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Autore: f9v5    21/10/2015    1 recensioni
[Crossover; Full Metal Panic/Black Lagoon] [Linguaggio scurrile "gentilmente" concesso da Revy e anche da altri, astenersi finti moralisti]
Un nuovo incarico per i Fattorini che ogni tanto si scontrano con la legge, un rapimento che nasconde più trame di quante ne mostri all'apparenza.
Una Whispered incolpevole il cui unico peccato e avere concetti tecnologici in testa che lei neanche ha chiesto e un fissato delle armi che si crede sempre in guerra.
Attraverso la frazione rossa che porta al "Domani".
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kaname Chidori, Sousuke Sagara, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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-Revy!-

La donna alzò gli occhi al cielo annoiata, ignorando il rumore delle pallottole che si scontravano contro il rivestimento del bancone dietro al quale si era rifugiata per prestare attenzione a Bao, quel poco di attenzione per fargli capire di tagliare corto.

-Possibile che, tutte le volte che sei qui, puntualmente arriva qualcuno che tira fuori i ferri pesanti. Uno di questi giorni giuro che…-

-Sì, sì, finiamola qui! Ormai la conosco la tiritera. E tanto per dirtelo, neanche la conosco questa gente.-

Anche se quel breve brivido di perverso piacere che aveva provato le ricordava molto quello avuto alcune sere prima. Non si sarebbe sorpresa in effetti se, sotto quell’assurdo costume da orso, vi fosse stato quel ragazzo che aveva dovuto affrontare per poter rapire Chidori. E dire che gliel’aveva detto a Dutch che dovevano sbarazzarsi della cimice che la ragazzina aveva addosso il più presto possibile. E invece lui aveva insistito affinché la lasciassero dov’era per toglierla quando ormai erano tornati a Roanapur, dando a quel ragazzo il tempo di localizzarli.

-Stavolta Dutch ha fatto una gran bella stronzata!- se la missione fosse in qualche modo andata in malora, gliel’avrebbe fatto pesare fino alla morte.

Finì di caricare le Sword Cutlass e cominciò a rispondere al fuoco avversario.

 

 

 

Rowan Cliff sbattè frustrato le mani sul suo tavolo da lavoro.

La scritta sul computer dinanzi a lui recitava a lettere cubitali “ESITO NEGATIVO!”

-Dannazione, dannazione, porca puttana!- mormorò, alterato per l’ennesimo tentativo fallito.

Erano ormai mesi che ci provava, ma ogni prova aveva visto avverarsi il medesimo risultato: un fallimento su tutti i fronti!

Se solo quei dannati delle “Alte sfere” avessero accettato la sua richiesta sarebbe stato tutto più semplice.

Se fossero stati abbastanza intelligenti da capire la genialità della sua idea non avrebbero perso il minimo tempo a procurargli ciò di cui necessitava per le sue ricerche.

Era certo, anzi, più che certo, che con quelle informazioni in più il suo progetto avrebbe imboccato la strada giusta verso l’esito positivo, ma senza ciò di cui aveva bisogno non c’è l’avrebbe mai fatta.

Per quanto sicuro di sé e arrogante, era conscio che anche i geni più brillanti non potessero raggiungere i loro obbiettivi senza i mezzi giusti a disposizione.

Fu soprattutto quella motivazione a spingerlo ad unirsi a loro.

In quell’organizzazione era certo che non avrebbe incontrato ostacoli di nessun tipo, una volta esposta la sua idea sarebbe stato acclamato ed elogiato per la brillantezza del suo pensiero, invece si era sentito sbattere in faccia un “Buon lavoro” del tutto disinteressato, detto più per levarselo di torno. Gli avevano fornito tanto di quel denaro da rendere felice chiunque, ma fintanto che non gli avessero procurato l’elemento chiave non gli sarebbe servito a nulla.

A suo dire quei bastardi non avevano fatto altro che metterlo in un angolo a prendere polvere e, al contempo, nella situazione che, nell’improbabile caso vi fossero stati risultati incoraggianti, loro sarebbero stati lì, pronti ad approfittarsene e impadronirsi dei suoi studi per gioirne immeritatamente.

No, c’era un limite a tutto!

Quando si alzò dalla sedia e uscì dal suo studio prese una drastica scelta: avrebbe fatto un ultimo tentativo, ma se quei maledetti non avessero mostrato un serio interesse, se ne sarebbe andato. Avrebbe simulato la sua morte (d’altronde in quell’organizzazione i traditori non erano ben visti e nessuno di loro aveva mai fatto una bella fine; era bene che lo credessero morto) e se ne sarebbe andato definitivamente, con i soldi fornitigli avrebbe provveduto da sé a realizzare il suo obbiettivo.

