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Autore: Wicked_atmosphere    30/10/2015    0 recensioni
Estate 2014: l'estate dei mondiali ma anche l'ultima che Vittoria e Sofia, laureande, coinquiline e amiche, trascorreranno sui libri. Desiderose più che mai di rendere indimenticabili i loro ultimi mesi di convivenza, le due si butteranno a capofitto nella nuova amicizia con quattro ragazzi inglesi, in Italia per gli studi, vivendo con loro un'inaspettata avventura dai risvolti misteriosi... e scoprendo, forse, l'amore.
***
Fanfiction sviluppata e scritta a quattro mani, precisamente quelle di Lunch e di VanillaVanPelt.
Genere: Drammatico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dan Smith, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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NM Cap 2
2° Capitolo

Nota autrici:

Salve a tutti/e!
Eccoci al secondo capitolo di questa storia, in cui si entra un po' di più nel vivo! Speriamo che la nostra storia vi stia piacendo, in ogni caso, buona lettura!

L.&V.




Quella sera al pub c’era più chiasso del solito, con un mare di inglesi che affollavano il locale in occasione della partita tra Italia e Inghilterra.

Sofia era appena entrata e già si era voltata verso l’amica storcendo il naso.

 «Ma come, usciamo per divertirci e tu mi porti a vedere i mondiali? Lo sai che odio il calcio!» piagnucolò teatralmente.
L’altra si mise a sghignazzare, mentre si avvicinava al bancone per ordinare da bere per tutte e due.
«E tu non guardare la partita... guardati intorno, no? Non hai notato come si è rimpinguata la fauna?»

In effetti, osservò l’altra, c’erano parecchie facce nuove. Non che lei fosse davvero a caccia, dato che dopo una vita da single si stava finalmente vedendo con un uomo, ma ogni tanto Vittoria la tormentava un po’ per quella storia perché l’uomo in questione diceva di essere in procinto di separarsi dalla moglie ma era ancora, ufficialmente sposato. L’amica non lo faceva con cattiveria, né per giudicarla, si preoccupava solo che lei potesse restare in qualche modo ferita da quella relazione.

Ad ogni modo, pensò infine Sofia, non c’era nulla di male a guardarsi intorno, magari per rimediare qualche nuova amicizia. Poco lontano dal bancone dove si era appoggiata, in attesa che Vittoria tornasse con i beveraggi, c’era il gruppetto di amici e amiche dell’università che di solito frequentavano, e insieme a loro anche quattro tizi che lei non aveva mai visto, e che si premurò di segnalare all’amica mentre questa le porgeva una birra. In particolare Valeria, una ragazza buona ma un po’ troppo piena di sé, sembrava aver catalizzato l’attenzione degli inglesi.

«Hm’, neanch’io li ho mai visti prima» sentenziò Vittoria, «ma da qui non mi sembrano affatto male.»

Sofia fu d’accordo, e senza esitare prese per mano l’amica e la trascinò fin dagli altri.
La partita non era ancora iniziata, sicché tutti stavano ancora chiacchierando tra loro un po’ in italiano e un po’ in inglese, la lingua dei nuovi arrivati, ma Valeria si occupò immediatamente di interrompere ogni discorso per fare le dovute presentazioni tra gli inglesi, che erano in quattro, e le due amiche.

«Ragazze, loro sono Dan, Kyle, Will e Woody. Sono appena arrivati da Londra. Ragazzi» aggiunse poi, con il suo inglese cadenzato, «loro sono le mie amiche Vittoria e Sofia.»

Valeria sembrava così su di giri che tra i sei ci fu quasi un attimo di imbarazzo che tuttavia si sciolse non appena ripresero le conversazioni, e Sofia si mise a fare la scema come al suo solito trovando subito in Woody un valido compagno di battute. Solo a guardarlo, quel ragazzo bassetto e un po’ tarchiato le ispirava una gran simpatia, diversamente da Will che visto da vicino cominciò presto a suggerirle quel genere di pensieri sconci che avrebbe condiviso solo con la sua coinquilina-confidente più tardi, nel segreto del loro appartamento.

Per un attimo, e con l’intenzione di farsi una risata, cercò gli occhi di Vittoria per lanciarle uno sguardo che le facesse capire la natura di quei pensieri, sicura che l’amica li avrebbe intuiti senza tante difficoltà, ma la vide così impegnata a scambiarsi occhiate con Dan che si affrettò a tornare agli affari suoi. I due non stavano nemmeno parlando insieme, e conoscendo la timidezza di Vittoria c’era da aspettarsi che ci sarebbe voluto un po’ prima che si decidesse a fare un primo passo verso di lui, ma era difficile non cogliere l’alchimia che si era creata tra di loro, nonostante la presenza un po’ ingombrante di Valeria che stava facendo di tutto per farsi notare dal ragazzo.

Si stava avvicinando il momento del calcio d’inizio e gli inglesi chiesero a Vittoria, Valeria e Sofia se volevano unirsi a loro e andare a sedersi a un tavolo. Le ragazze accettarono senza indugi, e il gruppetto finì quindi a un tavolo vicino al televisore. Ordinarono al volo qualcosa da mangiare e, al momento degli inni, i quattro ragazzi inglesi misero la mano sul cuore ed intonarono con serietà God save the Queen. Vittoria scambiò uno sguardo d’intesa con Sofia e così al momento dell’inno di Mameli anche le tre ragazze diedero sfogo al patriottismo, seguite da molti nel pub. Vittoria era seduta tra Dan e Valeria mentre Sofia, meno interessata alla partita, era seduta nel punto più distante dal televisore, vicino a Will e Woody mentre Kyle chiudeva il gruppo.

