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Autore: Giuls_breath    25/10/2015    1 recensioni
Era trascorso circa un anno dagli ultimi terribili eventi che avevano devastato Mystic Falls, era tutto normale…. o almeno così mi piaceva pensare.
Stavo male, era un dato di fatto, non una fantasia o una suggestione.
Stavo male per tante cose, mi sentivo come una bomba ad orologeria e non sapevo che cosa avrebbe potuto disinnescarla, chi mi avrebbe aiutata.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Bennett, Damon Salvatore, Kai, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il mio mondo - prigione

Tredicesimo capitolo 

 
Sebastian rise e prese a guardare Kai a mo’ di sfida e dall’alto in basso.
Kai si era parato dinanzi a Bonnie, questa osservava la scena impaurita e cercava di ricordare se Jeremy o qualunque altro suo precedente fidanzato – non che ne avesse avuti tanti – avesse avuto un simile atteggiamento di protezione nei suoi confronti, forse all’epoca del ballo del liceo, ma decisamente quella non era una semplice lite tra due studenti della stessa scuola, c’era qualcosa di molto più grosso e pericoloso in gioco.
“La tua strega?” Sebastian lo sbeffeggiò “Da quando? Non mi sembra che lei ti abbia autorizzato a divenire di tua proprietà. E da quando la proteggi? Tu hai sempre voluto farle del male, hai sempre voluto il peggio per lei, non ti è mai importato nulla di lei pur di raggiungere i tuoi scopi. Come puoi vendicare un qualunque tipo di diritto su di lei? Giusto Bonnie?” Bonnie non rispose “Gli permetti di proteggerti addirittura?! Come se nella sua vita non avesse fatto altro che del bene! Lo sa lui e lo sai tu – anzi tu meglio di tutti – e ti fidi di un tipo così?”
“Dovrebbe credere a te, Fatina dei sogni?” lo sbeffeggiò Kai.
L’altro sorrise, un sorriso falso e che non esprimeva certamente gioia o tranquillità.
“Come hai fatto a materializzarti? Come hai potuto passare dalla dimensione onirica a quella reale?” chiese Kai.
“Davvero non conosci la risposta? Ma… comunque…” disse cominciando a camminare avanti e indietro “… vi spiegherò. Vedete più Bonnie si indeboliva, più io mi fortificavo e più la parte umana in lei presente si attutiva, più io mi riavvicinavo al mondo reale. Oh, e naturalmente il fatto che anche tu” spiegò guardando Kai “sia divenuto un elemento importante dell’equazione, non è cosa da poco! Infatti, dal momento che tu hai scelto di proteggere Bonnie, quindi hai deciso che l’avresti protetta a qualunque costo, ho deciso che saresti stato tu il mio cavallo di Troia.”
“Cavallo di Troia per cosa?” chiese Bonnie.
Kai restò in silenzio.
“Oh, ingenua Bonnie. Davvero credevi che io fossi apparso nei tuoi sogni per il tuo faccino o perché mi facevi pena?” sbuffò “Credi che sia stato un caso?”
“O mio Dio!” esclamò Kai “Tu sei il leader della setta!”
“Fuochino!”
“O tu sei il braccio armato?”
“Fuochino!” disse ancora Sebastian.
“Quale setta? Di che setta parli?” chiese Bonnie rivolta verso Kai.
“Ops, un altro piccolo segreto per la mite, dolce e ingenua Bonnie. Quale sarà il prossimo, mh?”
“Lui fa parte di una setta legata alla Magia Nera” spiegò Kai “Magia Nera bandita ed esiliata secoli fa, ma rimasta latente nel 1903. E’ rimasta intrappolata in quel limbo e dopo che lui si è messo in contatto con te, a quanto pare è pronta a riscatenarsi.”
“Siamo più forti di prima e la storia è molto più complessa di questa semplicistica versione del tuo amico ex-pazzo. Vedi mio padre era un potente alchimista, amava fare esperimenti e così – un giorno – e per caso scoprì della magia e del mondo soprannaturale. Fece degli esperimenti su mia madre e su di me, gli effetti furono catastrofici, mio padre fu ucciso.
