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Autore: Kiri94    01/11/2015    1 recensioni
Questa saga tratta eventi successivi alla Kiri no Gemini - Zero Arc, pertanto invito a leggere questa saga solo nel caso si abbia già letto le saghe precedenti.
La storia entra nel suo arco narrativo finale: due anni sono trascorsi dalla battaglia contro gli Zero, ed è il momento di risolvere i problemi alla fonte, confrontandosi direttamente con la mente dietro ogni avvenimento nefasto della storia... gli Insyder!
Ma una cupa ombra nera sta lentamente divagando per il mondo, corrompendo la serenità ed un clima di pace apparente... una minaccia senza precedenti, che rischia di avere pesanti ripercussioni sull'umanità stessa e l'intero ecosistema del pianeta.
Gli Insyder vanno fermati in tempo, mentre le lancette del countdown alla catastrofe scorrono inesorabili, ma l'impresa si rivelerà più ardua del previsto...
In una storia che trascende le barriere del tempo, la Famiglia Kokuyo dovrà dare il meglio di sé per poter, finalmente, mettere la parola "fine" alle macchinazioni della mente dietro tutto e tutti... ce la faranno?
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Mukuro Rokudo, Nuovo Personaggio, Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Katekyo Hitman Reborn! - Kiri no Gemini'
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– Lily-chan! Lily-chan! Stai bene?! –

Mirai stava cercando di svegliare Yuniko, ma senza successo: uno dei principali difetti del Kaminari Hime Level Two era proprio lo shock subito dal corpo a seguito della sparizione di tale stato, che causava uno svenimento di durata variabile fra i 5 e i 10 minuti, esponendo potenzialmente la ragazza alla mercé del nemico talora esso fosse sopravvissuto.

Fortunatamente questa volta era riuscita a mettere KO la sua avversaria in tempo, pertanto si sarebbe svegliata senza conseguenze dopo una manciata di minuti... ma questo, Mirai non poteva saperlo – Non... non risponde! – mormorò spaventata, iniziando a temere il peggio.

Katie si avvicinò, appoggiando l'orecchio all'altezza della zona cardiovascolare – … però il cuore batte regolarmente, quindi penso sia solo momentaneamente KO... – commentò dopo qualche secondo, tranquillizzando i presenti.

Con un sospiro di sollievo, Kurai esclamò – Ottimo... allora conviene che uno di noi la carichi in spalla finché non si riprende e che intanto procediamo... – guardando Kumo con la coda dell'occhio, la quale annuì come a dire “fai pure”.

Con un sorriso di gratitudine, Kurai la caricò in spalla con cura senza aggiungere altro e riprese il cammino al fianco di Kumo, seguito dalla sua Famiglia, alla volta dell'imponente castello che si ergeva ormai sempre più vicino.

*

Il soccorritore incappucciato depose Erika per terra, ormai al sicuro nelle mura del castello, per poi chinarsi a levarle la maglia per poter esaminare meglio la spalla colpita dal micidiale Cannone Magnetico di Yuniko: la ferita era grave e profonda, impossibile da recuperare anche con i più avanzati metodi chirurgici – Eheheh, sei messa parecchio male, eh! Sei più fortunata di quanto pensassi però, dato che il colpo ha cicatrizzato tramite l'intenso calore la zona colpita... sei stata centrata nel pieno di un'arteria, quindi in caso contrario saresti sicuramente morta per dissanguamento prima che arrivassi io – commentò, togliendosi il cappuccio per guardare meglio e scoprendo così dei disordinati capelli corti arancione scuro dai riflessi verdognoli e le punte bionde, avvicinando gli occhi grigi al braccio della spalla ferita della ragazza e notando un colorito pallido e giallognolo che non lasciava alcun dubbio – Come supponevo... l'arteria ostruita impedisce la circolazione del sangue, e di questo passo l'arto incorrerà nella cancrena e ti metterà in pericolo di vita... ma, indovina? Ennesimo colpo di fortuna, dato che il sottoscritto è un medico! Eheheh – esclamò, estraendo un bisturi da una tasca interna della tunica e usandolo per recidere con precisione l'arto della ragazza, fortunatamente ancora priva di coscienza, amputandolo completamente per poi evocare apparentemente dal nulla delle piante che fermassero la fuoriuscita del sangue.

