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Autore: NightWatcher96    03/11/2015    3 recensioni
Spesso le malattie ritornano e talvolta più forti di prima. Mikey è stato un bambino colpito dalla leucemia infantile, si sa... ma sarà in grado di sconfiggere il vecchio nemico adesso che è molto più forte? Sequel di "My Peace of Heart"
Genere: Azione, Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello, Splinter
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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N/A  Sera, tartamondo! Ed eccomi qui ad aggiornare sempre in serata con questo terzo capitolo. Il nostro Mikey lentamente sembra aver imboccato un declino inesorabile ma il bello, se così possiamo definirlo, deve ancora arrivare. Sì, perché Helen_the_Dark_Lady, LaraPink777, Zoey_Charlotte_Baston e nuove lettrici aggiunte che mi conoscono, sanno che "Il meglio" corrisponde sempre a tragedie, guai a non finire e avventure con azione! Quindi, ringraziando sempre tutti quanti voi, vi lascio il capitoletto, più breve rispetto al precedente. Sto cercando di giocare un po' sulla lunghezza dei testi.
Ops... testi, ho detto. Beh, sappiate che più di una metà di questa One-Shot ce l'ho completa. :) 
Enjoy!




Giorni seguenti...
 
Mikey era davanti allo specchio.
Era da qualche giorno che durante la riflessione mattutina si era accorto di una leggerissima differenza di peso, alquanto impercettibile ma presente.

Gli sembrava che la solita cintura marrone si abbassasse troppe volte sulla pancia e lui era costretto a rialzarsela al solito punto. Si sentiva più leggero, con meno fame e un po’ vuoto.
Inoltre i pad di protezione alle gambe strisciavano delicatamente via dalle piegature delle gambe, rischiando di afflosciarsi sul collo dei piedi.

Era tutto una supposizione? Mikey non lo sapeva proprio.

“Potrei togliermi il dubbio controllando il mio peso."- si disse convinto.

Tempo di raggiungere il bagno senza destar nessuno che si posizionò cautamente sulla gialla bilancia meccanica accanto alla lavatrice riparata da Donnie.
Le iridi di Mikey si restrinsero per qualche secondo, attentamente, mentre l’ago correva inesorabilmente verso un numero alquanto strano.

Il ronzio della vecchia lampadina ciondolante dal soffitto ronzava nelle sue orecchie e infastidiva leggermente; piccole gocce d’acqua cadevano dal lavandino e accompagnavano la sinfonia mattutina.
Mikey sospirò, infine. Allora non si era immaginato tutto... aveva proprio visto bene.

“In due giorni ho perso due chili... e senza la mia volontà. Accidenti!"- commentò.

Allo specchio realizzò la nuova forma del suo corpicino; come poteva dimagrire se mangiava anche più razioni di pizza?

“Mi sto allarmando inutilmente. Forse mi sta capitando questo perché ho un buon metabolismo e poi mi alleno tre volte al giorno per due ore nette! Sfido io qualsiasi culturista!"- sogghignò.

Canticchiando una canzoncina in giapponese, la tartaruga iniziò la consueta pulizia mattutina del suo corpo e quando si ritenne abbastanza pulito oltre che soddisfatto marciò dritto verso la cucina.
Eppure, qualcosa gli fece cambiare idea.

Sotto la porta della cameretta di Leonardo filtrava un fascio di luce bianca e un leggero brusio ne proveniva indistinto. Curioso, Mikey si mise a scrutare attraverso la fessura della serratura.
“Ci sono i miei tre fratelli..." pensò. “Ma che ci faranno insieme?”.
Forse parlavano male di lui.

Mikey deglutì quell’aspro pensiero e appoggiò l’orecchio sulla fredda superficie bianca della porta, pronto per assicurarsi se davvero ci fossero state parole offensive sul suo conto.

Nella camera, però, avveniva ben altro discorso da quasi mezz’ora.

