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Autore: simoasr94    08/11/2015    2 recensioni
TRATTO DAL PRIMO CAPITOLO:
Quel giorno Merlin decise che non poteva andare a lavorare, sentiva qualcosa di strano dentro di se,come una cosa che gli bruciava nel petto e allora si alzò di soprassalto, che stesse per accadere? Senza troppi convenevoli i suoi occhi diventarono d’oro e si ritrovò sulle sponde di Avalon. [...]
Ormai la giornata era quasi finita, Merlin avrebbe dovuto tornare a casa, ma non aveva la forza di alzarsi e l’unica cosa che poteva sentire erano gli occhi bruciargli per le troppe lacrime. Ci aveva creduto con tutto se stesso. Improvvisamente sentì dei passi dietro di se e una voce chiamarlo “Ehi.. ehi tutto bene?”, nel sentire quella voce sgranò gli occhi e sentì il cuore fermarsi, quella voce gli era rimbombata nella testa negli ultimi mille anni. [...]
Con tutta la forza che aveva in corpo si tirò sulle gambe, si asciugò le lacrime e con gli occhi ancora arrossati si voltò: era Arthur. Quando il moro si voltò Arthur sentì una fitta al petto e si bloccò, in quegli occhi c’era qualcosa che apparteneva anche a lui, che era suo da sempre, ma come poteva essere?!
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Merlino, Morgana, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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YOUR TOUCH IS MY MEMORY

NONO CAPITOLO

 
La mattina seguente Arthur si alzò e si accorse che Merlin non era affianco a lui. Quando scese sentì delle voci provenire dalla cucina e quando arrivò trovo Morgana e Merlin intenti a bere latte e mangiare biscotti “Buongiorno principessa” disse Morgana “Vieni Arthur, tua sorella ha fatto latte e caffè”. Arthur si diresse alla sedia vicino a Merlin non prima di dare a quest’ultimo un tenero bacio in testa mentre passava per mettersi seduto.
 
“Quindi è ufficiale anche per voi?!” chiese Morgana intenerita. Merlin abbassò il viso imbarazzato e Arthur la fulminò con lo sguardo “Almeno da appena svegli puoi risparmiarci?!” chiese “Ho solo chiesto!!! Dopo gli urli di ieri sera mi sembra stupido negare” in quel momento Merlin si strozzò con un biscotto e anche Arthur non potè fare a meno di ridere sotto i baffi.
 
 “Si Morgana! Ok?! È ufficiale!!! Merlin è mio! Solo mio! E chiunque proverà a toccarlo dovrà passare sul mio cadavere. Contenta?!”
 
Morgana rimase a bocca aperta ma con un’espressione troppo felice sul volto e Merlin aveva gli occhi sbarrati e la bocca aperta da cui si vedevano ancora dei pezzetti di biscotto. A quella visione Arthur sorrise “Chiudi la bocca Ragazzo del Lago, altrimenti perdi i pezzi”.
 
Ripresa tranquillamente la colazione dopo la felice rivelazione Morgana chiese rivolta al moro “A che ora devi stare da Gwen?” “Alle 9.00, infatti devo sbrigarmi, devo passare a casa mia almeno a cambiarmi” “Aspetta...” iniziò Arthur mentre addentava un biscotto “Mi do una rinfrescata e ti accompagno” “No tranquillo, mi faccio una passeggiata, adoro camminare di mattina presto” rispose il moro sorridendo “però una rinfrescata dattela lo stesso… gli occhi appiccicaticci si vedono fino a qui” “Simpatico!” rispose Arthur con un sorrisetto sarcastico.
 
“Dai io scappo davvero sennò faccio tardi” disse Merlin alzandosi e dirigendosi fuori dalla cucina “Ok! Tanto io passo dopo, le lezioni oggi le finisco alle 12,00” rispose Morgana “Fantastico!! Cosi mi farai da cavia per i caffè” scherzò il moro “Io e te invece ci vediamo quando esci dall’università va bene?! Tanto io stacco a quell’ora” aggiunse poi rivolto verso Arthur “Va bene! Quando ho finito ti chiamo” rispose il biondo “Ok ragazzi! A dopo” “A dopo” risposero in coro i Pendragon “E falli neri!!!”  aggiunse Morgana.
 
