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Autore: Fabiola19    30/10/2015    0 recensioni
"La battaglia per il Fosso di Helm è finita, la battaglia per la Terra di Mezzo sta per cominciare" così Kerochan, sorto dalle miniere di Moria, presagiva l' inizio del conflitto con le forze di Mordor. Saruman è stato sconfitto con la perdita di tutti i suoi orchi e Uruk-hai, grazie all' alleanza con Toy e i suoi amici al regno di Rohan, e grazie ad un particolare aiuto di Meiling e Tomoyo alla presa di Isengard con i loro amici Ent. La battaglia diretta e decisiva per la Terra di Mezzo è iniziata. Sakura e Li, accompagnati da Gollum, proseguono nella pericolosa missione verso i fuochi del Monte Fato per distruggere l' Anello. Toy, intanto, continua a combattere per portare a compimento il suo destino, conducendo le poche truppe a disposizione allo scontro con il sempre più forte potere di Sauron e permettere a sua sorella Sakura di portare a termine la sua missione.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tra i cavalli che diedero loro la gente di Minas Tirith, Sakura insieme al suo gruppo originale, seguì la mappa della Terra di Mezzo che non consultava dall' inizio del viaggio. Guardò l' ultimo posto in cui era stata, proprio la fortezza di Gondor, ora in minatura nella cartina e lontana dalla cattura carte che prima fra tutti si lasciò alle spalle i luoghi oscuri e tetri che dovette percorrere. Nel lungo viaggio di ritorno, Sakura annotava tra i giorni che percorse il resoconto delle sue avventure sul suo diario di bordo: << E fu così che ci lasciammo alle spalle le grandi lande della Terra di Mezzo >> il gruppetto, accorto del piccolo Kerochan che rimase ancora un po' lì a Minas Tirith, passò sotto i valichi delle montagne che conducevano a Gondor. Ma queste le percorsero nella strada di ritorno, andando verso Rohan, la città degli Uomini dei Cavalli. Vi passarono solo in lontananza, riosservandola anche nella cartina disegnata e sentendo già la mancanza di stare al suo interno. Passarono poi per la foresta di Fangorn, sempre a distanza da essa, e Meiling e Tomoyo riaffiorarono alla mente i ricordi passati con Barbalbero. Non videro nelle circostanze il grande umanoide, forse già riposava nel suo habitat naturale. Ma alla fine le due furono sollevate dai bei momenti che passarono insieme, e salutarono a piena mano la foresta anche se Barbalbero non le vedeva da quella collina sovrastante Fangorn. Risalirono il Fosso di Helm, annotato nella cartina sempre da Sakura, che durante le notti in cui si riposava lei scriveva sempre sulle pagine del suo diario: << E la Compagnia dell' Anello, pur legata in eterno da amicizia e amore, ebbe fine >> ripensava al gruppo di amici partito da Gran Burrone con il quale condivise nel primo tratto fino a Moria, una salda unione reciproca. Poi lentamente cominciò a dividersi la Compagnia, con la perdita di Kerochan e di Eriol. Infine, all' ultimo punto di ritrovo degli amici, Sakura notò che solo il maghetto non era presente.

Un altro componente però dovette staccarsi dalla Compagnia, e fu Gimli, che con l' aiuto che aveva dato al gruppo di Sakura, si sollevò da ogni incarico per salvaguardare qualsiasi suo regno dei Nani. A quest' ora il piccolo Nano sarà già partito per le Terre mortali, pensò ancora Sakura. Il giorno seguente, riprendendo il viaggio, la ragazzina insieme a suo fratello Toy e a Yuki, ritrasformatosi in forma umana, con Meiling e Tomoyo e Li, riconobbero tra le distese di rocce l' ingresso esterno delle gallerie di Moria. Il primo luogo che dovettero oltrepassare e il quale segnò per loro un brutto evento. Ora che ci ripassavano intorno, non faceva più effetto la sua vista agli occhi dei nostri eroi. Si lasciarono indietro anche il reame di Lòrien, che vedendolo di passaggio, si ricordarono della dama Galadriel, bella e fredda con le sue parole di tentare anche lei alla presa dell' anello dalle mani di Sakura. Anche lei era un lontano ricordo, ma rimanè come buona consigliera nel cuore della cattura carte. Infine, Toy passò di ritorno sempre affiancato dai suoi compari, nelle vicinanze di Gran Burrone, la cui valle era come al solito incantata dall' enorme cascata che scendeva fino a giù: << Dopo tredici mesi precisi da quando Kerochan ci aveva spinti al nostro lungo viaggio, ci ritrovammo a guardare un panorama familiare. Eravamo a casa >> la ragazzina annotò quest' ultima parola sul suo diario. “Casa”. Erano dunque passati tredici mesi da quando lei era partita, e come Kerochan poco prima che Sakura ripartisse da Minas Tirith, le disse che trascorse poco più di un anno nel suo viaggio, questa a stento riuscì a credere alle parole del piccolo Guardiano. Ma ora l' unica cosa che pensava era di godersi il paesaggio di Tomoeda, insieme a Li e al resto del gruppo in groppa sui rispettivi pony con valigie appese ai loro fianchi. Dopo che ebbero superato la locanda del Puledro Impennato, dove fu Toy ad accogliere sua sorellina insieme ai suoi tre amici, finalmente rividero già i primi palazzi di Tomoeda che si innalzavano dalla strada che conduceva alla grande città. Meiling, Tomoyo, Li, Sakura, Toy e Yuki, tutti e sei percorsero l' asfalto della strada in fila indiana per entrare nelle prime vie di Tomoeda. Il tempo sembrò non essere mai cambiato da quelle parti, rimanendo sempre con la solita chiarezza mattutina che si presentava ai suoi abitanti. La vista di Tomoeda per Sakura fu come la serenità che le pervase l' animo dopo tanto tempo. Fu come se la piccola cattura carte fosse tornata alla deriva, in seguito ad essere scampata ad una violenta tempesta. Ora per lei tutte le guerre erano ormai lontane stando sopra al suo destriero, i quali zoccoli toccavano l' asfalto della città. La ragazzina quindi ora aveva 15 anni, e non ebbe il tempo di festeggiarli a causa del percorso che stava ancora facendo. Così come gli altri, tutti nel gruppo avevano un anno in più rispetto al giorno in cui partirono da Tomoeda per fare il lungo viaggio. Toy e Yuki, invece, avevano entrambi 18 anni. Il gruppo di Sakura svoltò l' angolo di una recinzione di un muro, entrando tra le vie deserte delle case che erano sparse ai lati della strada e l' una che si affacciavano all' altra opposta al marciapiede.

