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Autore: Shayleene    07/11/2015    0 recensioni
Un insieme di oneshot dettate dalla mia ispirazione.
-Dreaming of you: due ragazzi, due mondi, un unico cuore. Cosa accadrebbe se l'unica persona capace di capirti facesse parte dei tuoi sogni e non esistesse nella tua realtà?
Genere: Fantasy, Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I see fire


"Oh, misty eye of the mountain below

Keep careful watch of my brothers' souls

And should the sky be filled with fire and smoke

Keep watching over Durin's sons."

Le ali del Sealiathan sferzavano l'aria, mentre il paesaggio scorreva rapido sotto di lui. Il fiume Klur si dipanava come un lungo filo cobalto serpeggiando tra le zone boscose e le colline impervie. Le bassi nubi scure impregnavano di goccioline d'acqua le vesti del soldato a cavalcioni della creatura che stringeva con forza e disperazione le redini.

-Forza Antheia, ancora un piccolo sforzo.- mormorò per incoraggiare l'enorme aquila che apparteneva alla razza dei Sealiathan, esseri che da millenni vivevano con il suo popolo e che erano di un'importanza vitale non solo per i trasporti, ma anche come fedeli compagni. L'animale emise uno stridio deciso, abbassandosi di quota e aumentando la velocità, le piume del colore di un cielo in tempesta che accarezzavano e sfruttavano al meglio le correnti.

Faelyn strizzò gli occhi grigi nel tentativo di individuare il monte Threyard dove tutta la sua gente si era rifugiata nel tentativo di sfuggire all'esercito del tiranno che aveva già sotto il suo dominio la quasi totalità del regno di Beluar. Il soldato sentiva il peso di un'enorme responsabilità gravare sulle sue spalle, tanto da faticare a mantenere il controllo sulle proprie azioni e i propri pensieri.

"Ti supplico, o sommo Ellisar, proteggi il tuo popolo devoto con il tuo scudo divino." pregò silenziosamente, sperando di arrivare in tempo per evitare il disastro. Ripensò con terrore agli eventi accaduti solo poche ore prima.

Si trovava nascosto nel folto della foresta di Kahlos, a distanza di sicurezza da un drappello dell'esercito nemico composto principalmente da mercenari riconoscibili dalle loro armature rovinate e tenute legate da tendini di animali. "Leakling" aveva pensato con disprezzo osservando quelle creature simili ad un'unione malriuscita di un troll con un goblin. Erano totalmente sproporzionati, con arti grossi e possenti e delle testoline molto piccole e con occhi quasi infossati. Nonostante la loro vista scadente erano però avversari temibili, capaci di spezzare le ossa del cranio con un semplice colpo di mazza e una pelle così coriacea da essere dura da scalfire persino con la spada più affilata.
Avrebbe tanto desiderato poterli spazzare via dal primo all'ultimo vendicandosi così di tutte le morti che avevano causato. Ma non era sciocco, e sapeva che sarebbe stata una missione suicida che non avrebbe portato a nulla. Era stato quasi per andarsene, quando un discorso in particolare aveva attirato la sua attenzione bloccandolo sul posto. Lo sguardo attento si era posato sulla figura più massiccia e spaventosa che si era alzata in piedi battendosi la mano artigliata sul petto, con molta probabilità il capo del drappello.
-Signori!- aveva gridato quello, mostrando le zanne ricurve che fuoriuscivano dalla bocca ghignante. -Preparatevi, perché le truppe di Galadian stanno per intrappolare gli Zaos in un'imboscata sul monte Threyard dove quei pezzenti si sono rifugiati credendo di sfuggirci. Mettiamoci in marcia, e tra un paio di giorni raggiungeremo il nostro bottino!- 

Delle feroci urla di giubilo si erano levate dai mercenari, ma Faelyn le aveva udite solo in lontananza dileguandosi tra gli alberi e correndo il più veloce possibile fino allo sperone di roccia dove la sua fedele aquila era impaziente di partire. Era salito con un elegante balzo in groppa, dando un lieve colpo di redini e stringendo le gambe ai fianchi dell'animale che stava per alzarsi in volo.

In un istante la situazione già pericolosa era diventata una lotta disperata contro il tempo.

Dopo quasi sette ore di viaggio ininterrotto Antheia mostrò evidenti segni di stanchezza, abbassandosi ulteriormente di quota e sbattendo le grandi ali molto più lentamente. Faelyn si sentiva in colpa per non averle dato nemmeno un attimo di respiro, ma la meta era ormai alle porte e non poteva permettersi di sprecare neppure un secondo. Riusciva quasi a percepire i granelli di sabbia scorrere impietosi nell'enorme clessidra del tempo.