Fatto ciò, depose il bisturi in un liquido disinfettante che portava sempre con sé e scompose il proprio braccio sinistro in carne, ossa e quelle che avevano tutta l'aria di essere fibre vegetali, fondendole col moncherino della ragazza e avvolgendo il tutto in una fiamma Sole-0 che poco a poco rigenerò i tessuti di Erika, finché, dopo qualche minuto, l'intero braccio sinistro non le fu ricresciuto: solo allora egli separò il proprio braccio da quello della ragazza e lo rigenerò, questa volta in un istante – Eheheh, rigenerare le altre persone è un processo di una lunghezza estenuante, per uno come me che è abituato a ricrearsi qualsiasi tessuto danneggiato in pochi istanti. Beh, mi devi un favore, Erika – disse con un sorrisetto soddisfatto, alzandosi e dirigendosi al lavandino lì vicino mentre la ragazza riapriva gli occhi, guardandosi intorno disorientata – Ma... cosa... dove... Ah! – si alzò di scatto, mettendosi a sedere – Dov'è la Giglionero?! Stavo combattendo contro di lei! – esclamò affannosa, mentre iniziava a ricordare – E poi... ho abbassato la guardia e sono stata colpita alla spalla da... – si girò a guardare la spalla sinistra, rimanendo piuttosto stupita di trovarla come nuova.

Poi, immediatamente, riconobbe il luogo dov'era situata come l'infermeria del castello, e capì cos'era successo – Nova... mi hai salvata? – domandò cupa all'uomo in penombra.

Con un sorriso, Nova emerse dall'angolo in ombra dove si stava asciugando le mani – Eheheh, ci sei arrivata. Ho pensato che sarebbe stato un peccato lasciarti morire, anche se te la sei cercata sottovalutando la tua nemica... ma, d'altronde, io stesso commisi lo stesso medesimo errore tempo fa, sarebbe stato alquanto ipocrita abbandonarti al tuo destino, non trovi? – rispose, alzando le spalle con rassegnazione per poi guardare il palmo della propria mano, da cui fece fuoriuscire delle piante – Da quando Lord Augustus mi ha donato il potere della Foresta-0 ho avuto come un'epifania... se lui ha potuto perdonare il mio grave errore fornendomi addirittura un potere maggiore, allora io non ho alcun diritto di commiserare gli errori altrui. Però, lascia che ti dia qualche consiglio, un po' come se fossi tuo fratello maggiore, eheheh! La prossima volta... usa fin da subito la tua seconda fiamma. I Kokuyo sono una famiglia particolare, che racchiude in sé alcuni fra i più grandi talenti del nostro tempo: sottovalutarli significa commettere un potenziale suicidio, ed è una cosa che ho sperimentato sulla mia pelle, tre anni fa. Chiaro? Specialmente, presta particolare attenzione a Mirai Rokudo, una dei due Boss gemelli. Il suo Limit Breaker è incredibilmente potente, e al momento l'unico punto debole che abbiamo individuato è la scarsa durata di tempo... non ingaggiare un combattimento da sola con lei, è meglio una codarda ritirata strategica che una stupida morte dettata dall'orgoglio... e anche se dovessi sopravvivere, sappi che non ti curerò più se rimarrai ferita per la tua stupidità, eheheh – disse in tono serio nonostante la risata, guardando intensamente gli occhi di Erika, che arrossì lievemente girandosi dall'altra parte – Tch... farò in modo che non mi serva mai più il tuo aiuto. Comunque, grazie... per avermi curata... – mormorò in tono burbero.

