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Autore: LatersBaby_Mery    02/11/2015    13 recensioni
Dopo aver letto numerose volte gli ultimi capitoli di “Cinquanta sfumature di Rosso” ho provato ad immaginare: se dopo la notizia della gravidanza fosse Christian e non Ana a finire in ospedale? Se in qualche modo fosse proprio il loro Puntino a “salvarlo”?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 41 

Novembre 2013

POV ANASTASIA
 
Cavolo, sono in super ritardo! Ho un mal di testa immenso, quella riunione non finiva più.. ma posso dire che ne è valsa la pena: dopo oltre tre ore siamo riusciti a trovare un accordo per i romanzi del primo trimestre del nuovo anno.
Afferro velocemente la giacca e la ventiquattrore e mi dirigo a passo svelto verso l’uscita della GIP, dove, come al solito, trovo ad aspettarmi Sawyer, che non appena mi vede, mi apre la portiera e mi fa entrare in macchina, partendo pochi secondi dopo.
Guardo l’orologio: le sette. Diamine, non sono mai tornata a casa così tardi da quando è nato Teddy. Non mi preoccupo più di tanto perché so che con Gail è in ottime mani, ma non voglio stare tutto questo tempo lontano da lui. Sono le sette e venti quando finalmente Sawyer entra nel vialetto della villa per poi fermarsi davanti agli scalini antistanti la porta d’ingresso. Scendo al volo e afferro le chiavi di casa dalla borsa, le infilo nella toppa e in un attimo una calda atmosfera di casa mi avvolge.
“Sono a casa!!” urlo, posando la ventiquattrore all’ingresso e sfilandomi la giacca.
Corro in cucina, Teddy è nel seggiolone e Christian gli sta dando la pappa.
“Buonasera!!” esclamo.
“Buonasera Mrs Grey” mi saluta cordialmente Gail.
Il mio cucciolo mi sorride, mentre suo padre non mi degna di uno sguardo, continuando a fissare il piattino che tiene appoggiato sul seggiolone. Perfetto, è arrabbiato con me.
Mi avvicino e lascio un bacio sulla testolina ramata del mio piccolo, annusando il suo dolce profumo.
“Sai che ora è?” sbotta Christian. Avrei dovuto aspettarmelo.
Guardo l’orologio, come se non lo sapessi. “Le sette e mezza” rispondo con tutta la calma del mondo.
Christian si acciglia. “E ti sembra normale tornare a quest’ora?” domanda infastidito.
“C’è stata una riunione che è durata più del previsto” spiego, sperando che mi capisca.
“E non ti sei preoccupata di tuo figlio a casa..?”
Okei, devo prepararmi ad uno scontro alla Christian Grey. Non c’è niente di peggio di mio marito quando si impunta su qualcosa.
“Sapevo che era con Gail, mi fido ciecamente di lei..”
“Quindi oggi alle sette e mezza, e domani magari alle nove, tanto c’è Gail..” sputa dispettoso.
Oddio, perché deve sempre rendere le cose più complicate di quello che sono?
“Ma cosa dici, Christian? Non era mai capitato prima d’ora, semplicemente abbiamo avuto molto di cui discutere e non ci siamo resi conto dell’orario..” mi giustifico.
“Due ore, Anastasia!!” esclama “Due ore di ritardo e non te ne sei accorta??”
Mi passo una mano tra i capelli, frustrata. Comincio ad averne abbastanza di questa discussione assolutamente inutile. Penso possa capitare a tutti di fare tardi, ma ovviamente Mr Maniaco del Controllo non può tollerare contrattempi.
Chiedo gentilmente a Gail di dare la frutta a Teddy. Non voglio darla vinta a mio marito, ma non voglio neanche discutere davanti a nostro figlio.
Trascino Christian in salone e mi piazzo davanti a lui.
“Si può sapere qual è il problema??” sbraito, alterata.
“Il fatto che tu non ti renda conto del problema, è un problema..”
“Oddio Christian!” urlo, esasperata “stai facendo sembrare due ore di ritardo una questione di vita o di morte”
“Innanzitutto non urlare” mi ammonisce, come se avessi cinque anni.
“Non urlare? Perché, hai solo tu la licenza per incavolarti?” domando in tono di sfida.
Non mi piace affatto litigare con lui, ma non mi va di far cadere la questione solo per zittirlo. Voglio che capisca che non sono una bambina e che non avrei fatto così tardi se non fossi stata costretta.  
“Non ti ho mai proibito di andare a lavorare, ma non riesco ad accettare questa cosa..”
Proibire? Ma chi crede di essere? Il mio padrone?
Incrocio le braccia sotto al seno e faccio un passo fino a ritrovarmi a pochi centimetri da lui. Lo guardo negli occhi cercando di non lasciar trasparire il dispiacere che mi attanaglia il cuore.
“Punto primo: non sei tu a proibirmi di fare qualcosa, sono una cittadina libera io” dico con calma. Lui non distoglie lo sguardo dal mio, ma non risponde.
Uno a zero, Grey.
“Secondo” proseguo “Cos’è che non riesci ad accettare?”
“Questa cosa che.. che il lavoro a volte ti risucchia.. sono vari giorni che ci sei e non ci sei..”
Alt! Ditemi che sta scherzando. Per un paio di volte che ho dedicato un po’ di tempo in più al lavoro lui si infastidisce?
“Ma ti ascolti quando parli?” sbraito, gesticolando vistosamente “E’ capitato forse due volte che abbia fatto un po’ tardi, e se l’ho fatto è stato per cause di forza maggiore.. Non è sempre liscio come l’olio essere il capo di un’azienda, ma questo per te è inconcepibile, vero? Sei solo tu che lavori.. gli altri giocano..” so perfettamente di essere antipatica e un po’ stronza, ma davvero non riesco a tollerare quando mi parla così, come se il mio lavoro fosse meno importante del suo.
“Non ho detto questo.. è solo che.. a volte ho paura che il lavoro venga prima di me e di Teddy..” dice a bassa voce, consapevole di avere appena detto un’assurdità.
Lascio cadere le braccia lungo i fianchi. Non riesco a dire nulla. Mi sento ferita e delusa. Come può pensare che il lavoro possa venire prima di lui e di nostro figlio, che sono tutta la mia vita?