Sentì un tuffo al cuore quando avvistò la cima biforcuta del monte Threyard. Credette quasi di avercela fatta, di non essere arrivato troppo tardi per salvare il suo popolo. Tuttavia, non appena si rese conto che la macchia scura che si alzava dalla montagna non era un ammasso di nuvole ma fumo, le sue speranze andarono in frantumi come vetro.

"If this is to end in fire

Then we should all burn together

Watch the flames climb high into the night

Calling out father, stand by and we will

Watch the flames burn auburn on the mountain side."

Un gelo assoluto serpeggiò dentro di lui, facendolo rimanere per qualche istante imbambolato a fissare l'orizzonte. Non poteva, non voleva credere a ciò che si stagliava davanti a lui. Antheia emise uno stridio gracchiante, come se percepisse l'angoscia del suo padrone, le cui mani avevano iniziato a tremare visibilmente nonostante stringesse le redini. Più si avvicinavano e più gli occhi si irritavano a causa del fumo acre che si elevava in alto disperdendosi in cielo. Acuì al massimo il suo senso dell'udito, e ciò che udì lo riscosse fino alle viscere: dal versante orientale delle grida disperate imploravano per aiuto. Faelyn incitò la cavalcatura ad aumentare ancora di più la velocità, e i due si lanciarono in picchiata mentre tutto intorno a loro diventava una macchia indistinguibile che variava dal verde scuro, all'azzurro, al rosso più intenso. 

Quando arrivarono a poca distanza dalle cime degli alberi il Sealiathan spalancò le possenti ali, volando in cerchio per qualche istante fino a quando non riuscì a trovare una radura in cui poter atterrare. Faelyn sentiva il sangue scorrergli rapido nel corpo, bollente quanto il fuoco che stava divorando tutto ciò che incontrava accanto a loro. Intravide il campo dove il suo popolo, gli Zaos, si era rifugiato sperando che il tiranno si dimenticasse di loro, e non appena mise piede a terra si lanciò come una furia in quella direzione. 

Le sue orecchie tentavano disperatamente di captare di nuovo la voce di qualche membro della sua gente, ma tutto ciò che percepiva era il crepitio delle fiamme che si stavano espandendo a macchia d'olio illuminando quella giornata grigia come se fosse piena estate. Scansò gli alberi quasi senza guardare dove stava andando, stringendo convulsamente l'arco che aveva portato in spalla fino a qualche istante prima, la spada che gli batteva contro il fianco. I rovi gli ferivano il volto e la pelle scoperta, ma non sentiva alcun tipo di dolore. Inciampò in una radice di un Theddanor, un enorme albero i cui frutti succosi avevano nutrito la sua gente per molto tempo, rialzandosi subito dopo con un'imprecazione e riprendendo la corsa.

Il fiato diventato già frenetico si fermò per un istante quando vide la foresta diradarsi davanti a lui. Fece un ultimo scatto, arrivando finalmente alla radura dove gli Zaos avevano creato un accampamento di fortuna. Lo spettacolo che si aprì dinanzi ai suoi occhi lo fece crollare in ginocchio.

"Now I see fire inside the mountain

I see fire burning the trees

And I see fire hollowing souls

I see fire blood in the breeze

And I hope that you remember me."

Un gemito strozzato fuoriuscì dalla sua gola, seguito subito dopo da lacrime di dolore e di rabbia. Nonostante tutto, nonostante il suo desiderio di salvare il suo popolo, la gente che l'aveva cresciuto da quando aveva dischiuso gli occhi in quel mondo di guerra, non era riuscito ad arrivare in tempo. Attorno a sé le fiamme bruciavano senza pietà le case in legno costruite con tanta fatica, senza risparmiare neppure i cadaveri distesi scompostamente a terra. L'odore della cenere si mescolava a quello acre della carne e quello metallico del sangue che sembrava quasi nutrire il terreno assetato.

I corpi di coloro che non erano morti soffocati dal fumo o divorati dal fuoco portavano su di sé i segni della battaglia che era imperversata in quel luogo. Non erano pochi i coraggiosi Zaos con asce rudimentali conficcate nel petto o con la testa inclinata in maniera anomala a causa di una mazzata dei Leakling.

"Perché? Che cosa abbiamo mai fatto di male per meritarci tutto questo?" pensò Faelyn stringendo angosciosamente la terra ai suoi piedi. Un rumore improvviso gli fece sollevare di scatto il capo verso sinistra.

