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Autore: Deb    21/10/2015    1 recensioni
Uther Pendragon stava per morire, Gaius l’aveva annunciato: soltanto la magia avrebbe potuto salvarlo e Merlin ci voleva davvero provare, voleva davvero salvarlo. [...]
«Potrai salvarlo?» Chiese Arthur, preoccupato.
Merlin gli sorrise cercando di confortarlo, «ci proverò, mio signore». [...]
«È pronto», esclamò Rupert attirando l'attenzione delle due ragazze.
Quando si voltarono però, fecero soltanto in tempo a vedere Giles scomparire e la padella cadere a terra producendo un rumore irritante per le orecchie.

{Merlin/Buffy Crossover}
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Merlino, Morgana, Principe Artù, Un po' tutti, Uther | Coppie: Merlino/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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Premessa: la fanfiction riprende l'episodio 04x03, nel quale Uther muore. Merlin cerca di salvarlo, ma non poteva sapere che sotto al letto, Morgana avesse fatto mettere un talismano affinché Uther morisse se qualcuno avesse tentato di salvarlo con la magia.


King Uther Pendragon? No, I’m just a watcher


Capitolo III




Erano trascorsi diverse settimane da quando era approdato nel Medioevo. Arthur gli stava sempre vicino, almeno al limite delle sue possibilità.
Gli diceva di non affaticarsi, che piano piano avrebbe riacquistato le forze. Utilizzava la gentilezza del figlio di Uther come espediente per non affrontare ciò che un re avrebbe dovuto fare.
Cosa sarebbe successo se avesse detto che lui non era Uther Pendragon? Conosceva quel tempo, più o meno, e l’unica cosa che gli veniva in mente era la pena di morte e, no, Rupert non voleva certamente morire.
«Come vi sentite oggi, padre?» il figlio entrò nelle sue stanze mentre si stava cambiando, aveva deciso che era giunto il tempo di andare a parlare con qualcuno. Doveva cercare Merlin, sperando che il mago più potente di quel periodo esistesse davvero e non fosse soltanto leggenda pura.
«Sto molto meglio, grazie figliolo», rispose sorridendo. Essendo il re doveva porre determinate domande al figlio, se fosse stato davvero Uther avrebbe voluto sapere chi avesse governato il regno in quei giorni e che modifiche erano state apportate.
«Zio Agravaine è giunto a Camelot per starmi vicino, per aiutarmi a portare avanti il regno in vostra assenza», spiegò.
«Oh, bene… molto bene», sperava che avesse continuato a guidarlo lui, di certo Rupert non ne aveva le capacità. «E dimmi, si fermerà ancora?»
«Credo che se glielo chiedessimo potrebbe fermarsi», Arthur fece spallucce.
«Mi devo assentare ancora un po’, figliolo, devo… voglio andare a caccia», cercò di inventarsi una scusa per stare lontano dal trono.
«Verrò anche io con voi, lo sapete che adoro cacciare».
Quell’Arthur era proprio una spina nel fianco.
Rupert sorrise, «preferirei andare da solo».
Dopo essere riuscito a convincerlo, Rupert si fece preparare dal valletto di Arthur. Non era regale vestirsi da soli.
Si sentiva così imbarazzato che non aveva spiccicato parola al povero servo.
«Siete da molto il valletto del principe?» Domandò, sperando di rompere un po’ il ghiaccio.
Il moretto sorrise, «mio signore, siete stato voi stesso a darmi questo lavoro, non vi ricordate?»
Rupert balbettò, «Bhè… sì, certo… certo che mi ricordo».
Risiedere in quel tempo era più difficile di quanto avesse mai potuto sospettare. Non poteva fidarsi di nessuno, se avesse detto le parole sbagliate – come il fatto di venire dal futuro – alle persone sbagliate sarebbe morto.
«Come vi chiamate? Ora come ora mi sfugge il nome», chiese. Era legittimo dimenticarsi il nome di un umile servo, giusto?
«Merlin, mio signore».
Rupert sgranò gli occhi. Merlin? Quel Merlin? Il mago Merlin? E lo stava vestendo? Era un servo?
Quella parte della leggenda era decisamente errata, o forse il Merlin che aveva davanti era soltanto un omonimo del Merlin che stava cercando lui.
«Padre, Morgana si sta avvicinando», sentì urlare dietro alle sue spalle.
«Cosa?»
«Sembrerebbe che Morgana ci stia attaccando, sta venendo verso Camelot. Preparo l’esercito?» Arthur era un fascio di nervi, lo vedeva che aveva il terrore di Morgana che, nelle leggende, era una strega, l’acerrima nemica di Merlin e sorellastra di Arthur.
«Uhm, no. È una strega. Dobbiamo utilizzare un incantesimo di protezione, così da proteggere tutta la città. Dove sono gli stregoni di corte?» Rupert parlò pensando intensamente e, quando ritornò a guardare Arthur in volto, vide che sia lui che Merlin il servo avevano la bocca spalancata per lo stupore.
«Che… che c’è?» Balbettò imbarazzato. Cosa aveva detto di male?
«La magia è… è bandita, padre. L’avete fatta bandire voi più di vent’anni fa».
Ecco una cosa che Rupert non sapeva. La magia era bandita. Aveva fatto una gaffe madornale.
Oh, se solo Willow fosse lì, avrebbe protetto Camelot da Morgana e probabilmente l’avrebbe pure annientata.

