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Autore: favre88    06/11/2015    1 recensioni
Un incubo spaventoso da cui è impossibile svegliarsi, oppure un'ancora di salvezza dalla realtà?
Genere: Horror, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Silenzio. È atroce questo silenzio. Mi urla nelle orecchie, mi riempie l’animo di un terrore quasi infantile. Perché è tutto così silenzioso? Non una voce, non un suono, è impossibile che tutto si sia fermato. Esco lentamente dall’oscurità della mia stanza, affacciandomi nel corridoio pieno di luce. Tutto tace. Mi sembra di impazzire. Prendo un libro e lo sbatto violentemente a terra. Devo rompere questa maledizione, devo colpire le mie orecchie con un rumore qualsiasi. Assurdo, non sento alcun rumore. Il libro sembra essere piuma che si adagia sul velluto. Sono diventato sordo! Non è possibile. È un incubo. Urlo con tutta la voce che ho in corpo, ma non esce alcun suono dalla mia bocca. Mia madre accorre spaventata, si guarda intorno, il volto una maschera di terrore. La guardo e urlo. Non posso sentirmi, ma sono sicuro di stare urlando. Lei non reagisce, non mi sente. Raccoglie il libro e lo ripone nuovamente sullo scaffale. Io cerco di prenderla, di strattonarla, ma la mia mano afferra il nulla. Ho paura. Cosa mi sta succedendo? Raccolgo tutto il coraggio che posso e mi getto verso mia madre, ma le passo attraverso come un fantasma. Sto ancora sognando, non c’è altra spiegazione. È tutto solo un brutto incubo. Mi devo svegliare. Ritorno in camera mia e il terrore mi attanaglia. Sdraiato, sul letto, ci sono io. Gli occhi sbarrati, il corpo freddo e immobile. Sono morto. No, non ci credo. Non è possibile. Mi devo svegliare! E poi, perché avrebbero dovuto lasciare il mio cadavere sul letto? Non è assolutamente possibile, deve essere per forza un dannato incubo. La mente si riempie di immagini, come ricordi lontani. L’incidente in moto, il sapore del sangue in bocca mentre a poco a poco mi spengo sull’asfalto bagnato. L’ambulanza, e poi il vuoto. No, non può essere vero. Questo è solo un sogno. Non ho fatto nessun incidente, e non sono morto! Svegliati, Lorenzo, svegliati! Ritorna in te. Svegliati! Apro gli occhi, la tenebra mi circonda. Mi tocco e sono caldo, vivo! Urlo, e la voce esce piena e forte dai miei polmoni. Che incubo mostruoso. Meno male sono riuscito a svegliarmi. Sento il cuore gonfiarsi di gioia. Ora lo ricordo con chiarezza, l’incidente in moto. Ma mi sono salvato, lo so! Ricordo i medici in ospedale che mi guardano e sorridono. Sono ancora vivo, e tra poco farò colazione con mia madre, come tutte le mattine. Mi giro, pronto a mettere i piedi sul freddo pavimento, ma non ci riesco. Sono bloccato. Non riesco a muovermi. Alzo le braccia, e sopra di me sento tra le dita il soffice tocco di un tessuto morbido, come quello del velluto. A destra, a sinistra, non riesco a muovermi, sento il legno che mi impedisce di girarmi. Nell’aria, un odore di terra si sta spandendo, riempiendomi i polmoni e rendendomi difficile il respiro. Non è più un incubo, lo so, lo sento. Questa è la realtà. Ed io mi trovo quaggiù, vivo, sei piedi sotto mia madre, che molto probabilmente ora sta piangendo! Vivo, ma sei piedi sotto la vita. Addio.
  
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