Nova sventolò la mano ridacchiando – Naah, non c'è bisogno di ringraziarmi! Lord Augustus mi ha incaricato di gestire l'infermeria comunque, sto solo obbedendo agli ordini, tutto qui – replicò distrattamente trafficando con siringhe, pinze e quant'altro.

Improvvisamente, Erika ricordò le parole di Yuniko “l'ho scoperto in un Dossier di Nemy” – Hey, Nova... sai per caso dov'è Nemy-chan? Ho saputo che è tornata qualche ora fa in condizioni piuttosto pietose, quindi presumo l'abbia rimessa in sesto tu stesso... o sbaglio? – domandò con aria vagamente preoccupata.

Nova, senza smettere di trafficare fra gli arnesi, bofonchiò distrattamente un – Sala del Trono – indicando l'uscita dall'infermeria: Erika senza esitazione si rivestì per poi dirigersi alla porta, fermandosi sull'uscio mormorando un – … grazie di tutto, Nova. Ci vediamo – per poi andare alla ricerca di Nemy in modo da ottenere ottenere le dovute risposte alle sue domande.

*

Il gruppo si fermò dopo qualche minuto di cammino, non appena superarono la collina ritrovandosi faccia a faccia con una visione che suscitò in loro sentimenti contrastanti.

Da un lato tutti intuirono, senza eccezioni, che ciò che vedevano davanti a loro altro non era che l'immenso teatro in cui si sarebbe ambientata la battaglia più difficile mai affrontata, e ciò provocava loro una comprensibile sensazione di ansia e nervosismo, del tipo che stringono lo stomaco come in una tenaglia... eppure, nonostante ciò, non poterono fare a meno di sgranare gli occhi meravigliati alla vista delle colossali e scintillanti mura del castello che si ergevano davanti ai loro occhi, snodandosi per almeno 75 metri su una superficie approssimativa di oltre 5500 metri quadrati articolati su 4 piani disposti in un perfetto esagono, ognuno dei quali culminava in una torre gemella alta all'incirca 100 metri.

Ma non era questo che più meravigliava i ragazzi, e nemmeno gli incredibili tetti adornati da alte guglie blu zaffiro: ciò che più interdì il gruppo fu l'abbagliante e cristallino bianco che ricopriva le mura e che pareva emanare luce propria.

Kurai deglutì, avvertendo improvvisamente la sua piccolezza, quanto fosse solo un insignificante granello di sabbia nell'immenso universo, e iniziando a nutrire per un momento dubbi sulle sue possibilità di riuscita nell'operazione.

Fortunatamente, una debole voce al suo orecchio lo riportò alla realtà – Kurai-san... grazie per avermi portata fin qui, ma ora sto bene... – disse Yuniko, ancora frastornata.

Con un sussulto, Kurai tornò a concentrarsi sulla realtà ed esclamò un – A-ah! Certamente, Lily-chan! – abbassandosi per farla scendere, permettendole di raggiungere Yukiko e Mirai, le quali si erano già messe all'opera per discutere un piano d'azione.

Tuttavia, quella dolorosa sensazione d'inferiorità non riusciva ad abbandonarlo... ed evidentemente la cosa si ripercuoteva sul suo volto, poiché Kumo e Katie gli si avvicinarono – Kurai-nii... va tutto bene? – domandò preoccupata quest'ultima, scrutandolo con preoccupazione, ottenendo in risposta un poco convinto – Si... non preoccuparti... – a cui Katie non poté credere nemmeno sforzandosi.

Cercò di ribattere e di spingerlo a sfogarsi, ma prima che potesse farlo Kumo gli si avvicinò con uno sbuffo e, a pochi centimetri dal suo volto, colpì Kurai con il dito della mano contro il naso, facendolo sussultare per la fastidiosa sensazione improvvisa – H-hey, Kumo! Ma che diamine ti prend... – protestò, ma lei lo mise a tacere con un colpetto in testa – Cosa succede a me? Dalla faccia che hai sembra tu abbia visto un esercito di fantasmi! Che cazzo hai?! Non è certo l'atteggiamento che ci si aspetterebbe da un Boss in vista dell'assalto al covo dei nemici della sua Famiglia! – esclamò con espressione decisa.

