso amore che provava verso quel giovane “A volte sono sicuro di conoscerti, altre volte..” il biondo non finì la frase e scosse la testa come rassegnato “Beh… io conosco voi. Siete un grande guerriero e un giorno sarete un grande re” “Sei molto gentile” “Ma dovete ancora imparare ad ascoltare” Arthur vide se stesso colpito e abbastanza seccato da quelle parole “Qualche altro appunto?” si sentì dire “No, tutto qui!” in quel momento Merlin abbassò lo sguardo e Arthur accennò un sorriso, era cosi cucciolo e lui sentiva già di amarlo “Solo…” riprese Merlin “Non.Fate.Il.Babbeo!” sembrò quasi un ordine quello di Merlin. Arthur lo guardò come a non capire a cosa si riferisse e soprattutto non capiva perché gli stava parlando come se quella sarebbe stata l’ultima volta.**
 
La visione finì e Arthur lasciò lentamente la mano del ragazzo “Cosa hai visto Arthur?” Merlin era preoccupato, aveva un’espressione indecifrabile, non riusciva a capire se fosse una cosa bella o brutta
 
“Hai ragione Merlin…” disse il biondo abbassando lo sguardo “Devo ancora imparare ad ascoltare” così dicendo si sdraiò dando le spalle a Merlin che non capiva cosa intendesse con quella frase.
 
Questa volta fu il moro ad appoggiarsi sulla sua spalla come fece Arthur la prima volta che dormirono insieme “Mi vuoi dire cosa hai visto?” chiese Merlin con tono calmo.
 
 “Tu mi hai sempre parlato come se tra noi non ci fossero barriere vero?! A me è sempre piaciuta questa cosa, da quel poco che sto iniziando a capire almeno…” Merlin lo ascoltava in silenzio sentendo il suo respiro andare su e giù “Hai sempre usato dei modi solo tuoi per farmi capire le cose, farmi aprire gli occhi. E io ho sempre ascoltato solo ed esclusivamente te. Mi hai detto che sono un Babbeo Reale e che devo ancora imparare ad ascoltare… e a quanto pare è ancora cosi. Rimango un babbeo che non sa ascoltare!” a quelle parole Merlin ricordò… quando Arthur venne ferito dalla bestia errante, lui poi sarebbe andato ad ammazzare Nimueh per salvare Gaius e quindi decise di andare a salutare Arthur.
 
A quel ricordo i suoi occhi si inumidirono e in quel momento Arthur disse
 
“Secondo me sono dei ricordi Merlin… Ricordi di un’altra vita…” a quelle parole Arthur si voltò e si ritrovarono faccia a faccia, molto vicini “Mi aiuterai a ricordare? Non mi lascerai solo vero?!” chiese Arthur, aveva davvero paura che Merlin lo lasciasse solo ad affrontare una cosa del genere
 
“L’ho mai fatto per caso?” disse Merlin soffiando sulle sue labbra “Mi sembra di no…” sorrise il biondo “Certo che ti aiuterò Arthur e piuttosto che lasciarti solo mi farei uccidere!” a quelle parole Arthur incollò le loro labbra in un bacio pieno di passione.
 
Quando si staccarono fu Merlin a dare le spalle ad Arthur per accoccolarsi appiccicato a lui unendosi a cucchiaio.
 
Arthur allacciò il braccio alla sua vita “Buonanotte Merlin” “Buonanotte Arthur”.
 
* Puntata S04xE13
**Puntata S01xE13
 
Angolo Autrice:
Rieccomi!!! Sempre un grazie super speciale a chi mette la mia storia tra le seguite, le preferite o le ricordate, e grazie a Miky_Holmes che lascia sempre un pensiero.
 Finalmente quei due scemi di Gawain e Percival ce l’hanno fatta a smetterla di fingere!!!! Ed ora ad Arthur e Merlin aspetta una bella e lunga chiacchierata in cui chissà cosa uscirà fuori, chissà se Merlin riuscirà a dire davvero le cose come stanno, a confermare all’uomo che ama che in realtà è stato il Re del glorioso Regno di Camelot. Sinceramente non lo so neanche io quindi come al solito finiremo per scoprirlo insieme! Personalmente sto amando da morire il personaggio di Morgana, è fantastica. Che dire… sarei molto contenta se lasciaste un vostro pensiero o una vostra opinione e intanto vi do appuntamento alla prossima settimana. Ciao a tutti.
   
 
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