Aveva girato per le strade di Magnolia sotto il freddo nella speranza di trovare Gray. Aveva incontrato per caso Lyon, che la informò che in casa del corvino non c'era traccia di lui. Svoltò la via più e più volte, tornando anche alla gilda per vedere la sua figura. Non lo vide, quindi tornò fuori e ricominciò il giro per le strade. L'aria si era fatta anche più fredda. Lo trovò per caso, dopo aver svoltato un angolo e gli si buttò addosso. La felicità di vederlo in quel momento era veramente incredibile, come una scarica di adrenalina, e sfortunatamente non riuscì a notare che qualcosa non andava in Gray. La sua ingenuità la portò ad insistere nella consegna del regalo, e lui sembrò piuttosto infastidito dall'insistenza della maga.
Poco dopo, la felicità che aveva provato fino a quel momento, svanì nel nulla.
«Io sono un mago del ghiaccio, il freddo non mi ha mai dato fastidio» Quelle parole furono pungenti. Si sentì stupida ed ingenua quando le pronunciò, e non poté che sentirsi imbarazzata, ma non demorse. Cercò di convincerlo, anche se era titubante.
«Oggi... è il nostro anniversario» Disse la maga dell'acqua, dopo essersi inginocchiata a terra dallo sconforto e la testa abbassata. Non vide il volto sorpreso dell'altro, in quanto lui le dava le spalle e lei aveva lo sguardo basso. «Non devi per forza indossarla. Ma almeno, per ricordarti l'occasione..» Continuò la maga, speranzosa.
«Occasione?» Chiese Gray, voltandosi verso l'amica. Quest'ultima alzò improvvisamente il capo da terra, notando con grande gioia l'interessamento dell'altro.
«Esatto! È l'anniversario del primo giorno in cui ci siamo incontrati: 413 giorni fa!» Spiegò euforica Juvia, con le guance arrossate dopo essersi ricordata del loro incontro avvenuto tempo fa.
«Non ho mai sentito parlare di un anniversario del genere» Replicò il mago, tornando a dare le spalle alla maga che era ancora inginocchiata, con aria sognante.
«La data non ha molta importanza. Se è un giorno felice, vale la pena festeggiare» Specificò la ragazza, mostrando il suo solito e dolce sorriso.
«Mi dispiace. Forse la prossima volta» E detto ciò, Gray si incamminò, lasciando la sciarpa per terra e una Juvia che da sorridente, passò a perplessa ed abbattuta. Lo vide allontanarsi, dandole le spalle e senza voltarsi. Le venne un nodo alla gola e non ebbe nemmeno il coraggio di richiamarlo.
La neve aveva cominciato a cadere sottile, mentre lei continuava incredula a guardare la figura dell'altro allonatanarsi, facendosi sempre meno visibile ai suoi occhi.
«Oggi è l'anniversario in cui la sua insegnante, Ur, è morta» Le spiegò Lyon dopo averla raggiunta. «Dovresti lasciarlo solo» E quelle parole rieccheggiarono nella mente di Juvia per tutto il tempo, fino a quando anche Lyon, sotto la neve che cadeva, non scomparve dalla sua vista.
Continuava a darsi dell'egoista e dell'ingenua. Aveva passato tutto il giorno a pensare solo a sé stessa e non a Gray, che stava vivendo un brutto momento. Aveva osato dirgli che quello era un giorno felice e che dovevano festeggiarlo, non rendendosi conto che quelle parole lo avevano solamente ferito. Si sentiva in colpa, abbattuta. La conversazione con Erza riuscì a darle un po' di conforto, anche se non del tutto. Sebbene si fosse sfogata tra le sue braccia, il suo stato d'animo non era migliorato. Ringraziava di cuore la scarlatta per averle dato una spalla su cui piangere, ma non le era servito a molto. Ormai quello che aveva fatto non lo poteva cambiare. Senza volerlo aveva ferito colui che amava. Si era promessa di non lasciarlo mai solo e di evitare che stesse male, ma che poteva fare se la causa iniziale del suo dolore era per colpa sua? Quei pensieri la attanagliavano, mentre camminava ancora per le strade ormai coperte dalla neve di Magnolia. Le lacrime non avevano intenzione di smettere di scendere ed i sensi di colpa non volevano prendersi nemmeno una piccola pausa. Si fermò un attimo, con le mani unite contro il petto. Alzò il capo e portò lo sguardo sul cielo blu scuro, da dove la neve cadeva e si posava beatamente sul terreno e sui tetti della città.
