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Autore: Prandaman    22/10/2015    1 recensioni
[Comic Italiani]
Ogni autore di fumetti mette l'anima nei suoi lavori, amando i propri protagonisti al punto che nella sua mente prendono vita ed acquistano coscienza di se, separati dal resto del mondo dall' invalicabile confine fra Fantasia e Realtà. E se un giorno questo muro impenetrabile si assottigliasse fino a renderli comunicabili ? Come si comporterebbero i fumetti nello scoprire di essere solo marionette inchiostrate sul foglio, di essere il frutto dell'ingegno umano e non dell'unione dei propri genitori ? L'umanità accetterebbe la loro condizione o li combatterebbe perchè diversi e troppo pericolosi ? Questa umile fan fiction prova a dare una risposta a queste domande dando voce ad alcuni dei fumetti indie italiani più importanti che potreste avere la fortuna di leggere.
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: Violenza
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Poche scatti di lancette mi separavano dalla libertà, giusto il tempo di resistere per un’ illustrazione, il mio ultimo lascito al mondo dell’arte.

La scelta di Valeria ricadde su un crossover, un artwork assieme al protagonista del fumetto di una sua collega; si chiamava Xavier Della Volpe Nera,un farabutto criminale apparentemente senza scrupoli o coscienza. Quel poco che sapevo sul suo conto l'avevo appreso dal relativo comic che avevo scovato nella libreria durante le mie incursioni notturne: un paio di disegni addirittura ci rappresentavano come una coppia assai affiatata, intenta a scambiarci affettuosi carezze con una preoccupante penuria di vestiti addosso. Sinceramente mi sembrava  una relazione poco plausibile, almeno dal punto di vista caratteriale: nulla da ridire sul look da macho dalla battuta pronta che non sarebbe mai andato fuori moda.

Ancora una volta, appena la fumettista concluse la bozza, la mia anima si sgretolò e si ricompose in un nuovo angusto mondo dentro Mac. La posa non prevedeva gli occhi aperti, per cui dovetti basarmi sugli altri sensi acuiti dalla cecità per indagare sul soggetto che veniva raffigurato; dapprima sentii i polpastrelli sfiorare la morbida pelle dell’ “amante”, le cui mani cingevano le mie in una delicata stretta; poi fu il turno della fronte ,solleticata dai suoi ciuffi senza controllo che per poco non mi tradivano.

Era la prima volta che venivo disegnata così a contatto con un altro manichino e l’elegante tratto di Valeria dava corpo a sensazioni ancora più calde e piacevoli del solito: l’autrice stava dando tutta se stessa a tracciare i nostri lineamenti ed io riuscivo nitidamente a percepire la determinazione mentre schiacciava la penna sulla tavola plasticosa  come se la stessi osservando da dietro la schiena; ad amplificare i sentimenti ci pensò un sottofondo musicale eseguito con il piano che rimbombava attorno a noi, probabilmente generato da Mac ed usato dall’autrice come fonte ispiratrice.

L’emozione e l'irrequietudine nel passo che stavo per fare mi rendeva assai agitata, perciò la fumettista dovette più volte rifinire la schiena, accollando probabilmente la colpa dell'incertezza del tratto alla sua persona ed ad un calo di potassio.

Avevo immaginato più volte la reazione della mia creatrice se all’improvviso mi fossi rivelata a lei, facendomi solleticare dall’idea di farli venire un infarto e riprendermi una piccola quanto significante rivincita ma non me la sentivo di interrompere il suo piccolo capolavoro; decisi di premiare la sua fatica e continuai a recitare la parte della brava e silente modella finchè non l’avesse ultimato.
 

Quando la pazienza stava per esaurirsi, ecco che il tedioso ronzio di Mac si affievolì, mentre la luce che invano tentare di attraversare le mie palpebre si ridusse drasticamente: probabilmente era uscita a fare la spesa,l’occasione perfetta per sgranchirsi le gambe prima del grande evento.

Avrei colto immediatamente l’opportunità se non avessi percepito una strana quanto preoccupante sensazione tra le dita, una delicata morsa che stringeva a se le mie mani. A rendere il momento ancora più inquietante ci pensarono le orecchie, attraversate da parole inaspettate che ruppero il silenzio dell’ambiente.

 

"Finalmente , quella li non si voleva più levare dalle palle! Anche se devo dire che ha fatto un lavoro grandioso, sembra proprio vera...mmm tanto vale fare un tentativo"

 

Turbata da quelle sensazioni, aprii gli occhi , giusto in tempo per scorgere il viso di Xavier sul quello della sottoscritta: le distanze fra le nostre guance erano completamente azzerate, arrivando a sfregarsi con improvvisa passione, mentre le labbra era state sigillate da un bacio inaspettato.