Sento le lacrime pungermi gli occhi, ma non posso dargli la soddisfazione di avermi colpita nel mio punto debole.
“Guarda.. preferisco non risponderti..” dico scuotendo la testa. Dopodiché mi volto e torno in cucina.
“Mamma” mi chiama il mio piccolo mentre mi avvicino al seggiolone.
“Amore mio” lo prendo in braccio e mi ritrovo subito le sue manine tra i capelli “Hai mangiato tutto tutto??”
Lui annuisce vigorosamente e sorride. Lo bacio forte su una guancia mentre vedo Christian varcare la soglia della cucina. Ha sul volto un’espressione dispiaciuta, e mentirei se dicessi che non mi si stringe il cuore nel vederlo così, ma spero gli servirà a capire che anche il suo atteggiamento a volte mi fa star male.
Durante la cena l’atmosfera è pesante, ridiamo solo con Teddy, parliamo a monosillabi e non ci guardiamo mai negli occhi. Christian non dice nulla sulla discussione di prima, ed io non ho alcuna intenzione di farlo.
Non appena finiamo di mangiare, mi alzo da tavola con i piatti in mano e mi dirigo alla pattumiera per ripulirli dalle briciole e infilarli poi in lavastoviglie.
Non mi accorgo neanche che Christian si è alzato fin quando non sento le sue mani circondarmi la vita. Mi blocco all’istante, senza sapere come muovermi. La mano di Christian sale dal fianco alla pancia e mi attira con la schiena contro il suo petto. Il mio corpo non è indifferente a quella vicinanza, e sento le gambe cominciare a tremare.
“Scusami” mormora con la bocca accanto al mio orecchio.
Sento il basso ventre fremere e i brividi attraversarmi la schiena mentre le labbra di Christian si fanno strada lungo il mio collo. So benissimo cosa sta cercando di fare, e devo ricorrere a tutto il mio autocontrollo per sottrarmi. Deve finire questa storia che ogni litigata si risolve sempre con il sesso. Non può averla sempre vinta lui.
“Christian.. No!” protesto scostandomi da lui.
Mi guarda confuso e frustrato. Evidentemente sperava di risolvere la questione come al solito, ma il mio rifiuto lo ha spiazzato.
“Ti ho chiesto scusa..” mormora, non sapendo come comportarsi.
Lo so che è sincero, che è realmente dispiaciuto, ma il problema di fondo non sta nella discussione di oggi, ma nel fatto che qualsiasi sciocchezza si trasforma in una questione di Stato, ed io non voglio vivere sempre con l’ansia di sbagliare.
“Lo sai qual è il problema, Christian?” domando, poi proseguo, senza attendere la sua risposta “Il problema è che io davvero non ce la faccio a vivere costantemente con il timore che alla minima disattenzione tu dai di matto.. io mi sento sempre sotto esame, perché so che appena faccio qualcosa che esula minimamente dal tuo controllo, tu ti arrabbi e non vuoi sentire ragioni.. è come dici tu e basta.. io mi sento continuamente giudicata..”
Il suo sguardo ferito mi fa capire che un pugno nello stomaco gli avrebbe fatto meno male.
“Davvero ti senti così?” chiede a bassa voce, come se facesse fatica a crederci.
“Non sempre.. però ecco io oggi in fondo sapevo che avresti fatto qualche scenata, perché è sempre così quando le cose non sono come vuoi tu..” spiego. Dopodiché torno da nostro figlio che sta sbadigliando da un quarto d’ora e lo prendo in braccio.
“Io.. lo porto a dormire, ha troppo sonno” dico uscendo dalla cucina.
Davvero non ce la faccio a sostenere lo sguardo di Christian. Sono combattuta tra l’orgoglio e la voglia di buttargli le braccia al collo.
Salgo in cameretta e metto Teddy nella culla, lo copro bene con il piumino e accendo la lucina azzurra appesa al muro. Lo osservo mentre ammira affascinato le apine che girano sulla giostrina sopra la culla.
“Che devo fare? Sono stata un po’ cattiva con papà secondo te?” chiedo più a me stessa che a lui, accarezzandogli il pancino.
Mio figlio sgambetta e sorride. Amore della mamma.
Lo accarezzo e canticchio sottovoce finchè non si addormenta, poi mi reco in camera da letto e vado a fare una doccia. Christian non è ancora salito, ma io preferisco restare qui, non voglio mettergli pressione, credo di aver già detto abbastanza.
Ecco cos’è che odio quando discutiamo: ogni volta, a prescindere da chi abbia torto o ragione, finisco sempre per dire qualcosa che non devo, e poi mi sento in colpa.
Mi infilo a letto e tiro le coperte fino al collo, accoccolandomi al cuscino. Vorrei sapere per quale motivo Christian non è ancora salito, se perché è nel suo studio a lavorare, o.. o forse ce l’ha troppo con me. Dio, perché ogni volta dev’essere così complicato? Non possiamo discutere e poi chiarirci senza tutti questi problemi? Ovviamente no.
Perché mio marito conosce solo il sesso come metodo di riappacificazione, e la volta successiva stiamo punto a capo.
Chiudo gli occhi non appena sento i passi di Christian sulle scale, entra in cameretta di Teddy e ne esce un paio di minuti dopo. Mi volto verso la porta e fingo di dormire quando arriva in camera nostra, ma riesco a captare ogni suo movimento: si sfila orologio e fede e li appoggia sul cassettone, poi estrae il pigiama dal cassetto e si dirige in bagno.
Sento per diversi minuti l’acqua che ad intermittenza scorre e poi si ferma, poi Christian esce dal bagno, ma io non mi muovo dalla mia posizione.
Christian fa il giro del letto, e dopo aver spento l’abat-jour scosta le coperte, facendole muovere leggermente anche dalla mia parte, e poi sento il materasso incurvarsi sotto il suo peso. Anche se gli volgo le spalle, avverto il calore della sua vicinanza, e apro gli occhi, sapendo che non può vedermi, aspettandomi che mi volga le spalle a sua volta e si addormenti.
Richiudo gli occhi e mi irrigidisco non appena mi accorgo che si sta avvicinando. Appoggia il gomito sul mio cuscino ed esita un istante prima di accarezzarmi i capelli, scostandomeli dall’orecchio. Si china su di me e mi lascia un dolce bacio sulla tempia.