Gli avventurieri che fecero rientro a casa, portavano delle magliettine nere con al centro l' Albero Bianco di Gondor e dei mantelli scuri. Videro che le stradine erano sì vuote di gente, ma la vita continuava nei cortili dei caseggiati. Notarono un uomo anziano, basso e cicciotello che spazzava nel punto di fronte a casa sua. Il vecchio alzò lo sguardo da terra, sentendo degli scalpitii di zoccoli di cavallo in avvicinamento. Vide sei animali che passeggiavano davanti a lui, essendosi messo a spazzare fuori dal cancelletto di casa sua. Stava per riabbassare la testa, ma i suoi occhi vollero fermarsi per continuare a fissare le persone che notò con la coda dell' occhio che erano seduti sopra i piccoli quadrupedi. Fissò con dubbio i ragazzini, avendoli già visti tutti e sei da qualche parte. La prima della fila fu Tomoyo, che salutò al vecchietto dopo tanto tempo dalla lontananza dagli abitanti di Tomoeda: << Salve >> disse la ragazzina. Dietro di lei, c' era la sua amica del cuore Sakura che salutò sorridente l' uomo con un gesto del capo, dicendogli: << Buongiorno >> ma il signore anziano guardò i passanti come se fosse rimasto imbambolato da qualcosa e li osservava con un broncio tipico della vecchiaia. Passò poi Meiling con suo cugino Li che fecero cenno con la testa un saluto al vecchio spazzino, che fino ad ora rimase ancora fermo nel ricambiare i saluti. E per ultimi ci furono Toy e Yuki; il primo salutò con un lieve imbarazzo il signore, a causa dell' impressione che il giovane poteva dare a questo per i suoi vestiti da cavaliere medievale che indossava: << Buongiorno >> disse Toy di fretta e sollevando la testa in su per non incrociare dall' imbarazzo gli occhi scrutatori dell' anziano. Yuki, con i soliti occhiali da studente che si portava, aveva un effetto da nobil uomo con l' armatura nera che sfoggiava all' occhio del testimone a cui passavano davanti: << 'Giorno >> lo salutò Yuki, affiancando il suo amico Toy, in modo confidenziale. Il signore lasciò che i sei ragazzi furono abbastanza lontani dalla sua vista per riprendere a spazzare nei dintorni del suo ingresso, dopo che scuotè la testa in direzione dei suoi passanti come se li avesse avvisati di un qualcosa che loro non avevano fatto. Sakura e i suoi amici si affiancarono l' un l' altro, occupando la strada libera da qualsiasi altra persona: << Ah! Lo sentite anche voi? >> chiese la cattura carte annusando l' aria fresca che proveniva dalla sua città: << Questa è l' aria di casa nostra, ragazzi >> << Si. Finalmente ci siamo tornati >> aggiunse Tomoyo al lato destro di Sakura. Presto i sei amici giunsero ad un incrocio della strada, fermandosi di colpo. Tomoyo si fece avanti al gruppo, tirando le redini del suo pony: << Io devo svoltare adesso. La mia casa si trova laggiù >> disse la ragazzina dagli occhi blu: << Oh. E' un peccato. Non potrai ancora stare con noi ancora per un po', Tomoyo? >> le chiese Sakura con dispiacere: << No. Mi dispiace anche a me lasciarvi. Ci rivedremo domani mattina a scuola, non ti preoccupare >> ribattè Tomoyo: << Accidenti! Da quanto tempo è che non andiamo a scuola! Avremo perso delle lezioni, o addirittura saremo rimasti all' anno precedente. Che guaio! >> commentò alla disperazione la cattura carte: << E per me e Yuki sarà la stessa cosa! >> aggiunse amaramente Toy, dimenticando tutto d' un tratto la sua spensieratezza e riemergendosi nella dura vita quotidiana che lo avrebbe atteso l' indomani.

