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Autore: Jude16    07/11/2015    2 recensioni
Spoiler alert! Riprende alcune scene del primo episodio della quinta stagione andata in onda in America quindi, se non avete avuto modo di vederla, non leggete.
Dalla storia: Il pugnale al suo fianco, infilato saggiamente dentro una tasca interna del cappotto, pesava come un macigno pieno di paure e responsabilità verso la bionda che la precedeva, mano nella mano ad Uncino: assottigliò nuovamente gli occhi nella loro direzione, quel senso di fastidio nel vederli vicini tornava a farsi largo nel suo cuore nonostante tutta l'energia che impiegava per scacciare quelle sensazioni sbagliate. [...]
“Io ti ho salvato, ora tu salvami e, se non dovesse esserci altra scelta, fai quello che deve essere fatto. Distruggimi.”
Quelle parole riecheggiavano nella sua mente, potenti e disperate. Gli occhi di Emma celavano una supplica che solo lei poteva comprendere: stava affidando la sua vita nelle sue mani, nelle mani di colei che fino a qualche anno fa voleva distruggerla per tenere il suo bambino solo per sé.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Robin Hood, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sentiva il cuore martellarle nel petto, sempre più veloce. Le doleva. Le doleva talmente tanto perché quello che avrebbe voluto non poteva assolutamente permetterlo: la sua missione era un'altra e la sua attenzione doveva dedicarla interamente al solo scopo di riportare Emma indietro.
Osservò a lungo gli occhi della donna sopra di lei, li vide riempirsi di tristezza e rassegnazione.
-Perché? Perché non possiamo Regina?- sussurrò tentando di baciarla nuovamente e Dio solo sa quanto avrebbe voluto che ciò accadesse.
Ci volle tutta la sua forza di volontà per scansarsi e mettersi seduta, perse tempo massaggiandosi il braccio e sistemandosi i capelli: la testa le doleva immensamente, mille pensieri e preoccupazioni vorticavano in lei mandandole segnali contrastanti.
-Prima di tutto perché non abbiamo assolutamente tempo per questo- cercò di farsi forza arrancando scuse -poi Henry, dobbiamo proteggerlo- si alzò dal letto per mettere una distanza di sicurezza necessaria tra loro -dobbiamo liberare Merlino- si stava avvicinando, sempre di più, e se non fosse fuggita da quella stanza all'istante sarebbero incappate in guai molto seri -poi hai Capitan Gayliner che ti aspetta- non poté fare a meno di sputare il suo nome con una nota di ribrezzo.
La vide sorridere nella sua direzione, annullando la distanza che aveva cercato con tutto il suo essere.
-Regina, hai paura?- quella domanda la spiazzò. Si dannazione! Certo che aveva paura, aveva paura di mandare tutto a puttane e di non riuscire nella sua missione. Di essere accusata nuovamente, di ricevere sguardi di rimprovero da Biancaneve ed il Principe Azzurro, di vedere nel volto di suo figlio la delusione per non essere riuscita a salvare Emma tanto era accecata dal suo desiderio di averla.
-Come ti viene in mente?- disse invece, il panico negli occhi.
-Regina- il tono sembrava quasi canzonatorio -ti ricordi cosa mi hai detto l'altro giorno a proposito delle nostre magie?- ora era completamente su di lei.
-Sì, sono complementari- rispose incerta, dove voleva andare a parare?
-Ecco, quindi sappi che lo sento quando mi stai mentendo, lo capisco sempre. Forse il mio super potere è stato un po' aiutato e adesso capisco il perché- sfiorò il naso contro il suo, riducendo la voce ad un sussurro. Regina strinse i pugni lungo i fianchi, non doveva cedere nonostante quelle labbra la stessero chiamando.
-Emma- sussurrò a corto di idee, il profumo della donna la stava mandando in estasi.
Le loro labbra furono di nuovo incollate, incapaci di rimanere separate: la lingua della bionda non trovò alcuna barriera a separarla dall'altra e quando un gemito si scontrò nella bocca dell'ex Salvatrice, non poté far altro che arrendersi a lei.
Quando era iniziato tutto questo? Quand'è che l'odio e la diffidenza avevano lasciato posto alla premura e all'attrazione? Non sapeva darsi una risposta, sapeva solamente che Emma le aveva curato il cuore in qualche modo, riuscendo a far breccia nelle sue difese, vincendo dove nessun altro, nemmeno Robin, era riuscito.
Doveva staccarsi, immediatamente. La sua eccitazione stava aumentando e quello non era esattamente il momento adatto per una simile cosa.
-Emma- la richiamò venendo completamente ignorata -Emma- tentò di staccarsi ma la bionda era decisamente più forte di lei -Emma!- le diede una piccola spinta riuscendo finalmente a richiamare la sua attenzione.
