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Autore: michi_993    05/11/2015    1 recensioni
Non provengo da una famiglia povera e non sono rimasta sola. La vita di corte non fa per me, ingiustizie, complotti , tradimenti non fanno parte del mio essere. Il mio lavoro è concludere affari, sono simile ad un banchiere quanto ad una prostituta...
Mi chiamo Fiora Cavazza e ho deciso di servire me stessa.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Ezio Auditore, Leonardo da Vinci
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fuoco e perdono.  
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Vi amo.
Amore.
Era amore quello che provava mentre restavo inerme e lui massacrava la mia anima traendo piacere dal mio corpo? Mi immersi nei miei pensieri e annegai nei dubbi. L’acqua tiepida mi sovrastava limpida e calma, gli occhi cominciavano a bruciare così come i polmoni, un fuoco che divampava dentro di me che l’acqua non riusciva ad estinguere. Mi alzai di scatto facendo uscire schizzi d’acqua dalla vasca traendo un profondo respiro non appena il mio viso assaggiò l’aria. Aria che placò il fuoco che stava bruciando i miei polmoni.
Mi aggrappai al bordo della vasca con una mano e con l’altra mi strofinai gli occhi stanchi, tossii più volte fino a provocarmi spasmi allo stomaco.
Ezio attendeva ancora una reazione, reazione che non gli avevo concesso. Probabilmente era già in un’altra stanza in compagnia di altre ragazze.
Che cosa pretendevo? Che dopo quelle dolci parole sarebbe stato mio? Che cosa ne sa un assassino di amore? Che cosa ne sa una puttana? Siamo due anime destinate a scontrarci, destinate alla guerra, guerra nelle strade, guerra nelle camere.
Torna a Firenze Fiora Cavazza. Torna alla tua vita da puttana di bordelli, dimenticati di Ezio e sparisci dalla sua vita.
Eppure ero ancora a Venezia, nel bordello di Teodora, nella stanza di Ezio.
Se non puoi sconfiggerlo almeno combattilo Fiora!
Lo spagnolo.
Come un fulmine mi attraversò la mente e subito svanì come la sua luce.
Uscii dalla vasca baciata dal leggero vento che entrava dagli spifferi della finestra provocandomi brividi.
Mi immersi nel tepore del panno che usavo per asciugarmi. Ero chiusa nella stanza da bagno da ore dopo la confessione di Ezio mi ero semplicemente alzata, spinto via l’assassino e rinchiusa in questa stanza.
Mi vestii con una leggera vestaglia bianca prima di stringere la maniglia della porta tra le dita. Ezio poteva essere seduto ad aspettarmi oppure poteva essere sparito in qualche altra stanza in compagnia di nuove amanti. Presi un lungo respiro e uscii dalla stanza da bagno e… mi scontrai con un fantasma.
Ezio non c’era aveva lasciato le sue armi accanto al letto e indossato i suoi abiti. Decisi di dare tregua alla mia anima già abbastanza arrabbiata e delusa in qualche modo. Mi trascinai nel letto sotto le lenzuola, il sonno venne da se stranamente.
Un forte boato seguito da una risata stridula mi svegliarono facendomi sobbalzare, nel buio della stanza irruppe la luce e i rumori dell’atrio del bordello in piena attività. Due ombre si stavano strusciando l’una addosso all’altra sull’uscio della mia camera.
- Stanza occupata ragazzi, buonanotte – e rinfilai la testa sotto il lenzuolo per coprire gli occhi da quella luce accecante.
Nessuna risposta, solo gemiti e risatine, fino a quando non sentii il peso dei due corpi sconosciuti sul letto accanto a me.
- RAGAZZI PER LAMOR DEL CIELO! ANDATE VIA VI HO DETTO CHE LA STANZA E’… occupata – sussurrai l’ultima parola.
Quella figura fin troppo famigliare giaceva accanto a me, nel mio letto, mentre stavo dormendo.  Ero seduta sul letto ancora sotto il lenzuolo mentre Ezio e questa nuova, ennesima, donna si spogliavano pronti a giacere insieme. Standogli accanto avevo paura di ubriacarmi io stessa tale era il puzzo di alcol che Ezio emanava. Ad ogni suo bacio pareva di entrare in una taverna.
Restai li immobile, un po’ per lo stupore, delusione e infine rabbia. Rabbia che mi fece aspettare fino a quando Ezio non prese la ragazza li accanto a me, gemendo e ansimando mentre io volevo solo strappagli quel suo prezioso giocattolo in mezzo alle gambe e togliergli per sempre tutto il divertimento.
La donna urlava peggio di un maiale mentre veniva sgozzato, che cosa c’era di piacevole in una donna urlante? Paola ci aveva insegnato tutto su come compiacere gli uomini e questa ragazza non avrebbe passato nemmeno la prima prova. Stava tutto nel far credere agli uomini che erano loro i migliori amanti con cui erano stati e spesso questa loro convinzione aumentava il peso delle monete nel palmo della mia mano, aggiungendone una dopo l’altra.
Quando Ezio ebbe finito si sdraiò seminudo a pancia in su mentre la ragazza stava ancora urlando come una pazza. Tolsi le mani dalle orecchie.
 – E CHE DIAMINE DONNA! E’ PEGGIO CHE STARE AL MERCATO DEL PESCE GIACERE CON VOI! – Imprecai spingendola lontano da me.
E finalmente si accorsero della mia presenza. La donna si alzò di scatto abbassando le gonne e coprendosi il seno, urlando…ancora.  La odiavo.
Ezio cercò di afferrarla mentre correva, urlando, fuori dalla stanza, in cerca di un secondo round.
- Vi prego madonna non scappate – sbiascicò nella lingua degli ubriachi mentre cadeva abbracciando il pavimento. 
Alzai gli occhi al cielo e scesi dal letto andando in aiuto dell’assassino.
- Venite messere -  dissi alzandolo di peso da terra. – o finirete per giacere con i buchi nel pavimento se vi lascio li –
Alzare un corpo morto fu molto più difficile del previsto tanto che cercai di lanciare il corpo sul letto ma finii per usare poca forza ed Ezio ricadde a terra sbattendo la testa contro le assi del pavimento.
- ODDIO! PERDONATEMI MESSERE! -  e invece no bastardo!
Mi veniva da ridere per tutto, per la situazione, per Ezio in quelle condizioni e per la testata che gli avevo fatto prendere, più per l’ultima ragione credo.
Finalmente Ezio collaborò quel minimo che mi permise di evitargli l’ennesima botta violacea sulla fronte, riuscii a spingerlo sul letto di traverso. Solo dopo mi accorsi che l’avevo sdraiato sul lenzuolo e quindi mi ero ricavata un minuscolo spazio sul materasso, presi una coperta dall’armadio e mi coprii rannicchiata in quell’angolino piumato.
Mi afferrò per la caviglia e mi baciò il piede nudo.
- Vi chiedo perdono madonna Fiora… -  blaterò prima di sprofondare in un sonno profondo.  










MAD NOTE: Sorpresaaa!! l'ispirazione mi ha colta v.v

  
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