Tomoyo però sembrò placcare le acque dei suoi amici che a poco a poco cominciarono ad assumere facce pensierose miste a preoccupazione: << Può essere che non sia così, come ho detto io. Magari qualcuno dei nostri compagni di classe ci darà gli appunti per recuperare le lezioni >> << Io non ho proprio intenzione però di studiarmi tutti gli appunti delle lezioni di un anno in un giorno solo! >> protestò Meiling, guardata un po' dagli altri come se fosse una bambina esagerata nelle reazioni: << Domani chiederemo a scuola i vari dettagli >> concluse Tomoyo tagliando corto: << Sì, va bene. Allora a domani, Tomoyo >> fece Sakura per salutare la sua amica, ma si fece avanti Meiling, indirizzando il suo pony verso Tomoyo: << Io andrò con Tomoyo, ragazzi. Dovremo vederci anche noi domani >> << Come mai? >> chiese Li all' improvviso cambiamento della cugina: << Perchè mi sono dimenticata il mio zaino a casa sua proprio l' ultimo giorno che ci incontrammo per studiare, poco prima della partenza >> rispose la cinesina stando in mezzo tra Tomoyo e il resto del gruppo: << Come vuoi. Allora a domani, Meiling >> la salutò allontanandosi il cugino Li: << Ciao, ragazze >> le salutò infine Yuki seguito poi da Sakura. Il gruppo di Sakura così rimase a quattro componenti, e questi si diressero verso la casa di Toy e della sorellina, venendo scortati nel breve tragitto con i pony da Yuki e da Li. Svoltarono l' angolo della lunga via, e alla loro scomparsa dietro all' angolo, una porta di un negozio situato nella via che avevano lasciato si aprì, e si sporse una donna di quel negozio che osservava la direzione che presero i ragazzi. La donna aveva lunghi capelli grigi e occhi castani. Il viso era pallido e portava un vestito rosso scuro con un altro abito bianco poggiato sopra. Si trattava della signorina Maki Matsumoto, la proprietaria del negozio di peluches, dove fece la conoscenza per la prima volta di Sakura: << Ma quella era Sakura? Vuol dire che è tornata >> disse sorridendo la signorina dalla parte in cui la cattura carte aveva svoltato. Il sole su Tomoeda stava calando, ormai entrato nella fase del crepuscolo. Sakura e Toy, accompagnati da Yuki e da Li, giunsero sotto il portone di casa loro: << Grazie per averci accompagnato, ragazzi >> disse la giovane ringraziando Yuki e il cinesino: << Non c'è di che, Sakura. Per qualunque cosa abbiate bisogno i vostri amici saranno sempre disponibili >> la rassicurò Yuki con simpatia. La ragazza scese dal suo puledro, insieme a Toy, per dividersi dai due che erano rimasti al loro fianco: << Ci vediamo, Li >> disse Sakura avvicinandosi al fianco del pony del suo ragazzo. Quest' ultimo allungò la mano per prendere quella della sua amata e la guardò negli occhi con tutto l' amore che provava per lei: << A domani, Sakura >> rispose felice Li alla tranquillità che ora poteva godersi in santa pace con la sua ragazza nei giorni successivi. Sakura strinse più forte la presa di Li, ribadendogli: << A domani, Li >> e le pupille profonde dei due sprofondarono in quelle dell' altro con tanta passione, quasi a far scoppiare un bacio passionale tra loro nel bel mezzo degli sguardi di Toy e di Yuki. I due amanti si lasciarono le mani, voltandosi le spalle dopo che Toy e Yuki si fossero salutati. I due fratelli lasciarono senza pensare i due destrieri proprio davanti al cancelletto di casa loro, una volta varcato.

Fratello e sorella riaprirono la porta di casa loro, rendendosi conto che la lasciarono ancora privata del blocco della serratura. Entrarono come la prima volta in una dimora sconosciuta, ma in quel caso quella era la loro abitazione da tanto mancata. Il pavimento in legno del loro salotto era coperto da una cortina di polvere, che seppur era poca era molto visibile agli occhi di quelli che entravano nella casa. Pensarono subito al loro papà, ancora fuori continente e che come sarebbe rientrato non avrebbe saputo nulla del lungo viaggio che i suoi due figli fecero: << Ne è passato di tempo, vero? >> disse Toy ammirando il perimetro della stanza che si presentava a lui: << Sì. E' da tanto che non mi sentivo a casa >> aggiunse Sakura al fianco del fratello, entrambi che stavano sull' uscio della porta d' ingresso, quasi fossero timidi a mettere il primo piede sul pavimento della loro casa. Sakura e Toy toccarono il legno della pavimentazione, ma la loro reazione fu passiva: rimasero privi di qualsiasi entusiasmo in quell' occasione, o forse trattenevano l' emozione dai molti chilometri fatti fino ad ora per un viaggio di andata e ritorno per la loro umile casa. Rimasero incantati per un po' a guardare ogni parete della loro abitazione, fino a quando Toy sbloccò il silenzio che li avvolgeva: << Dovremo toglierci queste armature, altrimenti papà si insospettirà >> << E perchè dovrebbe dubitare di queste? >> domandò la ragazzina al fratellone: << Fidati. E' meglio per noi che le mettiamo da parte >> e Sakura senza obiettare si sfilò l' armatura. I due fratelli le misero in un baule vecchio in legno, dove prima tenevano i loro giocattoli i quali li usavano quando erano piccoli: << Yawn! Io mi sa che andrò a sdraiarmi >> disse la cattura carte sbadigliando dalla stanchezza. Il fratello annuì con un mugolio alla frase della sorellina, rialzandosi dopo aver depositato la sua armatura nel baule. Sakura salì le scale che la portavano in camera sua. Riaprì dopo tanto tempo la stanza da letto in cui dormiva da sempre, non trovando Kerochan che come lei sapeva rimase a Gondor per controllare per un po' l' operato del Re. La ragazzina si lanciò nel materasso del suo letto di schiena, accasciandosi alla morbidezza che il materasso le offriva. Una voce che non sentiva da molto tempo, le giunse alle orecchie: << Sono tornato, ragazzi! >> suo padre Fujitaka aveva fatto rientro a casa nell' istante in cui lei stava per chiudere le palpebre in un sonno profondo: << Ciao, Toy. Come andiamo? >> lo risentì dall' inizio delle scale che portavano alla sua stanza, mentre parlava con il fratello: << Sai qualcosa dei due pony che ci sono qua fuori? >> gli chiese il padre: << Uh? Papà >> disse lentamente Sakura guardando il soffitto: << Dov'è il mio altro angioletto? >> i passi del padre si fecero sempre più sonori, fino a che la maniglia della porta della camera di Sakura non si mosse e la porta si spalancò: << Ciao, tesoro >> riapparve la faccia di Fujitaka, allegra e radiante come sempre. Notò che la sua piccola figlia stava sdraiata sul letto e abbassò il tono della voce, pensando che Sakura stesse dormendo: << Anche oggi vedo che è stata una giornata dura a scuola. Ti lascerò dormire, non ti preoccupare >> le comunicò il padre buono richiudendo con cura la porta. Sakura aveva davvero gli occhi chiusi, ma riuscì a sorridere anche se non aveva ancora visto in faccia il padre: << Si. Sono tornata a casa >> aggiunse tra sé e sé la ragazzina e si addormentò con la luce del sole che scendeva e che illuminava l' intera stanza in cui era.

