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Autore: VENDA    09/11/2015    1 recensioni
Serie di OS con paring Arthur/Lucius scritte durante vari Drabble Event su diversi gruppi Facebook. Di volta in volta specificherò il nome del gruppo e la data dell'Event.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Arthur Weasley, Lucius Malfoy
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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[Partecipa alla Winter is Coming Week del 31 agosto-6 settembre sul gruppo We Are Out For Prompt.]

DAY 4 - UST

Lucius/Arthur: Lucius, Arthur e un Harry che si intromette sempre.


Harry Potter aveva cinque anni e non poteva sapere che non aveva passato neanche un minuto della sua vita senza essere sorvegliato a distanza costantemente. 
Silente si era preso l'incarico di proteggerlo e vegliare su di lui, per questo c'era sempre un mago di sua fiducia che lo seguiva per assicurarsi che fosse al sicuro, soprattutto quando gli zii lo lasciavano solo a casa per intere giornate e lui, avendo imparato bene gli orari, usciva da solo di nascosto per andare al parco giochi del quartiere.
Lo faceva già da un anno ormai e aveva stretto amicizia con un altro bambino più o meno della sua età, con cui si divertiva a giocare a qualsiasi cosa che prevedesse l'uso di una palla; aveva un certo rozzo talento soprattutto per il baseball: la piccola palla sembrava cercare le mani del bambino quando gli veniva lanciata, senza mai sfuggire alla sua presa.
Arthur era uno degli uomini più fidati di Silente, per questo spesso toccava a lui vegliare di nascosto sul figlio di James Potter. Gli piaceva come compito. Il Surrey era molto lontano da casa sua, per questo poteva permettersi di farsi accompagnare, e Silente, grand'uomo, sicuramente lo sapeva e lo ringraziava del suo lavoro dandogli quella possibilità: incarico e ricompensa nello stesso momento. Un fruscio di vesti lo fece sorridere.
Lucius Malfoy con in mano una sciarpa di pregiato cashmere si era appena materializzato accanto a lui, che se ne stava seduto su una panchina a pochi metri da dove anche quel giorno Harry stava giocando con l'amico. Faceva freddo quel pomeriggio d'autunno e, senza dire niente, coprì le spalle del rosso con la Passaporta.
«Solita noia?»
«Io non mi annoio mica, adoro questi momenti.»
Lucius capì che l'altro non si riferiva alle ore di appostamento passate a guardare un marmocchio correre dietro ad una palla.
«Hai avuto difficoltà a venire?»
«Sono l'erede della casata dei Malfoy, vado dove voglio senza dare spiegazioni.»
Arthur rise, la risposta era così tipicamente da Lucius.
«Narcissa?»
«Molly?»
Nella domanda del biondo c'era un pizzico di polemica e gelosia in più; in fondo lui non ci aveva fatto sette figli con la donna che aveva dovuto sposare.
Arthur non avrebbe permesso alla negatività dell'uomo che amava di rovinare quel momento in cui potevano stare insieme in totale libertà, come quando ad Hogwarts ogni stanza segreta diventava il loro personale nido d'amore. Gli passò un braccio intorno alle spalle e se lo tirò addosso, facendogli poggiare la testa sul morbido cashmere.
Lucius per fortuna non oppose resistenza perché, un secondo dopo che si fu spostato, un bolide sferico attraversò l'aria nel punto in cui poco prima c'era la sua testa. Harry era bravo nelle prese, ma l'amico no.
Entrambi gli adulti si voltarono di scatto, comprendendo il pericolo scampato.
«Scusatemi, signori!» urlò il bambino, correndo per recuperare la palla.
«Fai più attenzione, moccioso!» sbraitò Lucius, un po' per lo spavento e un po' perché li aveva interrotti.
«Dai, lascialo stare!» rise Arthur. «Non ti sei fatto male?»
Con una mano gli sfiorò la fronte e i capelli, constatando che era tutto a posto.
«No, ma poteva mancarci poco!»
«Non fare il Mangiamorte scorbutico!»
Avevano entrambi imparato a scherzare sulla cosa per non impazzirci. 
Arthur aveva appena sfiorato le labbra dell'amante per tentare di cancellare quel broncio che aveva messo, quando sentirono Harry piangere disperato poco lontano. 
Il bambino era caduto e si era sbucciato entrambe le ginocchia, ma più che per il dolore piangeva al pensiero di cosa gli avrebbero fatto gli zii scoprendo come si era ferito.
«Ho capito» sbuffò Lucius, prima he il compagno potesse parlare, «andiamo a risolvere questo guaio.»
Neanche ad Arthur facevano piacere tutte quelle interruzioni, ma lo stesso si alzò per avvicinarsi al bambino e aiutarlo, seguito da un Lucius che ancora non aveva messo via il broncio.
   
 
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