Mentre si dirigevano all’università Morgana e Arthur incontrarono Gawain e Percival “Ciao ragazzi” sorrise Arthur “Ehi biondino! Dove hai lasciato il tuo ragazzo?” “Sta lavorando!” rispose sorridendo in modo timido “Allora è ufficiale?!” chiese Percival mettendo un braccio intorno alle spalle del compagno “Ma avete tutti bisogno di questa ufficialità?? Ci stiamo frequentando, stiamo insieme, ditelo come volete, l’unica…” “L’unica cosa certa è che Merlin è SUO!” lo interruppe Morgana “Esatto!” asserì il fratello “Dai amico!!!” disse Gawain alzando la mano per dare il cinque al biondo “Sono troppo contento per voi. Adoro quel ragazzo!”. Tutti insieme i ragazzi entrarono all’università per iniziare la loro giornata di studi. Entrati in facoltà, Percival e Gawain si tenevano per mano e mentre passavano davanti alla porta sentirono chiaramente un ragazzo sussurrare “Che schifo” tutti si guardarono, Elyan già stava partendo per picchiare quel deficiente, ma venne fermato da Lion. “Lascia stare fratello, sai come si combattono queste cose? Cosi!” dicendo cosi Gawain si girò verso Percival, gli prese il viso tra le mani e lo baciò quasi con voracità premurandosi di far vedere le lingue che entravano una nella bocca dell’altro. Tutti i ragazzi della facoltà presenti batterono le mani alla coppia, quel ragazzo deriso da tutti gli lanciò un ultimo sguardo schifato e se ne andò. Senza dargli più peso i giovani entrarono in aula per iniziare le lezioni.
 
Dopo essersi cambiato Merlin uscì di casa per dirigersi al bar e prese il telefono per mandare un messaggio:
 
- Era una specie di dichiarazione quella fatta stamattina a tua sorella?
 
Quando lesse il messaggio Arthur sorrise, mentre il professore spiegava l’antropologia nell’analisi del periodo della guerra dei cent’anni la sua testa era completamente altrove. Non stava sentendo una parola dall’inizio delle lezioni. Pensava solo a Merlin, a quello che c’era stato tra loro e a quello che ci sarebbe stato. Non vedeva l’ora.
 
- No. Era la verità. Qualsiasi dichiarazione ci sarà da fare voglio farla a te guardandoti negli occhi e non agli altri.
 
Quando lesse la risposta Merlin sentì il cuore accelerare. In quel momento arrivò davanti al bar
 
- Sono arrivato al bar. Fammi gli auguri!!!
 
- Andrai alla grande! Ci vediamo dopo
 
- A dopo
 
 
“Buongiorno” esclamò Merlin entrando timidamente. “Buongiorno Merlin. Vieni mio padre è nell’ufficio” cosi dicendo Gwen si diresse verso una porticina vicino la cassa seguita dall’amico.
 
“Papà è arrivato Merlin, il mio amico che ti dicevo l’altra volta” disse Gwen rivolta al padre “Ah si. Benvenuto figliolo. Ginevra mi ha detto che non hai mai lavorato in un bar. Stai tranquillo, non è niente di impossibile e poi se ci sarà lei ad insegnarti diventerai bravo in un batter d’occhio” “Grazie per la fiducia signore. Mi impegnerò al massimo. Gwen è stata cosi gentile con me. Non voglio deluderla, e non voglio deludere nemmeno voi” a quelle parole Tom sorrise e poi lo osservò curioso “Mi hai dato del… voi?” Merlin rise, ogni volta la reazione era la stessa da almeno un’ottantina d’anni “Si… diciamo che le vecchie abitudini sono dure a morire” Ginevra e suo padre si guardarono interrogativi “Oh beh, per me va bene. Ora al lavoro ragazzi. La gente vuole svegliarsi il più possibile prima di andare al lavoro” esclamò Tom facendo segno ai due giovani di uscire dall’ufficio.
 
Arrivati i primi clienti lasciò fare a Gwen per vedere i movimenti giusti da fare dietro ad un bancone “I prossimi sono miei” disse deciso all’amica. I due signori che entrarono chiesero due cappuccini e due cornetti. Scremare il latte non si era rivelato cosi semplice come lo fanno apparire mani esperte però riuscì a cavarsela con una scottatura e un po’ di latte caduto sul ripiano.
 
La giornata trascorse tra caffè, cappuccini, e cornetti vari “Come mai non sei mai andato all’università Merlin?” chiese Gwen in un momento di pausa “Beh..” iniziò il moro “ho studiato molto per conto mio, lo faccio ancora adesso in realtà, a casa ho non so quante centinaia di libri… ma più che altro mi sono sempre focalizzato sul lavorare. E tu? Studi storia come Arthur?” chiese Merlin per deviare l’attenzione sulla sua amica
 
“No. Io studio lettere e filosofia con Morgana, ma nella parte che riguarda la storia ci facciamo aiutare parecchio” sorrise Gwen “Ginevra…” iniziò il moro “Grazie per questa opportunità che mi stai dando, ho sempre dovuto cavarmela da solo, in ogni lavoro e ogni situazione, e ora voi che mi conoscete… appena… mi state aiutando così tanto” la ragazza lo guardò con i suoi soliti occhi buoni e colmi d’amore, com’era quando pur essendo solo una serva di corte si faceva carico dei problemi di tutti e come una saggia regina cercava di risolverli
 
“Sai Merlin, tu sei entrato come un fulmine a ciel sereno nella vita di Arthur e di rimando in quella di tutti noi. Non ti nego che tutti dopo averti conosciuto siamo rimasti spiazzati da quel senso di familiarità che ci hai dato, che ci hanno i tuoi occhi. È stata una cosa molto strana, ma allo stesso tempo naturale. Ma tu e lui… siete completamente un’altra storia… vi guardate in un modo come se le vostre anime si conoscessero da molto prima di voi, come se ci fosse qualcosa di molto più radicato nella vostra vita”
 
Merlin ascoltava quelle parole con il cuore in gola; Arthur aveva dei ricordi vividi della loro vita passata mentre gli altri avevano solo quel senso di familiarità con lui. Ginevra era sempre stata cosi intelligente, intuitiva e incredibilmente saggia, e ovviamente lo era anche in quest’epoca.
 