“Scusami” sussurra poi “Hai ragione.. spesso non mi rendo conto di avere delle reazioni esagerate” continua ad accarezzarmi i capelli con dolcezza “Prometto che proverò a migliorare”.
Non so se stia parlando perché ha capito che sono sveglia, o perché semplicemente ne sente il bisogno. So solo che quella voce pentita e quelle parole così semplici e così sincere mi hanno fatto tremare il cuore.
Mi bacia ancora una volta la tempia dolcemente, e poi si stende di schiena.
Decido di non aspettare più neanche un secondo. Mi volto verso di lui e mi accoccolo immediatamente al suo petto, il suo braccio mi cinge subito le spalle.
“Hey, ma allora eri sveglia?” domanda sorpreso.
Annuisco senza dire nulla. Christian si allunga per accendere la luce sul comodino, poi si mette a sedere, ed io faccio altrettanto.
“Ana” mormora prendendomi le mani “Perdonami, davvero.. ho esagerato..”
“Amore” lo interrompo “Anche io ho un po’ esagerato..”
“Aspetta, fammi finire” mi riprende “Mi dispiace di essermi alterato in quel modo per una cosa così idiota.. avevi ragione tu, a volte penso solo a me stesso e vedo le cose solo dalla mia prospettiva..” fa una pausa, portandosi le mie mani alle labbra e baciandole. “Io non voglio che tu ti senta oppressa da me e dalla mia mania del controllo.. giuro su tutto ciò che ho di più caro che farò il possibile per migliorare.. ma ti prego non sentirti così.. per me sei.. sei perfetta.. Solo che..” prende un lungo respiro prima di proseguire “Solo che a volte odio il tuo lavoro in quei periodi in cui assorbe tutte le tue energie.. non posso farci nulla, tu sei mia e non mi va proprio giù di condividerti con qualcuno che non sia nostro figlio..”
Sento una lacrima inumidirmi la guancia mentre i miei occhi azzurri si perdono nell’argento fuso di quelli di mio marito. È così timido ed estremamente dolce quando esterna i suoi sentimenti, anche quei pensieri che vorrebbe tenere per sé. E alla fine scopro sempre che dietro le sue scenate c’è alla base una qualche paura di perdermi.
Gli prendo il viso tra le mani e lo bacio teneramente sulle labbra.
“L’hai detto, amore, sono tua.. quindi rassegnati che niente e nessuno saranno mai più importanti di te e di nostro figlio.. è chiaro??”
Christian sorride e annuisce. Attiro le sue labbra verso le mie e lo bacio di nuovo.
“Ti amo tanto” sussurra sfiorandomi gli zigomi con i pollici.
“Ti amo tantissimo anche io” replico appoggiando la fronte sulla sua.
“Non litighiamo più, ti prego..” mi supplica.
“Sai che non sarà così.. l’amore non è bello se non è litigarello”
“Davvero?” chiede inarcando un sopracciglio.
Annuisco. Poi la mia mano raggiunge l’orlo della sua maglietta e si intrufola sotto.
“Anche perché poi dopo c’è un bellissimo modo per fare pace..” mormoro salendo a sfiorargli il petto.
“Avevi detto che non.. non volevi..” mi ricorda, rabbuiandosi.
“No, ho detto che non volevo chiarire con il sesso.. volevo parlare, volevo che tu capissi, e l’hai fatto..”
Christian mi sorride non appena appoggio il palmo della mano sul suo cuore, e appoggia la mano sulla mia da sopra la maglietta. Piano piano se la sfila e poi mi fa stendere di schiena, portandosi su di me e cominciando a baciarmi ovunque.
E sanciamo la nostra pace nel modo più passionale, dolce e intimo del mondo.
 
 
La mattina successiva quando apro gli occhi incontro subito quelli di Christian, che mi osserva con il gomito puntato sul cuscino e la testa appoggiata sulla mano.
“Buongiorno” dice sorridendomi.
“Buongiorno” rispondo ricambiando il sorriso e stringendomi di più nel cuscino.
Christian si china su di me e mi bacia dolcemente le labbra. “Sei dolcissima quando fai la bimba” dice accarezzandomi i capelli.
Lo tiro sotto le coperte, più vicino a me, e mi accoccolo a lui, strofinando il naso contro il suo petto.
“Ecco cos’amo del sabato, il fatto che possiamo restare nel lettone a farci le coccole..” mugugno, beandomi del calore del suo abbraccio.
“Hai ragione, piccola” mi dà un bacio tra i capelli.
Sollevo il viso fino a far combaciare le nostre labbra, che si sfiorano con dolcezza. Porto una mano tra i suoi capelli e glieli scompiglio leggermente, so che lo adora. Non mi staccherei mai dalle sue braccia, mi sento così protetta, amata, calda. Il suo profumo e la morbidezza delle sue labbra mi mandano letteralmente in estasi, facendomi sentire pienamente rilassata, e perdutamente innamorata di lui.
Ci scambiamo baci e carezze fino a quando una vocina dal baby-monitor non mi invoca.
“Aspetta piccola, vado io..” mi rassicura Christian alzandosi.
“Allora io vado a preparargli il latte.. avrà sicuramente fame..”
Mi alzo anche io e scendo in cucina, mentre mio marito si dirige in cameretta.
Preparo il lattuccio per il mio piccolo e, già che ci sono, anche il caffè per Christian. Verso il primo nel biberon, il secondo in una tazzina, e salgo in camera da letto. Mio marito è seduto con la schiena appoggiata ai cuscini e Teddy è in piedi tra le sue gambe, in modo che il suo piccolo viso sia all’altezza di quello del suo papà. Christian gli cinge la vita con le mani, e Teddy avvolge le piccole braccia intorno al suo collo, accostando la guancia alla sua.
È un bambino molto molto affettuoso, cerca sempre il contatto fisico con le persone a cui vuole bene. Gli piace essere abbracciato, riempito di baci, coccolato, gli piace addormentarsi mentre qualcuno gli accarezza i capelli o la schiena. È così tenero, ed io lo amo da morire ogni giorno di più.
“Buongiornoo!!” esclamo appoggiando il biberon e la tazzina sul comodino. “Chi viene da mamma??”