Kurai sgranò gli occhi, sorpreso, per poi darsi un'occhiata attorno: ad esclusione di Mirai, Yuniko e Yukiko, ancora concentrate a discutere della strategia, tutti quanti lo stavano guardando con preoccupazione.

Stringendo i pugni, e maledicendosi ancora una volta per la sua inettitudine, Kurai si sforzò di liquidare i pensieri negativi – No... non è nulla, davvero... sono solo rimasto molto colpito dal castello, tutto qui. Ciò che veramente mi preoccupa, in realtà, sono proprio le colossali dimensioni: non sarebbe strano pensare che una volta all'interno potremo ritrovarci ad affrontare oltre un migliaio di nemici... dopotutto quelle mura sono abbastanza ampie da poter racchiudere al loro interno una vera e propria città! Ecco, forse non è più una buona idea quella di attaccare separatamente da più direzioni e poi riunirci dall'interno... risulteremmo in pericolo mortale se attaccati di sorpresa mentre cerchiamo di raggiungere il punto previsto per rincontrarci! – esclamò guardando Kumo dritta negli occhi, che replicò mormorando – Mh... dubbi piuttosto sensati... ma se dobbiamo agire tramite un'operazione stealth conviene farlo infiltrandoci singolarmente in modo da dare il meno possibile nell'occhio, giusto? – portandosi una mano fra i capelli, incapace di trovare una soluzione al problema.

Inaspettatamente, fu Katie a spezzare quel circolo vizioso a cui la coppia non era in grado di porre rimedio – Ehm... Kurai-nii, Kumo-san... non converrebbe allora attaccare frontalmente? E' più probabile che non si aspettino un assalto frontale, e a quel punto saremmo liberi di muoverci almeno in coppia, sfruttando l'effetto a sorpresa, ed iniziando a mietere quanti più ostacoli mentre ci dirigiamo al luogo prestabilito! Ogni volta che dovevo portare a termine un assassinio di massa assieme ad altri sicari facevo sempre così, e ha sempre funzionato! Oh... – si bloccò improvvisamente, sgranando gli occhi con aria angosciata e portandosi le mani alla testa – No, io... che sto dicendo!? Quand'è che avrei fatto queste cose?! Tutto questo... tutto questo non ha senso! Io non sono un'assassina! O forse... o forse sì...? – le pupille le si dilatarono dalla paura, mentre vari spezzoni del suo passato intrisi di sangue le sfilavano davanti agli occhi come fossero delle diapositive – Io... quelle immagini...! Ero... ero io ad averle...? Chi... chi sono io in realtà? – mugolò, sull'orlo delle lacrime, avvertendo le urla delle sue vittime echeggiarle nelle orecchie.

Poi, inaspettatamente, avvertì la calda sensazione di un abbraccio: spalancò gli occhi stupita mentre Kurai la stringeva dolcemente a sé – ... tu sei Katie Rokudo, la mia sorellina. Non m'importa cos'è successo in passato, né tanto meno voglio saperlo, semplicemente perché è passato. Katie-nee, tu sei un essere umano, e gli esseri umani sbagliano... spesso – le sussurrò all'orecchio destro, separandosi da lei e scompigliandole i capelli con fare fraterno – Tu sei tu, Katie. Non è un errore a delineare chi sei: questo compito spetta alle tue scelte, alle decisioni che prendi con consapevolezza... e tu, cos'hai intenzione di fare? – le domandò con aria improvvisamente seria.

Katie rimase a guardarlo in silenzio per qualche secondo, stupita... poi, di colpo, le lacrime presero a rigarle le guance, e la risposta le venne spontanea – Io... io voglio lottare per un futuro dove tutti noi potremo ancora ridere e scherzare insieme, gustando un gelato mentre ammiriamo i mille colori dei fuochi artificiali... in altre parole, un mondo di pace. Può sembrare banale, lo so, però... – asciugò le lacrime con la manica, sfoderando una rinnovata determinazione – … è questa la mia scelta! E' questo il desiderio che ho deciso di realizzare! – esclamò decisa, sorridendo al fratello che ricambiò accarezzandole la testa.