Alle parole della giovane Merlin si limitò a sorridere abbassando lo sguardo e sistemando le tazzine tirate fuori dalla lavastoviglie, quando ad un tratto Morgana spuntò sorridente dalla porta con sotto braccio il “Riccardo III” di Shakespeare “Ciao splendori” “Ciao Morgana” risposero in coro i due baristi
 
“Come è andata oggi, mi sono persa qualcosa di importante?”
 
“Oh si…” iniziò la mora “Ti sei persa il professor Morgan che ha detto che tra poco affiggerà i calendari per gli esami e come al solito ci ha esplicato quanto secondo lui se dobbiamo andare per prendere un misero 20 possiamo anche non presentarci e farci un esame di coscienza su qual è il vero senso della letteratura nel mondo”
 
“Sembra simpatico” disse Merlin in modo sarcastico “Oh certo” iniziò Gwen “se ti piace il genere disfattista h24 è il massimo” finì. I tre giovani risero finchè Morgana disse rivolta verso Merlin “Barista… mi farebbe un caffè lungo, schiumato caldo, al vetro, con un po’ di latte a parte, ah mi raccomando il bicchierino deve essere freddo perché voglio sentire il contrasto”. Il giovane la guardò con aria spaesata “Sono rimasto a: Barista mi farebbe un caffè lungo…” Morgana rise di cuore e Merlin in quel momento pensò che era una delle creature più belle che potessero esistere e ringraziava Dio che in questa epoca il suo cuore era come sarebbe sempre dovuto essere, buono e gentile “Scherzo tesoro, voglio solo un succo di frutta all’ananas”.
 
Mentre serviva il succo di frutta all’amica entrarono come una mandria i cavalieri al completo, ma senza il loro re. “Ciao ragazzi” “Ehi Gwen, accidenti che bel barista che hai assunto, potrei decidere di non andare più all’università e passare le giornate qui” scherzò Gawain che si sentì arrivare uno scappellotto dietro il collo “Ehi nano non fare scherzi” “Ahio!!! Perc ma ti pare!!! Non è il mio tipo, e anche se lo fosse il suo ragazzo mi ucciderebbe!”
 
Merlin guardò Morgana che sorrideva e girandosi verso Gawain disse “Chi è che ti ucciderebbe?” “Ormai è ufficiale amico” sghignazzò Lancelot “Eh già” intervenne Gawain “Arthur ci ha ufficialmente detto che sei proprietà privata!” a quelle parole Merlin divenne rosso come un peperone ma non riuscì ad evitare di sorridere “Merlin, ci fai 5 cappuccini per favore?” “Certo ragazzi”
 
 
Finito il suo turno Merlin salutò tutti e scappò letteralmente dal bar per recarsi ad Avalon, da lì a poco avrebbe dovuto incontrarsi con Arthur. Arrivato lo trovò già lì, sotto il salice, sembrava pensieroso. Merlin in quel momento pensò che era stupendo, e guardandolo ancora non poteva credere che era li con lui, anche se non sapeva se era pronto per la discussione che doveva esserci di li a poco.
 
“Arthur…” lo chiamò; il biondo si voltò e sorrise dolcemente “Ciao barista. Come è andato il tuo primo giorno?” “Bene” rispose il moro sedendosi affianco al compagno “Anche se i cappuccini non sono ancora il mio forte”. Arthur sorrise “E’ solo questione di pratica”.
 
Il Re sembrava malinconico, non diceva una parola e Merlin immaginava bene il perché “Arthur, stai bene?” “Si…” iniziò il biondo “Oggi non ci sono stato molto con la testa” “Mi dispiace che stai cosi! Lo so che è una brutta situazione ma non tenerti tutto per te… parlami!” Arthur si girò verso di lui, le ore di lezione erano passate talmente lentamente e in modo faticoso che era quasi stremato
 
“Chi sei tu?” disse semplicemente Arthur.
 
Merlin non si aspettava quella domanda e lo guardò stizzito “Scusami?” disse in modo quasi offeso “Chi sei per me? Da quanto tempo ci conosciamo in realtà? Chi siamo l’uno per l’altro?”
 