Non disse niente al padre riguardo alle sue avventure sulla Terra di Mezzo per paura che si preoccupasse, stessa cosa fece Toy, rimanendo in silenzio sull' argomento durante la cena di quello stesso giorno. I due fratelli dormirono per recuperare le forze, tenendosi pronti al rientro a scuola di domani mattina. Avrebbero rivisto tutti i loro compagni. La mattina arrivò come sempre puntuale, e Sakura si rivestì come da routine indossante il suo abbigliamento scolastico. La ragazzina fece la solita strada a piedi per andare verso scuola, e al suo fianco ci furono Meiling e Tomoyo che le continuarono a parlare delle tante disavventure che le due amiche si ritrovarono ad affrontare. La voce di Meiling era più energica nel narrare i fatti: << Avete cavalcato degli alberi viventi? >> domandò Sakura interrompendo l' amica cinesina: << Sì, esatto. Dovevi vederli, Sakura. Erano dei veri e propri umanoidi. E ci lanciammo insieme a loro nell' attacco contro quei terribili mostri, scagliando loro delle pesanti pietre. Ah ah! Gli orchi rotolavano via come birilli, e facevano “Boom!”, “Crash!”, oh sì! >> << Devo dire che ve la siete spassata! >> rispose Sakura scherzosamente con le due: << Anche Tomoyo è stata molto aggressiva, lo sai? >> interpellò Meiling la sua altra amica: << No, non è vero. Ho fatto solo finta di essere combattiva, andiamo >> si giustificò Tomoyo per non far intimorire Sakura che la vedeva sempre con un atteggiamento gentile. Le tre arrivarono così nel piazzale della loro scuola, osservando tutti gli scolari in divisa che transitavano lì, rivedendoli dopo tanto tempo. Ancora non avevano visto un loro compagno di classe nei paraggi, e decisero di raggiungere la loro aula d' origine. Riaprirono la porta scorrevole della loro classe dove tutti i loro compagni avrebbero svolto la lezione in quell' anno: << Eh? Sakura? Meiling? Tomoyo? Ma che fine avevate fatto? >> chiese la loro amica Rika Sasaki rivedendole sbuccare dall' uscio della porta della loro classe. Tra tutti i compagni si sparse lo stupore alla ricomparsa delle tre ragazzine scomparse per più di un anno dalla scuola. Rika le approcciò insieme al suo solito gruppetto formato da Yamazaki, Chiharu e Naoko: << Eravamo tutte in pensiero per voi. Dove siete state? In un' altra scuola? >> chiese Chiharu in agitazione: << Non diteci che vi trasferite tutte ad Hong Kong? >> aggiunse Naoko: << Ma no, non lo faremo mai. Cosa vi salta in testa? >> disse Sakura calmando gli animi di tutti per parlare a nome di lei e delle due amiche che aveva intorno. Un po' di scocciatura c' era da parte delle amiche di classe, che rimettendosi nella loro calma, lasciarono da parte la mancanza che Sakura e le due sue amiche fecero sentire a tutta la classe: << Però siamo contente che siate tornate >> concluse con un sorriso Rika, venendo contraccambiata a sua volta dal sorriso delle tre ragazze.

Dei passi frettolosi si sentirono nel corridoio dove stava la classe di Sakura. Un ragazzo affannato dal respiro, e anche lui in divisa scolastica, si poggiò alla porta aperta scorrevole dietro a Sakura e Meiling con Tomoyo: << Scusate. Sono ancora in tempo? >> Rika con il suo gruppo insieme a Sakura si voltarono vedendo Li ansimante in una delle sue corse mattutine: << Guarda chi si rivede! Ci sei anche tu, Li, eh? >> gli disse Yamazaki entusiasta: << Ah, sì... Per fortuna >> commentò cercando di riprendere fiato il cinesino: << Buongiorno a tutti >> una voce femminile alle spalle di Li fece attenuare di poco il brusio all' interno della classe. Li in contemporanea allo stupore e alla sorpresa di Sakura e delle due amiche, Meiling e Tomoyo, rividero un viso familiare che tornò a fare loro lezione. Una donna dai lunghi capelli rossi e dal viso radiante, ora guardava al gruppo composto da Sakura con grande accoglienza: << Salve, signorina Mizuki >> salutarono in coro tutti gli alunni, destando un bel sorriso in Sakura. Alla vista della ricomparsa della signorina Mizuki, la cattura carte si sentì sollevata di morale. Era tornata per insegnare nella sua scuola inaspettatamente. La lezione di Mizuki andò avanti, riadattando Sakura allo svolgimento della vita a scuola come se in qualche modo la professoressa avesse intuito il male nel quale la cattura carte era finita. Le ore di Mizuki finirono al suono della campanella, dando inizio alla ricreazione. Sakura cominciò a parlare dal suo banco con quelli adiacenti dove stavano Tomoyo, Meiling e Li, e discutè con loro riguardo alla questione della permanenza in quella classe: << Non vi sembra strano che la signorina Mizuki non si sia accorta che noi siamo fuori corso? >> << Sì, infatti, come è possibile? >> si chiese Tomoyo stupita anche lei: << Qui c'è qualcosa di veramente strano, secondo me >> << E cosa potrebbe essere, Li? >> domandò Meiling al cugino che intervenì nella discussione: << Non ne ho idea. Ma penso che in un certo senso, non sia tanto brutto >> allora Sakura chiamò Rika per ulteriori spiegazioni non appena questa le passò vicino al banco: << Senti, Rika >> << Dimmi, Sakura >> << Tu sai qualcosa riguardo alla nostra continua frequenza in classe? >> << Non riesco a capirti >> << Tutti sanno che siamo rimasti lontano dagli studi per un anno, e vorremmo sapere come facciamo ad essere nell' elenco dell' anno successivo >> la risposta di Rika fu come quella di voler interpellare un' altra persona: << Beh, abbiamo trovato una persona che si è offerta prima di tutti noi nel volervi far trattenere ancora con noi. Pensa che con la sua pacatezza è riuscita a vincere il dibattito che si accese al consiglio dei professori di qualche settimana fa >> << Ma di chi stai parlando? >> chiese più nel dettaglio la cattura carte: << Io ho fatto in modo che la vostra assenza rimanesse occultata agli occhi delle altre cariche di docenti che mi sovrastano >> la signorina Mizuki si mise a fianco di Rika, mostrando la sua faccia contenta ai quattro ragazzini.