Non riuscendo a non sorridere a sua volta, Kumo riportò l'attenzione dei due sugli eventi correnti – Tornando a noi... Katie-san, hai detto che in situazioni simili tu e i tuoi compagni attaccavate frontalmente tramite un assalto diretto e a sorpresa, giusto? Ma non hai pensato al fatto che nessuno di noi qui è in grado di gestire un tipo di assalto simile? Non fraintendere, non dico che la tua sia necessariamente una brutta idea – disse Kumo, anticipando l'obiezione di Katie – ma non hai pensato al fatto che qui probabilmente sei l'unica ad aver ricevuto una sorta di addestramento da sicaria? Finché si tratta di combattere posso farlo, ma non avrei la minima idea di come sarebbe meglio muoversi all'interno di un luogo sconosciuto! Sarei carne da macello nelle mani dei nostri nemici! –spiegò con decisione ma senza quell'atteggiamento scontroso che la vecchia Kumo usava come “maschera” e che la contraddistingueva: al contrario, a dispetto delle apparenze trasmetteva una sensazione di gentilezza.

Riflettendo qualche istante su quelle parole, Katie non poté esimersi dal ritrovarsi d'accordo con lei – E allora come ci conviene agire? – domandò dubbiosa, ma prima che Kumo o Kurai potessero rispondere la voce di Mirai intervenne nel discorso – … semplicemente, dato che il tempo stringe, c'introdurremo nel castello tramite un attacco frontale a frammentazione, che ci consentirà di sparpagliarci non solo su più punti del castello ma perfino su piani diversi! In questo modo la confusione generata dovrebbe causare parecchi disordini interni, che noi fomenteremo causando caos e danneggiando la struttura mentre ci dirigiamo al luogo prestabilito, dove ci riuniremo e assalteremo in massa i cancelli aprendoli ai nostri alleati e dando così il via all'invasione. Se siamo fortunati, il casino generatosi distrarrà gli Insyder impedendo loro di lanciare le testate nucleari... che sono previsti fra meno di mezz'ora – disse con naturalezza, mentre si avvicinava a loro – Questa è l'idea che ha avuto Yuki-san, e devo dire che mi sembra la migliore! Per quanto riguarda il come superare quello... – ed indicò con lo sguardo il baratro che li separava dal castello – … ho calcolato che sarà sufficiente l'accelerazione data da tre portali creati dall'Hell Gear di Kuro-kun: se ho stimato correttamente la distanza rapportandola al nostro peso sommato dovrebbe risultare una potenza con un'efficienza del 110%, che ci fornirà quindi un 10% di slancio in più che fungerà come sicurezza nel caso trovassimo vento contrario durante il lancio che ci rallenterebbe. Lily-chan sarà l'unica invece ad arrivare lì in volo indipendentemente, ed avrà anche il compito all'apice della nostra traiettoria di colpire con forza il mezzo frammentandolo in tante differenti direzioni che piomberanno come una pioggia di ferro sulle mura della fortezza. Ogni capsula conterrà due persone, e Vittorie si è offerta per accompagnare Lily-chan. Ecco, questo è il piano completo – spiegò con un largo sorriso soddisfatto, senza notare le espressioni incredule e sconvolte dei tre presenti, i quali pensarono all'unisono quanto potessero fare spavento l'apparente perfezione (nonostante le evidenti falle) di un piano d'azione partorito da tre menti geniali come le loro.