-Maestro!- gridò, precipitandosi verso il capo degli Zaos che stava tentando di allungare la mano verso di lui. Non appena gli fu vicino, comprese però che nemmeno per lui c'era speranza. Un'enorme macchia rossa si stava allargando sulla schiena, e un rivolo di sangue denso fuoriusciva dalla bocca dell'anziano, i cui lunghi capelli bianchi sembravano coprirlo come un mantello. La gioia che aveva provato inizialmente venne spazzata via dalla visione di quell'uomo che aveva sempre rispettato e amato quanto suo padre ridotto in quelle condizioni.

-Faelyn...- mormorò lui, tossendo convulsamente.

-La prego Maestro, non si affatichi ulteriormente!- lo implorò lo Zaos stringendogli la mano scheletrica tra le sue.

L'anziano parve non ascoltarlo, continuando a parlare con uno sguardo che non conteneva alcuna traccia di paura, ma solo determinazione e un enorme sentimento di vendetta.

-Faelyn, so che hai fatto tutto ciò che potevi per salvarci.- esordì, abbozzando l'accenno di un sorriso che voleva esprimere orgoglio verso quel giovane che aveva coraggiosamente combattuto per il suo popolo in più di un'occasione. -Ma la tua missione non è ancora finita.-

-Cosa... cosa intendete dire?- sussurrò il ragazzo, sentendo che le forze del Maestro stavano scemando sempre più in fretta e che sarebbe presto rimasto completamente solo.

Gli occhi scuri e pieni di saggezza dell'anziano incrociarono i suoi. -Vivi. Ricorda. Fallo per tutti quelli che ti hanno cresciuto, per tutti coloro che ti hanno aiutato, per tutte le persone che ti hanno amato. Non lasciare che la nostra esistenza finisca nell'oblio, non permettere che il tiranno ci distrugga completamente.-

Faelyn sgranò gli occhi a quella richiesta. -Maestro, non può chiedermi questo! Non voglio essere l'unico sopravvissuto della mia specie, non sono pronto a sostenere un peso del genere!- gridò, sentendo il dolore divampare dentro di sé. Era inammissibile che gli chiedesse un sacrificio del genere, una vita in fuga da chiunque solo per custodire dei ricordi.

-Devi farlo.- si sentì ribattere. -Vattene da questo regno ora che il tiranno non sa ancora della tua esistenza. Trovati una buona moglie e tramanda i geni del nostro popolo, in modo tale che le nostre morti non siano state vane. Io confido in te, giovane Faelyn...-

Il sottile filo della sua vita venne reciso dall'ultimo colpo di tosse che gli fece sputare sangue, e i suoi occhi si chiusero quasi volesse fargli credere per un attimo che stesse solo dormendo.

"And if the night is burning

I will cover my eyes

For if the dark returns

Then my brothers will die

And as the sky is falling down

It crashed into this lonely town

And with that shadow upon the ground

I hear my people screaming out."

Il giovane si alzò in piedi tremante, alzando il capo verso il cielo scuro. Le lacrime rigavano le sue guance arrossate dalle fiamme arrossate dal fuoco. Estrasse il pugnale col manico intarsiato che aveva alla cintola, guardando come ipnotizzato le incisioni. Se solo avesse voluto avrebbe potuto mettere fine ad ogni sua sofferenza con un singolo colpo al cuore, raggiungendo così tutti i suoi cari che erano stati brutalmente uccisi da dei mostri senz'anima.

Si posò la lama del pugnale sul petto, guardando le fiamme riflettersi sul metallo lucido. Riusciva ancora ad udire distintamente le ultime urla degli Zaos levarsi dal terreno invocando un salvatore che non era giunto in tempo, percepiva il terrore che chiunque avrebbe provato d'ora d'innanzi sotto il dominio di un tiranno che non conosceva il significato della misericordia e della bontà. Un'ombra sarebbe calata sul regno di Beluar, soffocando tutti coloro che non si fossero piegati al suo volere.

La mano che stringeva l'elsa tremò leggermente. Diede un ultimo sguardo alla radura intorno a sé che era diventata cimitero per un intero popolo prima di prendere la decisione definitiva. Sollevò il pugnale e chiuse gli occhi.

Emise un lungo fischio, e dopo una decina di secondi si sentì un tonfo. 

-A quanto pare siamo ancora una volta solo io e te.- mormorò Faelyn con un sorriso amaro saltando in groppa ad Antheia, che stridette in risposta. L'animale si sollevò in aria con pochi battiti d'ala, allontanandolo da un luogo che lo Zaos non sarebbe mai riuscito a dimenticare.

"La nostra razza non morirà con me, questa è una promessa." pensò, voltando per sempre le spalle alla sua terra natia.

"I see fire (oh you know I saw a city burning out)

And I see fire (feel the heat upon my skin)

And I see fire

And I see fire burn auburn on the mountain side ." 

   
 
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