<< Oh. La ringraziamo infinite volte >> rispose Tomoyo chinandosi a lei come se fosse una regina e mettendosi le mani giunte al petto: << Sappiate che in questa classe siete i ben voluti voi, così come tutti quelli che ne fanno parte >> Mizuki strinse l' occhiolino ai ragazzi, ricevendo da loro una faccia piena di soddisfazione: << Ah! Quasi dimenticavo: Rika insieme a Yamazaki e gli altri vi aiuteranno a consegnarvi gli appunti annuali delle lezioni che si sono svolte in classe >> aggiunse la donna radiante mettendo una mano sulla spalla di Rika: << Avete tutti un cuore d' oro. Non smetterò mai di ringraziarvi abbastanza per essere parte della vostra famiglia >> con queste parole Sakura fu ad un soffio dal commuoversi. La mattinata scolastica terminò e volò in fretta. Al suono della campanella, Sakura e i suoi tre compagni di classe si salutarono con Rika e gli altri rivisti: << Ciao! Ci vediamo domani >> << Ciao, Rika! Yamazaki, Naoko, ciao a tutti! >> rispose la cattura carte sbracciandosi con il suo gruppo per salutare Rika che ebbe un' ultima cosa da dire: << Ah, Sakura! Stasera vi va di venire alla serata nel bar della città? >> << Ma sì, perchè no. Così parleremo più sugli argomenti che dovremo ripassare >> ribattè Sakura. La ragazzina andò con il suo solito gruppo verso casa sua, dopo che si separarono da Rika. I quattro amici nella strada del rientro alle loro case, si separarono uno alla volta, rimandandosi l' appuntamento a stasera al bar. Sakura nel lungo viale che l' avrebbe condotta a casa, si fermò alla sua destra. Nell' incrocio che c' era, notò in fondo le figure di Nakuru e di Spinel. Questi erano nella loro forma normale, e il loro sguardo attirò la cattura carte che si avvicinò a loro: << Ciao, Sakura. Come va? >> le chiese Nakuru una volta vicine: << Bene >> rispose corto la ragazzina. Un senso di disagio provò in quella pausa che lei si diede, ricordandosi che Nakuru e Spinel erano legati a Eriol, ora non più nel mondo reale. Sakura decise di dire qualcos' altro: << State andando all' aereoporto? >> << Sì. Hai voglia di accompagnarci? >> le chiese Spinel, delle stesse dimensioni di Kerochan però nero: << Certo. Andiamo >> rispose sicura Sakura. Così la ragazzina accompagnò nella lenta camminata i due discepoli di Eriol, rimasti in assenza di un padrone adesso. Sakura però si accorse che sia Nakuru che Spinel cambiarono strada, imboccando la via che li portava alla vecchia casa distrutta del maghetto blu. Sakura non si rese conto che la sua espressione venne notata dalla coda dell' occhio di Nakuru, mentre Spinel lo intuì senza voltarsi: << Abbiamo intenzione di farti vedere una cosa >> comunicò l' assistente di una volta di Eriol. Sakura li seguì a fianco non emettendo ancora una parola. Infine, la cattura carte indovinò il luogo che era sicura l' avrebbero portata i due. Una lunga recinzione di ferro si stagliava in un isolato di lì. Oltre a questa vi erano le macerie della vecchia dimora di Eriol. Ma Nakuru e Spinel si fermarono dietro al cancello chiuso da un anno, nel quale nessuno poteva entrare nella villa del mago defunto. Sakura scoprì che i due discepoli di Eriol erano già al corrente della sua morte, quando notò dinanzi all' ingresso della villa proprio sull' asfalto, una lapide piatta costruita sopra la strada. Nel marmo della lapide c' erano inscritte le seguenti parole: “Qui giace l' anima di Eriol Hiragizawa, erede e reincarnazione del Signor Clow Reed”.

