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Autore: sissi149    04/11/2015    7 recensioni
Un terribile incidente sconvolge la nazionale giapponese. Tutti si stringono nel cordoglio, senza notare due strane figure custodi di un grande segreto.
Genere: Drammatico, Mistero, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Sorpresa, Tsubasa Ozora/Holly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ross. Ross! Sei con noi?”
Julian si riscosse dai suoi pensieri: continuava a ripensare a quanto era avvenuto il giorno precedente, quando Hikaru aveva scoperto il loro segreto. Il calciatore, dopo lunghe ore, sembrava convinto della loro spiegazione e aveva promesso di mantenere riservata la questione almeno per qualche giorno, ma non aveva assicurato che sarebbe stato zitto per sempre. Doveva ancora digerire la questione prima di prendere una decisione definitiva.
“Scusi dottore, mi sono distratto un secondo.”
“Ross, sai che in questo lavoro non possiamo permetterci distrazioni.” Lo ammonì il superiore.
“Non accadrà più.” Rispose Julian, prendendo la cartella clinica del prossimo paziente che avrebbero dovuto vedere.
Non passarono molti minuti che il medico fu costretto a richiamare nuovamente l'allievo.
“Ross, è evidente che oggi non sei in te. Solitamente non concedo sconti, ma dato che sei il mio apprendista migliore, dico che non ti senti bene ed è meglio che tu vada a casa. Ti farò sostituire da qualcun altro per oggi.”
“Ma dottore...”
“Niente ma. In queste condiziono rischieresti di essere più d'impiccio che altro. Prenditi una giornata di malattia. È un ordine.”
Julian fu costretto a cedere a malincuore e a lasciare i pazienti al collega già chiamato per sostituirlo. Si rendeva però conto che quella era la soluzione migliore per i pazienti stessi: nonostante ci provasse non riusciva a rimanere concentrato sul lavoro.

 

 

 

Quando arrivò a casa, poco prima dell'ora di pranzo, fu accolto da Amy alquanto stupita:
“Cosa ci fai qui a quest'ora? È successo qualcosa?”
L'uomo scosse la testa per rassicurarla:
“No tranquilla. Solo non riuscivo a concentrarmi e così Walker mi ha esonerato dal suo servizio per oggi.”
“Capisco.” La donna annuì, immaginando cosa stesse passando per la testa del marito in quel momento, pensieri molto simili ai suoi.
“Non credo che Hikaru ci tradirà.” Gli disse, per cercare di confortarlo.
Julian si sedette sul divano, sospirando.
“Non è solo per lui. Ormai un po' troppe persone cominciano a sapere di noi. Cosa succederebbe se si lasciassero sfuggire qualcosa? Anche in buona fede.”
Amy lo raggiunse e si accoccolò accanto a lui, lasciandosi mettere un braccio dietro le spalle da Julian.
“Forse dovremmo andarcene, cambiare di nuovo posto.”
“E lasciare un'altra volta tutto in sospeso.” Il tono dell'uomo era pieno di rammarico e di rimpianto.
La donna chiuse gli occhi e si abbandonò all'abbraccio del marito.

 

 

