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Autore: _ A r i a    28/10/2015    2 recensioni
{Blind!AU | questa storia partecipa alla challenge D'infiniti mondi e AU indetta da AleDic sul forum di Efp}
La stanza è avvolta nella luce soffusa del primo mattino, i raggi del sole che s’infrangono con calma quasi innaturale sul pavimento a terra, rivestito da una morbida moquette beige.
È una luce calda quella che entra dai vetri della finestra, filtrando perfino attraverso il tessuto pesante delle tende azzurrine, sebbene sia di un colore chiaro, quasi bianco, per via dell’ora:è ancora presto, infatti, è da poco passata l’alba.
Yuuto dorme ancora, l’espressione placida, il volto cereo rilassato.
Sembra quasi un angelo, i capelli chiari che ricadono candidamente su quella pelle nivea.
Una consapevolezza quanto mai amara colpisce in pieno la persona seduta sul letto, accanto a quel corpo abbandonato sul soffice materasso, colto nell’incoscienza dei propri sogni. È la certezza che quando quegli occhi, ora chiusi, si riapriranno quello spettacolo, quella ricchezza di particolari non potrà mai raggiungerli.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jude/Yuuto, Sorpresa
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Mele e cannella




Mele e cannella.

È questo l’odore che si diffonde nell’aria, piano, soave.
Il liquido ha un colore rossastro, lucido e denso e pare quasi rifulgere in tutta la sua cremisi limpidezza nell’ampolla vitrea dov’è posto, sulla cassettiera poco distante dal letto. Da quella posizione diffonde con dolcezza quel profumo ammaliante, a dir poco incantevole.
La stanza è avvolta nella luce soffusa del primo mattino, i raggi del sole che s’infrangono con calma quasi innaturale sul pavimento a terra, rivestito da una morbida moquette beige.
È una luce calda quella che entra dai vetri della finestra, filtrando perfino attraverso il tessuto pesante delle tende azzurrine, sebbene sia di un colore chiaro, quasi bianco, per via dell’ora:è ancora presto, infatti, è da poco passata l’alba.
Yuuto dorme ancora, l’espressione placida, il volto cereo rilassato.
Sembra quasi un angelo, i capelli chiari che ricadono candidamente su quella pelle nivea.
Una consapevolezza quanto mai amara colpisce in pieno la persona seduta sul letto, accanto a quel corpo abbandonato sul soffice materasso, colto nell’incoscienza dei propri sogni. È la certezza che quando quegli occhi, ora chiusi, si riapriranno quello spettacolo, quella ricchezza di particolari non potrà mai raggiungerli.
No, non è per l’ora, che di certo sarà ben differente quando il giovane si ridesterà, ancora un volta, per una ben ovvia questione temporale.
Il problema è un altro e Kageyama lo sa fin troppo bene, tuttavia forse quell’illusione gli piace.
Già, illudersi, perché è di questo che si tratta:Reiji non ignora la realtà, sfortunatamente la percepisce, è così dolorosamente reale …
Forse però preferisce sperare che magari, un giorno, le cose possano essere diverse..
Lo sa, è solo un modo per addolcire la pillola ma cosa avrebbe dovuto fare?
Si farà più male così, mentendo a se stesso? Poco importa:se deve essere lui a dover patire quel dolore, allora è disposto a sopportarlo.
Magari farà più male, ogni volta che si ritroverà ad essere faccia a faccia con la realtà, magari no, chi può dirlo.
La figura distesa si agita sommessamente tra le lenzuola candide, mugugnando appena. Kageyama gli accarezza piano la nuvoletta di capelli castani chiari, lievemente crespi e cespugliosi, che si ritrova.
Yuuto socchiude le palpebre giusto un poco, quel minimo che basta a lasciar intravedere le iridi, rosse come il fuoco. Eppure, come al solito, Reiji non riesce a fare a meno di sobbalzare appena sul materasso.
Gli occhi di Yuuto sono opachi, lattiginosi.
Lo sono da sempre, da tutta la vita:Yuuto non ha mai visto il sole e mai i suoi meravigliosi occhi potranno agognare a tale visione.
Quel fuoco infatti è reso fumoso da un velo leggermente biancastro, che gli impedisce eternamente di brillare dell’ardore che sarebbe proprio di questi.
Il giovane è nato infatti con una grave patologia, che lo estromette dal vedere la gioia –e pure il dolore, certo, perché no- del mondo.
E Reiji si crogiola nei suoi dubbi e talvolta perfino dalla rabbia che, in certe circostanze, lo assale e lo attanaglia.
Perché lui? Che cosa ha fatto di male per meritarsi così tanto dolore?
Un ragazzo, così innocente … quale la sua colpa, se ce ne sia una?
È vero anche che Yuuto è un ragazzo estremamente intelligente e che non ha nulla da invidiare ai suoi coetanei, anzi da molti punti di vista è sicuramente più sorprendente di tanti giovani della sua stessa età e forse è proprio la sua cecità a renderlo tanto speciale e così immensamente sensibile.
Non è un mistero che il ragazzo viva la sua condizione con una certa sensazione di disagio. Chi non lo farebbe al posto suo?
Eppure Kageyama si è posto come personale obiettivo, fin da quel lontano giorno in cui l’ha conosciuto, in quello sperduto orfanotrofio di periferia, di strappargli un sorriso, nonostante tutto.
Non l’ha adottato, questo no, sarebbe stato decisamente troppo perfino per lui. Ormai però vivono insieme, sebbene non siano legalmente imparentati, forse semplicemente perché è un’abitudine che si è instaurata, fin troppo radicata per i suoi gusti, nella sua vita quotidiana.
Rimane a fissare quegli occhi vitrei che, seppure non possono vederlo, è perfettamente conscio che possano sentirlo, percepirlo.
Rivolge un sorriso intenerito a quel volto immobile, mentre desidera ardentemente –e forse anche scioccamente- di essere visto da quegli occhi cremisi, nei quali vede il proprio riflesso.
Yuuto allunga le dita davanti a sé, sfiorando con tocco dolce e mansueto il volto dell’uomo che lo sovrasta.
Kageyama lo solleva piano, lasciandolo ancora parzialmente supino mentre lo tiene tra le sue braccia, permettendo di farsi raggiungere dalle sue carezze.
Un altro giorno è nato e non è più la luce a caratterizzarlo, bensì il profumo di mele e cannella.