Valeria cercava di tener viva la conversazione ma si capiva che nessuno voleva realmente parlare: i ragazzi osservavano intenti lo schermo, insieme a Vittoria, mentre Sofia sorseggiava la sua birra distrattamente, controllando il cellulare.

«Siete sempre così dannatamente patriottici, voi britannici?» chiese Vittoria a Dan, sorridendo per addolcire quelle parole un po’ rudi. Dan fece un risolino e ribatté svelto:
«Non so, e voi italiani?»
La ragazza incassò per un attimo e poi rispose:
«Be’, voi avete cantato l’inno con tanto trasporto che non potevamo fare altrimenti!».

Fu azzittita da un coro di ‘Oooh’ degli altri ragazzi e puntò gli occhi sullo schermo: gli inglesi attaccavano e c’era da aver paura. Ogni suo proposito di chiacchiere con Dan fu soppiantato dall’ansia: quella sera l’Italia doveva vincere, anche solo per una piccola soddisfazione patriottica. Nonostante le sue preghiere, però, l’Inghilterra sembrò prevalere sull’Italia scatenando i ragazzi, soprattutto Woody. Per un momento le cose precipitarono, fin quando, in un’improvvisa azione, l’Italia segnò.

Vittoria si alzò con tanta fretta dal rischiare di far cadere il suo bicchiere e quello di Dan, urlando dalla gioia. Schiacciò il cinque con Sofia, abbracciò Valeria e stava per abbracciare persino Dan, ma si fermò giusto in tempo dopo aver visto il suo sguardo scuro. Allora, si limitò a dargli un pugnetto giocoso sulla spalla.
«Dai che non siete così male!» scherzò poi.
Non aveva fatto in tempo a risistemarsi che, con un errore stupido della difesa, l’Inghilterra riuscì a pareggiare. I ragazzi non si preoccuparono minimamente del fatto di essere in Italia ed esultarono come pazzi, con Woody che quasi saliva sul tavolo per gioire con Dan. Stavolta era Vittoria ad avere la faccia scura e quando Dan si risistemò a tavola le disse gongolante: «Hai ragione, non siamo male affatto!» le disse, rifilandole a sua volta un pugnetto sulla spalla.

«Ahi!» fece lei, anche se ovviamente non le aveva fatto male. «Comunque non darti troppe arie, ci sono ancora tanti minuti da giocare!»

Infatti, nei minuti che separavano dall’intervallo, l’Italia attaccò con rinnovata energia e stava quasi per segnare, ma in ogni caso il primo tempo si concluse sull’uno a uno. Nel momento stesso in cui l’arbitro fischiò la fine primo tempo, Valeria disse alle amiche che aveva individuato gli altri del gruppo al tavolo di fronte, e che intendeva raggiungerli.
«Venite con me?» chiese infine.
Le altre due scossero il capo quasi simultaneamente, così lei salutò tutti e se ne andò.

Sofia e Vittoria si guardarono e sorrisero: conoscendo la ragazza, sapevano senza bisogno di dirlo che si era spostata soltanto perché non le piaceva non essere al centro dell’attenzione. Alla fine, comunque, non fu una gran perdita ma tutto il contrario, perché senza di lei il gruppo sembrava più disteso, e si approfittò dell’intervallo per conoscersi un po’ meglio.

I ragazzi erano appena arrivati all’università per l’Erasmus: Dan studiava Letteratura inglese, mentre Woody Legge. Kyle invece studiava Filosofia e Will Relazioni internazionali.

«Come mai di tutti i posti che c’erano avete deciso di venire proprio qui, in Italia?» chiese Vittoria curiosa.

Dan fu il primo a risponderle.
«Studiando letteratura non potevo non venire qui, con la storia letteraria che avete e poi...»
Woody lo interruppe bruscamente.
«Su, Dan, dì tutta la verità» esclamò, e l’altro lo guardò senza capire. Così, Woody continuò: «Sei venuto qui per lo stesso, nostro motivo: il buon cibo e le belle donne!»
Tutto divertito, diede una gomitata a Will che, serio, rispose:
«Soprattutto per le belle donne!»

Dan non sembrò apprezzare molto la battuta, a cui non ribatté, e a Vittoria sembrò persino di vederlo arrossire un po’. Sarà il caldo del pub, si disse.

L’inizio del secondo tempo della partita spense tutte le risate e le chiacchiere. Dopo i primi minuti di assestamento, l’Italia segnò di nuovo scatenando la gioia di tutto il pub e anche delle ragazze, che esultarono nonostante l’atmosfera al tavolo si fosse fatta quanto mai pesante. I british fecero gruppo e per il resto della partita non guardarono altro che lo schermo. Dopo un po’ Sofia si mise a sbadigliare, evidentemente annoiata, e così Vittoria andò a sedersi vicino a lei per fare quattro chiacchiere pur mantenendo l’attenzione sulla partita.
Nonostante gli sforzi, l’Inghilterra non riuscì a pareggiare, men che meno a vincere la partita che così terminò sul due a uno per l’Italia. Appena sentito il triplice fischio, Sofia trascinò Vittoria in bagno.
«Vi lasciamo un po’ soli a leccarvi le ferite...» disse sarcastica, prima di lasciare il tavolo.


   
 
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