IV. Projects
..::
Nessie
::..
Quella
mattina Melanie parcheggiò la sua Audi Coupé con
precisione impeccabile, perfettamente
al centro dello spazio vuoto tra una vecchia Volvo bluastra e un
furgoncino
dall’aria stantia. Aspettò che io e Dawn
scendessimo prima di scendere a sua
volta e chiudere l’auto.
«Ci
vediamo» disse in tono vago, e in tre secondi
sparì.
Io
mi guardai attorno, in cerca della Renault Thalia rosso opaco della mia
amica Ashlin,
ma venni subito agguantata per il gomito da Dawn e trascinata dietro il
furgoncino.
«Cosa
c’è?» chiesi con una certa sorpresa.
«Abbassa
la voce» sussurrò lei implorante. «Mel
ha un udito formidabile, lo sai.»
Sbirciai
cautamente oltre il furgoncino, e dopo qualche istante individuai
Melanie: era
vicino all’ingresso della Forks High School e ascoltava con
aria impassibile le
chiacchiere azzardate da Jay, alias Jim Johnson, il timido batterista
degli
Hell Shakers.
«È
abbastanza lontana» dissi a Dawn. «Qual
è il problema?»
Dawn
mi guardò con espressione affranta. Era sicuramente la
più simile a nostra
madre, coi lisci capelli castani a incorniciare un viso molto dolce ma
con
qualche lieve imperfezione tutta umana; la cosa che più mi
piaceva erano gli
occhi grandi e profondi, di un’intensa sfumatura nocciola
screziata qua e là di
pagliuzze smeraldine: un mix totale tra l’iride castana di
nostra madre e
quella verde chiaro di nostro padre quando erano entrambi ancora umani.
«Nessie,
hai presente Seth Clearwater, vero?» chiese in un bisbiglio.
Trasalii
impercettibilmente. Aveva scoperto del matrimonio tra nonno Charlie e
Sue
Clearwater? Mi stava per dire che presto avremmo avuto un lupo mannaro
in
famiglia?
Lei
scambiò il mio sussulto per un cenno d’assenso e
continuò: «Be’, sembra proprio
che Seth abbia avuto un bell’imprinting con
Melanie.»
La
notizia mi lasciò senza fiato. «Ha avuto
l’imprinting
?» annaspai. «Con Melanie
?»
Dawn
annuì. «Papà lo sa già, ma
non credo che lo sappia nessun altro. Certo, Melanie
si è accorta che c’è qualcosa che non
va… Seth la fissa sempre con aria
adorante, e lei è a conoscenza di come funziona
l’imprinting.»
«Seth.
Con. Melanie.» Chiusi gli occhi, stranita. «Non ci
credo…»
«Allora
farai bene a crederci, perché è la
verità. Ora, il punto è… cosa diamine
possiamo fare? Seth è il mio migliore amico e vorrei
aiutarlo, ma conosco
Melanie, lei non cederà mai.»
Nella
sua voce vibrava una nota dolente, e fu questa a toccarmi
più delle parole. Dawn
era molto sensibile e altruista in generale –
un’autentica filantropa, come
diceva Carlisle – ma a Seth era particolarmente legata, e
spesso i problemi di
lui diventavano le ossessioni di lei.
Oh,
accidenti… ma perché Seth non poteva avere
l’imprinting con qualche indiana di
La Push? Perché proprio con Melanie?
Perché non con Dawn?
Quel
pensiero mi fulminò.
Seth
e Dawn. Dawn e Seth. Non come amici, ma come fidanzati, compagni,
amanti.
Consorti.
«Nessie,
stai bene?» chiese Dawn, preoccupata. «Sei
così pallida…»
«Sì,
no, tranquilla, tutto okay» farfugliai, ancora scossa.
Be’,
la coppia Seth&Dawn era scioccante, anche se facilmente
prevedibile… ma
l’imprinting con Melanie aveva definitivamente chiuso la
porta in faccia a
quella possibilità. Jacob mi aveva detto cosa si provava
sotto l’influsso
dell’imprinting… come se l’oggetto di
quell’attrazione fosse la fonte di tutta
la luce e il colore del mondo. Tutto il resto appariva vitreo,
sbiadito…
Ci
sarebbe stata una coppia Seth&Melanie o una
Seth&NessunAltroMaiPiù:
queste erano le uniche due vie possibili per Seth, questo era
ciò che
pretendeva la pesante catena dell’imprinting.