La ragazzina si immobilizzò alla vista di quella tomba, sentendosi a poco a poco le parole che le mancavano al momento in cui stava per farle uscire fuori dalla sua bocca. Si sentì un vuoto nel cuore, e come si girò per vedere le espressioni di Nakuru e di Spinel, rimase ancora più addolorata ai loro occhi fissi e tristi sulla lapide. Un vento da cimitero soffiò tra le teste dei tre riuniti lì. Poi Nakuru cominciò a parlare: << L' abbiamo costruita noi, per ricordarlo. Siccome il suo corpo non è stato più ritrovato, decidemmo che il contenitore della sua anima dovesse trovarsi qui, ai piedi del luogo in cui prima si ereggeva la sua villa >> la piccola ragazzina abbassò lo sguardo a terra: << Mi dispiace, Nakuru. Mi dispiace, Spinel... >> << Non devi affrangerti tu. Siamo noi che dobbiamo soffrire >> rispose la ragazza alta: << Io non ho il coraggio di ripensarci, Nakuru... >> disse d' un tratto Spinel tremando da un pianto che stava per far esplodere: << No, su, vieni qui, Spinel >> disse la ragazza stringendosi fra le braccia il piccolo corpo di Spinel che iniziò a sfogarsi nel silenzio. Sakura li guardò con compassione alla tristezza della lapide di Eriol, costruita da loro in segno di memoria al piccolo mago: << Ci dispiace se ti abbiamo rovinato la giornata così... >> fece per parlare Nakuru e per asciugarsi una lacrima che le stava per cadere dalle ciglia. Poi salutò la piccola Sakura baciandola sulla fronte: << Ci rivedremo al più presto, piccola cattura carte >> e un sorriso segnato dal dolore si formò nel volto di Nakuru che lasciò lì la ragazzina. Spinel rimase ancora per un po' tra le braccia della ragazza che si allontanava per andare a prendere un taxi, in modo da giungere all' aereoporto più in fretta. I pensieri di Sakura adesso erano solo rivolti al dover partire. Proprio come stavano per fare Nakuru con Spinel verso Londra, alla casa d' origine di Eriol, anche lei si convinse che l' unica soluzione ad ogni male era quella di partire. Era troppo giovane per sopportare tanto di quel dolore in quel momento, e con una nuova partenza sarebbe riuscita a colmare tutta quella tristezza. Ma dove partire? Non le rimase altro che tornare a casa, nella speranza che tutti quei pensieri negativi le svanissero in fretta: << Sono a casa! >> avvertì Sakura non appena fu dentro il salotto. Si tolse della vestaglia in camera sua, non vedendo nessuno in cucina. Come riscese le scale per andare a mangiare per il pranzo, vide suo padre girato di spalle che finiva di cuocere la carne in padella: << Ciao, papà >> << Oh, ciao, tesoro. E' venuto a trovarci il nonno stamattina, lo sai? >> comunicò la notizia di Masaki da molto non visto dalla ragazzina. L' aveva lasciato quando era partita da Gran Burrone, e da allora gli Elfi lo riportarono nella sua casa d' origine, in cima alla collina a Tomoeda. Era curiosa di vedere l' aspetto che aveva il nonno: << E dimmi, come sta? >> << Non molto bene, ha detto. Le forze lo abbandonano ogni tanto, tipico della vecchiaia. Ha anche detto che tra non molto se ne andrà da questo posto >> Sakura ebbe un sospiro di panico alla notizia che il padre le diede d' improvviso: << Ma non ti preoccupare, voleva dire che sarebbe partito in nave. Non ho ben capito perchè ha intenzione di lasciare per sempre Tomoeda, è strano >> terminò la frase Fujitaka.

Il padre riprese a cucinare, convinto di aver tranquillizzato la figlioletta, che rimase in silenzio ad ascoltare fino ad ora il suo adorato genitore che faceva saltare ogni tanto la carne nella padella: << Sakura? Sakura? >> cercava di richiamarla nel mentre che guardava se la carne fosse cotta, e non sentendo risposta si disse: << E' già andata su in camera, scommetto >> ma la ragazzina ancora non si era mossa da dietro le spalle del padre. La parola “partire” le fu di nuovo in testa dall' aver sentita più volte quel giorno. Nel suo silenzio, quindi, decise di risalire la gradinata di scale che portava in camera sua con tutta la calma che si diede. Nella sua stanza c' era solo lei. Guardò lo scaffale sopra alla testa del suo letto, proprio nel punto in cui di solito stava Kerochan. Si sentì abbandonata alla sua solitudine senza nessuno con cui parlare in quel momento. Si accasciò nel materasso morbido del suo lettino con gli occhi che le tremavano a chissà quale scelta avrebbe preso. Il viaggio che doveva fare suo nonno, doveva essere per forza un viaggio di sola andata, e questo la piccola quindicenne lo avvertì nel suo presentimento. Abbassò la testa sul suo cuscino, attendendo che la sera arrivasse in fretta per lei, dove sarebbe andata al baretto con tutti i suoi amici a distrarsi un po'. Il cielo divenne rosso dal tramonto, mettendo in risalto le sagome dei passanti che camminavano nei dintorni della periferia. Dentro al bar c' erano altre persone, allegre come sempre, non segnate da nessun altro viaggio pericoloso che intrapresero nella loro vita. Un uomo giovane portava un suo prodotto, maturato in grandi dimensioni, dentro a quel locale. Una zucca enorme che questo teneva fra le braccia, sembrava suscitare una risata di buon gusto tra i presenti del bar. Sakura, come faceva di solito al bar, si limitò ad ordinare le pietanze per lei e per i suoi amici. Le stava per portare al loro tavolo, quando per poco non fece cadere l' uomo con la zucca enorme che si portava dietro con tutta allegria: << Hey, attenta alla zucca! Eh! Ah, ah, ah! >> le disse il signore con tutta allegria e poggiando il suo ortaggio sul suo tavolo con altri suoi amici. Sakura emise un sorriso forzato all' uomo, prima di sedersi. La ragazzina fu al fianco di Li nel posto a tavola. Davanti a loro c' erano Meiling e Tomoyo. I quattro si sorridero a vicenda, senza proferire ancora parola alla felicità del locale che sembrava del tutto diversa ai loro occhi. Presero nel silenzio, e guardandosi intorno, i loro bicchieri pieni d' acqua. Cercavano poi con lo sguardo gli altri loro amici Rika con le sue due amiche, trovandole in fondo in un tavolo. Rika salutò Sakura alzando una mano, e la cattura carte ricambiò con un cenno della testa e sorridendo alla compagna in fondo. Li, Meiling e Tomoyo tornarono con Sakura a riguardarsi l' allegria che si diffondeva intorno a loro, in tutto il locale. Non una persona si asteneva dal ridere. Rividero nel tavolo dove era posizionata la zucca enorme, l' anziano signore che salutarono non appena lo videro per primo a Tomoeda. Loro erano gli unici a tenersi il broncio per un' avventura che doveva lasciargli un bel ricordo, ma invece fu il contrario. Si sentivano cambiati in mezzo a quella gente che riempiva il bar a poco a poco. Sarà l' età che ha contribuito il loro cambiamento nel viaggio?