Teddy ride e si dimena dalle braccia di Christian per camminare verso di me. Arriva al bordo del materasso ed io lo prendo in braccio. “Ma quanto è bello l’amore della mamma” farfuglio con le labbra contro la sua guancia. Gli schiocco diversi baci, facendolo ridere, e poi mi siedo sul letto accanto a Christian.
“Hey hey, basta eh.. la mamma è mia!” Christian si finge arrabbiato e mi cinge le spalle con un braccio, attirandomi a sé.
“Nooo.. mia!” protesta Teddy spingendo via il braccio di Christian e avvolgendomi il collo con le sue.
Che ci posso fare se mi fa impazzire ogni volta in cui rivendica il suo possesso su di me.
“Sono di tutt’e due..” cerco di mettere pace. Attiro Christian verso il mio petto e gli accarezzo i capelli, mentre con l’altra mano stringo Teddy. Bacio entrambi sulla fronte sentendomi sommersa d’amore.
Teddy ride, e il suo sguardo si illumina ancora di più non appena scorge il biberon sul comodino.
“Tatte..” sussurra indicando la sua colazione.
“Sì amore” dico allungandomi per prendere prima il biberon, che mio figlio mantiene con molta, moltissima attenzione, e poi la tazzina di Christian.
“Uh, il caffè a letto??” domanda, piacevolmente stupito “Se non ti avessi già sposato, lo farei subito” dice baciandomi sulle labbra.
Mentre mio marito beve il suo caffè, prendo Teddy tra le braccia e gli do il suo latte. Lui ciuccia tranquillo e di tanto in tanto mi fissa con quegli occhioni blu che mi mandano completamente fuori di testa. Non ho mai amato tanto il colore dei miei occhi finchè non l’ho visto in quelli di mio figlio. Due squarci di mare e di cielo. Quando fuori è cattivo tempo si scuriscono, diventando quasi grigi, e allora vedo gli occhi di suo padre, con tutto il loro carico di amore e tenerezza.
Trascorriamo la giornata come piace a noi, tra coccole, giochi e tanto amore. Il sabato ci piace molto fare lunghe passeggiate per i negozi o nei parchi, l’importante è stare insieme e pensare solo a noi, alla nostra famiglia, rimandando tutto il resto a lunedì. Si comincia a respirare già l’aria natalizia, nonostante sia solo il nove novembre. Per le strade e nei negozi si cominciano già ad allestire luci e addobbi, ed io non vedo l’ora di farlo a casa nostra.
L’anno scorso Teddy aveva solo sette mesi a Natale, quest’anno ha già un anno e mezzo e sono sicura che si divertirà tantissimo.


Non appena rientriamo a casa, dopo il pranzo nel nostro ristorante preferito e la visita all’acquario, dove Teddy non voleva staccarsi dalle vasche con i delfini, ricevo un messaggio da Kate.
Stasera tu, Christian e il cucciolo siete a cena da noi. È importante. Un bacio. Kate
Importante? Cosa sarà mai successo?? Non ha neanche chiesto se avessimo degli impegni, l’invito è categorico, e quando è così c’è sempre sotto qualcosa di importante. Spero non ci siano problemi con la gravidanza.. no, idiota, altrimenti non ci avrebbe invitati a cena.
Trascorro il resto del pomeriggio a pensare a diversi possibili motivi per quell’invito, e non vedo l’ora che arrivi il momento di andare da Kate ed Elliot per saperlo.
Metto a Teddy un jeans con una camicia a righine e un maglioncino leggero. Con le Nike nuove e i capelli pettinati all’insù sembra proprio un ometto. Mi sa che da grande, ahimè, farà strage di cuori.
Ci infiliamo in macchina e alle 20 arriviamo sotto casa di Kate ed Elliot. Ad aprirci è il mio cognatino, che a stento ci saluta prima di fiondarsi sul suo nipotino.
“Campione!” esclama prendendolo in braccio “Mamma mia pochi giorni che non ti vedo e sembri cresciuto tantissimo” osserva. “Bacino allo zio..” dice sporgendo la guancia.
Teddy lo accontenta subito e poi appoggia la testa sulla sua spalla. Elliot sorride e lo stringe a sé. È davvero bello il legame che c’è tra loro, Elliot è un padrino eccezionale, si vede che vuole un bene dell’anima a suo nipote, e mio figlio ricambia in pieno, adora giocare con lui e farsi coccolare.
Ci dirigiamo in cucina, dove la mia amica è alle prese con un paio di padelle sui fornelli. Devo ammettere che da quando si è sposata è diventata brava a cucinare.
“Buonasera!!” esclama baciando me e Christian sulle guance e scompigliando i capelli di Teddy che non ha alcuna intenzione di staccarsi dal suo zietto.
“Hai fatto vedere a tuo fratello la novità??” chiede Kate a suo marito.
“Che novità??” s’intromette Christian.
“Ieri è tornato a casa tutto euforico, e indovina perché?? Si era comprato un videogioco!! Vi rendete conto, alla sua età..”
“Heey!! Vuoi dire che sono vecchio?” Elliot si finge indignato “I videogiochi non hanno età..”
“E’ vero” Christian dà man forte a suo fratello “Anzi, se facessimo una partita??”
Kate ed io ci guardiamo con gli occhi sgranati. Sicuri che sia mio marito, questo?
“Certo, tanto la cena non è ancora pronta” risponde Elliot, poi si rivolge a Teddy “Andiamo piccolo, ci sono cose che le donne non possono capire..”
Gli uomini si avviano in salone, mentre Kate ed io restiamo in cucina.
“Come stai, tesoro??” chiedo abbracciandola.
“Bene, davvero bene!” risponde con un sorriso.
E so che è la verità, da quando ha scoperto di essere incinta, Kate ha sempre lo sguardo luminoso, è sempre serena e anche quando c’è qualche piccolo problema, ha uno spirito diverso nell’affrontarlo.
“E il mio nipotino, o nipotina?” chiedo sfiorandole la pancia. Ancora non sappiamo se è maschio o femmina, ma già lo amiamo e lo aspettiamo con ansia. Sembra ieri che vidi quel test insieme a lei, e invece è già al quinto mese, sta per entrare nel sesto.