“Arthur…” iniziò Merlin “Io non so come spiegartelo, non so come iniziare perché non lo so bene nemmeno io” “Tu non lo sai bene, ma io non lo so per niente. Non so di cosa parli. PERCHE’?” Merlin capiva lo stato d’animo del Re, non poteva biasimarlo e quindi era giusto che Arthur sapesse la verità
 
“… Sono ricordi!” iniziò Merlin per poi fare una piccola pausa. Guardava davanti a sé, mentre Arthur si voltò a guardarlo. Era molto serio, come il Merlin maturo e forte degli ultimi tempi a Camelot, quello cresciuto e maturato con enormi responsabilità sulle spalle
 
“Le immagini che vedi, sono ricordi di un’altra vita che hai vissuto” Arthur lo guardava serio.
 
“Quale vita, chi ero?”
 
Merlin continuava a non guardarlo “Tutto quello che vedi, tutto quello che c’è oggi, esiste grazie a te. Tu sei colui che ha unito i regni, che ha dato vita al Regno Unito, o Inghilterra, chiamala come vuoi. Sei stato il più grande Re mai esistito: Re Arthur. L’ultima volta che ti ho visto prima che andassi via da me dissi che non sarebbe mai più esistito nessuno come te; cosi è stato fino ad oggi e cosi continuerà ad essere.”
 
Merlin aveva un’espressione indecifrabile, la voce era spezzata un po’ dalla rabbia del ricordo di quel momento, un po’ dalla commozione. Arthur non sapeva cosa dire, Merlin gli stava praticamente dicendo che lui era Re Arthur, il Re leggendario. “Ma… come viene raccontato oggi, Re Arthur è solo una leggenda, non ci sono prove che sia esistito veramente” il biondo parlava con un filo di voce, non riusciva a credere neanche lui a quello che diceva.
 
“Dopo che ti ho perso ero distrutto, un essere molto potente mi disse che quando Albion avrebbe avuto più bisogno tu saresti risorto, ogni giorno era un’agonia e ho cominciato a viaggiare, sperando di trovarti chissà dove. Ovunque sono andato ho raccontato le nostre storie, le tue gesta, in tutto il mondo. Con il passare dei secoli sono diventate leggendarie più che storiche. Ma chiunque nel mondo oggi conosce le gesta di Re Arthur e dei suoi cavalieri, ci sono centinaia di libri. Tutto il mondo sa che non ci sarà mai più nessuno come….. come TE”
 
Arthur era in silenzio, Merlin si aspettava qualsiasi cosa, era pronto a tutto
 
“E tu?” disse semplicemente il biondo;
 
gli aveva appena detto di aver vissuto un’altra vita e invece di chiedergli chissà cosa o mandarlo a quel paese gli ha chiesto di lui.
 
Solo a quel punto Merlin si voltò, per la prima volta da quando avevano iniziato a parlare si guardarono negli occhi
 
“Io cosa?”
 
“Perché tu ricordi tutto? Perché ne parli come se tutto questo fosse successo ieri? E perché tu sei tutto per me???? Anche dalle immagini che ho visto… quello che percepivo oltre a quello che vedevo era che anche a quei tempi eri già tutto per me!”.
 
Merlin sentì che i suoi occhi si stavano inumidendo, aveva passato tutti quegli anni a nascondere il suo amore solo per poi capire che molto probabilmente era anche ricambiato.
 
“E’ difficile da spiegare, ancora più difficile di tutto il resto. Ora non posso dirtelo… Ma se tu ti fiderai di me io ti giuro che lo farò, ti dirò tutto, dopotutto l’ho già fatto una volta” disse il mago con un sorriso malinconico.
 
Arthur lo guardava con occhi quasi supplicanti “Perché non ora?” chiese “Perché sono troppe informazioni per la tua mente. E non voglio rischiare qualche danno grave: che impazzisci, che ti ammali o chissà cos’altro di terribile” solo al pensiero che quelle cose potessero succedere Merlin tremò
 
“Pensi che possa accadere?” chiese il biondo con un filo di voce “Potrei stare male per i troppi ricordi?” aggiunse
 
“NO!” tuonò Merlin “Farò di tutto per non farlo accadere; dovesse costare la mia vita!”.
 
A quel punto entrambi rimasero in silenzio ad osservare il lago; Arthur stava pensando a tutto quello che Merlin gli aveva detto: lui era Re Arthur… ma perché non lo ricordava? E perché non si ricordava di tutto quello che lui e Merlin avevano passato in una vita intera? Si stupì da solo del fatto che una notizia del genere non lo avesse sconvolto; ma il punto era che in quei giorni ci aveva pensato talmente tanto che Merlin gli stava solo dando una conferma.
 
“Sai…” iniziò Arthur, la voce era calma “Vedo solo immagini legate a te... anche se ogni tanto compaiono anche gli altri, sono solo da contorno; il punto cruciale sei tu” a quel punto fece una pausa e si voltò verso il moro che non stava più osservando il lago ma aveva lo sguardo basso
 
“Stando a quello che mi hai detto… per quanto può essere folle, io sono… o sono stato… Re Arthur Pendragon, ho fatto battaglie, guidato eserciti, vinto, perso… non ho mai visto niente di tutto questo da quando ti ho incontrato. Solo momenti tra noi: nella mia stanza enorme, nella foresta solo noi. Nelle mie immagini siamo sempre stati SOLO NOI DUE. E sai cosa percepisco ogni volta che vedo quelle immagini…” sempre con lo sguardo basso Merlin sussurrò
 
“Cosa?”
 