Comunque, Meiling ebbe il coraggio di guardare negli occhi i tre compagni con cui decise di partecipare al lungo tragitto. In tutti, lei inclusa, da Li a Sakura e Tomoyo, vedeva la malinconia che prese loro in quell' istante. La Terra di Mezzo era stata per loro un posto pieno di insidie si, ma quelle facce tristi significavano per loro un buon ricordo che tornò loro in mente nelle disavventure intraprese. Tomoyo lanciò un' occhiata a tutto il suo gruppo, dicendo di prendere i loro bicchieri e di fare un cin-cin contemporaneo. Poi bevvero in coordinazione l' acqua che c' era dentro, sorridendo lievemente per affondare i loro dispiaceri dell' avventura ormai lasciata alle spalle. Riposero i bicchieri sul tavolo, e non ostentarono a toccare cibo nei loro piatti dall' improvvisa chiusura del loro stomaco. Da dietro di loro, si sentì la voce di Yamazaki che scherzava con alcuni signori del posto: << Hey, bella zucca! E' buona da mandarla giù intera, eh eh eh! >> si voltarono e videro il loro amico giocherellone che stava nel tavolo dove c' era l' ortaggio maturato. Lo osservarono in tutta la sua felicità, con il sorriso che gli si allargava sempre di più. Nel tavolo di Rika, intanto, tutte stavano parlando tra di loro, tranne Chiharu. La ragazzina fissò continuamente a Yamazaki che stava nel tavolo della zucca, e che ora si spostò per prendere ordinazione prima di andare al tavolo del suo gruppo originale. Chiharu non smise di distogliere lo sguardo da Yamazaki, sorseggiando un bicchiere d' acqua, e si alzò di scatto dal tavolo accennando ad un' espressione accigliata verso il suo amico a cui regalò un peluche qualche anno fa. Naoko vedendo che Chiharu si dirigeva verso Yamazaki, commentò alle altre: << Guardate, si sta avvicinando! >> e tutte sorrisero con grande ammirazione alle spalle dell' amica. Sakura e i suoi tre amici notarono la camminata accelerata di Chiharu, sollevando gli occhi verso di lei. Andò al bancone degli ordini dove c' era anche Yamazaki. Ora i quattro amici notarono che la ragazzina era ad una distanza ravvicinata dalla fronte di Yamazaki, e Tomoyo sgranò gli occhi dalla sorpresa del gesto tra Yamazaki e Chiharu, mentre Rika, Naoko e altri compagni di classe rimasero soddisfatti da quell' evento come se ne fossero già al corrente. In quell' anno in cui erano mancati per il loro viaggio, Sakura, Li, Meiling e Tomoyo, si trovarono ad assistere ad un colpo di scena inaspettato, sorridendo come se fosse la prima volta per loro. Li commentò con un sospiro dall' alta temperatura che avvolgeva Yamazaki in quell' istante. Sakura riprese così a ridere dalla gioia con tutti gli altri. La mattina dopo nel piazzale della scuola, Chiharu e Yamazaki arrivarono tenuti stretti per mano, e sollevarono in alto le loro braccia nel mezzo dell' accoglienza di tutti i loro compagni di scuola che applaudivano al loro nuovo amore. Tra quegli scolari c' era anche la signorina Mizuki, batteva anche lei le mani dal bell' evento dei suoi due alunni.

Chiharu sorrise a pieni denti, attaccandosi al petto del suo amato Yamazaki, che l' aveva fatta ridere da sempre, da quando si erano conosciuti. Sakura stava vicino a Li, ed entrambi nella gioia ripensavano al loro primo momento d' amore, riguardando negli occhi di Yamazaki e di Chiharu la passione nata da un loro stretto legame d' amicizia. La stessa cosa era toccata sia per il cinesino che per Sakura. La ragazzina fu risollevata quel giorno dai pensieri brutti che di nuovo le pervasero nella mente. Ma ancora l' idea del nonno che ben presto doveva partire la lasciò un attimo in pensiero. Passò una settimana dal fidanzamento tra Chiharu e Yamazaki, e Sakura aiutò il padre a riordinare la casetta del nonno sulla collina, di proprietà ancora dei Kinomoto. Siccome la presenza del vecchio non si sarebbe più sentita da quelle parti, la sua casa era meglio tenerla in ordine per evitare che con il tempo crollasse. Sakura, tra le cose di suo nonno Masaki, trovò il diario personale di questo, quello che fece vedere a sua nipote la prima volta a Gran Burrone. In quella settimana, Sakura scrisse nelle pagine successive alla storia del viaggio che Masaki intraprese anche lui una volta, il resoconto del viaggio che la ragazzina ebbe avuto. Ora Sakura passeggiava la mattina di quel giorno nel corridoio della sua casa, sorseggiando una tazza di thè caldo mentre si avvicinava al tavolo per finire il diario del nonno. Ripensò ad un suo monologo: << Come fai a raccogliere le fila di una vecchia vita? Come fai ad andare avanti, quando nel tuo cuore cominci a capire che non si torna indietro >> gli occhi della giovane rotearono in tutta la stanza della sua cameretta, poi rimettendosi a riscrivere nelle pagine del libro: << Ci sono cose che il tempo non può accomodare, ferite talmente profonde che lasciano un segno >> la penna della ragazzina scrisse quest' ultima frase aggiunta nel diario, e infine mise il punto. Ripose la penna delicatamente nel contenitore e sfogliò verso la pagina cui c' era il titolo del racconto di Masaki. Riprese delicatamente la penna di prima, volendo aggiungere il titolo della sua avventura sotto a quello del nonno. La porta di casa, sentì che si aprì: << Sono tornato! >> era Toy che riacquisì in quei giorni di scuola il suo tono di voce scocciato. Sakura da camera sua smise per un attimo di scrivere, toccandosi la spalla, sentendo un lieve dolore nel punto in cui una volta la spada del Nazgùl la infilzò lì. Quel momento l' aveva completamente cancellato, ma la cicatrice continuava a rimanerle, e si massaggiò la parte colpita. La ragazzina intuì che la porta di casa si richiuse dopo alcuni secondi dal solito. La porta di camera sua si aprì e vide Li che arrivò a casa insieme a suo fratello Toy: << Sakura? Cosa c'è? >> le chiese il cinesino notando da subito l' espressione di Sakura nel toccarsi la spalla: << Ciao, Li. Sei venuto con mio fratello, vero? >> << Si, sono qui per dirti una cosa >> la ragazzina continuò a massaggiarsi la spalla con Li che le stava accanto in piedi: << E' passato un anno da quel giorno, Li. Non è mai guarita del tutto >> rispose Sakura sospirando desolata dall' evento in cui ricevette il primo colpo dello Spettro Nero.