“Oh, lui o lei benissimo! Da stamattina scalcia più del solito, forse è felice di sentire i suoi zii e il suo cuginetto..” dice ridacchiando e facendo ridere anche me.
Le do una mano per finire di preparare tutto, e poi portiamo finalmente gli antipasti a tavola.
I nostri mariti sono ancora in piena sindrome di Peter Pan e neanche si accorgono della nostra presenza. Kate ed io ci guardiamo negli occhi e, anche se ci viene da ridere perché forse sono un po’ cresciuti per i videogiochi, da un lato so che stiamo pensando la stessa cosa: che è bellissimo vederli così, insieme, complici, come dovrebbero essere due bambini. Loro forse da piccoli non hanno potuto godere a pieno di questa complicità, ma adesso stanno recuperando.
E forse, un pochino, è anche merito nostro.
 
“Okei, basta, non posso più aspettare, devo dirlo!!” esclama Kate, dondolandosi impaziente sulla sedia.
“Oooh, finalmente!!” sospira Christian.
Abbiamo torturato Elliot e Kate durante tutta la cena per sapere quale sia il motivo di questo invito all’improvviso, ma non c’è stato verso di tirargli fuori nulla. Ora, finalmente, quando siamo arrivati al dolce, la mia amica decide di svelare il mistero.
“Allora, vogliamo dirlo prima a voi e poi al resto della famiglia..” esordisce Elliot, poi stringe la mano di Kate, facendole cenno di parlare.
“Ehm.. dunque.. questa mattina abbiamo fatto l’ecografia e abbiamo scoperto il sesso..” dice Kate con un sorriso raggiante.
“Brutta stronza! Non mi hai detto che avevi l’ecografia!!” esclamo, minacciandola con la forchettina della torta.
“Non sarebbe stata una sorpresa..” si giustifica lei.
“Sì, ma adesso possiamo sapere il responso?” domanda Christian, impaziente di conoscere il sesso del suo nipotino, o nipotina.
Kate guarda Elliot negli occhi per un istante e poi sgancia la bomba. “E’ una femminuccia!!” esclama, mostrando tutta la sua euforia.
“Oddio che bello!!” mi alzo di scatto dalla sedia e la abbraccio. “Una piccola principessa.. oddio sarà bellissima!!” farfuglio, emozionata e felice.
Kate ricambia il mio abbraccio e ride. Mi sento così felice per lei, è così bello vederla piena di gioia ed euforia per quella piccola vita che sta crescendo dentro di lei. Mi stacco dal nostro abbraccio proprio mentre Christian molla una pacca affettuosa sulla spalla di suo fratello, ridendo.
“Avete già pensato al nome?” chiede mio marito.
“Non ancora” risponde Elliot “Abbiamo ancora quattro mesi per decidere”
“Però abbiamo deciso un’altra cosa.. molto importante..” aggiunge Kate.
“Cosa??” chiedo tornando a sedermi.
La mia amica mi prende le mani. “Ecco.. io non ho dimenticato cosa mi hai detto sei mesi fa..”
Faccio mente locale, però non riesco a ricordare nulla di rilevante. Guardo Kate con le sopracciglia aggrottate, e lei viene subito in mio soccorso.
“Quel pomeriggio dopo.. dopo la festa di Teddy, tu mi hai rassicurata dicendo che presto sarei rimasta incinta, che sarebbe stata una femminuccia e che tu le avresti fatto da madrina..”
In un attimo quella scena riappare chiara davanti ai miei occhi, e sorrido.. non mi starà mica dicendo che…
“Ecco, le prime due cose sono successe davvero, ed io vorrei tanto che accadesse anche la terza..” mi stringe più forte le mani “Ti andrebbe di essere la madrina di mia figlia??”
La guardo negli occhi con un sorriso ebete, non riesco davvero a togliermelo dal viso. La mia migliore amica è incinta e vuole che io sia la madrina di sua figlia. È tutto quello che qualunque ragazzina sogna dalla propria migliore amica.
“Hey..” mi richiama Kate “Allora??”
“Ma certo che mi va!!” esclamo alzandomi e abbracciandola di nuovo. “Sarà un onore” le sussurro all’orecchio.
“Non avrei potuto scegliere una madrina migliore di te” mormora Kate stringendomi. E tutti i miei propositi di non commuovermi vanno a farsi benedire. Mi sento così bene che le lacrime scendono da sole.
“Oddio” sussulta Kate sciogliendo l’abbraccio e guardandosi la pancia.
“Che succede??”
“Mi ha tirato due calci assurdi..” risponde Kate ridendo.
Le poso una mano sulla pancia e sorrido non appena sento la mia nipotina muoversi al suo interno. Mancano ancora quattro mesi al suo arrivo, eppure le voglio già un bene immenso.
Torno a sedermi e finalmente mangiamo il dolce che ha preparato Elliot. Quando Kate me l’ha detto non ci potevo credere, invece pare proprio che il mio cognatino ultimamente si sia appassionato alla cucina, credo soprattutto da quando Kate è incinta, perché nei primi tre mesi ha sofferto moltissimo con le nausee, e spesso mi diceva che cucinava Elliot al suo posto.
“Allora, com’è?” chiede, ansioso di sapere la nostra opinione.
Christian gli mostra il pollice all’insù, io biascico un “otto e mezzo!” senza mai smettere di masticare.
“E’ orrenda!” scherza Kate.
“Heey!” Elliot le pizzica delicatamente un fianco “Come osi? Guarda che la prossima volta non preparo più niente..”
“Meglio! Eviti di avvelenarci..” lo punzecchia la mia amica.
“Tanto la tua opinione conta poco.. bisogna vedere lei cosa pensa..” così dicendo Elliot si china sulla pancia di sua moglie “Piccolina, ti piace la torta di papà??”
Kate aspetta qualche secondo e poi sgrana gli occhi. “Mi ha tirato un calcio! Non è possibile che sia già così ruffiana..”
“E cosa vuoi farci, è totalmente affascinata dal suo papà..” afferma Elliot baciando prima la pancia di Kate e poi le sue labbra.
Mi appoggio con la testa sulla spalla di Christian e ridacchio, sentendolo fare altrettanto, mentre osserviamo i due futuri genitori fare progetti sulle eventuali preferenze della loro piccolina.