“L’amore” a quella parola Merlin alzò lo sguardo
 
“Tra noi c’è sempre stato amore Merlin, non puoi negarmelo… dimmi una cosa: noi eravamo innamorati? Stavamo insieme?” sentendo quelle due parole Merlin rise di un sorriso amaro e sarcastico “Tuo padre avrebbe prima evirato e poi ucciso entrambi!”
 
“Però ci amavamo non è cosi?!” Merlin scosse la testa quasi infastidito: per anni, secoli, lo aveva amato in silenzio, soffrendo sapendo di non poterlo avere e ora Arthur gli stava parlando del loro amore a quei tempi come se fosse una cosa ovvia e vissuta serenamente
 
“Non lo so Arthur! O meglio di me lo so, ma di te non so cosa dirti, non so se mi amavi, a quei tempi non c’era dato saperlo. Un erede al trono e futuro re, omosessuale e che amava il suo servo?! Era impensabile”  
 
“Eri il mio servo?” chiese Arthur “Il nostro destino era essere uniti, insieme. Il mio destino era permetterti di compiere il tuo. E proprio il fato ha voluto che nel momento in cui ci detestavamo di più tuo padre mi ha nominato tuo servitore personale. Non dirglielo, ma non lo ringrazierò mai abbastanza per questo”
 
Arthur sorrise “Neanche io!”
 
Il biondo iniziò a giocherellare con dei filetti d’erba “Me lo avevi mai detto? Che mi amavi intendo, me lo hai mai detto a quel tempo?”
 
“E rischiare di perderti? Rischiare che mi avresti schifato o additato come un deviato? Non lo avrei sopportato Arthur…”
 
“Non avrei mai fatto una cosa del genere”
 
“Non puoi saperlo!”
 
“Ne sono certo Merlin! Anche non ricordandomi niente, so chi sono oggi e so quello che penso. A quei tempi non potevo essere tanto diverso. Non ti avrei mai trattato in quel modo…” Arthur si fermò ma avrebbe voluto continuare
 
Anche perché ti amavo anch’io!” queste ultime parole riecheggiarono solo nella sua testa senza riuscire ad uscire.
 
“E poi tu” iniziò Merlin “hai coronato il tuo sogno d’amore sposandoti, hai sposato Ginevra, lei è diventata regina; è stata una sovrana buona, equa e che ha sempre fatto si che il suo popolo fosse felice… non c’era spazio per me, almeno non in quel modo.”
 
“Si conosco la leggenda”
 
“Non è una leggenda Arthur” lo interruppe bruscamente Merlin “E’ stata vita vera, io ho sofferto davvero, io e te non ci siamo mai potuti amare davvero, sempre se tu provassi amore per me! Non c’è un cazzo di leggendario in questo!” Merlin si rese conto che stava iniziando a piangere, solo a ripensare a quei momenti sentiva il cuore spezzarsi di nuovo
“Mi dispiace Merlin non intendevo…” Arthur era mortificato, appoggiò una mano sulla schiena del compagno in segno di conforto
 
“Tu non sai cosa significa!!! Averti visto sposare lei, sapere che vi amavate ogni notte, vedervi liberi di amarvi alla luce del giorno. E allora mi rendevo conto che per te non ero niente, se non il tuo servitore/amico. Ma poi vedevo come mi guardavi e quello che facevi per me, e tra me e me pensavo che non poteva essere solo amicizia, ma che dovevo fare. Era uno schifo Arthur, io ti amavo, cazzo. Ti giuro in certi momenti volevo solo morire. Fregarmene del mio destino, del tuo e di quello di tutti e andarmene per non stare più male. Ma tanto non sarebbe cambiato niente. Ti avrei amato in qualsiasi parte del mondo.”
 
Ormai Merlin era un fiume in piena sia di lacrime che di parole, si era alzato cercando di calmarsi ma non ci riuscì, Arthur voleva solo farlo smettere di piangere cosi si alzò, lo fece voltare e lo abbracciò fortissimo “Non te lo avrei mai lasciato fare idiota. Sarei venuto a cercarti in qualsiasi parte del mondo”
 
“Lo so…” Merlin nascose il viso nell’incavo del collo di Arthur “So che lo avresti fatto, lo hai fatto sempre è quello il punto” Arthur strinse la presa sulle sue spalle “Se solo potessi ricordare… potrei darti la certezza che non eri l’unico scemo che soffriva per qualcuno che non poteva avere” a quel punto Arthur lo allontanò per poterlo guardare in faccia.
 