Toy fece il bucato come suo compito di quel giorno, e stendeva la roba nel giardino. Dietro a lui arrivò svolazzando un piccolo animaletto dalle piccole ali. Il giovane smise di mettere delle mollette su delle vestaglie bianche, avvertendo la presenza di qualcuno alle spalle: << Sei tornato, Kerochan >> disse Toy guardando il piccolo peluche bianco: << Si, sono io >> disse con lo stesso tono di serietà il Guardiano: << Devo dirti qualcosa riguardo a Sakura >> e Toy fece un cenno con il capo per ascoltare l' informazione che Kerochan aveva da dire al fratello della cattura carte: << In seguito alla distruzione dell' anello, saprai che tutto è tornato alla normalità >> << Si, ebbene? >> chiese serio il ragazzo: << C'è una regola che comporta ad una sorte per tutti i portatori dell' anello. Avendo indossato quell' oggetto, sono stati influenzati da esperienze negative che ad opera del male hanno costretto i portatori ad un cambiamento sempre più radicale nei comportamenti d' origine >> << E deve partire anche lei? >> chiese Toy strozzando la voce quasi come se venisse a conoscenza di una triste verità: << Si. Partirà anche lei per Valinor >> il fratello digrignò i denti e si avvicinò al muro esterno di casa per sbattere con tanta rabbia il suo pugno. Tremò per alcuni secondi, rimanendo fermo nella sua posizione in cui diede il gancio alla parete, osservato con un' espressione mista a dispiacere e severità da Kerochan: << E lei lo sa? >> domandò ancora Toy voltandosi dal piccolo Guardiano alato e trattenendo la rabbia in corpo: << Penso che il suo cuore la stia indirizzando verso il punto in cui dovrà partire >> rispose Kerochan solenne. Intanto nella camera di Sakura, Li fece cadere il suo sguardo al libro in cui la ragazzina aveva finito di scrivere. Lesse il primo titolo nella prima pagina: << “Andata e ritorno. Un racconto fantastico di Masaki Amamiya” >> poi lesse il titolo di sotto: << “E Il Signore degli Anelli di Sakura Kinomoto”. L' hai finito >> le disse il cinesino a fianco con felicità e soddisfazione. Sakura chiuse il libro: << Non proprio. C'è spazio per qualcosina >> ribattè con un sorriso rivolto al suo amato che d' un tratto si fece serio: << E' il momento >> la ragazzina si fece a tratti triste e a tratti decisa a quello che Li voleva dirle: << Kerochan mi ha riferito che tuo nonno partirà presto. Ci ha dato appuntamento al tramonto alla campagna fuori città >> informò il ragazzo a Sakura: << Ed è per questo che lo accompagnerò nell' ultimo tratto >> << E io sarò con te al tuo fianco >> aggiunse Li mettendo una mano sulla spalla della cattura carte, rivolgendole un sorriso di sostegno. Sakura non potè fare altro che sorridere a sua volta, nascondendo quello che si sentiva di fare anche lei, non potendo rompere il legame d' amore che c' era con Li. Sakura e Li scesero le scale, dirigendosi verso l' uscita. In quel momento entrò Fujitaka: << Sono rientrato! >> avvertendo a gran voce il resto della sua famiglia.

Incrociò sua figlia e Li che si apprestavano a uscire: << Ciao, papà. Scusa, ma io e Li abbiamo una cosa da svolgere adesso >> << Come te ne vai di già? >> chiese stupito il padre: << Sì, lo so, ma ti prometto che quando rientrerò ti preparerò un pranzo con i fiocchi! Adesso vado, ciao >> disse in fretta la cattura carte: << Arrivederci >> rispose Li al padre della sua amata, che non appena entrambi furono fuori, Fujitaka si sporse in cucina non trovando niente in tavola: << Ah. Non ha fatto in tempo a preparare il pranzo >>. Li e Sakura presero i due pony che il padre della ragazzina aveva voluto lasciare lì, e si incamminarono verso la campagna che avrebbero raggiunto: << Meiling e Tomoyo ci staranno aspettando? >> chiese Sakura in groppa al pony, ricevendo risposta da Li che annuì con la testa nel mentre che galoppava a fianco della sua amata verso il punto d' incontro. Fujitaka iniziò così a preparare le pentole per cucinare il cibo. Dall' entrata di cucina si fermò Toy, poggiato sulla parete che guardava con tristezza il padre. Aveva intenzione di avvisarlo di quello che sua sorella stava per fare: << Ah! Ci sei Toy. Tua sorella oggi era di fretta, e perciò non ha potuto preparare il pranzo. Mi aiuteresti ad apparecchiare? >> il ragazzo non seppe trattenere ancora di più la bocca cucita, e buttò giù quello che aveva da dire: << Pà, ascolta. Devo dirti una cosa >> << Si, tutto quello che vuoi, figliolo >> disse con la solita pacatezza il padre, quasi da far compassione alla verità che il figlio stava per rivelargli: << So che tu e mia madre una volta mi avete portato in quel posto magico da piccolo. Tu hai conosciuto gli Elfi, vero? >> il padre sobbalzò e la sua faccia divenne d' un tratto seria: << E come fai ad esserne a conoscenza? Toy, dimmi che succede o cosa è successo in realtà >> gli disse Fujitaka, e ben presto scoprì del viaggio che sua figlia e suo nonno dovevano fare verso le Terre mortali: << Ma che storia è mai questa? >> domandò sempre più stupito il padre. Ora, anche se lo voleva, non poteva più raggiungere la sua Sakura, la sua bambina. Si trovava ormai già oltre i confini di Tomoeda, per adempiere al suo ultimo viaggio di sola andata e senza mai più un ritorno.

   
 
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