Restarono uniti per parecchio tempo, finché non suonò il campanello.
“Vado io!”
Amy si alzò e corse ad aprire la porta, con la sensazione che fosse importante. Tuttavia non avrebbe mai immaginato chi si sarebbe trovata davanti. Sbiancò di colpo e balbettò:
“A..a..agente Fukoshi! Come mai qui?”
Sentendo quel nome, Julian si alzò di scatto dal divano e raggiunse l'ingresso dell'appartamento in preda all'ansia:
“Le nostre famiglie stanno bene?”
L'uomo in completo annuì e chiese il permesso di entrare, quello di cui avrebbe dovuto parlare non erano discorsi da pianerottolo.
“Posso offrirle qualcosa?” Gli chiese Amy, recuperando parte del suo ruolo di padrona di casa.
“Sono in servizio, un bicchiere d'acqua andrà bene.”
“Agente, non è il caso di tergiversare ancora. - Julian sentiva l'impazienza crescere dentro di sé, se quell'uomo aveva attraversato l'oceano per vederli doveva essere successo qualcosa di grave. - Cosa è accaduto?”
“Buone notizie. - li spiazzò entrambi con quell'affermazione – In questi anni non ce ne siamo certo stati con le mani in mano. È da un po' di tempo che tramite degli agenti sotto copertura ed alcuni informatori stiamo dando una caccia serrata al clan della Yakuza con cui è rimasta coinvolta la signorina Aoba. Il clan ha avuto un brusco calo di prestigio nell'ambiente ed è stato più facile per noi contrastarlo, molti uccellini hanno cominciato a cantare. In breve la scorsa settimana abbiamo arrestato gli ultimi esponenti di quel gruppo, estinguendolo completamente. Certo, per un gruppo che cade c'è n'è un altro pronto a prendere il suo posto, ma il nuovo clan non ha nulla a che fare con voi.”
Amy e Julian si guardarono increduli, non osando sperare che quelle parole volessero significare anche altro.
“Agente – la donna si fece coraggio – questo vuol dire che...”
“Che potete tornare in Giappone e riprendere le vostre identità. Il tempo necessario per cui l'ufficio svolga tutte le pratiche burocratiche del caso.”
“E si trovi un modo per spiegare la nostra sparizione ai nostri conoscenti!” Esclamò Julian.
Fukoshi annuì, sapendo che quella era sempre la parte più complicata ogni volta che qualcuno aveva la fortuna di poter abbandonare il programma di protezione.
“Ovviamente potrete contattare fin da subito i vostri genitori, ma dovrete aspettare qualche giorno prima di prendere un aereo.”
Ross si alzò e si mise di fronte all'agente:
“Lei sicuramente saprà che la nazionale giapponese è alloggiata nel campus universitario. Ora mi dovrà dare una mano a spiegare la faccenda ai miei vecchi compagni di squadra. Me lo deve, ce lo deve.”

 

 

 

 

 

Hikaru terminò velocemente il pranzo e si alzò dal refettorio per tornare nella sua camera.
“Insomma Matsuyama, che ti succede? Non è da te essere così poco socievole!” Sbottò Hyuga, in fondo preoccupato per lo strano comportamento del compagno che durava ormai da quasi ventiquattro ore.
“Ho un po' di mal di testa. Vado a stendermi in camera prima dell'allenamento.”
Detto questo il difensore uscì dalla stanza e salì al piano superiore, rendendosi conto di essere sul punto di esaurire le scuse per il suo atteggiamento. Tuttavia più restava in compagnia dei ragazzi, più rischiava di farsi sfuggire qualcosa su Jun e Yayoi e, per quanto avesse una gran voglia di rendere pubblica la faccenda, aveva promesso loro di tenere il segreto almeno per qualche periodo.
Entrato in camera si gettò sul letto, continuando a ripensare ai fatti del giorno prima.
Più le ore trascorrevano, più la sua iniziale rabbia lasciava il posto alla comprensione ed aveva cominciato anche a domandarsi quanto una situazione del genere avesse potuto essere difficile anche per i due amici. Fin'ora si era sempre concentrato sul suo dolore, sul fatto che anche il giorno in cui aveva sposato la sua Yoshiko aveva sentito dentro di sé un piccolo angolo di vuoto all'assenza di Jun. Probabilmente anche per l'amico era stato doloroso sapere che non avrebbe più potuto rivederli, che non avrebbe potuto partecipare. Ora che ci pensava, si era stupito molto del fatto che i genitori di Jun gli avessero fatto un regalo per il suo matrimonio, probabilmente era stato il figlio, prima di andarsene, ad esprimere quel desiderio dato che avrebbe dovuto essere il suo testimone.
La testa cominciava veramente a dolergli: non sapeva più esattamente cosa pensare, era preda di diverse emozioni e si sentiva sul punto di scoppiare. Sapeva che la sua lealtà andava ai compagni di squadra ed avrebbe dovuto informarli della situazione, ma la sua lealtà andava anche a Jun e Yayoi, ed un suo errore poteva mettere le loro vite in pericolo.
Il telefono squillò sul comodino e nell'afferrarlo notò essere un numero americano a chiamarlo.
“Pronto?”
“Hikaru, sono Jun.”
Matsuyama rimase per un secondo a boccheggiare.
“Non mi aspettavo mi chiamassi così presto.”
“Devo chiederti un favore.”
“Un altro?”
“L'ultimo. Dopo staremo tutti meglio. Devi organizzarmi una riunione. Ti metterò anche in contatto con una persona.”










Mi scuso per il piccolo ritardo nella pubblicazione di questo capitolo.

  
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