Willow corse verso di lei con un libro tra le mani, sembrava molto antico, forse l’aveva trovato in quello che rimaneva della biblioteca degli osservatori.
Sorrideva, che fosse riuscita a trovare una soluzione.
«Guarda, Buff», le porse il libro che aprì lentamente, sembrava così vecchio e Buffy era così maldestra a volte che avrebbe potuto romperlo in poco tempo.
«Cosa dovrei guardare?» Domandò scettica.
Era trascorso ormai un mese dalla scomparsa di Giles ed avevano fatto davvero pochi passi avanti, anzi, non vi era stato alcun cambiamento.
Avevano letto centinaia di libri e per Buffy quella era una cosa assai rara, ma doveva trovare il suo osservatore, anche se ormai la speranza cominciava ad essere vana.
Avevano ascoltato diverse persone, diverse veggenti, streghe, medium, oracoli, ma nessuno di loro era riuscito a dare una risposta. A dire dove fosse finito Giles.
«Vai a pagina centocinquanta», disse solo ridacchiando.
Buffy l’ascoltò ed osservò il ritratto di un uomo e, sì, era dannatamente Rupert Giles.
«L’abbiamo trovato?» chiese con voce stridula, non riuscendo a nascondere una nota di ilarità.
«Sembrerebbe. Abbiamo ancora parecchio lavoro da fare, ma almeno abbiamo un punto di partenza».
«Era anche ora, grazie a Dio», Buffy lesse la nota in fondo pagina, «dice che qui è ritratto un certo Uther Pendragon, Will».
Come potevano sapere dove fosse Giles se quello che avevano era soltanto un nome di cui non aveva mai sentito parlare?
«Non capisci? È re, è diventato re. È a Camelot», esclamò felice.
«Quindi?».
«Come quindi? Buff, non le conosci le leggende? Tutti conoscono questa leggenda».
Tutti tranne me, si ritrovò a pensare roteando gli occhi verso l’alto.
«Illuminami, per favore».
«Devi conoscerla anche tu, Buff. Uther Pendragon è il padre del futuro re Arthur», le spiegò credendo fermamente di essere riuscita a farle tornare la memoria.
Nessun campanello di allarme però risuonò nella mente di Buffy.
«Ancora, dovrebbe dirmi qualcosa, questo?».
Willow sbuffò, «Arthur e il mago Merlin», aggiunse allora dandosi enfasi con il movimento del braccio.
«Arthur e mago Merlin…», ripeté Buffy prima di esultare. Ci era arrivata, finalmente. «La spada nella roccia! Ho adorato quel cartone! Merlin era così divertente, per non parlare di quel povero Semola, cioè Arthur... e quando diventano scoiattoli? Quella scena mi fa davvero morire dal ridere!»
«Finalmente. Ora sappiamo dov’è, più o meno, dobbiamo solo trovare un modo per raggiungerlo ed anche per tornare qui dopo averlo raggiunto», spiegò Willow buttando a terra numerosi libri dalla libreria di Giles, ignorando le sue parole sul film Disney.
Se Rupert l’avesse vista sicuramente l’avrebbe sgridata, ma come Buffy, Willow era felice di essere riuscita a raggiungere un punto di partenza. Almeno sapevano su cosa dovevano lavorare.
«Ho sempre desiderato incontrare il mago Merlin, sapevo che non fosse possibile, invece… sono elettrizzata!» esclamò cominciando a leggere un libro di magia di Giles.
Buffy rise, «non sei contenta di salvare Rupert, no, ma di incontrare mago Merlin. Complimenti, davvero».
Willow si voltò ad osservarla e sorrise sghemba, «Buff, Merlin è la leggenda che più leggenda non si può per noi streghe, quindi sì, sono contenta di poterlo incontrare come sono felice di poter riportare indietro Giles, se solo riuscissi a trovare gli incantesimi giusti», le spiegò buttandosi sul divano.
«Mentre tu cerchi, io mi documento su Uther, Arthur, Merlin e chicchessia, almeno quando arriverò lì conoscerò un po’ di storia», sbuffò Buffy accendendo il computer. Wikipedia sarebbe bastato per una ricerca di quel tipo.
Non vedeva l’ora di poter riabbracciare il suo mentore, il suo Giles.


   
 
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