Non saprei dire se ero più sconvolta dell'aver scoperto che non ero la sola vivente o da quel momento di dolcezza appena rubato, sta di fatto che anche l'uomo schiuse le proprie palpebre per poi scrutare la scintilla vitale nelle mie pupille da mezza-lupa.

 

La sua curiosità era stata ripagata con gli interessi e per la sorpresa ritrasse il viso , portandosi alla perfetta distanza per ricevere la ricompensa che si meritava: la mia mano aperta atterrò sul viso di Xavier in una frazione di secondo, producendo un pesante tonfo che sembrò quasi rimbombare per tutto il disegno. Il pistolero dal bacio facile ritrovò il proprio bel musetto da dongiovanni sul freddo pavimento dello sfondo che, seppur invisibile, non doveva avergli regalato sensazioni piacevoli.

 

Un 'espressione di dolore si dipinse sul suo volto, mentre si copriva l'evidente rossore della faccia con un palmo:

"M-ma tu sei viva!" chiese turbato e con tono tutt’altro che amichevole.

"E tu sei un porco!" incalzai incrociando le braccia avanti a me e trafiggendolo con lo sguardo; aveva scelto la donna sbagliata per sfogare le sue pulsazioni e si doveva persino ritenere fortunato: ci fosse stata Jessie al mio posto, si sarebbe ritrovato anche qualche buco in più per andare in bagno.

L’uomo ascoltò in silenzio la mia risposta,sfregandosi il livido con la mano come se un lieve massaggio gli potesse portare sollievo. Presosi qualche secondo per elaborare la situazione, si fece sfuggire una fragorosa risata, quasi la notizia lo divertisse; si alzò in piedi con molta lentezza e si sistemò la camicia bordeaux in modo molto  signorile ,facendo sparire le varie pieghe che si erano formate sulla camicia.

"Molto interessante, questo spiega la strana sensazione che sentivo durante sta rottura di crossover. Be, almeno è un conforto sapere di non essere l'unico con un cervello acceso da queste parti, è così noioso far finta di dover conversare con questi manichini quando disegnano le strisce" commentò prima di compiere un passo nella mia direzione, ricolmando la distanza che fino a pochi secondi fa ci separava.

 

"Permettimi di porgere le mie scuse per poter ricominciare da capo. Sono Xavier Della Volpe Nera, ma immagino che questo lo sapessi già" disse avanzando la mano in segno di riconciliazione.

 

Ero titubante se accettare o no la proposta di pace da parte di un lestofante; certo,non sembrava minimamente pentito del suo approccio,  ma  ,vuoi per la mia innata fiducia nel prossimo, vuoi per la solitudine di quei giorni che covavo nel cuore, decisi temporaneamente di metterci una pietra sopra e ricambiai con un semplice "Va bene" ed un veloce scambio di convenevoli.

 

Il dongiovanni si compiacque per la sua vittoria e sfoggiò un cenno di sorriso :"Perfetto, ora che è tutto chiarito, direi che possiamo andare a fare un giro la fuori, no? A meno che tu non voglia rimanere qui e continuare il discorso da dove l'abbiamo interrotto: devo dire che le tue sono le labbra più morbide che abbia mai avuto l'onore di baciare."

Il braccio destro fremeva per concederli un bis, quando un urlò di donna interruppe ogni mio desiderio di vendetta: Xavier rimase spaesato da quel suono ma io sapevo benissimo a chi apparteneva,in quei giorni l’avevo imparato a conoscere come se fosse una di famiglia.

“Valeria!!!” risposi in preda alla preoccupazione.

Instintivamente corsi in direzione della soglia invisibile ed oltrapassai la Barriera Azzurra senza dare alla Ragione il tempo di elaborare un piano.

A nulla servì il tentativo del ladro di bloccarmi, non distolsi lo sguardo dal mio obiettivo e varcai il portale per ripiombare nella casa della mia autrice, che nonostante il dolore che inconsapevolmente mi aveva provocato, era la cosa che di più in quel mondo si avvicinava ad un’amica.

 


Note:
Character : Tenaga © Valeria Romanazzi alias "Tenaga"
Xavier © Jessica Marino

Artwork :Tenaga © Valeria Romanazzi alias "Tenaga"
Soundtrack del capitolo mentre veniva scritta: Aerosmith - Rag Doll
   
 
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