«Dobbiamo
cercare Ashlin» dissi
con decisione. «Seth non ha chance, in questo momento, ma
sarebbe un bel passo
avanti se riuscissimo a sistemare Daniel, Steven e Jay.»
«E
come? Dandogli una botta in testa
con una mazza da baseball, rinchiudendoli in un sacco e
rapendoli?»
Ridacchiai.
«No, semplicemente
trovando loro una dama… e a quel punto il gioco è
fatto!»
Fui
troppo ottimista.
Decisamente.
..:: Dawn
::..
Era
la cosa più stupida del mondo: io e Nessie, due
mezze-vampire, membri della
razza più rara e bizzarra di questo mondo, ci comportavamo
come due ridicole
scolarette ai loro patetici drammi da innamoramento. Okay che eravamo
più
giovani rispetto agli altri umani (eravamo cresciute sia fisicamente
che
psicologicamente a velocità molto elevata) ma quello era
davvero troppo.
Davvero. Sì. Forse. Ma allora perché diamine lo
stavamo facendo?!
«Ecco
Ashlin» disse Nessie, agitando un braccio per attirare
l’attenzione di una
ragazza appena scesa dall’auto. «Sono sicura che
troverà il modo di aiutarci, quella
è un genio!»
Ashlin
rivolse un cenno di saluto a Nessie e iniziò ad avvicinarsi con la sua cauta andatura
da giraffa. Mi sono
sempre chiesta come facesse a camminare senza sbriciolarsi: Ashlin
Morris
sembrava uno scheletro con appena un velo di pelle appiccicato alle
ossa, e
questo non la rendeva certo una gran bellezza. Certe volte pensavo che
sarebbe
bastato un filo di vento a farla volare via…
Quando
fu vicina a noi guardò prima l’una poi
l’altra e sorrise. Pur nella sua
magrezza spettrale, il viso aveva un che di grazioso, con tratti
morbidi e
delicati come quelli di una bambola.
«Renesmee,
Dawn» ci salutò pacatamente. «Come
va?»
«Ehilà
Ash!» esclamò Nessie con entusiasmo.
«Noi stiamo benone, ma abbiamo bisogno di
un favore…»
Deglutii
nervosamente, temendo che Nessie avrebbe fatto troppi nomi, ma
fortunatamente
la mia accorta sorellina si limitò a tratteggiare i fatti
essenziali del
problema senza tirare in ballo né Seth né altri
Quileute.
«Melanie?»
fece alla fine Ashlin, inforcando gli occhiali e scrutando Mel ancora
all’entrata della scuola. «In effetti non mi sembra
la tipa più adatta a una
festicciola scolastica… Il vostro amico non può
incontrarla in altre
occasioni?»
Scossi
la testa. «Non si vedono
quasi mai, dubito che ricapiterebbe un’opportunità
simile.»
«Capisco…»
Ashlin si avvolse
attorno all’indice una ciocca bionda all’altezza
del collo – il suo tic, quando
era preoccupata o pensierosa. «Be’, vedremo cosa si
può fare. Adesso ho doppia
ora di chimica e dopo trigonometria… ne riparleremo
più tardi, e nel frattempo
cercherò di elaborare un buon piano. Renesmee, tu come hai
risposto alla
domanda numero sette dell’esercizio 3B?»
«Ehm…
le radiazioni ionizzanti
sono state emesse da una fissione nucleare» rispose subito
Nessie, aiutata
dalla sua super memoria da vampiro. «Ma comunque, per quanto
riguarda Melanie…»
«Ne
riparleremo» ripeté con
fermezza Ashlin.
Le
ore seguenti mi parvero le
più lunghe della Storia. Già fisica e filosofia
non sono materie semplicissime,
ma l’abbondante condimento di ansia e nervosismo
riuscì a farle sembrare ancora
più complesse. Mi sembrò passata
un’eternità quando, finalmente, lo stridulo
suono della campanella echeggiò nell’aula.