*AA*
Aria è tornata u.u
No, scherzo, vi pare che torno?
{sono una pessima persona, lo so}
Allora, temo di dovervi delle spiegazioni –o meglio, non credo di dovere niente a nessuno, però visto che mi piace parlare dei fatti miei con la gente sono una brava persona ve lo dico lo stesso.
Dunque, manco a dirlo la scuola mi sta uccidendo. Seriamente, abbiamo avuto due settimane piene di verifiche.
Due. Maledette. Settimane.
A parte questo abbiamo avuto davvero delle giornate pienissime e giusto per non farci mancare niente nel mezzo c’è stata anche una gita di tre giorni a Milano alquanto stancante ma che io ho apprezzato di gran lunga … ma questo è un altro discorso **
C’è da dire che ho attraversato un periodo in cui, come vi ho già accennato, la mia fantasia se ne è letteralmente andata alle ortiche.
E vabbeh, che ci vogliamo fare, per me questa è una cosa estremamente normale.
Di tanto in tanto poi può capitare che mi vengano questi exploit di ispirazione e così decida di rendere pubblico quello che mi viene in mente.
Perciò, eccoci qua!
Non ho per la verità molto da dire su questa shot, se non che l’idea mi ronzava per la testa da un po’ di giorni ed oggi ho deciso di concretizzarla in un momento di buco.
{che poi mi ha impiegato tutta la giornata ma questi sono dettagli ah ah}
Se dovessi dare una collocazione temporale a questa storia probabilmente non riuscirei a farlo, tanto più che è un’AU:scusate, mea culpa, certe storie mi viene di scriverle di getto e poi paradossalmente mi rendo conto solo dopo di aver rispettato, per certi versi, pure il canon (vedi ad esempio la questione dell’orfanotrofio …).
Sui personaggi manco mi ci soffermo, tanto ormai lo sanno tutti a chi sono rivolte le mie preferenze u.u
Basta, la chiudo qui sia perché non ho nient’altro da dire, sia perché altrimenti lo space viene fuori più lungo della storia.
Anzi no, una cosa ve la voglio dire.
Se state leggendo questo angolino – ormai angolone – e seguite la mia long “Lo Scettro della Notte” vorrei precisare che ho il capitolo in lavorazione, tuttavia –sempre causa scuola- non so quando riuscirò a pubblicarlo. Sto inoltre valutando di eliminare la storia, a meno di non apportargli drastici cambiamenti, quale variazione di rating –da giallo ad arancione- di titolo e di alcuni elementi della trama. Per ora però non vi anticipo altro, voglio farvi una sorpresa …
Basta, mi taccio.
A presto (spero)
Aria~
   
 
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