“L’altra sera fuori dal pub, quando ci siamo toccati ho visto che discutevo con Gwen perché io volevo venire a cercarti, quando Morgana, ormai accecata dall’odio, ti aveva fatto rapire, e lei mi diceva di mandare i cavalieri e rimanere al castello perché sarebbe stato pericoloso. Io gli ho detto che non avrebbe mai dovuto neanche chiedermelo perché se tu eri in pericolo io non sarei mai rimasto con le mani in mano, non potevo farlo. Nel suo volto ho visto il dubbio, il sospetto che non fosse solo lealtà quella che c’era tra noi, ma non me n’è importato, io dovevo venire da te. E quando ti ho ritrovato, la gioia che ho provato è stata indescrivibile, e anche lì, che c’era Gawain con me, non me n’è fregato niente di quello che potesse pensare… io pensavo solo a te!” Merlin sorrise ancora con le lacrime agli occhi.
 
Con loro il destino si è davvero divertito a giocare a scacchi ogni volta
 
“Si mi ricordo di quando tu e Gawain mi avete ritrovato. Ma non mi hai mai detto che dalle tue visioni avevi visto che Morgana era diventata crudele, non ti ha fatto male rivedere tua sorella in quel modo, stai bene?” in quel momento Arthur si fermò, lasciò il volto di Merlin, aveva un espressione seria, quasi sconvolta.
 
“Arthur che è successo? Hai visto qualcosa anche toccandomi il volto?” Arthur alzò gli occhi fino ad incrociare quelli del compagno
 
“Quello che hai detto… di Morgana… io non l’ho mai visto… eppure lo so lo stesso!”
 
Merlin sgranò gli occhi “Cosa??? Arthur ma che stai dicendo?? Sei sicuro?” non poteva crederci
 
“Ma certo! Te l’ho detto prima che ho sempre visto solo te e me. Non ho mai visto di Morgana, eppure è come se lo sapessi da sempre!” Arthur stava iniziando a rendersi conto di quello che stava succedendo…. Stava iniziando a ricordare.
 
Sul volto del biondo si stampò un sorriso che racchiudeva tutta la gioia “Merlin… vuol dire quello che penso??? Sto ricordando???” il moro fece un sorriso incredulo ma poi si riprese “Aspetta, aspetta Arthur… come stai? Ti senti male? Hai mal di testa?” Arthur lo guardò stranito “Ma sei scemo? Sto benissimo, non mi fa male niente… Cazzo Merlin sto iniziando a ricordare!” il biondo non poteva fare a meno di sorridere, era troppo felice.
 
“Ma come è possibile?” chiese rivolto al moro “Non lo so, forse parlandone la tua mente si sta riaprendo, potremmo trovare qualche risposta nei libri che ho a casa…”
 
“Dai andiamo” Arthur si incollò praticamente di peso Merlin trascinandolo per un braccio verso la macchina. Quando salirono Merlin non poteva credere a quello che vedeva, Arthur era felice, ma una felicità che non vedeva da secoli, quella dei tempi d’oro a Camelot, dove c’erano loro due inseparabili e ogni problema si risolveva insieme. Mentre guidava il biondo si girò verso Merlin “Che c’è?” chiese sempre sorridendo fermandosi ad un semaforo rosso “Sei tutto il mio universo Arthur.” Merlin si sentiva leggero come solo l’amore può farti sentire. Istintivamente Arthur gli prese la mano e la strinse forte
 
“Lo ami non è vero?” Ginevra non aveva uno sguardo arrabbiato, ne deluso, solo comprensivo, aveva un vestito bellissimo, bordeaux, i capelli lunghi che gli coprivano la schiena e una delicata tiara sulla testa, era molto bella “Prima di lui non sapevo neanche che mi piacessero gli uomini, anzi in realtà neanche mi piacciono… lui è un’altra cosa. Ma è un amore impossibile… non potranno mai esistere due Re su un trono, e non può esistere un Re omosessuale, e poi se scoprisse una cosa del genere finirei per fargli schifo.” Vide se stesso sedersi sul letto e nascondere la faccia tra le mani “Tu non sai che stai dicendo Arthur, lui ti ama esattamente quanto tu ami lui, se non di più, considerando che è tanto forte da sopportare di vederti con un’altra persona che secondo lui ami” il biondo alzò lo sguardo verso la sua sposa “Come fai a dirlo?” la sovrana sorrise dolcemente “Non è difficile capire le persone per me, e a te e Merlin non c’è nessuno che non vi abbia capito” rispose “Non sei arrabbiata con me? Come fai a non odiarmi?” “Non potrei mai odiarti! Arthur… noi ci vogliamo un bene immenso, siamo amici e complici, ma i nostri cuori sono di altre persone. Io provo un profondo affetto per te e credo di essere la persona giusta per aiutarti a guidare il regno; insomma… tu sei uno zuccone e in qualche modo io riesco a farti ragionare, tranne quando si parla di Merlin. Promettimi che gli dirai quello che provi per lui.” Arthur la guardò con orgoglio, era davvero un uomo fortunato, persone come Gwen, era sicuro, non ne esistevano al mondo. “Te lo prometto Gwen, quando torneremo da Camlann gli dirò tutto” “No Arthur, devi farlo prima… odio queste cose, le battaglie. Non si sa mai cosa può succedere.” “D’accordo d’accordo, glielo dirò prima di partire… grazie Ginevra”*
 
La visione finì, Arthur sorrise e strinse più forte la mano del compagno, il semaforo era ancora rosso: segno che, come sempre, la visione era durata un attimo “Che hai visto?” chiese Merlin molto più rilassato delle altre volte “Niente” sorrise il biondo “Dai Arthur, perché non vuoi dirmelo?” “Quando saremo a casa te lo dirò”.
 