Sono davvero bellissimi. Kate emana una luce che non le avevo mai visto, ed Elliot da quando sta per diventare padre è incredibilmente dolce e premuroso.
A guardarli fanno quasi venire voglia di fare un altro figlio.
ODDIO! Da dove mi è uscita questa??
Prima che possa rendermi conto dei miei stessi pensieri, una vocina dal divano attira la nostra attenzione. Ci voltiamo subito e sorridiamo al nostro cucciolo che si è appena svegliato. Faccio per alzarmi, ma Christian mi precede. Raggiunge il divano e prende in braccio Teddy, che si strofina gli occhietti e appoggia la testa sulla spalla del suo papà. Quando si sveglia ha sempre bisogno di almeno un quarto d’ora per connettere.
Christian torna a sedersi accanto a noi e se lo stringe forte.
“Piccolo, hai ancora sonno??” mormora dolcemente, accarezzandogli i capelli.
Teddy grugnisce qualcosa, accoccolandosi di più a lui.
Beh, devo ammettere che non è poi così assurda l’idea di volere un altro bambino. Christian ed io abbiamo sempre detto che Teddy non sarebbe stato figlio unico. Ma forse adesso è troppo presto per pensarci? Forse nostro figlio è ancora troppo piccolo? Ha un anno e mezzo in fondo. Il mio sogno sarebbe quello di vedere i miei figli crescere insieme, con due o tre anni di differenza, non sette o otto.
Dio mio, ma perché sto pensando queste cose??
 
Nonostante abbia imposto a me stessa di concentrarmi su altro, quel piccolo tarlo si è insinuato nella mia mente ormai, e durante il tragitto di ritorno non riesco a pensare ad altro. Non è di certo la prima volta che accarezzo l’idea di un secondo figlio, già quando aspettavo Teddy ero sicura che l’avrei fatto, ma forse stasera è stata la prima volta in cui quest’idea non mi è sembrata poi così astratta.
“Amore, tutto okei??” domanda Christian stringendomi la mano.
Mi volto subito verso di lui e gli sorrido. “Certo, sono solo un po’ stanca”
Lui mi rivolge uno sguardo comprensivo e mi stringe più forte la mano.
Quando rientriamo a casa, salgo subito in cameretta a mettere il pigiamino a Teddy, che praticamente barcolla, e poi lo metto nella culla. Lo copro e lo osservo mentre si addormenta, pensando a quanto sia meraviglioso il miracolo della vita. Sembra ieri che era un piccolo fagiolino, nella mia pancia, ed ora ha già un anno e mezzo.
Non appena mi accorgo che il respiro del mio piccolo è diventato regolare, accendo la piccola lucina azzurra e il baby monitor, ma, prima di tornare in camera da letto, sono attratta dal mosaico di foto che è appeso al muro. Ce ne saranno almeno cinquanta, e raffigurano i primi dodici mesi di vita di Teddy. In alcune foto è davvero piccolissimo, sembra incredibile che sia davvero lui, è così cambiato, cresciuto.
Ad un tratto Christian appare sulla soglia “Si è addormentato??” chiede sussurrando.
Annuisco, ma non accenno a muovermi.
Mio marito mi raggiunge. “Cosa guardavi?”
Gli indico il mosaico, lui sorride. “Oddio, è impressionante la differenza tra le foto di un mese e quelle di undici mesi..” osserva.
“Eh già” confermo “E’ cresciuto così tanto”
Non riesco ad essere tranquilla da nessuna parte con questo pensiero che ora ha messo le tende nel mio cervello. Do un veloce bacio sulle labbra a Christian ed esco dalla cameretta. Ho bisogno di una doccia per rilassarmi un po’.
“Hey” mormora seguendomi in camera da letto “C’è qualcosa che non va??”
Impossibile fingere con lui, mi conosce troppo bene.
Decido, però, di negare. “No amore, tranquillo, te l’ho detto, sono stanca..”
Detto questo estraggo un pigiama dal cassetto e la biancheria pulita e vado a fare una doccia.
Non mi è molto d’aiuto, però, non appena chiudo gli occhi per lasciarmi andare al getto d’acqua, mi appaiono davanti agli occhi pancioni e neonati.
Forse dovrei parlare a Christian di questo mio pensiero, ma ho una paura tremenda. Non vorrei farlo andare in panico, o peggio, arrabbiare. Certo, lui non mi ha mai nascosto di volere un secondo figlio, ma ne abbiamo sempre parlato in maniera vaga, astratta, in un futuro non definito. So per certo che lui è un padre stupendo, ma comunque non voglio spaventarlo con un pensiero che potrebbe rivelarsi prematuro, in fondo nostro figlio è piccolo.
Quando esco dal bagno spero che la mia espressione sia più rilassata, ma credo non sia così, perché mio marito mi fissa accigliato.
“Cosa c’è?” domando, fingendomi innocente.
“Veramente dovrei essere io a chiederlo a te..” puntualizza. Ha ragione.
“Amore.. te l’ho detto.. sono..”
“..Sei solo stanca.. okei, ma io non ci credo..”
Si avvicina e mi prende le mani. “Dimmi la verità, ti prego..” mi supplica.
“Non è nulla di importante, amore, davvero.. sono solo pensieri..” resto sul vago.
“E li voglio sapere anche io.. tutto dobbiamo condividere, lo sai..”
Annuisco e fisso le nostre mani unite, davvero non ce la faccio a guardarlo negli occhi.
“Ecco stasera, vedendo Kate ed Elliot, non so perché.. ho provato ad immaginare come sarebbe stato fare un altro figlio.. e il problema è che l’idea non mi dispiaceva affatto..” ammetto, cercando di restare calma.
Christian rafforza la presa sulle mie mani, ma non dice nulla. Mi faccio coraggio e sollevo lo sguardo per osservare la sua espressione.
Mi guarda con gli occhi leggermente sgranati, in cui però non riesco a cogliere segni di emozioni, positive o negative che siano. Decido allora di salvare il salvabile, per quel che posso.
“Amore credimi era solo un pensiero, così.. davvero.. abbiamo tutto il tempo che vogliamo per fare un altro bambino..” cerco di dire qualsiasi cosa pur di non spaventarlo. Ma perché non sono stata zitta??
“Christian ti giuro io…” ma non riesco a finire la frase, perché mi ritrovo le sue labbra sulle mie.