Leonardo aveva dato appuntamento sia a Raph sia a Don perché durante la notte una moltitudine di pensieri oscuri lo avevano avvolto, impedendogli di prendere sonno e allora aveva preferito destare i due fratelli per una conversazione molto importante.

“Ragazzi, allora è deciso. Gli staremo con il fiato sul collo.”- disse.

“Non possiamo permetterci fallimenti."- continuò Donnie.

“Appunto. La pulce è fastidiosa, è vero, ma gli voglio troppo bene e non voglio assolutamente che gli capiti qualcosa."- aggiunse perfino Raph.

Si era seduto sulla sedia di legno con una gamba sull’altra, dove Leo prendeva posto alla scrivania per esercitarsi sugli hirigana o i vari kanji della lingua natale del sensei. A braccia conserte, Raph manteneva un volto inespressivo.

“Molto bene. Potete andare."- concluse l’azzurro.

Il giovane Mikey trattenne un gridolino: non poteva assolutamente restare accovacciato come una rana fuori la porta! Fece per balzar via quando un dolore accecante esplose nella stessa gamba malconcia dei giorni addietro.
“Non di nuovo!"- ringhiò a denti stretti.

Il suo corpo che faceva un leggero tonfo sul pavimento gelido ci impiegò troppo tempo: Mikey non poté rialzarsi al momento opportuno e diventò purtroppo il bersaglio dei suoi Aniki.
Ovviamente, vedendolo riverso su un fianco, con una mano sulla coscia rappresentò un campanello d’allarme sia per Donnie sia per Raph, i primi a uscire dalla stanza di Leo.

“MIKEY!"- esclamarono i due ninja, soccorrendolo.

Il broncio tenero sul viso di Mikey era quasi ironico ma in quel momento rispecchiava la rabbia nel suo petto. Per quanto il suo obiettivo fosse stato quello di non impensierire inutilmente i suoi fratelli, alimentando la paura del ritorno della leucemia, aveva già fatto l’esatto contrario.

Non per sua scelta, però.

Il dolore improvviso lo aveva colto di sorpresa e la caduta era sorta da un blocco, un autentico collasso, alla gamba sinistra. A differenza del crampo, questa volta il dolore era localizzato al femore e parte della tibia.

“Otouto!"- esclamò perfino Leo.

“Sono inciampato..."- gemette il più piccolo.

“Ti fa male la gamba, fratellino? La stessa?"- domandò Don, sbiancato.

“Un crampo... un altro...”.

Raphael ruggì così sonoramente che sembrò un’autentica bestia selvaggia. Si era ripromesso di diventare l’ombra del suo fratellino e invece quest’ultimo gli era caduto davanti senza che lui lo avesse impedito.
Nella morsa della più violenta e letale collera, stoppò sia Don sia Leo con le braccia premute sui loro pettorali affinché Mikey sarebbe stato la sua preda. I due Aniki non obiettarono il suo intervento e lo lasciarono compiere il suo dovere nel sollevare tra le braccia il piagnucolante fratellino.

Raph, in pochi attimi, lo avrebbe già disposto sul lettino dell’infermeria, o meglio, il laboratorio di Donatello.
“Fagli tutti i controlli che devi."- ordinò con voce gelida.

Al viola saltò quasi il cuore in gola nel ritrovarsi un alito caldo di rabbia ad accarezzargli il suddetto Pomo d’Adamo e parte del viso e obbedì senza discutere. L’ultima cosa che voleva, in quel momento abbastanza drammatico, era una ramanzina con una scarica di pugni.
Al solo pensiero di una moltitudine di lividi rabbrividì.

Le mani del genio si muovevano nervosamente verso gli strumenti da prendere per risolvere il problema del piccolo Mikey dal broncio più carino che avesse mai manifestato; aveva bisogno di uno stetoscopio, un martelletto, una pomata e chissà, molto probabilmente di un antidolorifico.
“Sfortunatamente non dispongo di strumenti per prelevare dei campioni di sangue."- mormorò.