Mia madre ebbe delle mutazioni inimmaginabili, subì atroci sofferenze. Le mutazioni che subii io invece furono cerebrali, mi resero forte e potente, molto più di quello che mio padre si sarebbe immaginato e così dopo vari studi, abbracciai la Magia Nera. Mi resero più potente di qualunque creatura soprannaturale, l’essere più potente del mondo.” fece una brevissima pausa “Ma anche un genio, la Perfezione ha bisogno di un seguito e così cercai qualcuno come me. Lo trovai e formammo la setta. Facemmo grandi cose, almeno fino a quando non incappammo nella Congrega Gemini e Bennett, ci misero i bastoni tra le ruote dal momento in cui giungemmo a Portland e lì, la cara Johanna Bennett assieme a Sam Parker creò con un incantesimo i mondi – prigioni e la Bennett poi li sigillò così che nessun essere soprannaturale potesse sfuggire da lì. Quando tutto fu pronto quei… miserabili ci intrappolarono e così la nostra setta rimase lì. In stasi. Fino a qualche mese fa. Fino a quando non ti abbiamo vista nel bosco assieme a lui nel bosco del 1903. Ed è lì che io, capo e braccio armato, ho avuto l’idea di camuffarmi come docile ragazzo, come quel ragazzo e amico che avresti desiderato accanto a te. Tu poi mi hai reso il gioco molto, molto facile. Non hai lottato, ti sei abbandonata a me in modo così semplice che pensavo di metterti fuori gioco in poco tempo, poi è arrivato lui e di nuovo una Bennett e un Parker riuniti. La storia si ripeteva.” concluse furente “Abbiamo dovuto rallentare e cambiare i piani.” aggiunse poi Sebastian.
“Perché pensi che tua nonna ti abbia mandato nel 1994?” proseguì poi Sebastian “Per poterti far incontrare con Kai, un erede della dinastia Parker. Solo che quella solitudine e la frustrazione di non sentirsi mai abbastanza e mai accettato, avevano reso l’incontro pericoloso per te.”
“Ma mia nonna come faceva a sapere di Kai?”
“Semplicemente perché è stata lei che lo ha imprigionato, o meglio ha fornito l’ascendente e il sangue per bloccarlo nel 1994.”
Bonnie rimase senza parole, non pensava che le cose fossero andate così.
Le aveva immaginate diversamente…
“Adesso che ti sei manifestato…. cosa vuoi esattamente?” chiese Bonnie superando la protezione di Kai.
Un ghigno deformò le labbra di Sebastian “Tornare, definitivamente. E sai come?” lei scosse la testa “Davvero non lo immagini? Oh, è qualcosa che tu hai fatto già tante, ma tante volte.” tacque.
Tacque per così tanto tempo che Kai pensò di intervenire e costringerlo a parlare, ma dopo quelli che parvero dieci minuti, si decise a proseguire “Morire. E questa volta farò in modo che sia per sempre.” Kai scattò impercettibilmente in avanti “Tutti ne sarebbero contenti: tu porresti fine a questa vita che – mi hai detto tu stesso – essere penosa, Kai ti voleva morta e so che una parte di lui lo vuole ancora” Bonnie si voltò incredula verso Kai “Elena tornerebbe in vita e Damon avrebbe il suo lieto fine, io e la mia setta torneremo. Visto? Tutti felici.”
Bonnie si sentì venir meno.
“Bonnie” la chiamò Kai facendo alzare i suoi occhi su di lui “non credergli, okay? Non ascoltarlo. Tu puoi vivere una vita felice e serena…”
“Magari con lui? E’ questo quello che vuoi dire vero, Parker?” lo stuzzicò il ragazzo che con un balzo si era arrampicato su un ramo.
Kai sospirò pesantemente.
“Quello che cerco di dirti” proseguì “è che tu puoi vivere la tua vita. La tua vita non è un qualcosa che si può prendere ed annullare così, in uno schiocco di dita o con una pugnalata!”
“Ha parlato quello che ha ucciso tutta la famiglia per il potere!” lo canzonò di nuovo.
“Sta’ zitto.”
“Oh, oh la verità fa male!”
“Qui qualcuno vuole morire!” sbottò rabbiosamente Kai ad un certo punto “Sei peggio di Damon!”
Sebastian allargò le braccia soltanto.