La sua bocca accarezza la mia per qualche istante, per poi staccarsi. Appoggio la fronte contro la sua e lo guardo negli occhi.
“Ma come fai a dire sempre la cosa giusta al momento giusto??” domanda, dolcissimo.
Alt! Un attimo. Mi sarò persa qualche passaggio. Che significa quello che ha appena detto???
“Ma io…”
“Sssshhh” sussurra posandomi due dita sulle labbra. Mi dà un leggero bacio e poi mi prende le mani, trascinandomi in bagno.
Mi chiedo cos’abbia in mente, sono così confusa in questo momento. Troppi pensieri mi affastellano la mente, non riesco a fare chiarezza, sono come un treno in corsa.
Christian continua a tenermi la mano, e con l’altra apre il mobiletto delle medicine. Ispeziona il suo interno con lo sguardo, e poi tira fuori una scatola bianca e rosa. La confezione di pillole anticoncezionali, quelle che prendo regolarmente ogni giorno.
Christian si rigira la scatola tra le mani per qualche secondo, poi pigia il piede sul pulsante del cestino dei rifiuti, e ci getta la scatola dentro, sorridendo soddisfatto.
Comincio a tremare e ho la salivazione a zero. Che significa questo? Lui.. lui vuole.. quello che voglio io??
“Christian..” riesco a balbettare con voce flebile.
Mio marito si avvicina di più a me e mi prende il viso tra le mani, guardandomi negli occhi.
“Sì piccola, mettiamo al mondo un altro Puntino..” dice con dolcezza, e giuro che sto davvero per sentirmi male, non riesco a crederci. “Anche io ci ho pensato più di una volta e.. hai ragione tu.. sarebbe bellissimo!”
Oddio. Lui lo vuole! Vuole un altro figlio, non riesco ad esprimere la felicità che provo in questo momento.
Incapace di dire qualsiasi cosa, gli getto le braccia al collo e lo stringo con tutta la forza che ho. Sento il cuore battere forte contro la gabbia toracica, temo possa saltare fuori da un momento all’altro.
“Piccola mia..” mormora Christian prendendomi nuovamente il viso tra le mani e baciandomi sulle labbra.
“Lo sai che mi hai resa la donna più felice del mondo, vero?” dico. Uau, sono riuscita a formulare un’intera frase!!
“Sarò io l’uomo più felice del mondo, quando scopriremo che c’è un altro miracolo in arrivo, come quello che mi hai già regalato, che dorme nell’altra stanza..”
Mi stringo forte a lui e gli bacio il petto, godendomi una sensazione di completo benessere.
“Pensavo una cosa” dico poi.
“Cosa??”
Mi stacco dall’abbraccio di Christian e lo guardo negli occhi. “Che non basta buttare le pillole per concepire un bambino.. c’è bisogno anche di.. qualcos’altro..” ammicco.
Christian mette su il suo sorrisetto sfacciato. “Non hai che da chiedere, piccola” dice prendendomi in braccio.
 

Un mese dopo...

“Sono a casa!!” urlo posando a terra la ventiquattrore e sfilandomi il cappotto. Mi dirigo in salone e mio figlio mi viene incontro correndo.
“Mamma!!” esclama buttandosi tra le mie braccia.
Lo stringo forte e lo riempio di bacini, annusando il suo dolcissimo profumo.
Mi dirigo in cucina, dove un delizioso profumino di patate gratinate mi avvolge le narici.
“Buonasera Gail!”
“Buonasera Mrs Grey!”
“Allora, ha fatto il bravo questo monello?” domando scompigliando i capelli di Teddy.
“Certo!” risponde Mrs Jones con un sorriso. “Lui è sempre un angioletto, adesso ama molto giocare in salone e osservare le lucine dell’albero, lo affascinano moltissimo!”
Devo riconoscere che è vero, Teddy passerebbe giornate intere a guardare l’albero. Quando l’abbiamo addobbato insisteva per essere preso in braccio e mettere qualche pallina anche lui, e Christian ed io ci siamo divertiti moltissimo ad accontentarlo. Secondo me amerà molto il Natale, esattamente come me, che su questo non sono mai cresciuta, ho sempre l’euforia di quando ero piccola.
“Cosa mangiamo stasera??” domando facendo saltare lo sguardo da un fornello all’altro.
“Salmone in crosta e patate gratinate!”
Mmm.. solo a sentirlo mi viene l’acquolina in bocca.
Tuttavia cambio idea in breve tempo. Non appena Mrs Jones tira fuori dal frigorifero il salmone fresco, un moto di nausea mi invade. Strano, non ho mai disprezzato l’odore del pesce.
“Qualcosa non va, Ana??” domanda la nostra governante, notando probabilmente la mia smorfia di disgusto.
“No è che.. non so.. forse non sono molto predisposta a mangiare pesce stasera.. mi dà fastidio lo stomaco..”
“Forse non ha digerito bene a pranzo..”
“In verità a pranzo ho mangiato poco, non avevo molta fame..”
Mrs Jones mi squadra per qualche istante. “Forse…” esordisce “No.. niente..”
“Forse cosa? Dica pure Gail, sa che può sempre dirmi tutto.. cosa c’è?”
Lei mi guarda negli occhi e sospira. “No è che.. ho avuto l’impressione.. insomma, mi sono sembrati gli stessi sintomi di quando era.. era incinta di Teddy..”
Sorrido, ma di un sorriso dolceamaro. Ci avevo pensato anche io, visto che anche nei giorni scorsi mi sono sentita un po’ disturbata. Ma purtroppo questa mattina mi è venuto il ciclo, quindi addio sogni.
“Mi piacerebbe che fosse così anche stavolta, ma purtroppo ho la certezza che non è così..” spiego, con un pizzico di delusione. Certo, non potevo pretendere che dopo un mese avessimo già centrato il bersaglio, però quelle sensazioni di nausea mi avevano fatto un po’ illudere. O forse il desiderio era così forte che mi sono autosuggestionata.
“Mi perdoni Mrs Grey se le faccio una domanda così intima.. ma il ciclo è.. abbondante??”
Sì, in effetti la domanda è strana. Però in fondo siamo tra donne…
“Non so, solitamente il primo giorno non è mai chissà cosa.. perché me lo chiede??”