 

 

 

-E le cose andarono da schifo. Quei bastardi non avevano guadagnato il minimo straccio di interesse per il mio piano geniale.- mormorò disgustato Rowan Cliff, prendendo il suo immancabile sigaro tra le mani e soffiando fumo.

Lo rimirò per alcuni istanti, prima di riprenderlo tra le labbra, per poi aggiungere, con un misto di frustrazione e sarcasmo.

-E dire che avevo ciò che mi occorreva lì, ad un palmo di naso, ma no, lui era intoccabile!-

 

 

 

-Un altro buco nell’acqua, dico bene Mr. Chrome?-

Già, Mr Chrome, era così che lo chiamavano lì dentro.

Non che gli desse fastidio avere un nome in codice, funzionava in quel modo in quell’organizzazione ed era una scelta che condivideva, quell’odio viscerale gli era causato da quel tono di voce così altezzoso e supponente della persona che in quel momento stava camminando al suo fianco per i bui corridoi di una delle loro tante basi segrete.

-Tsk, quando la genialità non viene riconosciuta non ci si può far niente Mr. Silver.- borbottò, passandosi una mano tra i corti capelli castani, all’indirizzo del giovane che gli camminava accanto, affiancato dall’altro lato da un alto individuo incappucciato, la sua guardia del corpo.

“Già, perché il signorino merita tutti i privilegi. Se avessi anche io le informazioni che possiedi tu, moccioso arrogante, otterrei risultati nettamente superiori. E visto che quegli idioti non vogliono capirlo, dovrò provvedere da me!” pensò con iniziale sarcasmo, che andò progressivamente a trasformarsi in malizia.

Era un’idea rischiosa, se fossero riusciti a scoprirlo troppo presto per lui sarebbe stata la fine, ma era certo di riuscire a far tutto nei tempi prestabiliti, quel fottuto damerino avrebbe avuto ben poco da ridere a breve.

-Se non si riesce a far valere la propria opinione, si vede che non merita di essere presa in considerazione.- commentò il ragazzo dai lunghi capelli argentati, suscitando ulteriormente le ire dello scienziato, seppur questi fosse molto bravo a mascherarle.

Approfittando di quello che ritenne un momento di distrazione, infilò la mano destra nella tasca del lungo cappotto e tirò fuori una siringa che, con una reattività che il suo fisico non più giovanissimo non avrebbe lasciato presumere, la conficcò di getto nel braccio della guardia, per poi estrarla di colpo e tentare di fare lo stesso col ragazzo.

Era già estasiato al pensiero che non si accorse dell’imponente figura che, con rapidità, lo afferrò per il polso, lasciandolo basito.

Perse la presa sulla siringa, fissò scioccato la figura incappucciata, non comprendendo come il sonnifero non avesse potuto funzionare.

-Bel tentativo, Mr Chrome, se si fosse trattato di un comune essere umano la sua idea, semplice ma efficace, avrebbe anche potuto funzionare.- arrivò, odiosa e arrogante com’era sempre stata, la voce del ragazzo.

Non potè fare altro che lanciargli uno sguardo fulminante, mentre l’incappucciato continuava a stringergli il polso, non sentiva più la mano.

-Credeva davvero che non avessi mai notato le occhiate che mi riservava? Avevo capito da tempo che prima o poi avrebbe tentato di usarmi per i suoi esperimenti, dal momento che l’Organizzazione non era disposta a fornirle di persona le cellule del cervello di un Whispered.-

Rowan Cliff sgranò gli occhi.

Quel moccioso arrogante già sapeva?! Fu la rabbia per l’ennesima umiliazione a permettergli di ignorare la presa sul polso che si faceva sempre più ferrea.

-Dannato bastardo.- riuscì a mormorare.

-Vede, per quanto geniale, lei è troppo concentrato sul suo obbiettivo da non essersi mai soffermato a riflettere se ne valga davvero la pena seguirlo, o se gestirlo sia facile o meno. Glielo dico io: le informazioni contenute nei cervelli degli Whispered sono come giocattoli, vanno maneggiate con la giusta cura e con la giusta moderazione, un uso eccessivo o inconsapevole porterebbe alla loro distruzione. E mi creda, cercare di replicare le cellule degli Whispered è qualcosa di troppo complesso, anche nel caso riuscisse, non vuol dire che chiunque potrebbe gestirle.- conclusa la sua arringa, il ragazzo fece un cenno alla sua guardia che mollò la presa sul polso di Cliff, finalmente sentì il sangue tornare a scorrergli nella mano.

Lanciò un’occhiataccia a colui che a momenti lo avrebbe lasciato con una mano in meno, notando finalmente il suo aspetto sotto il cappuccio dell’impermeabile.