“Non c’è bisogno di pensare al peggio. E’ stato un altro crampo. Punto!"- replicò Mikey.

Sia Raph sia Leo lo fulminarono all’istante con un’occhiataccia e a malincuore il più giovane serrò la bocca.
Nel silenzio quasi assoluto che si venne a creare, Donatello avrebbe impiegato solo una manciata di minuti per risolvere la situazione, sotto gli sguardi sempre vigili di Raph e Leo.

Logicamente, il primo passo era quello di sfilare dolcemente il pad di protezione dal ginocchio: appena eseguì quest’operazione, un leggero gonfiore che contrastava con la normale temperatura dell’intero corpo non gli passò inosservato.

Raph socchiuse automaticamente gli occhi smeraldo, mentre Leo si focalizzò sullo spettacolo poco gradevole.

Mikey gemeva al semplice tocco contro la pelle sensibile della gamba e ciò alimentava più dubbi negli altri.

“Vediamo come te la cavi a camminare."- mormorò Donnie, pazientemente.

Il più giovane assunse un’aria sprezzante e scese tranquillamente dal lettino... ma nell’attimo in cui compì il primo passo con la gamba malconcia si ritrovò sbilanciato in avanti, giusto in direzione di Leonardo.
Quest’ultimo, rapido come non mai, gli tese le braccia e così facendo gli attutì una dolorosa caduta con schianto assicurato sul pavimento piastrellato del laboratorio. Il piccolo Mikey sussurrò qualcosa d’incomprensibile ma non osò staccarsi dal fratello maggiore; in quel momento, quelle braccia verde foresta d’acciaio erano un supporto morale, oltre che fisico.
“G... grazie..."- sussurrò sconvolto.

“Mikey, ascolta..."- s’intromise Donnie, titubante. “La tua gamba è momentaneamente fuori uso. C’è un accavallamento multiplo di nervi che ostruiscono gli impulsi elettrici dal cervello alla fitta rete di nervi e per tanto dovrai almeno usare una stampella”.

“Cosa?!"- esclamò il più giovane. “Assolutamente no!”.

Il ruggito frustrato di Raphael non resto inascoltato: il ninja in questione non assecondava certamente le lagne del fratello minore e le sue continue opposizione non facevano altro che alimentare la rabbia già bruciante nel suo petto per tutta questa dannata situazione.

“Ascolta per una volta, dannazione! Mikey, forse non ti è chiaro, ma Don sta cercando di aiutarti in tutti i modi e il minimo che tu possa fare è ascoltarlo!"- tuonò a denti stretti.
Il giovane spalancò semplicemente gli occhi nella paura.
Eppure...

“Che cosa sta succedendo qui dentro?”.

I quattro ninja si tesero come una corda di violino...

Avevano dimenticato di informare il maestro Splinter e non provavano altro che disgusto per l’ignobile atto. Speravano solo di risparmiarsi una ramanzina coi fiocchi.
Avendo sentito l’ultima parte del rimprovero di Raphael, dal piano inferiore, il sensei aveva optato per un sopralluogo, soprattutto perché la zona giorno era stata troppo silenziosa per troppi minuti, quasi interminabili.

Una volta che aveva raggiunto il luogo di proveniente del grido, e cioè il laboratorio, non aveva esitato a zittire la più che probabile rissa.

“Figlioli che sta succedendo qui?"- chiese, mentre passeggiava verso di loro.

I quattro si scambiarono un’occhiata preoccupata, ognuno sperando che l’altro avesse taciuto o perlomeno inventato una scusa ma l’enorme fedeltà di Raphael verso Splinter prese il sopravvento e vuotò il sacco.

Quando finì di raccontargli come effettivamente stavano le cose, il topo guardò preoccupato il più giovane ma quest'ultimo abbassò automaticamente lo sguardo. Come poteva essere? Cosa stavano ignorando nella salute declinante di Mikey?
 
  
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