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Autore: ilaria8    22/02/2009    2 recensioni
Sembrava una notte tranquilla al Comando SG, ma qualcosa rovinò quella calma apparente.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 8

CAPITOLO 8

 

Nel frattempo Sam e suo padre arrivarono su un pianeta apparentemente disabitato; Sam era riuscita ad impostare le coordinate, ma l’atterraggio non era stato dei migliori a causa delle condizioni dell’alkesch rubato a Ba’al.

Sam aprì lentamente gli occhi, e subito percepì un dolore atroce al fianco destro e alla testa. La luce non la aiutava di certo, era abbagliata da un intenso raggio solare e non riusciva a focalizzare il paesaggio che la circondava.

Aveva sbattuto violentemente il capo appena toccarono terra e aveva perso i sensi per un po’ di tempo.

Appena riprese a vedere in modo normale ricordò tutti i dettagli della missione.

Tentò di uscire dall’abitacolo e raggiungere suo padre, ma il dolore al fianco non le permetteva di fare movimenti bruschi, inoltre le iniziò a girare la testa.

Fece uno sforzo enorme per uscire e appena si mise in piedi raggiunse suo padre che giaceva nel posto del copilota privo di sensi.

Sam: mi senti papà?

Riusciva a malapena a respirare ma dopo molti tentativi riuscì a tirarlo fuori dall’abitacolo e lo portò vicino ad un grande masso per farlo appoggiare con la schiena sedendolo per terra.

Sam era convinta che Selmak riuscisse a guarirlo, gli serviva solo tempo, ma il problema era come sopravvivere su quel pianeta e passare la notte senza un riparo. La temperatura poteva raggiungere soglie molto basse, e poi non avevano cibo.

Sam decise di allontanarsi un po’ per perlustrare la zona in cerca di qualcosa di utile come per esempio lo Stargate, cosa molto improbabile dato che la superficie del piante era simile a quella della Terra; era troppo vasto e di certo non sarebbe riuscita a perlustrare neanche una piccola parte della superficie date le sue condizioni.

Non riusciva a stare dritta a causa del dolore lancinante che aveva al fianco. Era sicura di essersi rotta qualche costola ma era più che decisa a continuare.

Dopo aver camminato per quasi per quasi un’ora senza trovare niente decise di tornare indietro, ma appena si voltò si trovò di fronte un ragazzo che le puntava contro una lancia.

Sam tentò di parlargli, ma cadde a terra svenuta a causa della stanchezza.

 

Sam al suo risveglio venne subito abbagliata dalla luce che entrava da un’apertura della tenda. Si alzò di scatto, ma dovette stendersi nuovamente a causa del dolore.

Dopo aver preso un profondo respiro si alzò in piedi e uscì dalla tenda.

Davanti a se trovò una trentina di persone circa, tra cui donne e bambini che scorrazzavano da una parte all’altra.

Sembravano una piccola comunità di Incas, a parte il fatto che erano a migliaia di anni luce dalla Terra.

Ad un tratto un ragazzo si avvicinò a lei. Sam provò a comunicare con lui, ma non era sicura che comprendesse le sue parole.

Sam: dov’è mio padre? Mi capisci?

Klas: io mi chiamo Klas! Sono felice vedere che si è svegliata!

Sam:io sono Sam! Hai visto mio padre? Un uomo che era seduto vicino ad un masso più o meno dove mi avete trovato voi!

Klas: sì, lo abbiamo portato qui, ma le sue ferite erano troppo gravi e la notte che ha trascorso fuori era troppo fredda

Sam: dov’è adesso?

Klas: non deve fare sforzi, anche le sue ferite sono gravi!

Sam: portami da lui!

Klas: va bene, da questa parte!

 

In una tenda lì vicino, c’era Jacob disteso su quello che doveva essere un letto.

Sam: papà!

Klas: mi dispiace ma non siamo riusciti a curarlo

Sam: oh mio Dio!!

Klas: venga, vada a sdraiarsi o le sue ferite peggioreranno

Sam era distrutta sia fisicamente che moralmente. Era stata riaccompagnata alla tenda e fu fatta sdraiare sul letto, ma appena chiudeva gli occhi, le appariva l’immagine di suo padre.

Si incolpava per averlo lasciato solo e non sperava neanche che l’sg1 potesse venire a salvarla dato che non sapevano dove cercare.

Con quei pensieri che le affollavano la mente sprofondò nel sonno mentre una lacrima le rigava il volto.

 

Al suo risveglio Sam notò subito che le condizioni delle ferite erano peggiorate parecchio. Le costole rotte avevano procurato un’emorragia interna e le impedivano qualsiasi movimento. Non riuscendo ad alzarsi, chiamò Klas che arrivò in un istante.

Klas: come si sente oggi?

Sam: non molto bene!

Klas: le sue ferite sono peggiorate e noi non abbiamo delle cure efficaci. Abbiamo provato a guarirla, ma non ci siamo riusciti!

Sam: non ti preoccupare e ti prego, chiamami Sam!

Klas: va bene Sam!

Sam: grazie, ora aiutami ad alzarmi per favore!

Klas: dovresti riposare ancora un po’!

Sam: ho già dormito abbastanza!

Klas: va bene!

Usciti dalla tenda, Sam fu abbagliata dalla luce del giorno e quasi perse l’equilibrio, ma Klas la sostenne prontamente.

Sam: grazie! Da quanto siete su questo pianeta?

Klas: da migliaia di anni!

Sam: e tu hai esplorato gran parte di questo pianeta?

Klas: no, ma il capo del villaggio conosce ogni centimetro del nostro pianeta. Ha viaggiato per molti anni!

Sam: mi porteresti da lui?

Klas: certo, sarà felice di conoscerti!

 

Arrivati davanti alla tenda più grande di tutto il villaggio, entrarono in silenzio.

Un signore anziano gli fece cenno di sedersi.

Klas: grazie per averci dato udienza Neves

Neves: dimmi Klas, lei è la donna che hai trovato nella foresta?

Klas: sì Neves. Vuole parlare con te

Neves: prego, parli pure!

Sam: grazie Signore!

Neves: chiamami Neves, te ne prego!

Sam: d’accordo Neves, volevo chiederti se sul vostro pianeta avete un grande anello di pietra con dei simboli incisi sulla superficie

Neves: no, non ho mai visto un anello di pietra!

Sam: lo immaginavo. Grazie!

Klas: grazie del tuo tempo Neves

Neves: a presto!

Usciti dalla tenda Sam si rivolse a Klas con uno sguardo che lasciva trasparire non poca tristezza.

Sam: credo che rimarrò con voi ancora per un po’!

Klas: mi dispiace che tu non possa tornare a casa, ma qui sei la benvenuta!

Sam: grazie Klas. Ora vorrei andare a riposare ancora un pochino. Il dolore al fianco si fa sempre più fastidioso!

Klas: va bene! A dopo!

Sam: a dopo!

  
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