Un AS?! Di quelle dimensioni?! Aveva sentito che quel moccioso aveva una grande conoscenza della struttura degli AS e di come adattare la Black Technology per migliorarli, ma era già riuscito a raggiungere quei risultati?!

-Fossi in lei non ne parlerei con nessuno, di quanto è appena successo. Le auguro una buona giornata.- e giunse anche l’ultima beffa.

Non solo non era riuscito a prendere ciò che voleva, ma dovette pure subire l’ulteriore smacco di non essere ritenuto come un pericolo.

-Testarossa Leonard… che tu sia dannato!-

E mentre lo vide dargli le spalle per riprendere il suo cammino, prese la sua decisione.

Pochi minuti dopo un’esplosione di piccole proporzione riecheggiò per i corridoi. I database dell’Organizzazione avrebbero riportato sul suo fascicolo “Mr Chrome: deceduto in un’esplosione causata da un suo composto nel suo laboratorio. Nessun resto del corpo è stato ritrovato!”.

Se solo avessero saputo quanto quell’evento fosse premeditato.

Quel giorno Mr Chrome era morto, ma Rowan Cliff lasciò l’Amalgam.

 

 

 

E adesso era lì.

Dopo la sua finta morte si sentì come rinato per davvero. Finalmente avrebbe potuto realizzare il suo obbiettivo senza limiti e costrizioni di nessuna sorta, senza nessuno a impedirglielo.

Ci volle un anno intero per mettere su la sua di Organizzazione, ma ne era valsa la pena. Aveva assoldato tutti i migliori mercenari di cui avesse ricevuto notizia, aveva conquistato la loro fiducia con promesse e ricchezza che, se i piani fossero andati come previsto, avrebbe anche potuto mantenere… se avesse voluto.

E a quel punto mancava solo un ultimo pezzo per dare il via al suo progetto… e una volta che Kaname Chidori sarebbe stata nelle sue mani avrebbe avuto tutto. Analizzando le cellule del cervello di quella Whispered avrebbe capito come replicarle e usare il risultato sui suoi uomini più fidati; a quel punto, col suo esercito di Whispered “artificiali”, la Black Technology non avrebbe più costituito un mistero per lui. Avrebbe creato gli AS più potenti che fossero mai esistiti, tutto il mondo sarebbe caduto nelle sue mani.

-E a quel punto vedremo chi riderà per ultimo!- annunciò estasiato nel buio della sua stanza.

Avrebbe pagato oro per vedere le face delle “Alte Sfere” dell’Amalgam a quel punto, già li immaginava, e dall’alto della sua superiorità, avrebbe goduto fino all’ultimo della loro paura verso di lui e della consapevolezza di aver fatto uno sbaglio madornale.

Si, già pregustava tutto quanto.

Poco dopo, qualcuno bussò.

-Signore.- era Nick, il suo braccio destro, il primo che avesse voluto al suo fianco.

 

 

 

New York, quartiere del Bronx, per coloro che vivevano per le sue strade era come essere all’Inferno.

Nick aveva raggiunto quella consapevolezza fin da piccolo. “Nessuno ti regala niente, ma tutti pretendono qualcosa da te!” questo aveva imparato. E la vita lì era davvero esigente con chiunque, se non eri abbastanza forte veniva da te a reclamare la tua anima, a strappartela via senza remore.

E per un orfano come lui quante possibilità c’erano di riuscire a cavarsela? Sarebbe mai stato capace di saldare il debito quotidiano con la vita senza dover rinunciare alla propria anima? Nei suoi primi anni non potè mai farlo, fuggiva. Non poteva saldare il suo debito, dunque, cercava di evitare di incrociare la sua “creditrice”. Ma con gli anni aveva capito che, se non volevi saldare il tuo debito con la tua anima, potevi farlo con quella degli altri.

E fu così che divenne uno spietato assassino. Nel Bronx o uccidevi o venivi ucciso, e lui si era guadagnato un posto tra i primi, lui uccideva.

-Si direbbe che la fama che ti sei fatto da queste parti non fosse immeritata.- gli disse un giorno un uomo, che l’aveva raggiunto in un vicolo buio mentre era intento a “portare a termine un incarico”.

Impermeabile, vestiti impeccabilmente tenuti a lucido  e sigaro tra le labbra il nuovo arrivato, stracci tipici di chi viveva nei bassifondi, aspetto trasandato e machete ancora macchiato di sangue fresco lui.

Due esseri così apparentemente diversi, che quel giorno cominciarono a venirsi incontro.

Nick non disse nulla, si limitò a osservare quell’uomo giunto come dal nulla, voleva proprio sentire cosa aveva da dirgli.