Quando furono davanti al portone ad Arthur squillò il telefono: era Percival.
 
“Dimmi tutto Perc” rispose il biondo
 
“Arthur ciao, sei con Merlin?” chiese il gigante buono
 
“Si è qui, cosa è successo? Hai la voce sconvolta!”
 
“Sono a casa Gawain, quel cretino ha fatto a botte mentre stava tornando a casa. Penso con quel deficiente di stamattina dell’università. Cazzo Arthur l’ho lasciato solo per dieci minuti.”
 
Percival era sconvolto, non era la prima volta che quel matto di Gawain si ficcava in guai del genere e ogni volta per il povero Percival era un’agonia
 
“Quel bastardo. Ok, calmati! Ha qualcosa di rotto? È stato colpito alla testa?” Arthur cercava di far calmare l’amico mentre Merlin gli faceva gesti per cercare di capire
 
“No rotto non credo, gli sto dicendo di andare in ospedale per farsi vedere la testa ma non vuole andarci” Rispose Percival mentre guardava il ragazzo ridacchiare davanti allo specchio del bagno tra una smorfia di dolore e l’altra.
 
“Ok, arriviamo subito” disse Arthur
 
“Grazie amico, ci vediamo qui”
 
“Dobbiamo andare Merlin, Gawain ha fatto a botte” disse velocemente al moro dirigendosi verso la macchina. “Cosa? A botte? Ma con chi? Ma quel ragazzo non lo perde il vizio di mettersi nei guai…” sorridendo per l’affermazione di Merlin, il biondo salì in macchina e velocemente partì in direzione di casa dell’amico.
 
“Allora vuoi dirmi prima cosa hai visto?” chiese Merlin mentre erano in macchina “Mi dispiace Ragazzo del Lago, non è il momento siamo arrivati.” Merlin lo fulminò con lo sguardo, perché non voleva dirglielo?
 
Appena suonarono alla porta Percival si precipitò ad aprire con in mano ancora l’ovatta col disinfettante “Stai facendo l’infermiera eh Perc? Dove sta quel matto?” chiese Arthur entrando “Ciao ragazzi, è in salotto”. Quando i due ragazzi entrarono trovarono Gawain a petto nudo seduto sulla sedia vicino al tavolo: aveva l’occhio destro completamente chiuso e tumefatto con un livido enorme, il sopracciglio sinistro tagliato.
 
Vedendo quella scena in Merlin scattò qualcosa che neanche lui sul momento avrebbe saputo spiegarsi: prese tutto l’occorrente ed iniziò prima a pulire con cura poi a medicare la faccia tumefatta dell’amico, tutto sotto gli occhi preoccupati di Percival e quelli ammirati di Arthur.
 
“Senti brutto scemo puoi spiegarci possibilmente come è successo?” chiese Percival “Si cosi poi quando arrivano gli altri devo ricominciare la storia da capo, guarda che lo so che hai chiamato tutti in raccolta” in quel momento Percival lo avrebbe ammazzato, proprio mentre stava per rispondergli per le rime suonò il campanello e dalla porta entrarono Morgana, Ginevra, Lion, Elyan e Lancelot, dirigendosi verso il salotto sentirono la voce di Merlin “Gawain devi andare all’ospedale per farti ricucire il sopracciglio, questo non è solo un taglietto” “No, Merlin è inutile, non voglio andarci. Io sto cosi ma quello stronzo è andato all’ospedale davvero, mentre Percival mi portava via ho visto che lo caricavano sulla barella” cosi dicendo sorrise vittorioso e alzò la mano per ricevere il cinque dai suoi amici che si limitarono a guardarlo
 
“Dai ragazzi, cavolo sono vivo, cosa avrei dovuto fare non difendermi? Quello mi stava aspettando dietro l’angolo mentre stavo andando a casa, io e Percival ci eravamo appena salutati. Non gli è piaciuta molto la figuraccia che gli abbiamo fatto fare stamattina.”
 
Merlin intervenne nel racconto “Quale figuraccia? Chi era?” “Un coglione omofobo che vedendo Percival e Gawain tenersi per mano non ha gradito la cosa, loro invece di iniziare una discussione inutile hanno pensato bene di baciarsi prendendosi una standing ovation da tutta la facoltà e quello se n’è andato facendo la figura del fesso” spiegò Morgana.
 