“Non sentirti in colpa, okay?” proseguì Kai rivolto verso Bonnie che aveva gli occhi profondamente tristi “So che c’è stato un momento in cui non ti capivi né accettavi la tua vita al posto della tua migliore amica, lo so!
“Ti ricordi che cosa mi hai detto più di una volta? Dicevi di non meritare questa vita e che in fondo la vivevi al posto di un’altra, non una qualunque, ma della tua migliore amica. Bonnie, Damon aspetterà sempre Elena, non importa per quanto lo farà, quindi ti ha detto di vivere!
“Non lasciarlo vincere, Bon, ma non vedi che potere ha su di te!” esclamò Kai prendendo la ragazza per le spalle.
“Vedi come cerca di distorcere i fatti, di discolparsi? Farebbe e direbbe qualunque cosa pur di riscattarsi ai tuoi occhi, ma ti invito a ricordare che ha commesso tanti crimini, uno peggiore dell’altro. Vuoi veramente uno come lui dalla tua parte?”
“E invece vorresti uno come lui? Uno che ti dice apertamente quello che vuole farti?”
“Bonnie, è meglio uno come lui, no? Pugnala e basta, ti ferisce, ti spezza e poi pretende il tuo perdono? E’ uno schizofrenico, non vedi?” disse Sebastian.
“Crederesti ad uno che ti appare in sogno e si finge qualcuno che non è? Io almeno mi sono mostrato, in tutte le mie sfumature, in tutti i miei errori e ora sono diverso. Ti prego, Bon. Tu sai chi sono, mi conosci ora.”
“Ti conosco?” chiese Bonnie tra sé e sé, sempre più confusa, e senza più guardare in faccia né Kai né Sebastian.
“Esatto!” la incitò Sebastian “Lo conosci? La risposta è una sola, è chiara. Vibrante. Avanti!”
Bonnie guardò Kai con sguardo confuso ed era come se non lo vedesse veramente.
“Avanti! Qual è la tua risposta?” chiese ossessivo Sebastian.
Kai guardava la ragazza davanti a sé, si sentiva come sospeso, in attesa di giudizio, come se si fosse gettato da un precipizio e aspettasse di toccare terra.
“Per quanto non ti conosca ancora, mi fido!” esclamò Bonnie guardando verso il biondo.
Improvvisamente Kai afferrò violentemente Bonnie per le braccia, la ragazza si sentì come scossa ed attraversata dalla corrente, come da un fortissimo formicolio che diramava verso le mani di Kai, si sentiva la pelle in fiamme e non era la prima volta che aveva quella sensazione con Kai, ma sapeva che non era stato lui volontariamente.
Era stato Sebastian. Questi interruppe il controllo su Kai, che lasciò andare Bonnie e che cadde sulla neve con un lamento.
Non era stata colpa di Kai, lo sapeva.
“Allora, ti fidi ancora di lui?” chiese velenoso Sebastian.
“Sì.” sputò con dolore Bonnie.
“Perché?” chiese furente “Perché ti fidi di lui?” urlò.
“E’ diverso.” rispose riprendendo fiato.
Bonnie guardò verso Kai e vide il suo volto cambiare, formarsi spesse rughe sotto gli occhi, le sclere divennero completamente rosso sangue e gli occhi grigio – verdi divennero più brillanti, Kai aprì le labbra mostrando le zanne. Bonnie non lo aveva mai visto così e trasalì inorridita.
Prima di poter dire ‘Kai torna in te’, le fu addosso. Sentì il suo fiato caldo sul collo e le zanne, sembrò quasi che le sondassero la pelle, Bonnie trattenne il respiro spaventata, poi la morse. Bonnie all’inizio si trattenne non voleva urlare, ma Kai le stava facendo male.
Strinse fortissimo gli occhi e le lacrime di prima e quelle nuove scivolarono lungo le guance.
Urlò.
“E ora ti fidi di lui?”
Kai continuò a bere il sangue di Bonnie, la ragazza piano, piano cominciò ad avere la vista appannata, cominciava a non sentire nemmeno più freddo, nemmeno le zanne nella sua carne facevano così male.
“Ti sta uccidendo, vedi Bonnie? E pensare che ti fidavi di un mostro. A cosa è servito fidarsi, mh?”
“Speranza…” sussurrò solo Bonnie che cercava di resistere alla grandissima voglia che aveva di dormire… per sempre.
“Che cosa hai detto?”
“Gli ho dato speranza e lui ne ha data a me.”
Bonnie abbandonò la testa contro la neve, il contatto mentale si era interrotto. 