-Non mi sprecherò in presentazioni, per quelle ci sarà il tempo. Sono qui per farti una proposta.-

-Chi devo uccidere?-

-Questo dipenderà dai casi. Il mio è… un accordo a lungo termine, possiamo dire. Sto mettendo su un’Organizzazione ed è gente come te che mi serve. Vedi, io voglio ottenere ciò che so spettarmi di diritto e che delle capre ignoranti mi hanno negato. Tu non ti sei mai aspettato qualcosa in più dalla tua vita?-

Nick non perse nemmeno il tempo di storcere il naso e la sua aria seria e indifferente non venne scalfita.

-La mia non è esattamente il tipo di vita in cui ci si chiedono certe cose.-

-Già.- aggiunse l’uomo col cappotto, per poi riprendere il discorso.

-Uccidere per vivere. Da queste parti funziona così. Ma un assassino abile come te merita altro. Davvero vuoi continuare questa… “vita”? Uccidere semplicemente per non morire, per guadagnarti quei miseri spiccioli che ti permettono di andare avanti, pur sapendo che le tue capacità meritino molto di più? Io ti sto offrendo… uno scopo.-

Per la prima volta, negli azzurri occhi spenti di Nick sembrò brillare qualcosa.

In effetti era vero. Ormai uccidere era divenuta un’azione così abitudinaria da non impressionarlo minimamente, non come quando era ancora un ragazzino alle prime armi che ammazzava per paura di non vedere l’alba del giorno dopo.

Senza rendersene conto, lui era morto! Le sue giornate passavano nell’illusione di “uccidere per vivere” quando invece lo stavano trascinando in un baratro vuoto, un processo lento e graduale che lo avrebbe visto perire miseramente e senza aver mai avuto aspirazioni.

La Vita stava riscuotendo il suo debito con lui a pezzi molto piccoli… al punto che non l’aveva capito.

Ma se uccidere fosse tornata ad essere per lui una ragione essenziale, se fosse tornato ad esserci un perché dietro le sue azioni, sarebbe stato tutto diverso.

-Mi dica… quale sarebbe questo scopo?-

 

 

 

-Entra pure.-

-Mancano due ore all’orario di incontro con la Lagoon Company per la consegna della “merce”. Penso sia meglio cominciare ad avviarci.- consigliò, mentre rafforzava la presa sul bazooka che portava in spalla, una delle sue solite “precauzioni”.

Rowan sorrise, con quell’affabilità e complicità che riservava soltanto al suo collaboratore più stretto, uno dei pochi ad essergli sempre rimasto fedele.

Un perfetto burattino, avrebbe detto tra se, uno di quelli che, accettata fino in fondo la sua causa, gli aveva giurato eterna fedeltà.

Conquistarsi la sua fiducia era stato difficile, ma ne era valsa la pena, bastava dire che non avesse mai fallito una missione assegnatagli per dimostrarlo.

-Hai ragione, direi che è proprio il caso di andare.- spento il sigaro, si alzò dalla sua poltrona e raggiunse il suo braccio destro alla porta.

-Una volta che avremo la Whispered nelle nostre mani, sarà tutto in discesa e “Il Potere” sarà nostro!-

-Certamente, signore.- asserì Nick.

La porta dell’appartamento venne chiusa per l’ultima volta.

Era il momento di recarsi al luogo dell’incontro.

 

 

 

 

 

Angolo dell’autore:

Salve a tutti, allora, piaciuta questa introspezione sull’antagonista principale di questa fanfic?

Ebbene sì, Rowan Cliff faceva parte dell’Amalgam!

Insomma, se ci riflettete, la cosa doveva essere ovvia, dopotutto non è che gli Whispered sono noti a cani e porci, quindi era evidente che chi voleva Kaname, doveva in qualche modo essere venuto a conoscenza della Black Technology da qualcuno che di informazioni ne avesse.

E avete anche assistito al breve cameo di Leonard Testarossa nella mia fanfic, per mia immensa gioia non intendo farlo apparire più.

Mi serviva un escamotage che avesse dato a Cliff l’input decisivo per abbandonare i panni di Mr Chrome e darsi in proprio al raggiungimento del suo scopo, e chi meglio del “caro” fratello di Tessa per far salire l’incazzatura?

Detto questo, dal prossimo capitolo torneremo a concentrarci sul gruppo di spostati che, ad inizio capitolo, hanno cominciato a spararsi addosso, anche perché vi sarà uno scontro (nonché rivincita)che non vedo l’ora di trattare.

Questo capitolo è servito per dare maggior spessore psicologico al personaggio di Cliff (e anche al suo braccio destro Nick, in fondo), che prima in effetti poteva sembrare un cattivo messo lì tanto per creare la situazione d’incontro tra le due parti.

Ok, allora alla prossima ragazzi.

 

  
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