«Mi dispiace, Gray-sama..» Sussurrò, mentre guardava con sconforto la distesa scura sopra di lei. Sospirò, affranta, per poi rimettersi a camminare e riportare lo sguardo di fronte a sé. Aveva deciso di tornare al Fairy Hills e stare un po' per conto suo, nella sua camera. Prima di ciò, aveva pensato un paio di volte di andare a cercare nuovamente Gray per dirgli quanto le dispiaceva, ma le parole di Lyon le ritornavano alla mente quando osava solamente pensare "voglio vedere Gray-sama".
Raggiunse a malincuore l'edificio e, prima di aprire la porta e di entrare, si assicurò di asciugarsi il viso umido a causa delle lacrime. Non voleva che le sue compagne si preoccupassero per lei e se la prendessero con Gray. Non appena entrata, sentì il freddo scivolare via dal suo corpo e il piacevole calduccio del Fairy Hills riscaldarla. Si sentì un po' sollevata, ma non volendo incontrare le altre, decise di sbrigarsi ad andare in camera sua. Riuscì nel suo intento e, infine, entrò nella stanza. Si chiuse la porta alle spalle e, in seguito, si abbandonò ai pensieri che l'avevano accompagnata fino a casa. Si lasciò cadere a terra, con la schiena contro la porta. Si portò le ginocchia al petto e sopra esse ci poggiò il viso, per poi abbracciarle con le braccia. Si lasciò andare ad un pianto silenzioso, trattenendo i singhiozzi. Continuò a darsi della sciocca per aver creduto che sarebbe andato tutto liscio come l'olio, oppure che Gray sarebbe stato contento di ricevere un regalo talmente patetico da lei.
Ma in cuor suo, sapeva che il mago non se l'era presa così tanto come Juvia pensava. Ci rimuginava sopra per darsi un po' di tregua, e infatti ci riuscì. Nonostante il forte senso di colpa fosse rimasto, non voleva continuare a dimostrarsi debole. Anche Erza lo aveva detto: lei era sempre ottimista. Non si lasciava mai abbattere, soprattutto quando si trattava di lui. Con aria determinata, sollevò il capo dalle ginocchia e si asciugò il viso dalle lacrime. Si alzò da terra e si diresse verso uno dei suoi pupazzi di Gray, sopra il letto. Lo prese tra le mani e lo guardò seria.
«Gray-sama sa che Juvia non lo ha fatto apposta» Disse, per poi sorridere con rammarico. «Juvia è sicura che..» Si interruppe, portando il peluche al proprio petto. Lo strinse a sé in un abbraccio, cercando di essere ottimista.
«..è sicura che Gray-sama sia a conoscenza dei suoi sentimenti. Sa che Juvia voleva solo essere gentile con lui» Disse la maga, sorridente. «In fondo è il nostro anniversario!» Aggiunse in seguito, sollevando il peluche. Lo guardò nuovamente e dopo arrossì, per poi portarselo vicino al viso. Gli regalò un piccolo bacio sulla stoffa, convinta delle sue parole.
«Juvia penserà domani a come farsi perdonare» Sussurrò poi, portando lo sguardo fuori dalla finestra della sua camera. La neve ancora cadeva ed ogni fiocco che vedeva le ricordava il mago. "Juvia sa che Gray-sama non è un pezzo di ghiaccio" Pensò infine, sorridendo verso il paesaggio là fuori.
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Salve a tutti i lettori!
Eccomi col capitolo della Gruvia. Se devo essere sincera non sono molto soddisfatta di come è venuto, però... non avevo altre idee in mente. Tuttavia non è venuto malissimo, quindi posso arrangiarmi anche così!
Titolo canzone usata: Waking up di PVRIS.
Alla prossima!