Una volta deciso il da farsi, la realizzazione del veicolo risultò quasi una passeggiata: seguendo le indicazioni di Lily, la quale si era impegnata ad abbozzare un progetto adatto allo scopo in meno di un quarto d'ora, Yukiko sfruttò il Rea per forgiare tutto il metallo presente nell'area in tante rudimentali capsule biposto unite fra loro in un unico mezzo, tenute insieme da un legame molto fragile ma perfetto per la realizzazione del piano, Kuro ed il suo Hell Gear posizionarono tre portali uno di fronte all'altro formando un corridoio d'accelerazione che culminava in una rampa di lancio forgiata dalla stessa Yukiko e posizionata esattamente dove indicato dai rigorosi calcoli effettuati da Mirai: dopodiché, non restò altro da fare se non disporsi in coppie o trii, questa volta differenti rispetto alla precedente spedizione in modo da sorprendere ancora di più gli Insyder in caso di necessità sfoderando delle sincronizzazioni mai visti prima.

All'immediata destra sedevano Haruo e Rajiv, il quale aveva insistito nonostante Yukiko avesse tentato invano di convincerlo che per Haruo sarebbe stato un suicidio il lanciarsi all'attacco senza disporre di un Hell Gear a cui sincronizzarsii in caso di necessità, e subito dietro di loro vi era il trio Kyle, Kuro ed Ame, incaricato di far breccia nelle pareti interne del castello in modo da creare il più disordine possibile, e nella capsula alla destra di quest'ultima c'erano Kumo, Marsh e Yukiko, precedute da Mirai, Kurai e Katie, disposti nella capsula in prima fila.

Non appena anche l'ultima persona si fu seduta, Yukiko si apprestò a chiudere il portello, ma non prima di aver ricordato il da farsi a Yuniko – Lily-chan, ricapitolando: appena avrai attivato il tuo Hell Gear, afferrerai Vittorie e colpirai la capsula nel punto segnato dalla X con un potente Air Impact, che ci darà lo slancio necessario a raggiungere i portali... il resto verrà da sé, se Mirai-san non ha sbagliato i calcoli la forte accelerazione unita all'urto romperà a mezz'aria i legami, disperdendo le capsule che piomberanno in diversi punti. Tutto chiaro? – domandò con aria seria, ricevendo un vivace – Sissignora, signora! – di Yuniko mentre eseguiva la parodia di un saluto militare.

Con un sorriso, Yukiko esclamò – E allora... via alle operazioni! – chiudendo lo sportello, contemporaneamente all'attivazione dell'Aeolus di Yuniko: Vittorie abbracciò forte la ragazza da dietro, aggrappandosi in modo da non cadere, mentre lei partiva a velocità elevatissima urlando – Francesco-san, ti prometto che realizzerò il desiderio che mi confidasti prima di partire per la missione... – e caricava la fiamma Tifone nel palmo della mano destra – … donerò un futuro di pace a tutto il mondo! AIR IMPACT! – l'urlò echeggiò in tutta la zona, mentre colpiva l'area designata ed una potentissima onda d'urto spostava di diversi metri e a gran velocità la capsula, che entrò come previsto nei portali raggiungendo immediatamente una velocità di oltre 500 km/h nel momento in cui spiccò il volo attraverso la rampa, seguita da Yuniko stessa la quale si lanciò ad una velocità analoga verso un'enorme vetrata del secondo piano sfondandola e disattivando immediatamente l'Hell Gear una volta atterrata, iniziando subito a correre all'interno con Vittorie al seguito.

Come previsto da Mirai, invece, il veicolo nel punto più alto del lancio si frantumò separandosi nelle tante piccole capsule, che precipitarono come in una pioggia d'acciaio sfondando mura e vetrate in tanti punti (e piani) differenti.

Tutto sembrava essere andato per il meglio, eppure avvenne qualcosa che impedì loro di esultare per la corretta riuscita del piano.

– Uscite fuori con le mani in alto! Non opponete resistenza o verrete eliminati seduta stante! – esclamò una voce autoritaria da un megafono, seguita da decine di inconfondibili clangori metallici di armi da fuoco caricate.

Mirai aveva commesso un errore di valutazione: non conoscendo la planimetria del castello erano piombati dentro il Dormitorio Est degli Insyder.

   
 
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