Merlin guardò verso il moro con un sorriso orgoglioso “Ok supereroe, ma questo non toglie che quel taglio va ricucito, non posso mettertici un cerotto” “Ma si Merlin, in bagno ho le grappette cicatrizzanti, tipo quelle che facevano mettere a Sylvester Stallone in Rocky quando gli aprivano un sopracciglio sul ring, funzionano.” Merlin guardò prima Gawain e poi Percival che con aria rassegnata gli fece segno di dargli ascolto.
 
Quando Merlin andò verso il bagno Arthur lo seguì “Non sapevo fossi anche un medico” “Beh…” iniziò Merlin fermandosi dal rovistare nello scaffale “Quando sono arrivato a Camelot ero sotto la protezione del medico di corte, ti ricordi di chi parlo?” Arthur con lo sguardo sconfortato scosse la testa come a dire di no. “Comunque…” continuò il mago “lui mi ha insegnato tutto quello che so sulla medicina, è vero che in tutti questi secoli è decisamente cambiato molto, mi sono ovviamente aggiornato, ma le sue basi sono state fondamentali” sorrise il giovane ripensando al suo mentore che tanto amava.
 
Trovati i cerotti per Gawain i due giovani si diressero di nuovo verso il salone “Certo che ora che ci penso avevi ragione quando hai detto che Gawain non ha sempre fatto altro che mettersi nei guai” disse Arthur fermandosi in corridoio.
 
Merlin si girò di scatto cercando di capire dove volesse arrivare “Dai Merlin, non guardarmi cosi… non ti ricordi come lo ABBIAMO conosciuto?! Stava per esplodere la rissa tutti contro noi due in una taverna e lui senza neanche sapere chi fossimo ci ha aiutato: quel ragazzo adora i guai!” Merlin aveva gli occhi sgranati e l’espressione sconvolta: Arthur ricordava come aveva conosciuto Gawain quando erano a Camelot, senza dire una parola Merlin si gettò tra le braccia del biondo e lo strinse forte “Oddio non ci credo” Arthur gli diede un delicato bacio sul collo
 
“Lo so, non sembra vero neanche a me, ma sta venendo tutto cosi naturale. Quando l’ho visto conciato cosi mi è tornata in mente quella scena come se fosse successa ieri, ricordo tutto: noi che ci siamo cacciati nei guai, lui che ci aiutati e noi che lo abbiamo portato a Camelot per curarlo e ringraziarlo” Merlin si staccò per guardare Arthur negli occhi
 
“E che altro?” “Beh…” iniziò il biondo “Ricordo che quando Gawain mi ha detto che aveva dormito nel tuo letto mi sono pentito di averlo aiutato e volevo ammazzarlo, so che tu avevi dormito sulla sedia vicino al letto di Gaius ma…. GAIUS!!!! Era lui il medico di corte non è vero?! Ora mi ricordo; ti amava come un figlio”
Merlin ormai ogni parola che sentiva era sempre più incredulo; più Arthur parlava più i suoi ricordi si sbloccavano. “Ho ancora tante lacune Merlin, ma sto ricordando, mi tornano in mente persone, momenti, sto tornando ad essere me stesso…” affermò il biondo felice come non mai “Arthur… tu sei sempre stato te stesso” mentre stavano parlando arrivò una voce dal salone
 
“Piccioncini lo so che state pomiciando nel mio bagno ma vorrei essere medicato, sono ferito io!!! Ferito per aver difeso il mio onore di uomo che ama un altro uomo!! Dove sieteeeeee??? Percival prenditi cura di me, il mio dottore mi ha abbandonato” mentre tutti in salotto risero anche i due giovani in corridoio non poterono far a meno di ridere “Dobbiamo assolutamente finire di parlarne, voglio che mi racconti tutto quello che ricordi… stasera dormi a casa mia?” Arthur lo guardò sorpreso ma felice “Se per te non è un problema certo!” i due si baciarono dolcemente prima di tornare in salone e medicare l’amico.
 
* Scena deliberatamente ispirata alla mia mente sognatrice!!!
 
Angolo Autrice:
 
Eccomi qui, lo so lo so sono in super ritardo. Sinceramente non immaginavo che fosse cosi difficile scrivere la scena del discorso tra Arthur e Merlin senza rischiare di cadere nel ridicolo. Alla fine è uscito questo e spero che sia abbastanza serio e sensato come discorso. Dunque ci tengo come sempre a ringraziare chi inserisce la mia storia tra le seguite, le ricordate o le preferite e ovviamente sempre un grazie speciale a chi recensisce :*. Allora Arthur sta iniziando a ricordare qualcosa di quello che era prima di questa vita, insieme scopriremo come si svolgeranno le vicende e soprattutto se Arthur riuscirà a passarla cosi liscia o questa cosa porti delle conseguenze nella sua vita o nella sua salute… io non vi dico niente perché scoprirete tutto nei prossimi capitoli.
A presto tesori! :*
   
 
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