 

 
 

Kai si ridestò, il suo volto, i suoi occhi tornarono normali, le zanne si ritrassero. Sbatté le palpebre un paio di volte, poi vide Bonnie.

“BONNIE!!” urlò sgranando gli occhi vedendola svenuta e notando la pelle lacerata sul collo e il sangue che ne sgorgava “NO! NO! NO!” esclamò prendendola tra le sue braccia “Bonnie, ti prego, guardami! Svegliati, ti prego!” la scosse.

Sentì Sebastian ridere “Ti ho fatto un gran servizio, Parker, non credi? Volevi che Bonnie morisse, che qualcun altro lo facesse per te! Beh, detto fatto, mi sembra.”

Kai non lo guardò, si morse il polso e lo posò contro le labbra di Bonnie “Svegliati, Bon, ti prego.” supplicava. Era sconvolto.

“Sai, la cosa buffa che ha detto è stata… mh… ah sì, ‘gli ho dato speranza e lui ne ha data a me’. Poveretta, mi ha sempre fatto una gran pena.” Kai lo guardo furibondo come se volesse incenerirlo “Spero mi perdonerai l’uso di una frase che a te piace tanto: io vinco sempre, e aggiungo non importa chi o cosa ci sia sul mio cammino.” sparì.

Kai si guardò rapidamente intorno, poi tornò ad osservare Bonnie ancora incosciente tra le sue braccia “Non ti ho potuta uccidere. Non… l’avrei mai fatto. Io tengo a te.” confessò con gli occhi pieni di lacrime. La tenne stretta a sé, al suo petto. “Svegliati, ti prego, svegliati.” ripeteva in un sussurro continuo.

La guardò, era ancora priva di sensi. Sentiva il suo cuore. Batteva molto lentamente.

Le accarezzò il viso “Bonnie” la chiamò, non si svegliava. La guardò di nuovo in viso e prima di pensare ad una qualunque altra magia, posò piano e delicatamente le labbra sulle sue, quando allontanò il viso dal suo, Bonnie aveva aperto gli occhi.

“Lo sapevo.” disse con un lieve sorriso “Sapevo che saresti stato tu a salvarmi.”

Kai le sorrise teso e ancora scosso, la abbracciò. Bonnie ricambiò debolmente la stretta, quando fu sciolto l’abbraccio, Kai le diede di nuovo il suo sangue e la guarì.

“Non posso credere di essere stato io, non posso pensare che qualcuno abbia potuto controllarmi così.”