“Beh, io non voglio crearle false speranze.. però ricordo che mia sorella quando aspettava il suo primo figlio ebbe una sorta di ciclo, però meno abbondante, e il ginecologo le spiegò che erano perdite di impianto.. normali nelle primissime settimane..”
Okei, questo cambia tutto. Se avesse ragione lei? Oddio, mi tremano le mani solo a pensarci.
Torna sulla Terra, Ana! Non farti castelli in aria se non hai certezze.
Anche se poi, lo so, la mia mente sta già vagando per conto suo…
 
Il giorno successivo avviso Gail che tornerò a casa con un po’ di ritardo, e dico a Christian che ho una riunione urgente prima delle vacanze natalizie. Lui per fortuna ci crede subito e mi augura buona fortuna. Dio, ne ho davvero bisogno.
Uscita dall’ufficio, chiedo a Sawyer di fare tappa in farmacia, e poi di accompagnarmi a casa di Kate. Sono certa di trovarla lì.
“Ana! Che sorpresa!” esclama aprendo la porta.
“Ciao Kate!” le do un bacio sulla guancia ed entro in casa. “Perdonami se piombo qui all’improvviso, ma ho bisogno di te, e non posso aspettare..”
“Ma non devi assolutamente scusarti, che è successo??”
“Credo di essere incinta..” dico tutto d’un fiato.
Lei sgrana gli occhi e sorride, lo vedo che è felice per me. “Davvero Ana?? Oddio!” esclama, contenendo a stento l’entusiasmo “Tu e Christian volete il secondo figlio? Oddio che bello!”
“Sì, lo vorremmo tanto” sospiro e le spiego tutto con calma. Dalle pillole nel cestino alla nausea di ieri sera.
Quando sono andata a farmi la doccia ho notato che le perdite erano minime rispetto al solito, e mi sono balzate in mente le parole di Mrs Jones. Questa mattina ho telefonato alla dottoressa Greene, e lei mi ha detto che è molto molto probabile che io sia incinta, e mi ha consigliato di fare un test, prima di farmi visitare da lei.
Ed eccomi qui, insieme all’unica persona che può starmi vicino in questo momento.       
“Hai comprato il test? Dai che lo facciamo insieme!”
“Veramente ne ho presi due, per sicurezza!” dico estraendo due scatole dalla borsa.
“Hai fatto bene, dai andiamo!” mi incita tendendomi la mano.
Gliela stringo subito e insieme ci dirigiamo in bagno. Apro il primo test e lo faccio, e dopo un paio di minuti faccio il secondo. Dopodiché Kate ed io torniamo in salone a bere una tazza di tè.
Sono molto ansiosa di sapere il risultato, ma anche.. serena, perché una piccola parte di me già sa cosa leggera su quei due stick, e vorrebbe strillare e saltare dalla gioia. Sto vivendo adesso quello che mi è mancato con Teddy: l’attesa, l’ansia e soprattutto un fortissimo desiderio di leggere un +, una doppia lineetta, qualunque cosa che mi faccia capire che per i prossimi nove mesi non sarò più sola con il mio corpo. Con Teddy, anche se ho sentito di amarlo dal primo istante, insieme a quell’amore e a quella nuova felicità c’era la paura di dirlo a Christian e il timore della sua reazione. Stavolta, invece, so che sarà felice esattamente quanto me.
Kate solleva lo sguardo all’orologio. “Ana, direi che possiamo andare a vedere..”
Sì, andiamo.
No, ho paura. E se fossero negativi? Se mi fossi solo illusa? Continueremmo a provarci, certo, ma mi dispiacerebbe tanto. I sintomi ci sono tutti. Ma si sa che a volte il destino fa degli scherzi.
“Ana..” mi richiama Kate.
Le prendo la mano e torniamo in bagno. Prendo un lungo respiro prima di aprire la porta ed entrare. Ci avviciniamo al lavandino e contemporaneamente prendiamo un test ciascuno.
Sul suo un bellissimo + rosso fa bella mostra di sé sullo stick bianco.
Sul mio la scritta a led “Incinta 3+” spicca sul minuscolo schermo elettronico.
Okei. SONO INCINTA.
Kate ed io ci guardiamo negli occhi e poi ci abbracciamo forte.
E in quel momento non posso proprio fare a meno di scoppiare a piangere.
Sono così maledettamente felice!!!
“Oddio” farfuglio tra le lacrime.
Continuo ad osservare quei due test, come se ancora non riuscissi a credere al responso.
Sono incinta, cazzo! In un attimo mille immagini mi offuscano la mente: sarà un maschietto, una femminuccia? Come la prenderà Teddy? E la nostra famiglia?
Poco importano adesso questi dettagli, la cosa più importante è che Christian ed io abbiamo realizzato il nostro desiderio.
Puntino due è in arrivo.
 

Angolo me.
Buonasera/notte ragazzee!!! Perdonate il leggero ritardo rispetto al solito, ma finalmente ecco a voi il nuovo capitolo. All’inizio, beh, mi mancava il nostro Christian in versione Maniaco del controllo, e quindi ecco a voi una piccola litigata alla Christian Grey. In fondo in tutte le coppie del mondo c’è sempre qualche discussione ogni tanto, o no?
La parte più importante, però, è quella finale, un momento che abbiamo tanto atteso: finalmente l’arrivo di Puntino Due. Ci tengo particolarmente a questo capitolo perché tante e tante volte ho immaginato come avrei raccontato questo momento, e alla fine è venuto fuori questo. Spero che piaccia a voi quanto a me è piaciuto scriverlo. Ho dato, come sempre, spazio ai piccoli momenti familiari, che adoro da morire, e a Kate ed Elliot, che mi piacciono tantissimo <3
Nel prossimo capitolo scopriremo Ana in che modo darà la notizia a Christian, e la sua reazione *-*
Fatemi sapere cosa ne pensate perché ci tengo sempre moltissimo, e questa volta anche un po’ di più.
Volevo ancora una volta ringraziare tutte voi che mi seguite con tanto affetto, siete davvero indispensabili per me e la mia storia.
A presto ragazze, un bacio fortissimo.
Mery.
P.S. Perdonate eventuali errori perché non ho riletto il capitolo.
 
 

 
   
 
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