Mentre
uscivo dalla classe, non
potei fare a meno di notare (con una certa soddisfazione) che il mio
ultimo
progetto aveva riscosso un discreto successo: ora in tutte le aule
c’erano
quattro cestini diversi per la carta, la plastica, i rifiuti umidi e
gli
oggetti non riciclabili. Erano i tipi di spazzatura più
utilizzati, sia a
scuola sia nella vita quotidiana, e perché non separarli in
una facile raccolta
differenziata? Anche una scuola piccola come la Forks High School
poteva contribuire all'inquinamento mondiale.
«Ehi
Dawn!»
Alzai
gli occhi: davanti a me
c’era Blaze, un mio compagno dell’associazione
naturalistica Green Shield
promossa dalla scuola. Era uno dei ragazzi che mi aveva colpito di
più, Blaze:
mescolava attente e ponderate riflessioni da adulto allo spumeggiante
entusiasmo di un bambino, e nel complesso era una persona gentile e
comprensiva, al contrario dei branchi di bulli spacconi della Forks
High
School.
«Dobbiamo
ancora organizzare la
colletta per la protezione degli elefanti africani» disse
affiancandomi mentre camminavo. «Possiamo
convocare un incontro per questo pomeriggio?»
Esitai
per un attimo al
pensiero del piano di Ashlin, ma considerai che difficilmente sarebbe
iniziato
proprio oggi.
«Certo,
Blaze» risposi. «Avvisiamo
gli altri, e per il resto è okay. Dove ci
incontriamo?»
«A
casa mia?» azzardò lui. «I
miei genitori sono al lavoro.»
Blaze
abitava a Ivy Lane, non troppo
distante da villa Cullen. I suoi genitori gestivano un negozio di
abbigliamento
ed erano spesso indaffarati, dato che non avevano assistenti.
«A
me va bene. Alle... quattro e mezza, diciamo?»
Blaze
sorrise, un sorriso
straordinariamente candido e cordiale. «Ottimo. E non
preoccuparti, li informerò io gli
altri… Ma, be’, potresti dirlo tu a Rose? Avete
tutte e due trigonometria come
prima lezione pomeridiana, no?»
Soffocai
a stento un ghigno. Anche
Rain e Ember avevano trigonometria quel pomeriggio, ma stranamente
con loro Blaze non si faceva problemi.
«Tranquillo,
glielo dirò io.»
Il
viso chiaro e fine di Blaze
rosseggiava pericolosamente all’altezza delle guance.
«Grandioso,
grazie. Sì,
comunque, allora ci vediamo!» mi salutò in tono
impacciato.
Guarda
il lato positivo della
vita, Blaze, pensai guardandolo allontanarsi lungo il corridoio. Sei un
essere
umano con una normale cotta umana. Non sei legato da contorti vincoli
soprannaturali e, soprattutto, credi che vampiri e lupi mannari
esistano solo
nella tua immaginazione. Accidenti, ma come fa Seth a tirare avanti?!
ﬗﬖﬕﬔﬓﬗﬖﬕﬔﬓﬗﬖﬕﬔﬓﬗﬖﬕﬔﬓﬗﬖﬕﬔﬓ
e
rieccomi in pista dopo uno
spaventoso calo di ispirazione ^^” come capitolo non mi
convince granché, ma ha
i suoi fini… E al prossimo sapremo (forse!) qual
è il geniale piano di Ashlin e
cosa fa Mel nella sua vita :)
Blaze è un
omaggio al
capolavoro del Re, alias zio Stevie, alias Stephen King ^^
..::
Fairyire: esatto ^^ ottima
intuizione. Chissà che il distruttivo potere di Melanie non
si riveli decisivo
in qualche scontro con altri vampiri…?
..:: Eryp92: XD prevedo un
gran
casino tra Dawn, Seth e Melanie… comunque il potere di Mel
è la pirocinesi,
ovvero la capacità di appiccare il fuoco col pensiero :) il
fatto che Melanie
la sappia controllare solo in minima parte è un dettaglio
moooolto simpatico...