Bonnie gli strinse forte la mano “Non eri tu. Lo so. Non saresti più capace di una cosa del genere.” si guardarono a lungo negli occhi e quello sguardo, bastò a far sciogliere tutte le insicurezze di Bonnie a riguardo, a scaldare il cuore di Kai che si lasciò invadere da una calda sensazione di benessere, di pace.

“Vuoi vedere una cosa?” gli chiese la ragazza con uno sguardo che sprizzava orgoglio e gioia.

“Certo.”

“Okay.” disse Bonnie. Espirò profondamente e inspirò “Phesmatos Oculus Protego. Phesmatos Oculus Protego. Phesmatos Oculus Protego.” l’aria vibrò, forte.

Poi lo scudo si estese formando una sorta di piccola onda d’urto.

Kai rimase senza parole “Quando..? Quando ti sei esercitata?”

“Lo confesso, prima delle nostre lezioni. E’ un incantesimo che richiede molta concentrazione mentale, quindi ecco perché non riesco mai a contrastarti e sono sempre debole dopo.”

“Perché non me l’hai detto?”

Bonnie scrollò le spalle “Non volevo che la cosa ti potesse turbare o farti sentire… non lo so. Avrei dovuto semplicemente dirtelo, forse.”

“Non sono arrabbiato con te.” disse Kai guardandola negli occhi “Voglio solo che tu lo sappia.” aggiunse subito dopo.

All’improvviso un dolore acutissimo si sprigionò nell’aria, dolore che colpì sia Bonnie che Kai i quali si portarono le mani alla testa gemendo.

“E ora giochiamo ancora un po’.” annunciò una voce alle loro spalle, Sebastian.

“Un po’ di dolore per il nostro salvatore.” Kai si contorse per il dolore digrignando forte i denti e mantenendosi la testa “Rompiamo un vaso? Sì, non dovrebbe essere letale.”

“Ah!!” urlò Kai.

Bonnie era rimasta a terra accanto a Kai schiacciata dalla forza di un altro tipo di incantesimo.

“Smettila!” urlò lei.

“Da quello che ho sentito, direi che siete l’uno prezioso per l’altra. Ma, mi chiedo se ti ritenga veramente preziosa anche lui dopo….” schioccò le dita e l’incantesimo che teneva bloccata lei per terra si dissolse, riuscì infatti a mettersi seduta sulle ginocchia, e il dolore per Kai scemò. Sebastian stese la mano e Bonnie fu colpita da una sensazione di gran bruciore che le portò a rovesciare la testa all’indietro e quando guardò di nuovo Kai, aveva la sclera bianca.

“Ora vediamo se l’animo tanto sensibile di Kai si rispezza, mh!”

Bonnie si mise in piedi, prese velocemente un ramo e spinse Kai di nuovo a terra, si mise cavalcioni su di lui e gli puntò la parte acuminata del ramo contro la gola.

“Bonnie.” la chiamò Kai ansante “Cosa fai?”
 

 

“Mi sono guadagnata la tua fiducia e ora abbiamo chiuso.” sputò colpendolo all’addome, Kai reclinò la testa all’indietro stringendo forte gli occhi per il dolore, dalle sue labbra ne uscì un piccolo lamento.

“Fa male?” chiese Bonnie con un piccolo sorriso che aleggiava sulle sue labbra.

A Kai sfuggì un altro lamento.

“Allora? Perché non le rispondi?” chiese Sebastian che se ne stava appoggiato al tronco di una pianta con le braccia incrociate.

“Non è Bonnie, non è lei. Sei tu, pazzo!”

Bonnie ruotò il tronco nel torace, a Kai sfuggì un lamento più forte del precedente.

“E ora, Parker?” gli chiese il ragazzo “Ti offro la possibilità di uccidere tu stesso la Bennett. Io immobilizzo Bonnie e tu la finisci. Qual è la tua scelta?”