-Certo che non riesci proprio a goderti il momento eh- la stuzzicò tentando nuovamente di imporsi sulle sue labbra carnose. Regina poté notare uno strano luccichio negli occhi che la fece fremere di paura.
-Emma- liberandosi di lei, perentoria -abbiamo un discorso in sospeso noi due- incrociò le mani al petto e si allontanò bramando aria. Il suo cuore accelerato e la sua eccitazione non avevano la minima intenzione di placarsi.
-Cosa?- sbuffò infastidita accettando quell'ennesima interruzione.
-Mi stavi parlando di Tremotino- tornò seria, abbandonando tutto il resto. Si sedette su di una sedie accavallando le gambe, in attesa.
-Giusto- abbassò lo sguardo sedendosi sul letto, proprio di fronte a lei -anche adesso lo sto vedendo- sussurrò con un misto di preoccupazione e rassicurazione.
-Dov'è?- Regina scattò sull'attenti.
-Proprio al tuo fianco-
Un brivido freddo percorse la donna che, involontariamente, portò l'attenzione alla sua sinistra: sentiva la magia fluirle fino alla punta delle mani, pronta per essere sprigionata alla prima occasione.
-Cosa... cosa fa?- deglutì.
-Niente, sogghigna. Prima mi ha detto delle cose, delle cose che mi hanno quasi convinta a farvi del male- la sua voce era roca e bassa, come frutto di un'eterna competizione tra bene e male -ci stava quasi riuscendo, fortunatamente però siete entrati- prese ad osservarla, stropicciandosi le dita.
Regina s'acciglio un momento, ripensando ai momenti descritti dalla bionda ed allo stato in cui l'aveva trovata non appena aveva varcato la porta della stanza.
-Quindi mi stai dicendo che ora è qui- annuì come colta da un'improvvisa illuminazione.
-Esatto-
-E anche prima era qui- annuì nuovamente.
-Sì- Emma la osservò, non capendo dove volesse arrivare, stupendosi del fatto che stesse ribadendo l'ovvio.
-Che cosa provi ora?- puntò lo sguardo nel suo, in attesa.
Notò l'imbarazzo che stava consumando la donna intenta, ora più che mai, a distruggersi le dita.
-In che senso?- le chiese innocentemente, deglutendo.
-Voglio sapere esattamente cosa stai provando Emma- ribadì con convinzione.
-Sono confusa- si arrese dopo qualche minuto di silenzio, convincendosi a stare al gioco della donna.
-E?- le fece un gesto con la mano, incitandola a continuare.
-Eccitata. Arrabbiata perché non posso fare quello che vorrei- sussurrò colorandosi leggermente di rosso.
Bingo. La rabbia.
-Emma, eri arrabbiata anche tutte le altre volte che lo hai visto?- domandò nuovamente, leggermente imbarazzata per la confessione, sperando che ormai avesse capito dove voleva arrivare.
Vide la bionda riflettere, riuscendo finalmente a comprendere il discorso di Regina.
-Sì, credo di sì. Erano tutti sentimenti negativi comunque. Rabbia, frustrazione, impotenza- si alzò raggiungendo la finestra -ogni volta è sempre più difficile resistergli, resistere a quello che vuole che io faccia-
-Sarebbe?- lo sapeva in realtà, ma voleva comunque sentirselo dire.
-Uccidervi e abbracciare finalmente l'oscurità- riuscì a malapena a sentire quella risposta.
Regina si alzò e la raggiunse, constatando che Emma era sull'orlo di una crisi. L'abbracciò. Si sentiva mortalmente in colpa per tutto ciò che stava passando, se ci fosse stata lei al suo posto a quest'ora le cose sarebbero state diverse, sarebbe sicuramente stato meno doloroso che vedere la persona alla quale si era affezionata soffrire così.
La situazione stava degenerando sempre più, doveva assolutamente trovare un modo per capire come mettersi in contatto con Merlino, capire se poteva rallentare questo processo inesorabile, per avere più tempo, per capire come compiere quell'atto per liberare il mago una volta per tutte.
Un bussare insistente le riportò bruscamente alla realtà facendole staccare.
-Emma!- la voce di Uncino risuonò ovattata.
-Killian- andò ad aprire la porta ritrovandoselo davanti.
-Oh bene, vedo che state bene maestà- la schernì lui, notando Regina in piedi vicino alla finestra, immobile.
-Uncino!- l'ammonì Emma trascinandolo fuori e lasciandola sola.
Una prepotente irritazione stava avendo la meglio sul suo buon senso: prese un respiro profondo riuscendo a calmarsi per poi rimirare l'albero ai piedi della torre, immenso e pieno di risposte come sempre.
In un modo o nell'altro l'avrebbe salvata, anche se questo avrebbe comportato la sua fine.

 


Ciaoo! Eccomi qui, non sono scomparsa ahah che dire, un po' di cose rivelate, un po' di cose ancora nascoste. Come si evolverà la situazione? Spero che vi piaccia e, come sempre, grazie in anticipo a chi leggerà e recensirà.
Un bacio.

  
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