Kai tossì forte più volte sputando sangue, si fece sfuggire dalle labbra poi dei lunghi e prolungati lamenti, qualcosa non andava in lui, si sentiva debole. Profondamente debole.

Kai non rispose, sapeva a che gioco stava giocando. Non gli avrebbe permesso di vincere. Sapeva che voleva fargli uccidere Bonnie, ma non avrebbe mai ceduto.

Bonnie ruotò ancora il ramo nel corpo di Kai che questa volta urlò forte, urlò così forte che il suo grido riecheggiò tra le colline innevate.

“Parker, sento il tuo cuore. Batte così forte che tra non molto temo esploda. Sai, non ne sapevo molto a riguardo, ma quando sono andato in biblioteca, ho potuto aggiornarmi sulle tue condizioni di vita. O non – vita come la vuoi definire tu. Tu eri uno stregone, anzi inizialmente eri solo il gemello difettoso della Congrega Gemini, quello non voluto e rifiutato da tutti, quello che poteva solo assorbire la magia altrui. Poi ti sei trasformato in un vampiro dotati di poteri magici e questo tipo di vampiro, non è immortale come il ‘classico’ vampiro, bensì vulnerabile come qualunque essere umano. Puoi guarire sì, ma non vivrai per sempre, non guarisci come se nulla fosse e morirai.” sorrise “Con la ferita che ti ha fatto la strega, direi che ti restano poco più di 10 minuti di vita.” Kai sentì il sapore del sangue in bocca, cominciava a non sentirsi più lucido, la voglia di combattere stava scemando “Stai perdendo troppo sangue perché tu guarisca in un lampo e torni ad essere quello di prima.

Se tu però accetti di uccidere Bonnie, beh io guarirò la ferita fatta dalla strega, ti alleerai con me e saremo i padroni del mondo, io e te. Che ne dici? Ti va di fare un accordo con il più grande e potente leader del mondo?”

Kai non ebbe altra scelta…

“Va bene, accetto.” sussurrò sputando altro sangue.

“Bonnie basta.” disse Sebastian, la ragazza si fermò. I suoi occhi tornarono normali, pochi secondi e la magia la colpì di nuovo. Kai si mise con un sonoro gemito seduto sulle ginocchia.

“E’ tutta tua.” disse Sebastian rivolto verso Kai.

“Guariscimi prima.”

“Lo farò dopo.” Kai posò una mano sulla parte grondante di sangue mentre si metteva a sedere “Tieni, usa questo.” comparve accanto al giovane un pugnale, lo stesso che aveva visto precedentemente “Bello, vero? Lo avrai già visto, credo. Ora usalo.”

Kai guardò il pugnale e poi Bonnie stesa accanto a lui, gli occhi stretti e il viso contratto in un’espressione di dolore. Lo afferrò, l’elsa era fredda. Puntò la lama contro Bonnie.

“Forza.” lo incitò Sebastian.

Kai sollevò il pugnale, “Forza, amico mio.” continuò Sebastian.

“IO NON SONO TUO AMICO!” urlò Kai che colpì a sorpresa Sebastian con un incantesimo respingente molto potente. Sebastian urlò e sparì così come il pugnale.

Kai posò le mani entrambe per terra, la mano sinistra era inzuppata di sangue. Si sentiva il viso imperlato di sudore, un sudore freddo, il sudore della morte imminente.

“B – Bonnie.” gemette il suo nome guardandola, la ragazza aprì gli occhi.

Le fece una piccola carezza e cercò di sorriderle, poco prima che Bonnie chiudesse gli occhi svenuta. Lui quindi batté la testa contro la neve.

Morente.

________________-


Buonasera a tutte!
Chiedo scusa per la lunga attesa,
ma questo capitolo mi ha fatto penare!
E' stato il più difficile da buttar giù.
E ora non ci resta che sperare che Kai non lo faccia finire così....
Buon inizio di settimana,
Giuls

 
  
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